Com’è difficile istituire una tassa sulle bevande zuccherate

Il titolo si riferisce chiaramente al nostro paese, dove di istituire una sugar tax si parla da 4-5 anni, con continui rinvii a ogni cambio di governo e a ogni approvazione di legge finanziaria. Eppure si sa che funziona. Non è ancora chiaro se contribuisca a ridurre l’incidenza di obesità e altre malattie non trasmissibili, probabilmente perché è ancora troppo presto per misurare questi esiti, ma è sicuramente efficace nel ridurre gli acquisti e i consumi di bevande zuccherate.[1] Tanto che l’OMS ne raccomanda l’introduzione in tutti i paesi e ha addirittura pubblicato un manuale su come farlo.[2] Se però questa tassa è stata istituita solo in poco più di 20 paesi, oltre a innumerevoli stati e città USA, vuol dire che vi è una resistenza diffusa. È quindi utile analizzare gli ostacoli identificati in alcuni paesi, per capire come affrontarli se si presentano anche in Italia.

Uno dei primi paesi ad adottare la sugar tax è stato il Messico, nel 2014. Un articolo appena uscito esamina gli attori e le reti che ne hanno rallentato l’approvazione ed ostacolato la messa in pratica. [3] Si tratta di uno studio qualitativo che ha preso in esame 145 documenti sul tema, pubblicati e non, e le risposte alle interviste fatte a 31 attori chiave. I risultati dell’analisi hanno permesso di disegnare una mappa dei contatti, delle relazioni, dei legami e delle interconnessioni tra attori governativi e politici, attori commerciali e attori della società civile coinvolti prima, durante e dopo l’approvazione della legge. Nella mappa rappresentata in figura, i diversi colori rappresentano le diverse attività a favore o contro la legge. Si tratta evidentemente di un insieme complesso di attori e relazioni, comprese quelle finanziarie, non sempre trasparenti. In generale, e con le dovute eccezioni, le organizzazioni internazionali e quelle accademiche hanno lavorato a favore della tassa assieme agli organi governativi, mentre l’industria delle bevande zuccherate, con i suoi alleati (fondazioni pagate dalle ditte, camere di commercio, federazioni di produttori, etc.), remava contro. Le organizzazioni della società civile (associazioni di consumatori e di pazienti, reti per la salute pubblica, fondazioni private, etc.) potevano avere un ruolo positivo o negativo a seconda delle fonti di finanziamento, che creavano ovviamente dei CdI. Non è stato facile capire tutto quello che è successo, ma lo studio è utile per capire come identificare gli attori e le relazioni di un processo così lungo e complesso in paesi che si apprestano a istituire una sugar tax.

Un secondo articolo riguarda l’Indonesia dove, prima di iniziare il processo mirante a istituire una tassa sulle bevande zuccherate, sono state prese in considerazione le difficoltà precedenti e riguardanti tasse su tabacco e bevande alcoliche. [4] Anche n questo caso lo studio è qualitativo e ha riguardato quasi 10mila documenti, in stragrande maggioranza pubblicati sui media locali. Il dibattito nazionale sulla sugar tax è stato molto più semplice di quelli precedenti su alcol e tabacco, in cui alle considerazioni di salute si aggiungevano quelle influenzate dalla religione, oltre che dall’accavallarsi di scadenze elettorali. La tassa sulle bevande zuccherate è stata proposta per la prima volta nel 2018, è stata rivista fino al 2019, è arrivata in parlamento nel 2020, è stata approvata nel 2021, doveva entrare in vigore nel 2022, ma è stata già rimandata al 2023. Sui 241 documenti sulla tassa presi in esame per questo periodo, il 49% sono stati classificati come neutri, il 25% come a favore e il 26% contrari. Gli argomenti pro e contro la tassa erano in maggioranza di natura economica e, in secondo luogo, di salute pubblica, mentre pochi riguardavano la politica o l’industria. Il governo sembra essere favorevole soprattutto perché aumenterebbero le entrate fiscali da usare per la sanità, mentre gli argomenti contrari dell’industria riguardano i dubbi sull’efficacia e la scelta di alternative meno dannose per l’industria stessa, come la riformulazione delle bevande per ridurre il contenuto di zucchero e la promozione di campagne per consumi più consapevoli.

Infine, il Ghana, dove sono state effettuate delle interviste qualitative semi-strutturate a 19 portatori di interessi tra governo, società civile, mezzi di comunicazione, agenzie internazionali e industria per capire quali potrebbero essere i fattori facilitanti e gli ostacoli all’introduzione di una sugar tax.[5] Gli intervistati sono concordi nell’affermare che queste tasse (anche quelle su tabacco e alcol) possono generare entrate da spendere per migliorare i servizi sanitari, ma sono scettici per quanto riguarda gli effetti su consumi e salute, nonostante le molte prove scientifiche disponibili. Non manca ovviamente chi è contrario, in particolare tutti i rappresentanti dell’industria e qualche funzionario governativo, allegando possibili danni all’economia e il rischio di creare un mercato illegale. Alcuni degli intervistati citano tra gli ostacoli gli stretti legami tra governo e industria.

In conclusione, e grazie anche a una nuova revisione della letteratura sull’argomento, [6] le tasse sulla salute sembrano essere interventi molto efficaci nel ridurre i consumi di prodotti dannosi per la salute, e di conseguenza il fardello di malattia che ne deriva. L’industria ovviamente si oppone, argomentando a volte che si tratta di una tassa regressiva, che colpisce cioè i poveri più dei ricchi, o minacciando effetti negativi per l’occupazione e l’economia. Tuttavia, gli eventuali svantaggi a breve termine per le famiglie più povere sono ampiamente controbilanciati dai vantaggi a medio e lungo termine per la salute e le spese sanitarie.

A cura di Adriano Cattaneo

1. Teng AM, Jones AC, Mizdrak A, Signal L, Genç M, Wilson N. Impact of sugar‐sweetened beverage taxes on purchases and dietary intake: systematic review and meta‐analysis. Obesity Reviews 2019;20:1187-204

2. WHO manual on sugar-sweetened beverage taxation policies to promote healthy diets. World Health Organization, Geneva, 2022

3. Carriedo A, Cairney P, Barquer S, Hawkins B. Policy networks and competing interests in the development of the Mexican sugar-sweetened beverages tax. BMJ Global Health 2023;8:e012125

4. Ahsan A, Amalia N, Rahmayanti KP et al. Health taxes in Indonesia: a review of policy debates on the tobacco, alcoholic beverages and sugar-sweetened beverage taxes in the media. BMJ Glob Health 2023;8:e012042

5. Singh A, Smith K, Hellowell M et al. An exploration of stakeholder views and perceptions on taxing tobacco, alcohol and sugar-sweetened beverages in Ghana. BMJ Global Health 2023;8:e012054

6. Paraje GR, Jha P, Savedoff W, Fuchs A. Taxation of tobacco, alcohol, and sugarsweetened beverages: reviewing the evidence and dispelling the myths. BMJ Glob Health 2023;8:e011866

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