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“Free lunch index”, un nuovo indice per valutare gli accademici. Una proposta non del tutto seria.

Gli autori dell’articolo propongono un nuovo indice per la valutazione della ricerca medica accademica: f-index (“free-lunch index” o “indice dei pasti gratuiti”), calcolato sommando gli emolumenti delle aziende ai sanitari. [1] L’f-index fornisce una misura semplice e diretta dell’investimento della ditta, che può avvenire attraverso un piacevole pasto in un ristorante stellato o il soggiorno in un resort per una vacanza rilassante.

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Com’è difficile istituire una tassa sulle bevande zuccherate

Il titolo si riferisce chiaramente al nostro paese, dove di istituire una sugar tax si parla da 4-5 anni, con continui rinvii a ogni cambio di governo e a ogni approvazione di legge finanziaria. Eppure si sa che funziona. Non è ancora chiaro se contribuisca a ridurre l’incidenza di obesità e altre malattie non trasmissibili, probabilmente perché è ancora troppo presto per misurare questi esiti, ma è sicuramente efficace nel ridurre gli acquisti e i consumi di bevande zuccherate.[1] Tanto che l’OMS ne raccomanda l’introduzione in tutti i paesi e ha addirittura pubblicato un manuale su come farlo.[2] Se però questa tassa è stata istituita solo in poco più di 20 paesi, oltre a innumerevoli stati e città USA, vuol dire che vi è una resistenza diffusa. È quindi utile analizzare gli ostacoli identificati in alcuni paesi, per capire come affrontarli se si presentano anche in Italia.

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Big Tobacco e sapore dei cibi e delle bevande per bambini

E a proposito di bevande zuccherate, cosa c’entra l’industria del tabacco con quella delle bevande e dei cibi per bambini? Nulla, direbbe qualsiasi persona di buon senso. Sbagliato: c’entra, eccome. Già nel 2019, un articolo pubblicato dal BMJ mostrava come Big Tobacco usasse le sue conoscenze su sostanze aromatizzanti e coloranti, oltre che sul marketing, per aiutare Big Drink a sviluppare e a commercializzare bevande più attraenti per bambini. [1] Fin dagli anni ’60 del secolo scorso, Reynolds e Philip Morris, le due maggiori ditte USA del tabacco, avevano iniziato ad acquisire piccole e medie aziende di bevande per bambini (Hawaiian Punch, Kool-Aid, Capri Sun, Tang). Dopo aver sperimentato l’uso di coloranti e aromatizzanti con queste aziende, le hanno vendute a colossi come Mondelez, Kraft-Heinz e Coca-Cola, ma hanno continuato a collaborare per rendere le bevande sempre più attraenti.

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Le mani sulla scuola

Non più tardi del mese scorso, nella Lettera 117, raccontavamo dell’iniziativa di Pfizer per le scuole, e del suo progetto contro la “disinformazione”, “per portare strumenti per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”. Notavamo come sarebbe quindi una delle maggiori multinazionali del settore farmaceutico e con a carico un numero impressionante di cause legali, a formare le nuove generazioni italiane sulla corretta informazione scientifica.

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MEZIS chiede, NoGrazie risponde

Nella Lettera 116 del mese scorso, abbiamo pubblicato un dialogo tra Niklas Schurig, di MEZIS, e Mariolina Congedo, di NoGrazie. Alla fine del loro dialogo online, Niklas ha posto a Mariolina delle domande su NoGrazie, per capire chi siamo e cosa facciamo e per informare i nostri colleghi tedeschi. Le domande, pur brevi, non erano banali. Abbiamo provato a rispondere. Se qualcuno/a tra i nostri lettori e le nostre lettrici avesse voglia di fornire delle risposte diverse, saremmo lieti di pubblicarle nella prossima lettera. Scriveteci a lettera@nograzie.eu.

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Come i grandi conglomerati transnazionali influenzano le politiche pubbliche

Nella Lettera 113 di maggio 2023 dedicata ai determinanti commerciali della salute (DCS) avevamo già riportato sia i danni che questi causano a salute, sistemi sanitari, economia e ambiente, sia le strategie usate dalle imprese transnazionali per influenzare a loro favore politiche, ricerca e pratica medica. In un articolo pubblicato poco dopo la serie di articoli del Lancet dedicati ai DCS, alcuni degli autori di quegli articoli (compresa la NoGrazie Alice Fabbri) approfondiscono il tema analizzando le strategie di cui sopra per riunirle in categorie e modelli.[1].

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Marketing farmaceutico immorale: problema comune, responsabilità collettiva

Due sociologi, rispettivamente dell’università di Bath (Gran Bretagna) e di Lund (Svezia), hanno nuovamente affrontato il problema della carenza di etica nel marketing farmaceutico.[1] Tutto ciò sulla scia di eventi recenti che hanno portato MHRA (Box 1) a sospendere Novo Nordisk per aver pagato medici, operatori sanitari ed enti di beneficenza allo scopo di accrescere la sua influenza nel settore della gestione dell’obesità con campagne promozionali camuffate da educazione scientifica (vedi Lettera 112, maggio 2023).

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Conflitti di interessi: bisogna essere irreprensibili

“La Gran Bretagna ha un problema di trasparenza con i CdI dei medici”. Inizia con questa frase un articolo di Margaret McCartney sul tema.[1] E magari ce l’avesse solo la Gran Bretagna, aggiungo io! L’articolo prende lo spunto dalla decisione del governo britannico di lanciare una consultazione pubblica su come rendere trasparenti tutti i pagamenti dell’industria della salute agli operatori sanitari e alle loro associazioni. La consultazione, attualmente in corso,[2] è mirata a raccogliere pareri su una possibile legge sul tema. Come abbiamo scritto nella Lettera 94 di luglio-agosto 2021, [3] l’idea di un Sunshine Act fa molta fatica a farsi largo nella perfida Albione.

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