Archivio 2004 – 2013

Dollars for Docs: come i dollari dell’industria arrivano ai vostri medici

L’agenzia di stampa americana indipendente ProPublica ha realizzato un motore di ricerca chiamato Dollars for Docs che permette al cittadino di sapere se il suo medico è stato pagato dall’industria, quanto, quando e perché. Si tratta di un importante strumento di trasparenza (e non di condanna), da non prendersi come una “blacklist”. Il sito ricorda che il conflitto di interessi è una condizione e non uno stigma, e invita a fare un uso attento ed equilibrato del motore di ricerca, evitando una “ricerca della pecora nera”. La creazione di questo motore di ricerca è stata resa possibile dal fatto che, dopo aver tenuto per anni segreti i pagamenti legati alla promozione dei loro farmaci, 15 compagnie hanno cominciato a rendere pubblici questi dati, alcune per timore di iniziative legali e delle relative multe, altre in previsione dell’entrata in vigore del Sunshine Act che da quest’anno rende obbligatorio rendere pubblici i dati. Il motore di ricerca usa un database che al momento contiene 2 milioni di pagamenti dell’industria ai medici, a partire dal 2009. Per ogni pagamento è possibile risalire al farmaco oggetto della promozione e ai servizi resi dal medico.

Dulcis in fundo

Ricorderete sicuramente la nostra protesta nei confronti della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) per la storiaccia della pubblicità alle “acque della salute” (Uliveto e Rocchetta), corredata da estrazione di crociere premio. Il presidente della FIMMG, Giacomo Milillo, su sollecitazione del presidente della FNOMCEO, Amedeo Bianco, aveva dovuto cancellare il premio per i medici abbinato alla pubblicità da esporre in sala d’aspetto, ma non aveva voluto rinunciare alla pubblicità stessa, nonostante le nostre argomentazioni e la nostra denuncia all’Antitrust. Un mezzo passo indietro la società Cogedi, che possiede i marchi Uliveto e Rocchetta, lo aveva dovuto fare già a marzo, su denuncia di Altroconsumo all’Antitrust, eliminando dalla pubblicità le affermazioni secondo cui le “acque della salute” contribuirebbero a prevenire calcolosi e osteoporosi. Ora però è il giurì per la pubblicità ad intervenire e a proibire di diffondere qualsiasi pubblicità che contenga la scritta “acque della salute”. In seguito ad una segnalazione inviata da Il Fatto Alimentare, infatti, il Comitato di controllo del Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria ha ingiunto alla Cogedi di interrompere le campagne in corso. La sentenza afferma che il messaggio è ingannevole perché attribuisce in modo del tutto improprio alle suddette acque “proprietà nella prevenzione e nella cura di malattie”. Secondo il giurì, anche il riferimento alla FIMMG risulta arbitrario perché si tratta di un’associazione di natura sindacale che “attribuisce alle promesse pubblicitarie il vaglio di un riscontro scientifico inducendo il pubblico a fare affidamento su qualità curative dei prodotti che essi non possiedono”. Povero Milillo. Se ci avesse ascoltato si sarebbe risparmiato, e avrebbe risparmiato alla FIMMG, questa brutta figura.

marzo 2013

Troppa medicina

Un editoriale del BMJ lancia una campagna dal titolo ”Troppa medicina”, questa volta senza punti di domanda, presenti invece in una serie di articoli sul tema pubblicati nel 2002. Secondo gli autori, la principale preoccupazione oggigiorno non è la mancata diagnosi, ma l’eccesso di diagnosi e, di conseguenza, di trattamento, con le logiche conseguenze: danni alla salute e sperpero di risorse. Un paio di esempi: l’eccesso di diagnosi e trattamento per cancro della mammella, e il potenziale aumento di diagnosi e trattamento che seguirà la pubblicazione del DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) prevista tra un paio di mesi. Vi sono dati che mostrano l’eccesso di diagnosi per carcinoma di prostate e tiroide, asma, malattie renali croniche e ADHD, tanto da far pensare che si tratti della norma, più che di un’eccezione. La campagna del BMJ ha già molti alleati. Negli USA c’è Choosing Wisely, c’è stata la conferenza su Avoiding Avoidable Care (Evitare le Cure Evitabili) della fondazione Lown Cardiovascular Research (http://avoidablecare.org/), e la conferenza Selling Sickness (Vendere Malattie) con la partecipazione di critici dell’industria, riformatori, consumatori e giornalisti (http://sellingsickness.com/). Il BMJ organizzerà una conferenza a settembre 2013 ad Hanover, New Hampshire, per lanciare la campagna, con la collaborazione del Dartmouth Institute for Health Policy and Clinical Practice, della Bond University australiana e di Consumer Reports (www.consumerreports.org/health/home.htm), un’associazione non profit di New York impegnata nell’informare i consumatori. Si possono mandare abstract fino al 15 marzo e sono già aperte le registrazioni (www.preventingoverdiagnosis.net). Vi sarà poi un numero tematico della rivista all’inizio del 2014, con i migliori articoli della conferenza. La speranza è che questo ritorno ad un uso più moderato di diagnosi e trattamento aiuti la società ad affrontare le sfide della salute in un modo più sostenibile.

Salvagente, denosumab, Prescrire e NoGraziePagoIo

Ricordate la polemica con Il Salvagente? L’8 dicembre 2011, il settimanale aveva pubblicato un articolo molto lusinghiero sull’impiego del denosumab nella terapia dell’osteoporosi, presentandolo come un farmaco innovativo e “intelligente”, con tanto di intervista alla professoressa Brandi, endocrinologa dell’Università di Firenze, che dichiarava: “È una delle più importanti scoperte degli ultimi anni nel campo dell’osteoporosi perché il meccanismo d’azione assicura un’efficacia superiore rispetto ai trattamenti tradizionali.” L’11 dicembre, un membro del nostro gruppo, a quell’epoca abbonato al Salvagente, inviò una prima lettera al direttore della rivista, nella quale, citando diverse autorevoli riviste scientifiche, tra cui Prescrire, contestava i dati pubblicati e lamentava il fatto che non fossero segnalati i possibili gravi effetti collaterali del farmaco che alla fine rendevano sfavorevole il rapporto beneficio/rischio. La lettera non fu pubblicata, anzi il 26 gennaio 2012 sul n. 4/2012 de Il Salvagente apparve un secondo benevolo articolo sul denosumab. Anche stavolta fu intervistata la Brandi, che ribadiva che il farmaco presenta vantaggi rispetto alle altre molecole in uso, è estremamente efficace nel prevenire le fratture da fragilità e non presenta effetti collaterali importanti.

A quel punto, scrivemmo una lettera al Salvagente a nome del gruppo NoGraziePagoIo, ribadendo che nella terapia dell’osteoporosi il denosumab non si era dimostrato superiore ai bisfosfonati, aveva numerosi effetti collaterali anche gravi, ed era anche molto più costoso. Speravamo che la rivista intendesse fornire un’informazione corretta e imparziale ai suoi lettori, vista la sua dichiarata missione a tutela dei consumatori. Invece il direttore del Salvagente rifiutò di pubblicare la nostra lettera adducendo motivazioni poco chiare o meglio poco credibili: “Capisco tutti i vostri dubbi, tant’è che ho dato spazio all’approfondimento per cercare di chiarirli qualche numero fa. Purtroppo temo di non averla accontentata ma le assicuro che abbiamo provato in tutti i modi a trovare una voce altrettanto autorevole di quella della dottoressa Brandi per un contraddittorio, ma senza alcun esito. Terrò comunque in serbo la sua lettera (e i riferimenti che lei cita) nel caso dovessimo riprendere l’argomento.” La nostra lettera trovò ospitalità su Ricerca&Pratica, la rivista dell’Istituto Mario Negri.

A distanza di un anno, il Salvagente del 14/2/2013 ha ripreso un articolo apparso sul numero di febbraio 2013 della rivista Prescrire, nel quale sono riportati oltre 80 farmaci da non prescrivere, in quanto gravati da effetti collaterali pericolosi oppure perché superati da altre molecole più efficaci e meno dannose. Tra i farmaci da non prescrivere, la rivista francese include il denosumab. Che fa il Salvagente? Riporta solo una selezione di 10 farmaci da non prescrivere e omette, guarda caso, il denosumab. Viene citato, tra i farmaci per l’osteoporosi da evitare, solo il ranelato di stronzio. Nessun cenno al denosumab. Due settimane dopo, il 28 febbraio 2013, il Salvagente pubblica un secondo elenco di farmaci da evitare e anche stavolta non include il denosumab, mentre cita ancora il ranelato di stronzio. Decidiamo di scrivere un’altra lettera di protesta al Salvagente segnalando e chiedendo conto di questa strana benevolenza nei confronti del denosumab. Stavolta il direttore del settimanale capisce che non gli conviene continuare con la censura e, per evitare ulteriori sospetti, il 7 marzo 2013 pubblica la nostra lettera, titolando “Anche il denosumab bocciato da Prescrire”. Non ci sfugge tuttavia che il suo commento finale è ancora reticente e fuorviante: “Ora prendiamo atto che Prescrire è giunto alle stesse vostre conclusioni, in considerazione di effetti collaterali molto gravi (dolori dorsali e muscolari e immunodepressione di alcuni anticorpi monoclonali)”. I lettori ancora una volta non vengono correttamente informati. Il denosumab riduce le difese immunitarie e ciò potrebbe implicare non solo un aumento delle infezioni opportunistiche, ma anche una minore sorveglianza immunologica sulle neoplasie. Tra i più comuni effetti collaterali sono segnalati: infezioni delle vie urinarie e delle vie aeree superiori, lombosciatalgie e cataratta. Più raramente possono verificarsi pancreatiti, endocarditi, osteonecrosi della mascella, fratture atipiche, ritardo di consolidazione delle fratture, ipocalcemia, eruzioni cutanee e tumori.

La saga si è (per il momento) chiusa con il numero del 21 marzo 2013 del Salvagente. Avevamo segnalato pochi giorni prima al direttore l’uscita di una nota dell’AIFA che metteva in guardia contro l’aumentato rischio di fratture femorali atipiche. Nel rispondere a un altro lettore che contestava la raccomandazione di usare l’ibuprofen al posto del nimesulide, alla fine il direttore aggiunge: “A tale proposito, il gruppo di dottori che ci aveva scritto in relazione al denosumab ci ha aggiornato su una nota importante dell’Aifa che ora avverte sul rischio di fratture femorali atipiche. Una seconda bocciatura, insomma, dopo quella di “Prescrire”.” Peccato che tutte queste correzioni appaiano sempre dopo molto tempo rispetto all’errore iniziale, e in generale senza essere messe in grande evidenza. Il danno nel frattempo è stato fatto e non si sa come e quando sarà recuperato.

I pacchetti generici di sigarette diminuiscono o aumentano i tempi di acquisto?

Dopo che in Australia è stata approvata, il 1 dicembre 2012, la legge che impone una confezione generica, senza marchi e uguale per tutti i pacchetti di sigarette, è sorto un dibattito sull’allungamento dei tempi di lavoro dei tabaccai, che, non potendo visualizzare il marchio, ci metterebbero più tempo a servire il cliente. Studi finanziati dall’industria del tabacco mostrano, ovviamente, che ci impiegherebbero 15-45 secondi in più a cliente, con un 5-25% di errore per la marca e un aumento del costo del lavoro di circa 43 milioni di euro l’anno. Al contrario, una ricerca indipendente che ha simulato 5200 acquisti di sigarette suggerisce che la confezione generica potrebbe accelerare le operazioni con un guadagno di circa 3 secondi a cliente e una riduzione degli errori di marca di circa l’1% e relative riduzione dei costi. Gli autori di una lettera al BMJ riferiscono di aver misurato, tra ottobre 2012 e gennaio 2013, i tempi di 100 acquisti di 17 diverse marche di sigarette, randomizzandone l’ordine, in supermercati, rivendite di giornali, stazioni di servizio e tabaccai di 16 quartieri di Perth, Australia. Usando cronometri nascosti, hanno appurato che dopo il 1 dicembre 2012 vi sono state più diminuzioni che aumenti del tempo di consegna (da 8.94 a 7.39 secondi in media; P<0.05) con una riduzione degli errori dal 3% al 2% (P non significativa). Sicuramente non vi sono i danni pronosticati dall’industria. Gli autori della lettera chiedono ai rivenditori di tabacco di appoggiare una legge simile a quella australiana anche in Gran Bretagna. E in Italia?

Ridurre per legge l’esposizione al fumo passivo potrebbe far diminuire le nascite pretermine

Big Tobacco non farà i salti di gioia al leggere i risultati di questa ricerca. Probabilmente, anzi, sta già pensando alle contromisure. È successo in Belgio. Il governo ha progressivamente adottato negli ultimi anni leggi sempre più restrittive sul fumare in pubblico (tre fasi: restrizioni in luoghi pubblici e ambienti di lavoro da gennaio 2006, nei ristoranti da gennaio 2007, e nei bar da gennaio 2010), allo scopo evidente di ridurre il numero di persone e la quantità di esposizione al fumo passivo, oltre al numero di fumatori. Gli autori della ricerca hanno messo in relazione la messa in atto di queste leggi con l’incidenza dei parti pretermine da gennaio 2002 a dicembre 2011, periodo nel quale sono stati registrati oltre 600.000 parti, circa 450,000 dei quali spontanei. Le nascite di neonati con meno di 37 settimane di gestazione sono diminuite di circa il 3% dopo ogni nuova legge, mentre non è stata osservata nessuna diminuzione negli anni precedenti. La diminuzione non si spiega con altri fattori presi in considerazione nell’analisi statistica (sesso del neonato, età materna, parità, condizioni socioeconomiche, paese d’origine, livello di urbanizzazione, periodo dell’anno, giorno della settimana, giornate festive, epidemie di influenza, temperatura e inquinamento atmosferico). Un’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che quando Big Tobacco cercava di negare o manipolare le ricerche sul fumo passivo, sapeva cosa faceva.

La pubblicità degli alcolici forma la prossima generazione

Un editoriale del BMJ denuncia con forza la mancanza di regole e la troppa libertà concessa all’industria per quanto riguarda il marketing delle bevande alcoliche rivolto ai bambini e ai giovani. Un’analisicondotta dalla Rand Corporation per la Commissione Europea mostra che in Gran Bretagna le regole sono così lasse che i teenagers sono più esposti degli adulti a questa pubblicità. Per esempio, i ragazzi tra 10 e 15 anni vedono il 10% in più di pubblicità in TV rispetto ai loro genitori; e nel caso delle bibite alcoliche, come Smirnoff Ice e Bacardi freezer, il 50% in più. Inoltre, con l’avanzare del marketing via internet e social networks, le cose stanno probabilmente peggiorando, anche se è molto difficile quantificare. Non c’è dubbio che ciò causi dei danni: 13 revisioni sistematiche mostrano chiaramente che all’aumento della pubblicità corrisponde un aumento dell’uso, con le ben note conseguenze sulla salute. La risposta di Big Alcohol a questi studi consiste nel reiterare i suoi codici volontari; esattamente come fanno anche Big Pharma, Big Food e Big Drink. Per esempio, si impegnano a fare pubblicità solo sui media che hanno un minimo del 70-75% di pubblico adulto. Come è ormai dimostrato, questi codici volontari non funzionano. Si sa, inoltre, dalla pubblicazione di posta elettronica riservata, che l’industria punta coscientemente al mercato dei giovani. Infine, dato che il marketing via internet e social networks è difficilmente monitorabile, qualsiasi impegno volontario in questo settore non è verificabile. Se si vogliono porre dei limiti al marketing, la strada deve essere diversa, forse addirittura un divieto totale di pubblicità, come avviene in molti paesi per le sigarette. Ma la lobby dell’industria è potente, e non si vedono misure di questo tipo all’orizzonte.

Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Su proposta del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato, salvo intese, un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il codice, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (legge n. 190 del 2012), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare. Tra le disposizioni del codice in sintesi ci sono:

– il divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore (non superiore a 150 euro) anche sotto forma di sconto. I regali e le altre utilità comunque ricevuti sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali;

– la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio;

– la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado);

– l’obbligo per il dipendente di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici;

– la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali adottati (che dovrà essere garantita attraverso un adeguato supporto documentale);

– il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio;

– gli obblighi di comportamento in servizio nei rapporti e all’interno dell’organizzazione amministrativa;

– per i dirigenti, l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono; l’obbligo di fornire le informazioni sulla propria situazione patrimoniale previste dalla legge; il dovere, nei limiti delle loro possibilità, di evitare che si diffondano notizie non vere sull’organizzazione, sull’attività e sugli altri dipendenti;

– è infine assicurato il meccanismo sanzionatorio per la violazione dei doveri di comportamento.

Porte girevoli

Con questo termine (in inglese revolving doors) si intende il passaggio di alti dirigenti, della sanità nel nostro caso, ma non solo, dal settore pubblico a quello private e/o viceversa, comprese entrate e uscite multiple. Si tratta di comportamenti disdicevoli perché ovviamente questi dirigenti possono usare informazioni a loro disposizione in un settore (di solito quello pubblico) per favorire l’altro settore (di solito quello privato), e molto spesso per favorire se stessi in termini di carriera e relativi emolumenti. Sono note le porte girevoli di famosi politici, dal britannico Blair al tedesco Schmidt, ma vi sono esempi noti anche nel settore sanitario. Il quotidiano inglese The Guardian dà ora notizia del passaggio di un importante consulente del governo di Obama dalla Casa Bianca all’industria farmaceutica. Si tratta di Elizabeth Fowler, l’esperta che aveva redatto la legge di riforma sanitaria USA conosciuta come Obamacare. Prima di essere contrattata dal comitato del senato USA incaricato di redigere la legge, la Fowler era vicepresidente per le politiche pubbliche e le relazioni esterne (cioè per le attività di lobby) della WellPoint, la più grande società di assicurazioni sanitarie del paese. Uno dei provvedimenti di Obamacare è l’obbligo per i cittadini di sottoscrivere una polizza sanitaria privata, senza alternative pubblica. Si tratta di un enorme regalo per l’industria delle assicurazioni. Qualcuno aveva già fatto notare che quell provvedimento scritto dalla Fowler poteva essere considerato come scritto dalla WellPoint, ma pochi ci avevano fatto caso. Nemmeno Obama, che quando si tratto di mettere in atto la riforma, dopo la sua approvazione, non esitò ad incaricare la Fowler di sovrintendere alle operazioni, nonostante le proteste di alcuni gruppi attenti all’etica del governo. La Fowler arrivò a ricoprire il ruolo di assistente speciale del presidente per l’assistenza sanitaria e le politiche economiche. Fino a che, a dicembre del 2012, non decise di tornare a lavorare per l’amato e lucrativo settore privato. Ha accettato infatti un ruolo da alto dirigente dal gigante farmaceutico Johnson & Johnson, dove si occupa di politiche globali (cioè di lobby anche al di fuori degli USA). Inutile dire che anche l’industria farmaceutica beneficia di Obamacare, dato che aumenteranno gli assicurati e quindi le prescrizioni di farmaci e di altri materiali sanitari. La Fowler potrà dare in cambio al nuovo datore di lavoro informazioni importanti e confidenziali apprese durante gli anni di lavoro con il governo e con la Casa Bianca.

Condividere e rendere pubblici i dati dei trial clinici

Ricordate la campagna per la totale trasparenza dei dati della ricerca lanciata dal BMJ e alla quale NoGraziePagoIo ha aderito? Se non lo ricordate, andatevi a leggere le notizie dei mesi scorsi. Ora la campagna ha varcato l’oceano, seppure non in forma di appello online, come riferisce un articolo del JAMA. Della maggioranza dei circa 30.000 trial clinici in corso ad ogni dato momento, con una media di 75 articoli pubblicati al giorno, sappiamo poco. Circa 15.000 non giungono mai a pubblicazione, e già questo è un bias perché i lavori non pubblicati sono più spesso quelli con risultati sfavorevoli, e i dati di quelli che vi giungono sono di proprietà privata e accessibili a pochi. Tutto ciò rende le decisioni cliniche più incerte e aumenta la probabilità di far danno ai pazienti. In altri settori la totale trasparenza è un dato acquisito: genetica, fisica, biologia molecolare e scienze sociali, per fare degli esempi. La condivisione dei dati ha molti vantaggi: promuove studi secondari sui dati esistenti, riduce la duplicazione di ricerche e il relativo costo, diminuisce il numero di soggetti da sottoporre a ricerca, facilita la verifica tra pari e dà valore aggiunto ai risultati. Alcuni ricercatori, e ovviamente l’industria, sollevano qualche preoccupazione: perché pagare se poi non si possono trarre benefici (traduzione: profitti) dai risultati? E se qualcuno facesse un uso inappropriato dei miei dati? L’industria usa anche gli argomenti della privacy e del freno all’innovazione. Il controargomento è: queste preoccupazioni possono essere usate per contrastare un interesse della società? Mentre si discute, il cammino verso la totale trasparenza prosegue. Oltre all’appello del BMJ citato sopra, si deve registrare la decisione da parte dei National Institutes of Health (NIH) e della Fondazione Gates Foundation, e si tratta di due tra i maggiori finanziatori di ricerche non-profit, di favorire politiche per la condivisione dei dati. Inoltre, Medtronic e GlaxoSmithKline, probabilmente spaventate da un paio di colossali multe che hanno dovuto pagare per aver ingannato operatori e pazienti (vedi precedenti edizioni di queste news), hanno iniziato l’anno scorso a rendere disponibili i dati delle loro ricerche. Anche se per Medtronic questo riguarda finora solo uno dei suoi prodotti. In Europa, l’European Medicines Agency (EMA) ha reso disponibili i rapporti che le arrivano sui trial clinici dal 2010 e dal 2014 permetterà l’accesso a tutti i dati in suo possesso. Infine, negli USA l’Institute of Medicine (IOM) sta già studiando il modo migliore di rendere pubblici i dati a beneficio degli utenti. È quindi prevedibile che nel giro di pochi anni la totale trasparenza diventi politica globale. L’industria, e i ricercatori che per essa lavorano, farebbero bene a rassegnarsi e ad adattarsi il più rapidamente possibile.

Accordi commerciali e minacce per la salute pubblica

La decisione della Corte Suprema Australiana di confermare la costituzionalità del provvedimento che obbliga Big Tobacco a usare pacchetti generici, senza marchio, per le loro sigarette è considerate una vittoria per la salute pubblica. Ma un articolo del Lancet ci mostra come l’industria, e i governi che l’appoggiano, stia già prendendo delle contromisure. La strada seguita passa attraverso i trattati regionali per il libero commercio che, di norma, privilegiano gli interessi delle multinazionali rispetto a quelli dei ministeri della salute. Nel febbraio del 2011, dopo che il governo australiano aveva annunciato la sua intenzione di procedere verso una legge sui pacchetti generici di sigarette, Philip Morris Asia, che ha sede ad Hong Kong, aveva prudenzialmente acquisito il controllo della consorella australiana. Ora Philip Morris Asia ha impugnato la sentenza della Suprema Corte non in base alla legge australiana, ma in base a un trattato, chiamato Investor State Dispute Settlement (ISDS), firmato da anni tra l’Australia e Hong Kong. Ovviamente non si sa come andrà a finire (la Philip Morris Asia potrebbe perdere proprio per avere acquistato la consorella australiana a giochi fatti), ma si teme che questa sia la strada che le multinazionali seguiranno in futuro per parare i colpi. Vi sono del resto dei precedenti; Big Tabacco ha già impugnato, in questo caso basandosi sui trattati di libero commercio della World Trade Organisation (WTO), le misure restrittive sul commercio del tabacco introdotte recentemente da Uruguay e Norvegia. Spaventati dalla possibilità di impelagarsi in dispute annose e costosissime come quella che coinvolgerà Philip Morris Asia e Australia via ISDS, molti paesi, ed in particolar modo quelli più poveri, potrebbero esitare, o rinunciare, a introdurre leggi per limitare il commercio del tabacco e, in futuro, di altre merci potenzialmente pericolose (vedi in altre news e newsletter gli articoli su Big Alcohol, Big Food e Big Drink). Uno dei trattati potenzialmente usabili a questo scopo è il Trans Pacific Partnership Agreement (TPP), che coinvolge 11 paesi (Australia, Brunei, Canada, Cile, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Peru, Singapore, USA, Vietnam), con il 10% della popolazione mondiale, il 30% del PIL mondiale e il 40% del commercio mondiale (in attesa di aumentare queste percentuali con l’ingresso di Giappone, Tailandia e Filippine). Il TPP è considerata una manovra da parte degli USA per contrastare il predominio della Cina, ma anche per aggirare le regole della WTO considerate troppo rigide, trasparenti e complesse dalle multinazionali che finanziano le campagne elettorali negli USA. Il TPP, assieme agli accordi di commercio bilaterali imposti dagli USA a molti paesi (per esempio nelle Americhe Centrali e del Sud), è il prototipo per nuove regole che potrebbero causare ulteriore iniquità, compresa iniquità in salute. I probabili meccanismi sono due: a) limiti all’accesso ai farmaci, per esempio allungando la durata dei brevetti, ostacolando l’uso di farmaci generici e proteggendo politiche che tendono a mantenere alti i prezzi, e b) limiti alla capacità dei governi di legiferare in base alle priorità di salute pubblica, come nel caso, appunto, della legge sui pacchetti generici di sigarette e di possibili future leggi sul marketing, le etichette, i prezzi e le tasse di alcol, cibi e bevande considerati malsani. I governi possono ovviamente decidere di non aderire a questi trattati o, dopo aver aderito, possono opporsi a clausole che impediscano di legiferare sulla base della salute pubblica. Ma per far questo devono essere sostenuti da cittadini, e operatori sanitari, informati e coscienti. Mantenere i cittadini all’oscuro di questi problemi è uno dei metodi usati da molti governi per far passare politiche più favorevoli agli interessi dell’industria e del profitto rispetto a quelli della salute.

La settimana del colesterolo basso e della mortalità alta

Dal 4 al 9 marzo 2013 in oltre 500 farmacie in tutto il territorio nazionale sarà possibile effettuare un controllo gratuito del colesterolo. Questa è infatti la settimana della prevenzione cardio- vascolare promossa dalla Siprec, la Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare ed é supportata dall’azienda farmaceutica Rottapharm. Lo stabilire la giornata o, come in questo caso la settimana, di una malattia o di una iniziativa di prevenzione é un tipico strumento promozionale cui ricorrono le aziende farmaceutiche, per il tramite delle società scientifiche, per propagandare indirettamente i loro prodotti alla popolazione. Tutto il calendario é occupato dalle giornate o dalle settimane della stipsi, dell’osteoporosi, della prostata, del colon irritabile, del respiro, del melanoma…Sono così numerose le patologie cui è dedicata una giornata che in alcuni giorni dell’anno il cittadino può addirittura scegliere a che santo votarsi, o meglio, a quale patologia dedicarsi. Nel caso particolare di questa iniziativa, oltre all’obiettivo istituzionale di promuovere in generale l’abbassamento della colesterolemia, sembra ce ne sia un altro ben più pratico. Rottapharm infatti produce una linea di “integratori alimentari per il controllo del colesterolo e dei trigliceridi plasmatici”, acquistabili in farmacia dai cittadini senza obbligo di ricetta. Quale migliore promozione di una campagna “di informazione scientifica” svolta a livello nazionale per 1 settimana ? Le perplessità sull’efficacia di queste sostanze sono molte, a partire dal fatto che, anche quando abbassano il colesterolo, non hanno finora dimostrato di ridurre eventi e mortalità cardiovascolare. Ma é poi sempre vero che abbassare il colesterolo fa diminuire la mortalità ?

Una strana coincidenza ha fatto sì che contemporaneamente alla notizia della settimana cardiovascolare in Italia, ne arrivasse un’altra dalla Corea. Per studiare la correlazione tra mortalità cardiovascolare e colesterolemia totale, un gruppo di ricercatori coreani ha utilizzato i dati raccolti in uno studio prospettico di coorte, progettato per definire il rischio oncologico di residenti vicino a siti nucleari coreani. 12.470 adulti di età compresa tra 40 e 60 anni sono stati seguiti dal 1993 al 2008. Con sorpresa è stato evidenziato che il gruppo con il colesterolo totale più basso (< 160 mg/dl) e il gruppo con il colesterolo più alto (> 240 mg/dl) mostravano i tassi di mortalità più alti. La distribuzione dei tassi di mortalità mostrava infatti l’andamento di una curva a U. Gli autori, basandosi sui risultati dello studio, concludono che si dovrebbero prescrivere con cautela ipocolesterolemizzanti nella popolazione coreana a basso rischio di eventi cardiovascolari.

D’altra parte, su di un vecchio Lancet dell’agosto del 2001, era stato pubblicato uno studio prospettico basato sui dati del Honolulu Hearth Program che iniziava con queste parole: “generalmente si crede che sia necessario abbassare il colesterolo per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia gli studi sulla relazione tra colesterolo e mortalità per tutte le cause hanno dato risultati contrastanti.” E concludeva con queste altre: “i nostri dati sono in accordo con precedenti rilievi di un aumento della mortalità tra gli anziani con colesterolemia bassa e che la persistenza di bassi valori di colesterolo aumenta realmente il rischio di morte. Non solo, più precocemente i pazienti iniziano ad avere un colesterolo basso, maggiore è il rischio di morte. Non siamo in grado di spiegare questi risultati, ma questi dati mettono in dubbio le giustificazioni scientifiche per abbassare il colesterolo a livelli molto bassi (< 72 mg/dl) nelle persone anziane”.

febbraio 2013

Promozione off label e libertà di parola negli USA

Nel 2005, Alfred Caronia lavorava come rappresentante per l’azienda farmaceutica Orphan Medical e promuoveva l’uso off label dell’ossibato di sodio (Xyrem). Pizzicato dalla magistratura, ha subito il primo processo nel 2008 ed è stato condannato a un anno di servizi sociali e a 25$ di multa (nello stesso processo la Orphan Medical si è dichiarata colpevole). In appello, però, Caronia si è difeso appellandosi alla libertà di parola (il famoso primo emendamento della costituzione USA). La sentenza, pronunciata il 3 dicembre 2012, gli ha dato ragione. Premesso che le cose potrebbero cambiare con il terzo e ultimo grado di giudizio, gli autori di un articolo del JAMA e di un commento del BMJ mettono in guardia contro i possibili effetti di questa sentenza. Permettere la promozione off label sulla base del diritto alla libertà di parola, infatti, annullerebbe l’effetto dei regolamenti della FDA che la proibiscono. A parte i possibili effetti negativi sulla salute e sull’economia, le aziende farmaceutiche sarebbero anche sollevate dal dovere di effettuare studi rigorosi per estendere le indicazioni dei loro prodotti; sarebbe sufficiente raffazzonare qualche dato e lasciare poi agli esperti di marketing sbizzarrirsi con la pubblicità. Potremmo vederne delle belle e vale la pena seguire l’evoluzione di questo processo.

La Corte d’Appello indiana pone un limite ai brevetti: il caso Pegasys

I brevetti farmaceutici si possono applicare a ogni nuovo farmaco indipendentemente da come è stato sviluppato e dal fatto che rappresenti realmente un’innovazione? A questa domanda ha risposto recentemente la Corte d’Appello indiana sulla Proprietà Intellettuale (IPAB) con la coraggiosa decisione di revocare il brevetto detenuto dalla Roche per il suo farmaco contro l’epatite C, Pegasys. La decisione è stata presa sulla base del fatto che il processo utilizzato per sviluppare il farmaco non è stato ritenuto sufficientemente innovativo. Dal momento che il costo per un singolo trattamento con Pegasys si aggira intorno ai 10.000-15.000 dollari, questa sentenza rappresenta un primo passo importante verso la futura produzione di farmaci generici contro l’epatite C. Tale decisione è stata possibile grazie alla rigorosa legge indiana sui brevetti che comprende importanti garanzie per rispondere ai bisogni di salute pubblica. Tali garanzie, associate alla produzione locale di farmaci generici di qualità, sono valse all’India il soprannome di “farmacia dei Paesi a risorse limitate”. Il caso Pegasys rappresenta sicuramente un importante vittoria, ma molto ancora resta da fare per garantire l’accesso a farmaci salvavita, sopratutto in un periodo in cui Stati Uniti ed Europa stanno premendo per ulteriori restrizioni in termini di protezione dei diritti di proprietà intellettuale ratificate nell’ambito dei cosiddetti Free Trade Agreements, o Accordi di Libero Commercio.

GlaxoSmithKline non vuole compensare i pazienti inglesi danneggiati dal rosiglitazone

La multinazionale, che ha sede in Gran Bretagna, sta lottando per non pagare i compensi dovuti ai pazienti che hanno subito danni per aver usato l’antidiabetico rosiglitazone (Avandia), nonostante abbia già compensato pazienti che hanno subito gli stessi danni negli USA.(1) Il rosiglitazone, da solo o combinato con metformin, è stato ritirato dal mercato in Europa nel 2010 dopo che alcuni studi avevano mostrato un rischio aumentato di infarto. All’epoca si stimò che circa 90.000 pazienti lo prendessero nella sola Gran Bretagna. Fino a febbraio 2012, la GSK aveva compensato oltre 25.000 pazienti negli USA, ma ora non vuole farlo in Gran Bretagna. Gli avvocati della ditta sostengono che i danni non erano gravi e che non è possibile stabilire se siano stati causati dal farmaco o dalla negligenza dei pazienti nell’usarlo. Sarà dura per i pazienti ottenere i compensi richiesti; la legge britannica è meno favorevole a chi chiede compensi rispetto a quella USA. La GSK probabilmente sta cercando di raggiungere un compromesso che le permetta di pagare meno.

PS La cosa strana è che la GSK da un lato mostra la sua faccia cattiva con questi pazienti, mentre dall’altro pone la sua firma sull’appello del BMJ per la trasparenza totale dei dati della ricerca (vedi anche le nostre news e newsletter di gennaio 2013).

Esiste una cura per i crimini commessi dall’industria del farmaco?

Questo il titolo di un editoriale del BMJ firmato da due professori di sociologia. I comportamenti criminali e immorali e la corruzione dell’industria farmaceutica erano stati denunciati già 30 anni fa; il libro può essere scaricato gratuitamente da internet. Non sembra, purtroppo, che le cose siano cambiate. La maggioranza dei nuovi farmaci non offre vantaggi reali su quelli vecchi e la diffusione dell’uso è proporzionale solo alla promozione commerciale. Data la competitività del mercato, è abbastanza logico che l’industria ricorra a false affermazioni. Non stupisce allora che 9 delle 10 maggiori industrie siano sotto processo civile e penale negli USA. Le denunce e le soffiate mostrano come le campagne di marketing siano sistematicamente pianificate per aumentare le vendite, anche se ciò comporta attività illegali e fraudolente come la promozione off label o l’uso inappropriato, con i conseguenti danni per i pazienti. Il problema è che i governi non sembrano in grado di proteggere i cittadini. Il regolamento 658/2007 dell’Unione Europea permetterebbe di imporre pesanti ammende all’industria, ma queste arrivano sempre troppo tardi e sono troppo piccole per spaventare l’industria stessa. E anche le multe multimilionarie comminate negli USA sembrano non avere effetto. Aumentare le multe? Sì, ma vi potrebbero essere riflessi sulla sopravvivenza dell’industria. Ritirare i brevetti? Mettere in galera i dirigenti? Impedire alle ditte giudicate colpevoli di svolgere nuove ricerche? Dare più potere, e maggiori indipendenza, alle agenzie regolatorie? Nessuno sa bene cosa fare, e nessuno ha le risorse adeguate, di fronte alla potenza delle multinazionali. Il cui comportamento criminale, intanto, continua pressoché indisturbato.

Da marzo 2014, le industrie del farmaco dovranno rivelare tutti i pagamenti ai medici

Non si preoccupino i medici italiani, non si tratta del bel paese! Succederà solo negli USA, il cui governo ha emesso le istruzioni operative per l’implementazione del Sunshine Act, di cui abbiamo già scritto in varie news e newsletter. Dovevano essere pubblicate entro il 1 Ottobre 2011, ma sono state ritardate dalle lobbies. I pagamenti da riportare sono tutti quelli fatti a medici e ospedali universitari, con nome e cognome, che si tratti di consulenze, parcelle per conferenze, fondi per ricerca, regali vari, pranzi e cene, divertimenti, proventi di azioni e brevetti, investimenti o qualsiasi altra cosa di qualsiasi valore oltre i 10 dollari (a meno che numerose elargizioni sotto i 10 dollari non superino la cifra di 100 dollari in un anno). I fautori della trasparenza totale sono preoccupati per alcune modificazioni rispetto al testo iniziale, soprattutto per l’esclusione dei pagamenti relativi all’ECM; una ditta la può finanziare senza rivelarne l’ammontare se gli organizzatori sono accreditati e la ditta non interferisce con la libertà degli stessi di organizzare l’ECM come vogliono (senza suggerire chi invitare come docente o discente). Si teme che gli organizzatori di eventi ECM tenteranno di compiacere tacitamente i finanziatori, per timore di non essere ulteriormente finanziati.

Si comincia a parlarne anche in Gran Bretagna

Ma attenzione: si comincia a parlarne in Gran Bretagna, e prima o poi si comincerà a parlarne in Italia, e non solo nel ristretto gruppo di NoGraziePagoIo, speriamo. In Gran Bretagna è iniziata una consultazione su come rivelare i pagamenti, diretti e indiretti, dell’industria ai medici e alle loro associazioni. L’industria ha già annunciato che rivelerà il totale degli emolumenti erogati, ma la proposta attualmente discussa va oltre. Lo strumento potrebbe essere un database pubblico di qualsiasi pagamento, con i nomi dei pagatori e dei riceventi. Se approvato, entrerebbe in funzione nel 2016 per i pagamenti del 2015. La consultazione è stata lanciata dall’Ethical Standards in Health and Life Sciences Group, i cui membri includono rappresentanti dell’industria e delle varie associazioni di medici. La consultazione chiede se debbano essere inclusi anche i pagamenti in natura e se debba interessare tutta l’industria della salute e non solo quella dei farmaci. La maggioranza dei pagamenti, dicono i rappresentanti dei medici, sono legittimi. Probabilmente è vero, ma se così fosse, perché c’è resistenza a renderli pubblici?

La lobby dell’industria farmaceutica contro la versione generica dei farmaci biologici

I farmaci biologici rappresentano una nuova frontiera per la medicina, ma anche per la finanza. I prezzi sono elevati e così pure i profitti. Non c’è da meravigliarsi se le industrie che li producono cercano di proteggerli, farmaci e profitti, il più a lungo possibile. È attualmente in corso da parte di questa industria un’offensiva mirante a fermare, o per lo meno a rallentare, negli USA l’introduzione nel mercato dei corrispondenti farmaci generici che, come per i farmaci tradizionali, farebbero diminuire prezzi e profitti. Otto stati USA stanno già passando leggi in proposito. I primi ad essere coinvolti sono i biologici più vecchi, il cui brevetto è in scadenza secondo la legislazione in vigore: rituximab, trastuzumab e bevacizumab, tra gli anticancro più venduti al mondo e un mercato da 320 miliardi di dollari negli USA, dove i generici sono ancora proibiti, mentre circolano già in Europa. Dato che anche la versione generica deve essere prodotta con processi biologici, più complicati di quelli chimici tradizionali e con risultati che non garantiscono al 100% l’equivalenza, le nuove leggi puntano al momento sull’introduzione dell’obbligo per il medico e/o il farmacista di informare il paziente che il generico potrebbe essere diverso, nella speranza che l’acquirente opti per il farmaco di marca. Un’altra strategia punta sulle differenze per la conservazione e la gestione dei farmaci. Alcune ditte affermano anche che vi potrebbero essere reazioni immunitarie indesiderate, ovviamente da evitare usando il farmaco di marca. Le associazioni dei pazienti dicono chiaramente il contrario di tutto ciò e accusano le ditte di pensare solo ai propri interessi con giustificazioni non provate. I medici per il momento non stanno né dalla parte delle ditte né da quella dei pazienti, probabilmente per vedere come va a finire e schierarsi solo a giochi conclusi.

Ripristinare la fiducia nell’industria farmaceutica

La mancanza di fiducia nell’industria farmaceutica minaccia il futuro della ricerca biomedica; bisogna ripristinarla. Ma come? Di questo si occupa un editoriale del JAMA, una rivista che vive di articoli su ricerche finanziate dall’industria, di febbraio 2013. I due autori, editors della rivista, sono consci dei problemi, di cui NoGraziePagoIo si occupa da anni e che sono presentati anche in questo numero delle news, e ne hanno discusso con i leaders degli industriali e dei ricercatori. Nonostante ci siano stati molti tentativi di cambiare le cose negli ultimi 20 anni, tuttavia, i problemi persistono. Le innovazioni ristagnano e i brevetti scadono. Per mantenere alti i tassi di profitto, le industrie puntano soprattutto sul marketing, che però non è privo di problemi, come ben sappiamo. In particolare, l’esagerata enfasi sul marketing e i conseguenti scandali hanno eroso la credibilità dell’industria. Quali i possibili rimedi? Primo, fare in modo che almeno la parte più importante di un trial clinico, l’analisi e l’interpretazione dei risultati, sia indipendente da interessi commerciali. Secondo, la preparazione degli articoli dovrebbe essere primaria responsabilità dei ricercatori, senza interferenze da parte dell’industria. Terzo, tutti i dati dei trial clinici dovrebbero essere resi pubblici, in modo che chiunque possa controllare la veridicità dei risultati; come si legge in una notizia precedente, la GSK ha già dato l’assenso su questo punto (ma vedremo se terrà fede alla promessa). Quarto, l’industria dovrebbe decidere di rinunciare alla pubblicità diretta al pubblico (attualmente permessa negli USA e in altri paesi, ma non in Europa), almeno per un certo numero di anni dopo l’immissione di un nuovo farmaco sul mercato, in attesa che si rivelino eventuali danni collaterali non identificati nei trial pre-registrazione del farmaco. Saranno accettate, queste proposte? Funzioneranno?

CocaCola lancia pubblicità contro l’obesità

Non bevo CocaCola e guardo poca TV; non ho quindi visto la pubblicità di cui parla questa notizia del BMJ. Anche perché si tratta di pubblicità USA che forse non è ancora arrivata in Italia. Sembra che gli spot siano incentrati su ciò che la pregiata ditta ha fatto per combattere l’obesità. L’obiettivo? “Aiutare la società a battere una delle questioni più serie e complicate di questa generazione, l’obesità”. Grazie. Lo spot comincia col dire che “il buon senso ci dice che tutte le calorie contano, non importa da dove derivino … se mangi o bevi più calorie di quante ne bruci, aumenti di peso”. Elementare. Nei due minuti seguenti lo spot dice che la ditta sta facendo sforzi per offrire ai consumatori una vasta scelta di bevande a basso contenuto calorico, informandoli e incoraggiandoli a fare esercizio. Conclude affermando che il contenuto calorico medio dei suoi prodotti è diminuito del 22% e che è diminuita anche la porzione media. Dice anche che il consumo di bevande ad alto contenuto calorico è diminuito del 90% tra gli studenti. Si tratta di dati di difficile interpretazione e controllo. Lo spot ovviamente non dice nulla sull’andamento dei volumi di vendita e dei consumi nello stesso periodo ed ha chiaramente lo scopo di contrastare le crescenti politiche pubbliche miranti a diminuire il consumo di bevande zuccherate.(2) Sponsorizzare eventi, come le olimpiadi, fa parte della stessa politica di marketing. Purtroppo ci cascano in molti, compresi i medici, come dimostra l’accettazione di questo scomodo sponsor da parte dell’Accademia Americana dei Medici di Famiglia.(3) Anche i nostri medici di medicina generale, o meglio quelli associati alla Federazione (FIMMG), cedono alla tentazione di farsi sponsorizzare, ma per lo meno scelgono le “acque della salute” .

Leggi il commento di NoGraziePagoIo alla lettera di Giacomo Milillo, Segretario Generale Nazionale della FIMMG, del 15 febbraio 2013

Nuove linee guida svizzere per ridurre l’influenza di Big Pharma

L’Accademia Svizzera di Scienze Mediche (ASSM) ha aggiornato le sue linee guida sull’interazione tra medici e industria del farmaco, che sappiamo essere molto potente in quel paese.(1) L’obiettivo è ridurre i comportamenti immorali. Le nuove linee guida sono entrate in vigore il 1 febbraio 2013. Tutto è iniziato nel 2012 quando il segretario generale dell’ASSM, Hermann Amstad, ha criticato l’abitudine da parte dell’industria di organizzare conferenze non aperte al pubblico per le quali alcuni medici ricevevano 500 franchi per far parte di gruppi di consulenza, ma in realtà si limitavano a star seduti ad ascoltare le presentazioni di nuovi farmaci da parte di dipendenti delle industrie stesse. Le nuove linee guida proibiscono questa pratica. Proibiscono anche il ghostwriting e chiedono che i gruppi di ricerca abbiano un accesso completo e trasparente ai dati. Quest’ultima richiesta deriva dallo scandalo dei dati sull’efficacia del tamiflu che Hoffmann-La Roche rifiuta di rendere pubblici. Secondo l’ASSM, l’aggiornamento è stato concordato con rappresentanti dei medici e dell’industria, allinea la Svizzera a quanto si sta facendo nel campo in altri paesi, e dovrebbe entrare a far parte della legislazione nazionale. Altri sono meno ottimisti e ricordano episodi di corruzione di alti dirigenti dell’ASSM: come possono dei dirigenti corrotti mettere in atto delle linee guida anticorruzione? Ricordano anche l’omertà tra medici che permette a molti scandali di non essere mai svelati, nonostante i tentativi di molti giornalisti e investigatori. Forse tutto il mondo è paese, ma anche il nostro paese avrebbe bisogno di darsi una mossa.

gennaio 2013

Una nuova iniziativa del BMJ sugli studi non pubblicati.

Il BMJ del 12 gennaio 2013 rende nota un’iniziativa unitaria con Sense About Science, James Lind Alliance, Bad Pharma di Ben Goldacre, Cochrane Collaboration e altri. L’iniziativa è a favore dei pazienti che si sottopongono volontariamente ai rischi di una sperimentazione. Essi devono avere la certezza che lo studio giungerà a pubblicazione, prima di dare il loro assenso, qualunque siano i risultati ottenuti. I pazienti potranno, se lo desiderano, essere messi a conoscenza dei risultati dello studio cui hanno partecipato. L’iniziativa è abbinata ad una petizione che ha lo scopo di aumentare la pressione sui ricercatori, i finanziatori e le istituzioni perché si muovano in tal senso. NoGraziePagoIo ha firmato la petizione come gruppo e fa quindi parte dei promotori dell’iniziativa. Molti iscritti hanno firmato anche come singoli; invitiamo tutti gli iscritti e i simpatizzanti a farlo per dare maggior peso alla petizione.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

La FDA ha approvato oseltamvir per bambini minori di 1 anno

Dopo uno studio su soli 136 casi, la FDA ha approvato l’uso dell’oseltamvir (Tamiflu®) nei bambini con meno di un anno di età . L’approvazione come “sintomatico” (riduce la durata dell’influenza di un giorno o poco più) per gli adulti risale al 1999. Successivamente la Roche, che produce il farmaco, ha finanziato una meta-analisi (Kaiser at al. 2003) su 10 RCT, nella quale si afferma che l’oseltamvir riduce le complicanze batteriche dell’influenza (essenzialmente la polmonite) del 65% e può salvare vite umane. Già nel 2000 la FDA aveva inviato una lettera di ammonizione alla Roche per produzione di materiale pubblicitario fuorviante ed inesatto sulla reale efficacia del farmaco. Nonostante ciò, il CDC, l’EMA e le agenzie del farmaco giapponese e britannica hanno dato credito a Roche facendo scorte industriali del farmaco in occasione di epidemie influenzali come l’influenza suina. Si parla di 3 miliardi di $ di spesa (più del bilancio della FDA). Inoltre, nel marzo 2010, l’OMS ha inserito l’oseltamvir fra i farmaci essenziali. Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration, ha voluto vederci chiaro e da alcuni anni chiede alla Roche i dati completi degli RCT inclusi nella meta-analisi di Kaiser (nemmeno l’autore li ha potuti visionare per intero). In una recente intervista al New York Times, Jefferson si chiede cos’abbia mai Roche da nascondere per insistere caparbiamente nel negare i dati completi. Dal 2009 anche il BMJ si è associato a questa che oramai è una vera e propria guerra combattuta a colpi di e-mail e precisazioni a mezzo stampa. In un editoriale del 29 ottobre 2012, Fiona Godlee ha scritto che si batterà per il sacrosanto diritto di avere tutti i dati, dal momento che oltre il 60% sono ancora indisponibili. Alcuni degli RCT sono stati scritti da ghostwriters che hanno confessato a Jefferson di non aver avuto in visione tutti i dati completi. Lo scorso anno la New York Review of Books, dopo aver riassunto la vicenda, ha scritto ironicamente: “Attenti all’influenza, ma anche alle case farmaceutiche!”

10 modi per guadagni extra per medici; sorprendenti opportunità con la farmaceutica.

Medscape ha pubblicato un vademecum in 10 punti per suggerire ai medici modi per aumentare i loro guadagni. Al numero 6 vi è una lista di opportunità di lavoro con l’industria farmaceutica. “La lista dei lavori part-time per medici nell’industria farmaceutica è infinita”, dice il Dr. McLaughlin, consulente per le carriere mediche. “Si può parlare per l’industria, o fare da consulente. Se non si desidera parlare, si può scrivere un rapporto a casa propria. Si può aiutare l’industria a presentare dei dati alla FDA. O si può partecipare alla conduzione di trial clinici.” Per molte di queste funzioni, aggiunge, bisogna avere abilità di scrittura o comunicazione. Bisogna anche essere formati dall’industria sul prodotto, sull’etichetta approvata dalla FDA, e su altre regole. Il pagamento per una presentazione di 30 minuti può variare tra 500 e 2500 dollari. La Pfizer ha pagato 4500 medici nella sola seconda metà del 2009 perché fungessero da “leaders”. Questo settore continua a fornire ricche opportunità di lavoro part-time ai medici, anche se alcune associazioni di consumatori dicono che il denaro dell’industria influenza i medici e fanno pressione sulle ditte perché rivelino i nomi di chi riceve il loro denaro. La nuova legge voluta dal presidente Obama, l’Affordable Care Act, richiede che le case farmaceutiche forniscano informazioni sui pagamenti ai singoli medici. Il Dr. McLaughlin non crede che queste informazioni danneggeranno la reputazione dei medici che lavorano per l’industria. “I pazienti non ci faranno caso”, dice. L’industria sembra aver iniziato a pagare un po’ meno: tra 20,000 e 100,000 dollari nel 2011, mentre nel 2008 arrivava fino a 200,000 dollari a medico. Il Dr. McLaughlin dubita che i compensi possano diminuire ulteriormente. “Continueranno ad esserci opportunità, perché questo è un lavoro importante”, dice. “Far arrivare l’informazione su un farmaco ai medici è cruciale.” Pro: Le ditte farmaceutiche pagano generosamente i medici che lavorano per loro e parlano dei loro prodotti; i medici hanno una vasta varietà di possibilità di lavoro tra cui scegliere. Contro: Le ditte stanno riducendo i compensi (che tuttavia rimangono significativi); stanno anche rivelando i nomi dei medici nel loro libro paga, ma non è chiaro come ciò possa colpire la loro reputazione.

Ditta nordamericana manipola articoli scientifici e paga milioni di dollari agli autori

Un rapporto del Senato USA accusa la Medtronic, una ditta di apparecchiature medicali, di aver pesantemente delineato, corretto e manipolato il contenuto di 13 articoli scientifici scritti da suoi consulenti, pagati per questo 210 milioni di dollari in diritti e compensi. Il rapporto riguarda InFuse, una proteina che stimola la crescita dell’osso, approvata nel 2002 dalla FDA per uso in corso di chirurgia per la fusione di vertebre in caso di mal di schiena intrattabile, assieme ad un altro prodotto Medtronic. Tra i misfatti dei medici, l’occultamento di effetti secondari dannosi e l’esagerazione degli effetti benefici di InFuse; ma anche l’aver redatto il rapporto, poi usato dalla FDA per approvare il prodotto, dopo averne concordato il testo con il produttore. La ditta nega, ovviamente. I medici, tutti affiliati a varie università americane, si nascondono dietro giustificazioni improbabili, dato che nel pubblicare gli articoli di cui risultano essere autori non avevano rivelato i loro legami con l’industria e i relativi conflitti d’interesse. Il tutto non è stato senza conseguenze per la salute. Alcuni pazienti sono deceduti in seguito all’uso off label di InFuse per chirurgia delle vertebre cervicali; molti altri hanno sofferto di infiammazioni, sequele neurologiche e indebolimento delle ossa. Tutti effetti secondari noti alla ditta e ai medici coinvolti, ma accuratamente occultati nelle pubblicazioni.

Si apre un nuovo mercato: antidepressivi anche dopo un lutto

A pubblicare la notizia del nuovo business per Big Pharma è il Washington Post. Ma Big Pharma non può agire da sola. L’alleato di turno, quasi obbligatorio, visto il tema, e tempestivo, vista l’imminenza del lancio del nuovo DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), è l’American Psychiatric Association (APA). Di cosa si tratta? Il trucco è ben conosciuto: si inventa una nuova malattia o un nuovo disordine (la tecnica è quella del disease mongering), si ipotizza che un farmaco già sul mercato con altre indicazioni possa avere effetti benefici, si imbastisce qualcosa che assomigli a una ricerca, si fa un po’ di rumore sui media, scientifici e non, si dà poi inizio alle classiche attività di promozione commerciale, et voila: il guadagno è assicurato. La nuova malattia stavolta è la depressione associata al lutto per il decesso di una persona amata. Il farmaco è un antidepressivo già in uso, il bupropione. I soggetti sono 22 “pazienti” che hanno perso da poco lo sposo o la sposa. La “ricerca”, pubblicata sul Journal of Clinical Psychiatry e terza di quella che è ormai una serie, mostra un netto miglioramento “dei sintomi di depressione maggiore conseguenti alla perdita dell’amato/a”. Per anni l’APA aveva sconsigliato di far diagnosi di depressione se questa era associata a un lutto. Ora potrebbe cambiare idea e modificare le sue linee guida.

PS. Secondo voi, c’é qualche conflitto d’interesse tra gli autori dello studio e la ditta farmaceutica che produce il bupropione? E tra l’APA e Big Pharma?

Insonnia e placebo

Il prof Irvin Kirsh, grande esperto di effetto placebo, ci aveva sorpreso nel 2008 pubblicando una meta-analisi nella quale si dimostrava che l’efficacia degli antidepressivi (SSRI) non è superiore al placebo nelle forme minori, mentre nelle forme più severe sembra funzionare solo perché il placebo perde (inspiegabilmente) di efficacia. La meta-analisi comprendeva anche studi negativi mai pubblicati ma resi disponibili a causa di procedimenti legali. Lo stesso autore pubblica ora sul BMJ un’altra meta-analisi, questa volta di tutti gli studi registrati presso la FDA sugli ipnotici non benzodiazepinici (in Italia quello che va per la maggiore è lo zolpidem) giungendo ad affermare che la loro azione è molto scarsa, ovvero ti fanno addormentare soltanto 22 minuti prima del placebo. L’editoriale di commento cita uno studio australiano dove, in caso di insonnia dichiarata al medico curante, nell’81% dei casi viene prescritto un farmaco e solo nello 0.8% vengono dati dei consigli utili o si ricorre alla terapia cognitivo comportamentale, che ha dato gli stessi risultati (scadenti) dei farmaci, ma almeno con efficacia che persiste dopo sospensione, al contrario dei sonniferi. Fare affidamento solo sui farmaci non è la strada più corretta, certamente la più comoda.

dicembre 2012

“Il medico e l’industria della salute: rischi e benefici”. Un corso interattivo senza sponsor privati.

Per la prima volta in Sardegna un corso ECM, finanziato dalla ASL Cagliari, che affronta il tema delle “liaisons dangereuses” tra industria della salute (del farmaco, ma non solo) e i medici: su come l’industria tenda a influenzare l’intero flusso delle evidenze scientifiche e l’atteggiamento prescrittivo del singolo medico, e su come ridurre per quanto possibile i rischi di una situazione in cui alla ricerca e alla formazione non sponsorizzata viene affidato un ruolo sempre più marginale. Col patrocinio dell’ANCE (dell’Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri), dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri) e di Med Net, e con la presenza tra gli altri di Guido Giustetto di NoGraziePagoIo, del sociologo-economista svizzero Gianfrancco Domenighetti e del direttore di Ricerca e Pratica Maurizio Bonati. Una peculiarità del corso à stata la forte componente interattiva: solo il 35-40% di interventi frontali e il resto del tempo dedicato a elaborazioni in piccoli gruppi e ad una fase finale di analisi e progettazione collettiva che ha usato il metodo Metaplan. Il tutto a costi contenuti e, ovviamente, senza sponsor privati.

Leggi il programma del corso

FIMP, farmaci generici e spending review: con lo zampino dell’industria?

L’industria dei farmaci generici «non è attrezzata» per la produzione di medicinali a misura di bambino e oggi «i pediatri sono costretti a disattendere le norme sulla prescrizione» dei principi attivi previste dalla spending review. Lo ha dichiarato il presidente della Federazione dei pediatri (Fimp) Giuseppe Mele, al termine dell’incontro di fine ottobre dei sindacati con il ministro Renato Balduzzi. Nel corso dell’incontro, ha riferito Mele, «il ministro ha detto che aprirà un approfondimento. Noi il generico lo vogliamo, ma con le formulazioni adatte». La posizione di Fimp nazionale viene ribadita da Adolfo Porto, segretario regionale della Fimp Sicilia: «Siamo sorpresi che l’obbligo inserito nella spending review sia stato esteso ai pediatri poiché la certezza del successo terapeutico in pediatria ha due punti cardine: il gradimento e la posologia che sono il frutto dell’esperienza e del rapporto di fiducia instaurato con la famiglia, ma anche del confronto continuo tra pediatra e azienda, mediato dagli informatori del farmaco brand. È tramite gli informatori che approfondiamo le conoscenze sulla biodisponibilità del farmaco, come è graduato il misurino e noi possiamo, tra i vari feedback virtuosi, dare anche suggerimenti sulla palatabilità del farmaco che nel 90% è a somministrazione orale. Con le aziende del generico, molte delle quali non hanno informatori, queste fondamentali condizioni non si realizzano appieno». Su queste premesse, Fimp Sicilia chiede al ministro di «stralciare l’obbligo per i pediatri, non per demagogia, ma per esigenze professionali» sottolinea Porto. E conclude: «Noi indicheremo nella prescrizione la non-sostituibilità, pur sapendo che la differenza con il farmaco generico è a carico del cittadino, poiché il generico, dovendolo cambiare spesso prima di trovare quello di gradimento per il bambino, rappresenta un’ulteriore spesa per lo Stato, oltre a creare discontinuità terapeutica e diffidenza nel bambino, aumenta il disagio per le famiglie».

Farmaci inutili o pericolosi: stop ai conflitti d’interesse in Francia?

Ad ottobre 2012 è stato lanciato un appello in Francia per tentare di porre fine ai conflitti d’interesse che inquinano le decisioni dell’Agence française des médicaments (AFSSAPS) che corrisponde all’italiana AIFA. Il consumo di farmaci in Francia è più alto rispetto al nostro paese e alla maggior parte dei paesi europei. Molti farmaci inutili o dannosi sono sul mercato e sono consumati in grandi quantità, con conseguente rimborso da parte del servizio sanitario nazionale, dopo essere stati approvati dall’AFSSAPS. La petizione chiede che gli esperti che hanno dei legami con l’industria farmaceutica siano esclusi dai comitati dell’AFSSAPS che prendono decisioni sulla immissione sul mercato dei farmaci e sulle rispettive indicazioni terapeutiche. Attualmente, su 40 presidenti, vice-presidenti e dirigenti di queste commissioni, 31 hanno dei contratti di consulenza con l’industria, per retribuzioni che vanno da 5.000 a 600.000 euro. Su 30 membri della commissione che autorizza i farmaci, 26 hanno dei contratti con l’industria. Tutti i membri delle commissioni dell’Agenzia nazionale di ricerca sull’AIDS hanno dei contratti di consulenza con le compagnie produttrici dei farmaci che dovrebbero valutare. Dato che la stessa cosa succede a livello europeo (si vedano le notizie e gli articoli già pubblicati da NoGraziePagoIo nei mesi e negli anni scorsi), e dato che l’EMA, l’agenzia europea, ha iniziato un procedimento se non di pulizia, almeno di trasparenza e di limitazione dei conflitti d’interesse, sarebbe utile che tale procedimento si realizzasse anche a livello nazionale, come richiedono i firmatari dell’appello francese. E in Italia?

Leggi l’articolo su Lancet

settembre 2012

Nestlé: non solo latte, anche acqua

“Quasi due terzi dei bambini non bevono a sufficienza a colazione per idratarsi adeguatamente.” Lo dice la Nestlé Waters (Vera, Lievissima, Recoaro, San Pellegrino, Perrier, Vittel, Pure Life, etc), riportando i risultati di uno studio da essa stessa commissionato all’Università di Sheffield e supervisionato dal Professor Gerard Friedlander dell’Università Descartes di Parigi. Lo studio non è ancora pubblicato ed è stato solo presentato ad una conferenza a San Diego. Tutto si basa sulla osmolalità urinaria di un campione di bambini inglesi tra 9 e 11 anni, misurata al mattino e risultata superiore a 800 mOsmol/kg nel 68,4% dei maschi e nel 53,5% delle femmine. Nestlé afferma che questi bambini sono a rischio di disidratarsi del tutto già all’ora di pranzo; in effetti, a fine mattinata il 18,6% aveva un valore superiore a 1000 mOsmol/kg, categorizzato come corrispondente a “cellule molto disidratate”. Sfortunatamente per Nestlé, nessun bambino è collassato o ha avuto bisogno di ricovero d’urgenza. Né si ha notizia di casi di scolari disidratati in altre parti del Regno Unito, o in altri paesi. La Nestlé cita come fonte per il range di normalità l’EFSA, che riporta valori di osmolarità (poco diversa, in pratica, dalla osmolalità) tra 50 e 1400 mOsmol/L; anche in questo caso, si trattava di soggetti sani, nessun caso si disidratazione. Il messaggio di Nestlé sembra essere il seguente: poiché non si può mai sapere, poiché la prevenzione è meglio della cura, e poiché l’acqua non fa mai male, e facciamoli bere ‘sti bambini! Purché l’acqua sia Nestlé. Oppure Danone (Vitasnella, Boario, Ferrarelle, Evian, Volvic, Badoit), che per non restare indietro ha lanciato, con convegni e siti web, l’iniziativa “Hydration for Health”, un paio di litri d’acqua Danone al giorno tolgono il medico di torno. E noi che facciamo, la beviamo?

Leggi il commento sul BMJ

Big Food: una serie di articoli su PLoS Medicine

Big Food come Big Pharma. Un conglomerate di imprese multinazionali che controllano il mercato degli alimenti, così come Big Pharma controlla quello dei farmaci. E come, potremmo aggiungere, Big Tobacco controlla quello delle sigarette, Big Alcohol quello delle bevande alcoliche e Big Drink quello delle bevande gassate. Ma tabacco e alcol fanno decisamente male, e potremmo farne a meno. I farmaci fanno bene, pur se con qualche punto interrogativo, ma di molti potremmo farne a meno. Del cibo non possiamo fare a meno, non possiamo non alimentarci; ma ciò che mangiamo è direttamente correlato al nostro stato di salute. Da qui l’interesse della rivista PLoS Medicine, una rivista open access che permette di scaricare gli articoli con i testi completi e di leggerli e diffonderli gratuitamente. Perché PLoS Medicine si interessa di Big Food e vi dedica 7 articoli? Perché viviamo in un mondo dove un miliardo di persone soffre la fame e, ironia della sorte, due miliardi sono obesi o sovrappeso. Perché dirigenti e consulenti di Big Food sono presenti in tutti i consessi nazionali e globali dove si disegnano politiche per la salute. Perché Big Food finanzia e sponsorizza ricerca e sviluppo in salute e nutrizione, con un grande impatto sulle politiche di cui sopra. Perché molte multinazionali degli alimenti e delle bevande si stanno riposizionando sul mercato come imprese per la nutrizione e la salute. Perché in tutto ciò vi sono evidenti conflitti d’interesse. Ragioni più che sufficienti perché di Big Food si interessi anche NoGraziePagoIo. Leggiamo e discutiamone.

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Mele marce tra gli anestesisti: e altrove?

Sembra che siano tre anestesisti a primeggiare nel favoloso mondo degli articoli ritrattati dalle riviste mediche per l’aver riportato dati falsificati o inventati. Primo in classifica un anestesista giapponese, Yoshitaku Fujii, recentemente licenziato dal suo posto di professore associato presso la Toho University con l’accusa di aver falsificato 172 articoli, di cui 168 erano trial clinici randomizzati, tra il 1993 e il 2011. Al secondo posto un anestesista tedesco, Joachim Boldt, con 89 articoli ritrattati; il buon Boldt è stato licenziato nel 2010 dalla Clinica di Ludwigshafen, in Renania, dove lavorava. Terzo, ma con un grave ritardo in classifica rispetto ai primi due, un anestesista statunitense, Scott Reuben, che lavorava al Baystate Medical Center di Springfield, Massachusetts, e che ha falsificato solo 21 articoli; il povero Reuben, però, non se l’è cavata col solo licenziamento, è stato anche condannato a sei mesi di prigione. Ricerche e articoli ritrattati se ne trovano ovviamente anche in altre specialità, perché chi cerca trova.

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Fioccano le multe per marketing illegale

I tribunali ci hanno preso gusto, e le riviste mediche dovrebbero ormai inaugurare la rubrica “multe per marketing illegale”. Dopo i 322 milioni di dollari inflitti ad aprile 2012 a Merck Sharp & Dhome da un tribunale USA per marketing illegale del rofecoxib; dopo i 520 milioni di dollari ad Astra Zeneca per la quetiapina; dopo il miliardo e 100 milioni a Johnson & Johnson per il risperidone; eccovi le multe di luglio e agosto 2012. Abbott dovrà pagare 1.6 miliardi di dollari per promozione off label del valproato di sodio. Glaxo Smith & Kline è stata multata per 3 miliardi di dollari per aver corrotto dei medici allo scopo di “incoraggiare le prescrizioni di paroxetina, bupropion e fluticasone/salmeterolo. Ai medici corrotti la ditta pagava viaggi alle Bermuda, Giamaica e California, con soggiorno in alberghi a 5 stelle, partner compresi. Agli oratori ai congressi andavano inoltre premi fino a 2500 dollari, più golf, immersioni, pesca ed altre diversioni. La multa a Glaxo Smith & Kline ha stabilito il nuovo primato. Il precedente apparteneva a Pfizer, multata per 2.3 miliardi di dollari nel settembre 2009 per marketing illegale di valdecoxib, ziprasidone, linezolid e pregabalin.

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Formazione e infermieri gratuiti per i medici australiani

L’industria del farmaco in Australia ha speso nell’ultimo anno 30 milioni di dollari in ospitalità (albergo, aereo,cene) per eventi educativi a medici e operatori sanitari, oltre a sovvenzionare gli stipendi degli infermieri in alcuni studi medici per educare i pazienti diabetici ed insegnare agli asmatici ad usare gli inalatori. Il direttore della locale associazione industriale ha dichiarato che il loro codice di condotta permette di sostenere le attività del medico e che questo avviene senza alcuna interferenza nelle cure dei pazienti e senza alcun incentivo ai medici per la prescrizione di un particolare prodotto. Steve Hambleton, presidente dell’Associazione Medica Australiana ha risposto che le sessioni di formazione non sono altro che esercizi di marketing per l’industria farmaceutica e che l’obiettivo ultimo di quel tipo di infermieri è di aumentare le dosi di qualsiasi farmaco sia stato prescritto.

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Spesa per la pubblicità dei farmaci diretta al consumatore negli USA

Negli USA la spesa per pubblicità di farmaci diretta al consumatore (DTCA) ha subito nel primo trimestre 2012 una contrazione del 14% rispetto al 2011. L’anno scorso l’industria ha investito in pubblicità televisiva 2,4 miliardi di dollari (il picco era stato raggiunto nel 2007 con 3,1 miliardi). I due canali pubblicitari principali sono la televisione (70% dell’investimento) e le riviste (22%). I dieci farmaci più pubblicizzati sono stati (in ordine decrescente): Cymbalta, Lipitor, Cialis, Abilify, Celebrex, Humira, Chantix, Novolog Flexpen, Nasonex, Lyrica. Sul sito da cui è tratta questa notizia, è possibile trovare ulteriori commenti e vedere uno spot pubblicitario per ciascun farmaco.

Agenzie regolatorie: tutto il mondo è paese

Anche in India sembra esserci collusione tra agenzie regolatorie, produttori di farmaci e medici per approvare farmaci in maniera irregolare a danno della salute dei cittadini. Lo denuncia una commissione del parlamento Indiano incaricata di fare le pulci al lavoro dei vari Ministeri. L’agenzia del farmaco Indiana (Central Drugs Standards Control Organisation) avrebbe autorizzato, tra gennaio 2008 e ottobre 2010, la commercializzazione di 33 farmaci nazionali e stranieri senza che fossero presentate le prove di efficacia richieste. Tra i documenti portati a sostegno di questa affermazione, lettere inviate da medici all’agenzia con parole di supporto per farmaci troppo simili tra loro per non destare il sospetto che dietro vi fosse la mano dell’industria. Alcune di queste lettere chiedono addirittura che non siano richiesti trial clinici randomizzati per l’approvazione di un farmaco. L’industria, naturalmente, si dichiara innocente.

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Tempi duri per l’ECM sponsorizzata negli USA. E in Italia?

La spesa per l’ECM da parte dell’industria di farmaci ed altri dispositivi medici è diminuita per il quarto anno consecutivo negli USA, secondo l’ultimo rapporto del comitato per l’accreditamento ECM. La spesa per il 2011 è stata di 736 milioni di dollari, l’11.4% in meno rispetto al 2010, circa il 50% in meno rispetto al picco del 2006. Nonostante la diminuzione della spesa, il numero di eventi e di ore è aumentato, rispetto al 2010, mentre il numero di partecipanti è rimasto lo stesso. La spesa totale, pubblica e privata, per l’ECM è stata di 2.35 miliardi di dollari (2.37 nel 2010, 2.69 nel picco del 2007). In termini proporzionali, sono aumentati del 7.2% i contributi per pubblicità e allestimento di stando, ma sono aumentati del 4.4% anche le tasse d’iscrizione pagate dai partecipanti, segno che forse i medici stanno iniziando a pagare un po’ di più per la propria ECM. Tra le varie istituzioni fornitrici di ECM, le scuole di medicina sono state quelle maggiormente finanziate dall’industria, per circa il 50% della loro spesa, mentre le associazioni mediche no profit sono quelle che hanno ricevuto meno. Sarebbe bello avere dati simili sull’ECM italiana.

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Promuovono l’uso off-label dei farmaci e non dichiarano i conflitti d’interesse

Off-label: prescrivere un farmaco per una condizione, o per un gruppo di persone, o in una dose, o in una forma farmaceutica che non siano state approvate dalle agenzie regolatorie. Succede spesso, e molti credono innocentemente. Ma a volte la promozione per l’uso off-label di un farmaco è indotta. Da chi? Dall’industria, naturalmente, ma non sempre direttamente (in molti paesi è proibito per legge); a volte da accademici e ricercatori pagati dall’industria per far ciò. Anche questo è spesso illegale, e l’industria lo nasconde. Ma nell’industria ci sono delle talpe. Nel corso di recenti processi per promozione illegale dell’uso off-label di alcuni farmaci negli USA, le talpe hanno rivelato i nomi dei medici pagati dall’industria per questa promozione, mediante conferenze e articoli su riviste mediche. Gli autori di un articolo appena uscito su PLoS Medicine sono andati alla ricerca di questi articoli per verificare se gli autori avevano dichiarato i loro conflitti d’interesse. Cos’hanno trovato? Beh, lo potete immaginare. Su 91 medici identificati dalle talpe, 39 avevano scritto 404 articoli. Solo in 62 (15%) di questi articoli c’era un’adeguata dichiarazione di conflitto d’interesse; nel 43% non vi era nessuna dichiarazione, nel 4% la dichiarazione negava conflitti d’interesse, nel 40% la dichiarazione non citava l’industria, nel 13% la citava ma senza svelare la natura della relazione con l’industria. Ciò significa che a) non ci si può fidare e che b) i meccanismi di controllo delle riviste mediche sono inadeguati.

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In Ricordo di Alfredo Pisacane

Alfredo Pisacane si è spento a Napoli, la sua città, il 10 settembre 2012. Ci eravamo conosciuti in Mozambico nel 1978, se ben ricordo. Alfredo era 3-4 anni più giovane di me. Lui faceva il pediatra, io il chirurgo, in posti diversi e lontani tra loro. Ma eravamo accomunati da due desideri: contribuire a far crescere il servizio sanitario nazionale di quel paese, che aveva da pochi anni conquistato l’indipendenza, e farlo non solo come clinici, ma con un approccio di salute pubblica e di comunità. Proprio nel tentativo di realizzare questi desideri, nel 1980 andai a studiare alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, per poi tornare in Mozambico come epidemiologo; salvo casi sporadici, non ho mai più fatto clinica. Anche Alfredo andò a Londra, 2-3 anni dopo di me a seguire il mio stesso corso. Ma non tornò in Mozambico e continuò a fare il pediatra a Napoli. Divenne ricercatore presso l’Università Federico II e iniziò ad applicare le sue competenze epidemiologiche ad un argomento che nel frattempo aveva appassionato anche me: l’allattamento al seno. Ci ritrovammo così accomunati da un’altra causa, perché anche l’allattamento, come il servizio sanitario di un paese, ha bisogno di essere protetto e sostenuto. Edessendovi tra i nemici dell’allattamento le multinazionali dei sostituti del latte materno, eccoci
assieme a boicottare la Nestlé e a tentare di evitare che, assieme alle altre compagnie, interferisse con le politiche e le strategie volte a promuoverlo. In parallelo con l’attività clinica e di ricerca, e mentre io vagabondavo per il mondo, Alfredo si era intanto dedicato alla formazione, universitaria e non solo, con responsabilità sempre maggiori. Incidentalmente, e senza che ne avessimo parlato, a metà degli anni ’90 ci mettemmo entrambi a tradurre lo stesso manuale dell’OMS per la formazione degli operatori in tema di counselling per l’allattamento al seno; le due traduzioni uscirono quasi in contemporanea, con evidente spreco di tempo e di risorse. Credo sia stato in questo periodo che Alfredo, nel tentativo di tenere lontane dalle sue attività di formazione le multinazionali del latte e del farmaco (ma già agli inizi della sua carriera, alla fine degli anni ’70, si era occupato di farmaci, pubblicando anche un libro su bambini e farmaci), abbia iniziato ad applicare il principio “No Grazie, Pago Io”; la quarta causa comune. Lo dimostra la sua rinuncia scritta a partecipare come relatore a convegni organizzati dal suo Dipartimento di Pediatria, ma finanziati da Humana, Mead Johnson, Nutricia e Plasmon. Non poteva quindi non aderire a No Grazie Pago Io; e non poteva non contribuire proprio sul tema dell’Educazione Continua in Medicina (ECM) proponendo che non sia solo indipendente da interessi commerciali, ma diventi anche più austera e conviviale: piccoli gruppi di operatori che si guardano negli occhi mentre condividono alla pari saperi e competenze, invece di megacongressi dove moltitudini passive pendono dalle labbra dell’opinion leader di turno, quasi sempre intriso di conflitti d’interesse. Potete leggere o rileggere qui il documento sull’ECM
che Alfredo ha scritto per No Grazie Pago Io. Potete approfondire leggendo l’articolo che aveva pubblicato sul British Medical Journal (Rethinking continuing medical education. BMJ 2008;337:a9) e il libro che aveva pubblicato con Isabella Continisio (Come fare Educazione Continua in Medicina. Il Pensiero Scientifico, 2007). Alfredo mi mancherà; mancherà a tutti noi.

Adriano Cattaneo, 12 settembre 2012

luglio 2012

– NoGraziePagoIo con gli studenti dell’Università di Brescia

Il 7 giugno 2012 si è svolto presso l’Università di Brescia un incontro sul conflitto d’interessi in medicina organizzato da un gruppo di studenti universitari che hanno invitato a parlarne i NoGraziePagoIo. L’incontro è durato oltre 3 ore e la discussione, dopo la presentazione iniziale, è stata lunga e vivace, soprattutto grazie ad alcuni partecipanti già informati sul tema. Oltre agli studenti di medicina, hanno partecipato alcuni studenti di scienze infermieristiche, ingegneria, economia, diritto e altro. A Brescia e in tutte le altre Università dove i NoGraziePagoIo sono stati invitati da associazioni studentesche – per lo più in collaborazione con il Segretariato degli Studenti di Medicina (SISM) e con il Centro per la Salute Internazionale (CSI) dell’Università di Bologna – gli studenti hanno dimostrato molto interesse al problema del marketing dei prodotti per la salute ed ai relativi conflitti d’interesse. Verrà il momento, speriamo, in cui questi temi dovranno essere integrati come regolari materie di studio.

– Lettera di NoGraziePagoIo al Salvagente su Ricerca e Pratica

Ricerca e Pratica ha pubblicato la lettera che Ermanno Pisani, Luisella Grandori e Giovanni Peronato avevano inviato a nome di NoGraziePagoIo a Il Salvagente. La rivista aveva dedicato due articoli al denosumab per la terapia dell’osteoporosi. La lettera dei NoGraziePagoIo aveva lo scopo di fornire informazioni per aiutare i lettori ad avere una visione più completa e più imparziale su detta terapia. Potete leggere la lettera pubblicata da Ricerca e Pratica a questo link. Approfittiamo dell’occasione per ringraziare il direttore della rivista, Maurizio Bonati, che informa sempre i suoi lettori delle nostre iniziative e delle nostre lettere periodiche.

Leggi Lettera a Il Salvagente

– Germania, regali a medici da aziende Pharma: non è corruzione

Una sentenza della Corte di Giustizia federale tedesca (Bgh) di Karlsruhe, corrispondente alla Corte di Cassazione italiana, ha affermato la legittimità, da parte dei medici del Servizio Nazionale, di ricevere regali da aziende farmaceutiche senza rischiare accuse di corruzione. Nello specifico, la sentenza è stata promulgata sul caso di un medico che aveva ricevuto 10.000 euro da parte di un’azienda per svolgere un ciclo di seminari (mai tenuti) in cambio di prescrizioni di un determinato farmaco. La motivazione della sentenza riguarda il fatto che, secondo la Bgh, i medici devono essere considerati liberi professionisti e lavoratori freelance e non pubblici ufficiali. Casi di questo tipo, quindi, non possono ricadere sotto la legge, ma devono essere valutati invece dal codice di condotta della Associazione medica tedesca. La sentenza ha suscitato reazioni accese e discordanti. Per la Gkv, la principale compagnia di assicurazione sanitaria tedesca, l’effetto di questa sentenza ricadrà sul paziente che “non saprà più se una prescrizione è stata fatta perché necessaria o sulla spinta di una strategia di marketing” e minerà quindi la fiducia nei confronti dell’indipendenza dei medici rispetto a influenze commerciali. Di parere opposto, invece, non solo le aziende farmaceutiche, ma anche l’Associazione dei medici, che pur condannando in linea di principio questa pratica, condivide una sentenza che “preserva l’indipendenza dei medici”, ricordando che “le regole esistenti sono più che sufficienti a scoraggiare questa pratica”. Grande clamore anche sul piano politico. A questo proposito, la Spd, il partito socialdemocratico tedesco, presenterà, dopo l’estate, un disegno di legge per modificare le regole riguardanti la corruzione.

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– Ancora multe per le industrie farmaceutiche, questa volta tocca alla GlaxoSmithKline

Lunedì 2 Luglio 2012, il Dipartimento di Giustizia americano ha annunciato che l’industria farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK) sarà condannata al pagamento di una multa di 3 miliardi di dollari per pratiche commerciali scorrette riguardanti ben dieci farmaci. Si tratta del più grande multa per frode sanitaria mai comminata negli Stati Uniti. In particolare, la società è colpevole di aver promosso popolari antidepressivi come Paxil e Wellbutrin per usi non approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) e di non aver riportato alla FDA i problemi di sicurezza del farmaco antidiabetico Avandia, il cui uso è stato limitato negli Stati Uniti e vietato in Europa dopo che si è scoperto che aumentava notevolmente i rischi di patologie cardiovascolari. La GSK è stata invece scagionata dall’accusa di aver corrotto alcuni medici per indurli a prescrivere diversi farmaci, tra cui Flovent per l’asma e Valtrex per l’herpes genitale. Andrew Witty, amministratore delegato della GSK, ha affermato che la società ha imparato “dagli errori che sono stati commessi”. Questo tuttavia è solo l’ultimo di una serie di casi legali che hanno visto coinvolte le aziende farmaceutiche per aver anteposto i loro profitti alla salute dei pazienti.

Leggi l’articolo completo pubblicato su “The Washington Post”:

Leggi anche il commento di Attenti alle Bufale

– Collaborazione tra medici e industria: notizie, lettere e editoriali del BMJ

Il 2 aprile 2012 il BMJ presenta senza commenti la nuova Guida alla collaborazione tra professionisti della salute e industria farmaceutica, riferendo che la Guida è appoggiata dall’associazione britannica delle industrie del farmaco (ABPI) e da diversi organismi medici e del Servizio sanitario nazionale, e che ha lo scopo di ottenere, per il bene del paziente e senza compromettere le decisioni cliniche del medico, una migliore cooperazione con l’industria in tempi di ristrettezze di bilancio. Nei giorni successivi il BMJ pubblica una decina di lettere elettroniche molto critiche sulla Guida e sulla presentazione acritica del BMJ. A giugno il BMJ commissiona a Barbara Mintzes un editoriale che, dopo avere insistito sui danni gravissimi della prescrizione off label e dell’informazione distorta, conclude sulla necessità di tenere ben lontana l’assistenza ai pazienti dall’influenza dell’industria. Come mai il BMJ é passato dal semplice riferire le indicazioni della Guida (firmata dal suo azionista di riferimento, la British Medical Association) al più consueto atteggiamento critico e di allerta nei confronti del conflitto di interesse? Saranno state le lettere indignate dei lettori a fargli cambiare rotta? A breve pubblicheremo un articolo di analisi critica della Guida, scritto da Guido Giustetto per Dialogo sui Farmaci.

Leggi la notizia sul BMJ

Leggi le lettere di commento alla notizia

Leggi l’editoriale di Barbara Mintzes

aprile 2012

– il gruppo NoGraziePagoIo si rinnova

Dopo 8 anni dalla sua fondazione nel marzo 2004, il coordinamento e l’organizzazione del gruppo NoGraziePagoIo verranno rinnovati. Grande fermento di lavori in corso.

marzo 2012

– ricerca e falsificazione dei dati

La ricerca medica condotta con inganno equivale ad avvelenare il pozzo. Così scriveva qualche anno fa Richard Smith, già direttore del BMJ, con una riuscita metafora del sapere scientifico a cui tutti noi attingiamo. Purtroppo la storia è ricca di pessimi esempi in tal senso, anche se forse la madre di tutte le truffe, almeno in epoca moderna, fu quella perpetrata da William Summerlin nel 1974. L’immunologo statunitense pubblicò i risultati di un eccezionale trapianto. Peccato che, come si scoprì a breve, i lembi di cute trapiantata su topini bianchi erano stati ottenuti con un semplice pennarello nero. Si disse allora che ciò era avvenuto per un problema mentale del ricercatore e tutto cadde nel dimenticatoio, come spesso succede per avvenimenti del genere. Più di uno su dieci (13%) tra medici e ricercatori inglesi ha dichiarato di sapere che i colleghi avevano in passato alterato intenzionalmente o fabbricato ex novo i dati di una ricerca allo scopo di favorirne la pubblicazione, il 6% sapeva di fatti del genere anche nel proprio istituto, coperti da indagini insufficienti. Così risulta dall’analisi di 2700 risposte (31%) a un questionario distribuito a più di novemila tra ricercatori universitari e ospedalieri che avevano pubblicato sul BMJ o erano stati peer-reviewers. Gli esiti di questa ricerca sono stati presentati al Convegno sulla frode nella ricerca medica che si è svolto a Londra il 12 gennaio 2012, in collaborazione con il COPE (Commmittee on Publications Ethics). L’obiettivo era quello di dare una definizione a questo tipo di condotta e di trovare una via efficace per contrastare il fenomeno. Non esistono attualmente le premesse per responsabilizzare le istituzioni e gli autori di una ricerca, né c’è infatti un gran desiderio che ciò avvenga, forse non c’è nemmeno una reale conoscenza della gravità del fenomeno, ovvero non se ne vuol parlare per non sollevare un polverone. Alla fine del convegno si è ricordato che il progresso scientifico non procede per lenta evoluzione, ma piuttosto per scosse, per eventi rivoluzionari, separati da interludi di calma piatta. E’ auspicabile che nell’attuale impasse decisionale intervenga un cambiamento brusco che determini proprio una scossa, una rapida inversione di tendenza.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

– la ricerca condotta in modo fraudolento è pratica diffusa e mette in pericolo i pazienti

Fiona Godlee, direttore del BMJ, dedica il primo numero del 2012 alla ricerca condotta in modo fraudolento, un problema degno della massima attenzione. Dopo aver annunciato il Convegno sull’argomento che si sarebbe tenuto di lì a poco, cita l’editoriale scritto a quattro mani con Elizabet Wager, che passa in rassegna la situazione in varie nazioni a partire dal Regno Unito dove manca un’azione concertata. L’opinione prevalente è che il problema o non esiste o è di estrema rarità, come ha recentemente affermato il direttore del HEFCE, l’organismo che distribuisce i fondi per la ricerca alle Università britanniche. Già dieci anni fa Richard Smith, ex direttore del BMJ, M. Farthing direttore di Gut e del Committee on Publication Ethics e Richard Horton, direttore del Lancet, avevano congiuntamente denunciato il fenomeno e con esso il fallimento dell’azione di contrasto. Una metanalisi apparsa su Plos One nel 2009 riporta che il 2% dei ricercatori aveva fabbricato, falsificato o modificato i risultati delle proprie ricerche, mentre il 14% dei colleghi ne era a perfetta conoscenza. Nel Regno Unito barare su una ricerca non è fenomeno isolato e le cose non vanno meglio  in altri paesi. Nel 2014 la Commissione Europea darà il via a un piano (Horizon 2020) che investirà circa 30 miliardi di euro in sei anni, per incrementare la competitività nella ricerca scientifica dei paesi dell’Unione. Purtroppo nel piano non è prevista una commissione che vigili sull’integrità nella raccolta dei dati. Per questo è stata proposta la formazione di un’Agenzia Europea specifica che vigili in tal senso sul progetto Horizon 2020. I risultati alterati e modificati possono causare danni diretti e anche la morte di molti pazienti. Il Regno Unito merita di più, sentenziano Fiona Godlee ed Elizabet Wager. Anche l’Italia e qualsiasi altro paese meritano di più. La parzialità e la distorsione dei dati mette in pericolo la salute dei pazienti, altera le evidenze, spreca i fondi, e non ultimo danneggia l’immagine della scienza medica nei riguardi del pubblico.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

 la povere del marketing: il caso degli antipsicotici atipici

Sul n. 4/2011 di Dialogo sui farmaci, per la serie Polvere del marketing, Giuseppe Tibaldi spiega come sia stato possibile diffondere –  a partire dagli anni ’90 – la certezza della maggior tollerabilità degli antipsicotici di seconda generazione (chiamati “atipici”), rispetto  a quelli già disponibili. Le evidenze emerse nel corso degli anni, sono riassunte in un editoriale di Lancet del 2009:  “[…] gli antipsicotici di seconda generazione non hanno nessuna caratteristica speciale, atipica, che li differenzi dai farmaci della prima generazione: considerati come categoria, non sono più efficaci, non producono miglioramenti di sintomi specifici, non hanno profili di tollerabilità realmente diversi dai farmaci di prima generazione, e sono molto meno costo-efficaci. La spuria innovazione rappresentata dagli atipici può essere considerata solo come una pseudo-novità, efficacemente diffusa attraverso le strategie di marketing delle aziende farmaceutiche, di cui solo ora siamo pienamente consapevoli […]. Ma come è potuto succedere che, per quasi 20 anni, siamo stati tutti “spinti a credere” in una loro superiorità?”.

Leggi l’articolo di Giuseppe Tibaldi su Dialogo sui farmaci

– crescono negli USA le multe per reati penali e civili delle industrie farmaceutiche

Le spese per le prescrizioni di farmaci negli USA sono passate da 40 miliardi di dollari nel 1990 a 234 miliardi di dollari nel 2008. In questo stesso periodo le attività illegali delle compagnie farmaceutiche hanno ricevuto una notevole attenzione da parte dei mezzi di comunicazione. Tuttavia, le dimensioni complessive, la natura variabile e l’impatto potenzialmente dannoso di queste attività illegali, non erano finora stati analizzati. Uno studio di Public Citizen ha esaminato l’andamento, dal 1991 al 2010 negli USA, delle azioni penali e civili contro le compagnie farmaceutiche. In questo ventennio, e soprattutto durante gli ultimi dieci anni, si è riscontrata un crescita considerevole sia del numero di patteggiamenti fra governi e compagnie farmaceutiche sia delle dimensioni delle multe inflitte. Le ragioni di questo incremento sono probabilmente collegate al contemporaneo aumento delle violazioni da parte delle compagnie e dell’applicazione della legge da parte del governo federale e dei singoli stati. Secondo Public Citizen, il pericolo per la sicurezza pubblica e la perdita di denaro statale o federale che risulta da queste violazioni, richiede una risposta dei governi più forte di quella attuale. “Date le dimensioni relativamente piccole delle multe paragonate ai profitti delle compagnie che commettono illeciti, un aumento delle pene finanziarie e un adeguato perseguimento penale dei dirigenti di queste compagnie, possono essere un deterrente più efficace per i comportamenti illegali da parte dell’industria farmaceutica”, conclude Public Citizen.

Leggi la traduzione in italiano della sintesi del rapporto di Public Citizen

Leggi la sintesi del rapporto in inglese

Leggi tutto il rapporto di Public Citizen

– lettera a Il Salvagente

Alcuni Nograzie hanno scritto una lettera al Direttore de Il Salvagente dopo la pubblicazione sulla rivista di due articoli sull’efficacia e la sicurezza del denosumab nella terapia dell’osteoporosi. Lo scopo era fornire alcune informazioni che avrebbero potuto aiutare i lettori ad avere una visione più completa e più imparziale sul farmaco. “Malgrado l’approvazione del farmaco da parte dell’EMA (European Medicines Agency) – scrivono i firmatari della lettera -, nella comunità scientifica internazionale esistono ancora molti dubbi sull’opportunità di usare il denosumab, sia perché non è mai stata dimostrata la sua superiorità rispetto ai bisfosfonati, sia perché il farmaco è gravato da numerosi effetti collaterali. Il denosumab riduce le difese immunitarie e ciò potrebbe implicare non solo un aumento delle infezioni opportunistiche, ma anche una minore sorveglianza immunologica sulle neoplasie. Tra i più comuni effetti collaterali sono segnalati: infezioni delle vie urinarie e delle vie aeree superiori, lombosciatalgie e cataratta. Più raramente possono verificarsi pancreatiti, endocarditi, osteonecrosi della mascella, fratture atipiche, ritardo di consolidazione delle fratture, ipocalcemia, eruzioni cutanee e persino tumori”. Seguono numerose citazioni della letteratura internazionale più autorevole e il parere del Prof. Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, che ha dichiarato di essere d’accordo con le nostre considerazioni in quanto “il denosumab  è stato studiato contro placebo nonostante esistano molti farmaci anti-osteoporotici con cui è necessario fare confronti”. La richiesta di pubblicare la lettera su il Salvagente non è stata accolta. La pubblichiamo sul nostro sito per mettere a disposizione le informazioni che vi sono contenute, a chi fosse interessato.

Leggi la lettera dei Nograzie a Il Salvagente

febbraio 2012

– campagna per la difesa del latte materno dall’inquinamento

Sul sito della Campagna si legge: “Il latte materno è un Bene Comune di inestimabile valore. È forse il primo bene, il primo dono d’amore che un piccolo riceve nella vita. Non è uguagliabile da alcun sostituto artificiale o animale. È fonte di benessere e salute per la mamma e per il bambino, ma anche per la società e per l’ambiente, ma mai come oggi, al pari di altri beni comuni, è minacciato dal profitto e dall’inquinamento e va pertanto difeso e salvaguardato”. Sono diverse le associazioni che si sono unite per lanciare questa campagna in difesa del latte materno dall’inquinamento: ISDE – Associazione Medici per l’AmbienteIBFAN ItaliaMAMI – Movimento Allattamento Materno ItalianoACP – Associazione Culturale PediatriMinerva p.e.l.t.i. onlusPeaceLinkGruppo Allattando a Faenza,Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus – Venafro) insieme a singoli individui che hanno a cuore la tutela di questo Bene prezioso. E’ una campagna “aperta” alla quale può aderire chiunque lo desideri. Anche i Nograzie condividono le ragioni di questa campagna e hanno aderito con convinzione.

il sito della campagna

per aderire alla campagna come persona o come associazione (vedi in fondo alla pagina)

– comunicato stampa di ISDE sullo studio Moniter

Dopo un primo comunicato emesso il 3 dicembre 2011, ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) ha prodotto ulteriori considerazioni sullo studio Moniter della Regione Emilia-Romagna relativo agli effetti sanitari e ambientali degli inceneritori presenti nel suo territorio. “Le conclusioni dello studio sono, secondo gli Autori, piuttosto tranquillizzanti, pur dimostrando un possibile eccesso di linfomi Non Hodgkin a Modena e un significativo aumento di rischio di nascite pretermine, nonché (sia pur con minore evidenza statistica) di neonati piccoli per età gestazionale e di aborti spontanei”, dice il comunicato. Dopo aver descritto i limiti metodologici dello studio, ISDE sottolinea che “Nonostante i limiti descritti, i risultati dello studio Moniter […] evidenziano per singole sottocoorti possibili aumenti di rischio tanto per patologie tumorali (fegato, pancreas, vescica, colon, linfoma non-Hodgkin, polmone, ovaio), che non tumorali (patologie cardiocircolatorie, vascolari e respiratorie, nascite pre-termine, aborti spontanei, malformazioni fetali), per di più coerenti con altre segnalazioni emerse in letteratura: il che rappresenta un preciso segnale di allarme circa l’esistenza di ricadute negative sulla salute delle popolazioni esposte. […] Il Comitato Scientifico di Moniter, fa presente che d’accordo con le conclusioni della conferenza OMS Europa sullo smaltimento dei rifiuti (Roma 2007), … la segnalazione di effetti avversi nella vicinanza di discariche ed inceneritori dovrebbe ispirare a un approccio di precauzione a proposito della creazione di nuovi impianti, tenuto conto che la mancata dimostrazione di effetti a lungo termine non significa dimostrazione di rischio zero” e che “siamo in presenza di altri fattori di pressione ambientale sulla popolazione, trovandoci all’interno della Pianura Padana, uno dei territori più inquinati del pianeta”. Conclude ISDE: “Non possiamo che unirci all’appello del Comitato Scientifico, chiedendo per parte nostra che la rigorosa applicazione del Principio di Precauzione porti al definitivo abbandono dell’incenerimento dei rifiuti, da sostituire, in linea con le più recenti indicazioni dell’Unione Europea, con pratiche vantaggiose sul piano economico e meno impattanti sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni direttamente e indirettamente esposte, quali il riciclo dei materiali e il recupero integrale di materia con tecnologie a freddo”.

Comunicato stampa ISDE sullo studio Moniter

 

– per una medicina ecocompatibile

In un breve articolo sul British Medical Journal (BMJ), Ray Moynihan esplora i primi tentativi per un sistema sanitario a bassa emissione di carbonio. Partendo dall’esperienza di un musicista che, dopo un trapianto di rene, ha intrapreso iniziative miranti alla riduzione dell’usa e getta in medicina, l’autore riporta alcune esperienze di sanità più sostenibile attraverso un uso più efficiente delle risorse ed il riciclo dei materiali. Il settore sanitario contribuisce notevolmente all’emissione di carbonio in atmosfera. In Inghilterra, per esempio, il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce per circa un quarto di tutte le emissioni del settore pubblico ed esistono piani per ridurre queste emissioni di oltre l’80% in 40 anni. Gli interventi devono mirare a ridurre il consumo di energia, a razionalizzare viaggi e trasporti, a diminuire l’uso di farmaci ed altri materiali, a migliorare e rendere più efficienti gli acquisti, oltre che ad agire su sprechi generici come sono quelli di carta, acqua e cibo. Al recente vertice straordinario di Durban, Sud Africa, su clima e salute, una coalizione di oltre 500 organizzazioni non governative in più di 50 paesi ha presentato una road map, per ospedali e sistemi sanitari per ridurre le emissioni di carbonio e rendere più “verde” la medicina. L’approccio, ben rappresentato dallo slogan “meno è meglio”, è stato ben accolto dalle autorità sanitarie di tutto il mondo, compreso il Regno Unito. Le misure prese in questa direzione, però, devono essere sottoposte a rigorosa valutazione, e qualcosa si sta iniziando a fare in questo senso. A complicare i primi tentativi di cambiamento, è il fatto che i nostri indicatori di successo economico non tengono ancora conto delle conseguenze inutili e dannose dell’attività economica. Nel modello tradizionale basato sul PIL, l’escalation senza fine dei costi dell’assistenza sanitaria sembra essere parte di una sana crescita economica, anche se include una grande quantità di sprechi per cure inefficaci e inutili. Ci si sforza per trovare nuovi indicatori di prosperità e di benessere umano in grado di distinguere tra attività economiche sane e malate, ma tali sforzi sono ancora nella loro infanzia. Nuovi indicatori si sono rivelati ostinatamente difficili da trovare.

Traduzione sintetica di Adriano Cattaneo

Abstract dell’articolo di Ray Moynhian sul BMJ

– autori fantasma

“Se siete razionalisti  e non credete ai fantasmi è venuto il tempo di ricredervi. I fantasmi esistono e danno segno di sè, ma  non come li immaginate,  trascinando  pesanti catene in bui corridoi, o nascondendosi sotto bianchi lenzuoli, ora scrivono. Articoli scientifici! E’ incredibile! e sembra che seguano anche regole ferree, una sorta di good practice per le creature  ultraterrene, cioè scrivono ma, rigorosamente, non firmano. Fanno firmare ad umani professori, che si ritrovano tra le mani  brillanti testi scientifici, pieni di dati ottimistici a favore di farmaci terreni,  sono loro a firmare, ma se glielo domandate vi risponderanno che tutto è avvenuto a loro insaputaVittorio Fontana introduce così il suo commento a un articolo del British Medical Journal (BMJ) sugli autori fantasma che – a quanto pare – infestano tanta parte di ciò che leggiamo sulle più autorevoli riviste di medicina. Il fenomeno del ghostwriting ha radici lontane, se ne trovano esempi fin dagli anni ’30, ma con il tempo si è strutturato come una vera e propria industria delle pubblicazioni mediche. E non basta certo dichiararlo per risolvere il problema. Secondo Alastair Matheson, accademico e consulente indipendente con una grande esperienza del mondo dell’industria, alcuni sostengono che il ghostwriting esiste solo  se non è dichiarato, così basta inserire una nota a  piè di pagina e il gioco è fatto, ma questa è solo una (pietosa) bugia o una (gigantesca) ingenuità  perchè non modifica in alcun modo il fatto che l’articolo sia stato concepito e sviluppato principalmente per rispondere a un interesse commerciale. Paul Thacker,  già collaboratore di Charles Grassley, senatore dell’Iowa, che si occupa di ricerca nel campo dei conflitti di interessi in medicina dichiara che il ghostwriting è pernicioso perchè spaccia il marketing per scienza, e insiste: questa pratica mina la scienza alle sue fondamenta.

Traduzione commentata di Vittorio Fontana

Abstract dell’articolo sul BMJ

– la misteriosa scomparsa dei dati

In medicina si deve spesso decidere nell’incertezza dei risultati. La ricerca scientifica si adopera per  ridurre al minimo tale incertezza attraverso studi clinici che, una volta pubblicati, aiuteranno a prendere decisioni più consapevoli. Purtroppo esistono studi clinici, anche ben condotti, che non vengono resi noti alla comunità scientifica, per svariate ragioni, magari perché potrebbero nuocere allo sponsor della ricerca in termini di vendite. In altri casi gli studi vengono pubblicati ma non integralmente. I dati perduti sul danno provocato da alcuni farmaci potrebbero tradursi in pericolo per i pazienti, come all’opposto dati di efficacia non pubblicati potrebbero comportare costi aggiuntivi per il sistema sanitario. Coloro che deliberatamente nascondono i risultati di un esperimento scientifico violano  il loro codice etico nei confronti dei partecipanti allo studio. Apre così un editoriale del BMJ sul primo numero del 2012, che passa poi in rassegna undici articoli sull’argomento. Cercando le evidenze non pubblicate che riguardano 9 farmaci approvati da FDA  (Food and drug administration, l’agenzia di controllo dei farmaci e degli alimenti USA) tra il 2001 e 2002 solo in tre casi su 41 (7%) i risultati non cambiavano. Nei casi rimanenti l’efficacia dei farmaci testati era modificata, inferiore (19/41) o superiore ( 19/41) in eguale misura. Il risultato è che che le evidenze saranno alterate. Vengono poi citati diversi casi di mancata pubblicazione, che non inducono certo all’ottimismo. Una revisione sistematica che si rispetti, scrive Tom Jefferson, non può prescindere dall’accesso a tutti i dati sensibili dei singoli studi. Per questo sarebbe utile un database ad hoc, gestito magari dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dove tutti i trial condotti sull’uomo possano essere condivisi dalla comunità scientifica. Nel contempo tutti i ricercatori che contravvenissero alle regole della trasparenza dei dati dovrebbero subire un’azione disciplinare da parte delle loro organizzazioni professionali. Sono passati più di vent’anni da quando Chalmers stigmatizzava su JAMA il problema della mancata pubblicazione dei dati degli studi medici, ogni ritardo è certamente causa di danno alla salute, e alla ricerca scientifica in generale. E’ tempo che le organizzazioni professionali si dotino di strumenti efficaci a sanzionare chi nasconde i dati, un fenomeno questo che va considerato alla stregua di una grave violazione del codice etico della ricerca. I trial desasparacidos devono tornare ad essere disponibili alla comunità scientifica.

Traduzione libera e adattamento di Giovanni Peronato

Abstract dell’editoriale del BMJ

gennaio 2012

– DSM: la rivolta dei medici (e non solo)

Il 4 dicembre 2011 l’autorevole quotidiano economico italiano “Il Sole 24 Ore” usciva con un titolo stupefacente “DSM: la rivolta dei medici”. Ciò che stupiva non era tanto la notizia dell’ennesima categoria in agitazione quanto il fatto che, questa volta, l’insurrezione di cui si dava conto non è contro qualche limitazione a qualche “guarentigia” professionale ma contro la nuova versione del sistema diagnostico più utilizzato in psichiatria nell’ultimo mezzo secolo. E, ciliegina sulla torta, è risolutamente guidata da uno dei suoi padri: lo psichiatra americano Allen Frances, già coordinatore del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), la versione attualmente in uso. Il motivo di questa singolare presa di posizione può essere così sintetizzato: il DSM-5, che dovrebbe essere licenziato nel 2013, “inventa” troppe malattie ed espone milioni di persone al rischio di essere non solo etichettate come “disturbate mentali” ma, visto il viraggio verso una interpretazione esclusivamente neurobiologica del disagio psichico, anche a quello di essere inutilmente trattate con farmaci non privi di effetti collaterali.  A questo proposito occorre ricordare che il sistema DSM, acronimo di “Diagnostic Statistical Manual” è nato nel 1952, per iniziativa della American Psychiatric Association (APA) perché, a differenza di quanto avviene in tutte le altre specialità mediche, le “malattie” psichiatriche non solo non hanno alcun riscontro oggettivo ma l’interpretazione dei loro “sintomi”, consistenti solo in pensieri e comportamenti, dipende spesso dall’opinione che la maggioranza ha di ciò che è “normale” in quel tempo e in quel luogo. Il DSM cercava di superare le diatribe scientifico-ideologiche che dividevano le varie correnti della psichiatria attraverso un sistema diagnostico descrittivo, basato cioè sulla presenza o assenza di determinati criteri osservabili indipendentemente dalla teoria di riferimento. Con il tempo, però, il numero dei “disturbi mentali” si è dilatato in maniera direttamente proporzionale all’espansione degli investimenti nel settore della psicofarmacologia e, secondo alcuni critici, anche alle sempre più strette relazioni economiche degli psichiatri con le aziende produttrici. Così, oltre ad Allen Frances, anche la  Society for Humanistic Psychology con altre 45 associazioni scientifiche o professionali ha ritenuto di doversi muovere e ha redatto una lettera aperta all’APA in cui esprime le sue perplessità.

Commento di Mariagrazia Fasoli

Traduzione di Mariagrazia Fasoli dell’appello della Society for Humanistic Psychology

– l’Argentina multa la Glaxo

Secondo quanto riferito da El Pais, il 3 gennaio scorso un giudice argentino ha comminato una multa complessiva di 179.000 euro alla GlaxoSMithKline e a due medici responsabili di una sperimentazione svolta in quel paese. “Tra il 2007 e il 2008, quattordici bambini di famiglie povere sono morti in Argentina – scrive Alejandro Rebossio su El Pais – dopo aver partecipato alla sperimentazione di un vaccino contro la polmonite e l’otite acuta del laboratorio britannico GlaxoSmithKline. Non si sono trovate prove che i decessi avessero a che fare con la vaccinazione ma, in seguito alla pubblicizzazione dei casi, si scoprì che erano state commesse irregolarità nell’ottenimento del consenso dei genitori alla somministrazione del vaccino ai figli. Il giudice ha confermato che alcuni consensi furono dati da genitori minorenni, nonni che non erano autorizzati a darli, parenti analfabeti o, in un caso, da una madre psicotica della quale non era stata valutata la capacità di intendere e volere. Si è anche rilevato – prosegue Rebossio – che il vaccino è stato somministrato senza che si indagassero  i precedenti clinici dei bambini. Gli ispettori del Ministero hanno riscontrato inoltre mancanze  nella  rilevazione  e adeguata registrazione  delle reazioni avverse al vaccino. […] Il laboratorio [la GlaxoSMithKline] ha annunciato che si appellerà al verdetto perchè ritiene che i test siano stati condotti secondo i  più alti  standard etici e scientifici internazionali e tenendo conto delle leggi e i costumi del paese”.

L’articolo di El Pais

La traduzione di Luigi Lai

– l’acqua non è una merce!

“Giù le mani dall’acqua e dalla democrazia!” dice l’appello del Forum italiano dei movimenti per l’acqua e spiega: “A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente governo ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato. Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto all’egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia. Noi non ci stiamo. L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato”. [continua]

L’appello del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua  (l’appello si può firmare, come indicato)

Alex Zanotelli, tra i primi promotori delle campagne per salvare l’acqua pubblica, lancia anche lui un appello perchè venga rispettato il referendum vinto grazie al voto di 27 milioni di cittadini italiani. “Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri – dice Zanotelli – , ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosiddetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta”. [continua]

L’appello di Alex Zanotelli

 

– software gestionali per medici: strumenti di marketing farmaceutico?

Nel corso degli ultimi anni il mercato dei software gestionali per la medicina di famiglia e per la pediatria di libera scelta ha subito un profondo cambiamento, sia per quanto riguarda le software house oggi presenti, sia per il nuovo ruolo giocato dal marketing farmaceutico. Si sta innanzi tutto delineando un panorama con soli due grandi competitori, la francese Cegedim e la tedesca CompuGroup, che hanno acquisito o partecipato i principali produttori italiani. E’ poi da notare che non si tratta di software house “pure”, ma di società multiservizio che si occupano di informazione globale, rivolgendosi contemporaneamente a medici, industrie del farmaco, società di pubbliche relazioni, istituzioni pubbliche. Sul n. 5 del 2011 di Dialogo sui farmaci, Guido Giustetto ha pubblicato un’analisi accurata delle caratteristiche di questi strumenti – che possono contenere messaggi pubblicitari -, delle software house che li producono e, infine, delle implicazioni che tutto ciò può avere nella pratica medica. “Non è difficile immaginare – dice Giustetto . il groviglio di relazioni che si viene a creare e nel quale il medico ricopre un ruolo triplo: è cliente della software house (come utilizzatore di un programma gestionale), è suo fornitore (consapevole? retribuito?) di dati epidemiologici e di attività (prescrizioni), è ricevente (consenziente?) di messaggi pubblicitari mirati al suo specifico profilo prescrittivo”.

L’articolo di Guido Giustetto su Dialogo sui farmaci

– Auguri!

Possa il sole portarti nuova energia ogni giorno

Possa la luna ogni notte farti riposare serenamente

Possa la pioggia lavare tutte le tue preoccupazioni

Possa la brezza soffiare nuovo vigore dentro il tuo essere

Possa tu camminare delicatamente nel mondo e scoprire la sua bellezza per tutti i giorni della tua vita.

[Benedizione Apache]

Facciamo nostri questi auguri che ci ha inviato Gianluigi Passerini, medico di famiglia di Sondrio

– il codice sul marketing del latte artificiale

“Se le vostre vite fossero amareggiate come è la mia vedendo giorno dopo giorno questo massacro di innocenti, derivante da un’alimentazione inadeguata, allora credo sareste d’accordo con me nel ritenere che la scorretta pubblicità degli alimenti per bambini debba essere punita come la più criminale delle forme di sedizione e che quelle morti debbano essere considerate degli omicidi” (Cicely Williams, Assemblea Mondiale della Sanità, 1939). “Chi fa pubblicità al latte artificiale che intenzionalmente mina la fiducia delle donne nell’allattamento materno, non deve essere considerato un abile imprenditore che sta facendo il suo lavoro, ma come un violatore della peggior specie dei diritti umani” (Stephen Lewis, Direttore Esecutivo Unicef, 1999). Inizia così l‘articolo di Sergio Conti Nibali sul n. 5 del 2011 di Quaderni acp. Queste due frasi, pronunciate a 60 anni di distanza l’una dall’altra, probabilmente possono essere considerate attuali, nonostante siano oggi molto più forti i regolamenti e le leggi che pongono limiti alla pubblicità dei sostituti del latte materno”. Innanzi tutto il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno che viene però in gran parte disatteso. “Le compagnie – spiega Conti Nibali – sanno bene come arrivare alle mamme e ai bambini attraverso i mass media, sconti, spazi speciali nei negozi, che poi realizzano mostre, omaggi, T-shirts, poster; oppure fornendo equipaggiamento, donazioni, poster, infrastrutture agli ospedali che, in cambio, danno alle madri campioni (almeno fino al decreto del 94), libretti, omaggi; oppure dando borse di studio, viaggi, apparecchiature, letteratura, omaggi ai medici che poi “ricambiano” (più o meno consapevolmente) dando alle madri consigli, prescrizioni, campioni; o, ancora, offrendo soldi, servizi, congressi, ricerca, pubblicità, pranzi, conferenze, viaggi, lezioni, letteratura alle associazioni professionali degli operatori sanitari. Porre contrasto a questo “sistema” collaudato, che avvinghia a doppio filo industria e operatori sanitari e che fa del marketing un fine strumento di persuasione collettiva – conclude Conti Nibali -, è impresa ardua e spinosa. Ma la salute non è una merce e, come tale, va difesa; noi medici abbiamo un compito “morale” che deriva dal nostro codice deontologico di sostenere, promuovere e difendere la salute dei nostri assistiti; per questo bisogna spendersi per il rispetto del Codice Internazione sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno”.

Leggi l’articolo di Sergio Conti Nibali su Quaderni acp

dicembre 2011

– Informazione o pubblicità?

La revisione della Direttiva proposta dalla Commissione Europea per informare i cittadini sui farmaci da prescrizione, è poco convincente. “Rimane il rischio di pubblicità diretta al consumatore” dicono ISDB  (International Society of Drug Bulletins), MiEF (Medicines in Europe Forum) e HAI (Health Action International) nel comunicato stampa del 1° dicembre scorso dove spiegano perchè la Direttiva non comporta in realtà alcun valore aggiunto, anzi è un pericolo per la salute pubblica e per la sostenibilità dei sistemi sanitari. “Non risponde al bisogno dei pazienti di un informazione affidabile, indipendente e comparativa; mantiene la confusione dei ruoli (l’industria farmaceutica dovrebbe piuttosto riconcentrarsi sul suo ruolo di salute pubblica, ossia quello di cercare nuovi farmaci per esigenze di salute non ancora soddisfatte); potrebbe peggiorare la salute pubblica (un aumento del consumo e l’uso irrazionale dei medicinali porterebbe a un aumento delle reazioni avverse e delle interazioni tra farmaci) e portare a un’ingiustificata crescita delle spese farmaceutiche con un impatto negativo sui sistemi sanitari”. Medicines in Europe Forum, ISDB e HAI Europe si rivolgono quindi a tutti i Ministri della Salute dell’Unione Europea perche’ continuino a rifiutare di prendere in considerazione questa proposta legislativa. I Nograzie condividono le valutazioni di MiEF, ISDB e HAI e si augurano che anche il Ministro della salute italiano prenda posizione in tal senso.

il comunicato stampa di ISDB, MiEF e HAI (tradotto in italiano)

Il comunicato stampa di ISDB, MiEF e HAI (originale in inglese)

Per approfondire il tema e l’iter della proposta, si veda nel sito la pagina sulla Pubblicità dei farmaci diretta al cittadino

– filantropia sanitaria globale e istituzioni: come affrontare i conflitti di interesse?

L’influenza dei donatori privati sulla salute globale sta diventando sempre più profonda e in grado di determinare grandi trasformazioni. Un articolo pubblicato su PLoS Medicine lo scorso aprile ha analizzato i molteplici intrecci finanziari tra le fondazioni filantropiche coinvolte in attività per la salute – con particolare attenzione per la Fondazione Gates – e vari tipi di industrie (Coca Cola, Kraft, Monsanto, ecc. oltre a varie industrie del farmaco). Gli autori si pongono alcune domande chiave: da dove vengono i soldi? Chi decide? Chi trae vantaggi dalle decisioni prese? Ne esce un quadro poco rassicurante e il dubbio lecito di essere in presenza di conflitti di interesse con ricadute pesanti sulla salute, specialmente delle popolazioni più povere. Un tema emerso anche durante l’ultima Assemblea mondiale della sanità e sul quale la discussione rimane aperta, grazie soprattutto alle associazioni della Società Civile. Gli autori dello studio pubblicato su PLoS, riportano alcune proposte per mitigare i potenziali conflitti di interesse delle fondazioni: la separazione delle funzioni di gestione degli investimenti e del consiglio di amministrazione; la dichiarazione trasparente dei legami con aziende e degli investimenti personali e una gestione oculata dei conflitti; la necessità di un dibattito pubblico con le comunità locali oggetto di investimenti e programmi delle fondazioni. Ci auguriamo che queste proposte vengano prese in seria considerazione e che si presti la dovuta attenzione – come è stato fatto per i danni provocati dai conflitti si interesse presenti in altri ambiti – a prevenire conseguenze negative sulla salute pubblica di eventuali scelte fatte dalle fondazioni sulla base di propri interessi.

L’articolo di PLoS

Sintesi e traduzione libera di Fabio Suzzi

– la Dichiarazione dei Diritti Umani compie 63 anni

Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Fu una delle espressioni più alte di civiltà, ma è rimasta un traguardo lontano. Oggi più che mai in tutto il mondo si chiede con forza che venga rispettata.

La dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Video sulla protesta globale per i Diritti Umani

 

– la “bufala d’oro” dell’anno

La “bufala d’oro” di quest’anno è stata assegnata a Diederik Stapel. Il riconoscimento – ci spiega il Maestro Sun Tzu sul blog Attentiallebufale – gli è stato conferito per la sua pratica truffaldina di ricercatore prestidigitatore: pare che abbia all’attivo decine e decine di articoli taroccati”.

Leggi il post sul blog Attentiallebufale

– un Sunshine Act per l’Europa

Andrew Jack, giornalista del Financial Times, inizia il suo articolo sul British Medical Journal (BMJ) raccontando la vicenda che vide coinvolta, nel 2009, l’industria farmaceutica Cephalon (ora incorporata nella Teva). La ditta invitò 13 medici inglesi a Lisbona a un congresso europeo ma l’invito non si limitò alle spese di viaggio e soggiorno. Un documento interno alla Cephalon descrive così la serata offerta allo staff e ai medici: “La cena fu fantastica … poi fino alle 3 di notte tra bar e night club. Tutti gli invitati furono entusiasti, ebbero parole di elogio per l’Effentora (fentanyl) e dichiararono che avrebbero cominciato a prescriverlo”. In seguito alla denuncia di un ex  addetto alle vendite della Cephalon, fu avviata un’inchiesta che portò a una reprimenda pubblica  per la ditta e fornì nel contempo un esempio delle tattiche che legano industria e medici. Episodi come questo, insieme a molti altri ben più problematici, a volte perseguiti penalmente, hanno portato alla creazione di codici regolatori da parte delle aziende farmaceutiche in molte parti del mondo e alla richiesta ai politici di atti legislativi per rendere trasparenti i rapporti tra industria e medici. Negli USA, in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica, è stata approvata nel 2010 una legge (Sunshine Act) che renderà obbligatoria la dichiarazione di tutti i pagamenti fatti ai medici dall’industria, a partire dal 2013. In Europa le pressioni in tal senso sono più limitate, ma alcune nazioni si stanno muovendo (Danimarca, Olanda, Scozia e Francia). In Italia il traguardo appare lontano; manca la consapevolezza dell’urgenza e della gravità del problema. Non ci resta che augurarci di avere al più presto un Sunshine Act per l’Europa  che obblighi alla trasparenza tutti i paesi dell’Unione. E’ vero che le condizioni che creano conflitti di interessi, con tutte le loro possibili conseguenze, non scompaiono dichiarandole, ma la trasparenza sarebbe un primo passo importante.

Leggi la traduzione commentata di Sergio Conti Nibali

Leggi l’extract dell’articolo di Andew Jack sul BMJ

– cellulari e tumori: tra colpi di scena e conflitti di interesse

L’associazione tra uso di cellulari e insorgenza di tumori, negata per anni, è tornata alla ribalta lo scorso mese di giugno quando la IARC (l’Agenzia internazionale per lo studio dei tumori che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità) ha classificato le onde emesse dai telefonini come possibili cancerogeni (si veda l’articolo di Ernesto Burgio). La puntata di Report (RAI3) del 27 novembre, ha ripercorso le complesse vicende che hanno preceduto la classificazione della IARC “tra colpi di scena e conflitti di interesse dei ricercatori coinvolti”, si legge sul sito di Report. “L’inchiesta di Sabrina Giannini svela i retroscena della scienza finanziata, prevalentemente, dalle industrie del settore”.

La puntata di Report sui cellulari

 

novembre 2011

– futuri medici “indignati”

Al secondo seminario sui conflitti di interesse tra medicina e industrie farmaceutiche del Segretariato italiano degli studenti di medicina (SISM), le presenze (oltre 70) erano più del doppio rispetto all’anno precedente, ma l’organizzazione era, anche questa volta, estremamente sobria. “Altro che resort a 5 stelle con sauna, beauty farm e ristoranti di lusso”, scrive Ranieri Salvadorini su Repubblica.it. “Il workshop organizzato dagli studenti del SISM è ben lontano dalle location abituali della maggior parte dei “convegni di formazione” per i medici, in genere sponsorizzati dalle industrie del farmaco. Per tre giorni, a Ulignano, paesino del Senese, si è discusso in uno stanzone che fa anche da sala mensa, si è mangiato dalla gavetta (“per non offendere l’ambiente”) e si è dormito al freddo su stoino e in sacco a pelo”. Le parole di Bruno, uno dei partecipanti, spiegano bene i principi che ispirano questi ragazzi: “Io voglio fare il medico e lo voglio fare come lo si faceva una volta, voglio potermi prendere cura dei miei pazienti, mi piace. Anche per questo sono qui, perché per gestire il condizionamento a cui siamo sottoposti bisogna mettersi in rete, stare all’erta”. Difendere l’integrità della futura professione, è un impegno sentito dagli studenti di medicina di tante parti del mondo, spesso in collegamento con gruppi di medici mossi dal medesimo obiettivo, come spiegano su La Stampa Gianna Milano e Ranieri Salvadorini. Dagli USA, al Canada, dall’Australia, alla Spagna, e ora anche in Italia, dove gli studenti fanno riferimento al Centro per la Salute internazionale (CSI) dell’Università di Bologna e ai Nograzie. “L’obiettivo del Sism, adesso, è entrare ancora più nel vivo del problema, promuovendo specifiche azioni di pressione”. Per Alice Fabbri, specializzanda del CSI, gli studenti possono diventare un motore di trasformazione per un ritorno dell’etica nella professione medica. E Cristiano Alicino, ricercatore, conclude: «Bisogna sottrarsi all’idea che i condizionamenti di Big Pharma siano ineluttabili».

L’articolo di Ranieri Salvadorini

L’articolo di Gianna Milano e Ranieri Salvadorini

– un’ovazione per David Sanders!

L’intervento di David Sanders alla conferenza mondiale di Rio de Janeiro sui determinanti sociali della salute, ha ricevuto un’ovazione e non solo da parte delle associazioni che rappresentano la società civile. “Vi è un inaccettabile divario tra ricchi e poveri – ha dichiarato Sanders – una donna su 10 nei paesi poveri muore di parto e il 35% delle morti dei bambini nel mondo è dovuto alla malnutrizione. E la malnutrizione è collegata agli accordi per il libero commercio. I paesi del Nord sovvenzionano la propria agricoltura esportando cibo nei paesi impoveriti e inondando i loro mercati”. Sanders ha ricordato inoltre che l’UNICEF trasporta il Plumpy’nut (una pasta a base di arachidi) dalla Francia in Africa per trattare la malnutrizione. Determinando così una medicalizzazione del problema e spostando l’attenzione dal fatto che i paesi africani importano cibo e, nello stesso tempo, vendono i loro terreni migliori alle compagnie transnazionali. Ha poi sollevato il problema del commercio degli operatori sanitari che emigrano dal Sud al Nord del Mondo e che comportano, ad esempio, per gli USA un risparmio di 184.000 $ in costi di formazione per ogni professionista importato. Un altro modo con cui il Sud sovvenziona il Nord del mondo. E ha fatto presente la grande influenza delle Fondazioni private che sono diventate i maggiori finanziatori delle commissioni delle Nazioni Unite, mentre gli stati membri non le finanziano come dovrebbero. Ha terminato facendo presente che il People’s Health Movement – di cui Sanders fa parte – ha prodotto una Dichiarazione alternativa promossa dalla società civile che contiene 10 richieste chiare, come la Tobin tax (la tassa sulle transazioni finanziarie). Perchè non l’hanno chiesta le Nazioni Unite?

traduzione in italiano dell’intervento di David Sanders 

sintesi delle relazioni di David Sanders e di altri alla conferenza di Rio (in inglese)

le 10 azioni proposte dalla Dichiarazione alternativa (in italiano)

video della standing ovation a David Sanders

– crisi del capitalismo e salute

Angelo Stefanini scrive sul Blog Saluteinternazionale.info le sue considerazioni a margine di un convegno militante tenutosi recentemente ad Ankara“Data la mole di letteratura ormai disponibile, dice Stefanini, non c’era bisogno di partecipare a un convegno internazionale – “Crisi del capitalismo e salute” – per avere conferme che il capitalismo fa male alla salute. Ciò che invece i partecipanti hanno vissuto in tre giorni di discussioni ad Ankara, Turchia, è stata l’energia intellettuale che scaturiva dalla percezione di far parte di una lotta comune di cui ciascuno portava la propria testimonianza. Dai vari interventi è apparso chiaro il violento assalto che in questo momento storico sta subendo la sanità di tutti i paesi, stretta tra forze che tentano di trasformarla in una merce e tra quelle che premono per renderla (o mantenerla) un servizio totalmente pubblico.

il post di Angelo Stefanini su Saluteinternazionale.info

– il codice violato 2011

Il Codice violato è la pubblicazione quadriennale di IBFAN Italia (IBFAN, International Baby Food Action Netwotk) che raccoglie le violazioni registrate nel periodo di riferimento nel nostro paese, oltre a riportare il riassunto dell’analoga versione internazionale “Breaking the Rules, Stretching the Rules”. La versione del 2011 si può acquistare tramite il sito di IBFAN Italia dove è visibile l’indice.

Il codice violato 2011 cos’è, come acquistarlo

– la promozione scientifica dei nuovi farmaci

“Quali sono le fonti più qualificate per avere una valutazione della qualità scientifica degli studi clinici randomizzati relativi ad uno specifico farmaco? I procedimenti giudiziari che vedono coinvolte le aziende farmaceutiche”. Inizia così un articolo di Giuseppe Tibaldi su. n. 1/2011 di Dialogo sui Farmaci, che descrive come, nel corso di questi procedimenti giudiziari, si è potuto verificare in modo accurato quale sia la strategia delle aziende farmaceutiche nella creazione delle evidenze scientifiche favorevoli, necessarie per la credibilità scientifica di un loro prodotto. I due casi più significativi citati, riguardano la promozione del rofecoxib e della sertalina. I principali attori invisibili di questo scenario nascosto, sono gli autori fantasma (ghostwiters), gli autori ospiti (guestauthors) e le aziende private specializzate nella promozione scientifica di un nuovo farmaco. Inoltre le industrie farmaceutiche ottengono i risultati che vogliono anche grazie a scelte metodologiche precise nella conduzione degli studi, che apparentemente non ne inficiano la qualità scientifica e permettono di superare facilmente la possibile barriera dei Comitati Etici incaricati di valutarli. Ciò che emerge – spiega Tibaldi – è una forma di esplicita manipolazione degli studi di efficacia che prende il nome, nel suo complesso, di “ghost management” (gestione fantasma).

l’articolo di Giuseppe Tibaldi su Dialogo sui farmaci

– Un Pediatra per Amico libero dalla pubblicità

Dallo scorso mese di ottobre Un Pediatra per Amico (UPPA), rivista per i genitori scritta e diffusa dai pediatri, ha deciso di rinunciare alla pubblicità. Si legge sul sito di UPPA: “Questo numero di UPPA esce senza la “rete di protezione” della pubblicità. Tutti i giornali sostengono una parte dei costi con la pubblicità che viene in abbondanza se si fa parte di un gruppo editoriale, oppure se si accetta di condizionare il contenuto agli interessi degli inserzionisti. UPPA ha scelto di essere indipendente”. Ci complimentiamo con UPPA. Una scelta sicuramente apprezzata anche dai genitori, sempre più attenti alle possibili influenze degli interessi del mercato sulle informazioni che riguardano la salute dei loro figli.

la notizia sul sito di UPPA

– le linee guida sono basate sulle evidenze?

Le linee guida (LG) servono a  standardizzare i metodi di cura secondo le migliori e aggiornate evidenze scientifiche. Per produrle si cercano in genere esperti di quel settore, che possono avere o aver avuto legami economici con l’industria farmaceutica a vario titolo. Questi conflitti di interesse (COI) creano la condizione del ‘servo di due padroni’. Proprio per questo di recente l’Institute of Medicine ha raccomandato l’esclusione di soggetti con COI dalla stesura di LG. Per valutare l’incidenza del fenomeno alcuni ricercatori di università americane hanno pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) uno studio sulla prevalenza dei COI tra i membri estensori di LG su diabete e dislipidemie in USA e Canada. E’ risultato che più della metà degli estensori delle LG avevano COI. Le LG sponsorizzate da organizzazioni governative avevano in genere meno COI di quelle sostenute da  sponsor non governativi (16% vs 69%). L’articolo conclude rimarcando la notevole influenza dell’industria farmaceutica e auspica per il futuro una produzione di LG compilate da medici e ricercatori privi di COI, unica strada per migliorare la qualità. L’articolo è commentato da un editoriale che invita a un cambio di mentalità sul problema dei COI, dal momento che la legislazione da sola non ha prodotto risultati sufficienti. Bisognerebbe stigmatizzare come inaccettabili i COI considerandoli alla stregua del fumo in un luogo pubblico. Fino ad allora continueremo ad essere servi di  questa industria del farmaco che modella i suoi comportamenti sull’andamento di mercato. E in Italia? Si chiede Giovanni Peronato, facendo riferimento alle recenti indicazioni AIFA sui farmaci per le dislipidemie

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato  

– la storia dell’acqua in bottiglia

In un video della serie “La storia delle cose”, Annie Leonard racconta come le aziende abbiano convinto i cittadini a bere acqua in bottiglia invece di quella del rubinetto. Nel filmato si parla degli enormi consumi di acqua in bottiglia negli USA, ma anche l’Italia non scherza. L’acqua è un diritto, vorrebbero farcelo dimenticare. Non lasciamoci ingannare!

il Video sulla storia dell’acqua in bottiglia

il sito del Forum italiano dei movimenti per l’acqua bene comune

ottobre 2011

– medici americani partecipano all’occupazione di Wall Street

Il movimento “Occupy Wall Street” (occupare Wall Street) sta dilagando negli USA. Un post di Mattew Anderson sul Blog di Social Medicine, informa che anche i medici di alcune associazioni e i medici del Bronx, oltre a molti infermieri, stanno partecipando alle dimostrazioni di protesta pacifica che si stanno svolgendo negli USA contro l’attuale sistema economico-finanziario. “Cosa ha a che fare la salute con Wall Street?” si chiede Matthew Anderson e la risposta in sintesi è che “se l’economia non è buona, il popolo non sarà sano”.

Vedi il post su Social Medicine

– Linee Guida francesi ritirate per potenziali conflitti di interesse

Il British Medical Journal informa che, in Francia, la più alta Corte amministrativa ha deciso il ritiro immediato di linee guida prodotte dall’Autorità Sanitaria di quel paese, per potenziali distorsioni e mancata dichiarazione dei conflitti di interesse da parte di alcuni autori. Il problema era stato sollevato da Formindep (associazione francese che promuove la formazione e l’informazione medica indipendente) che si è rivolta alla Corte dopo il rifiuto dell’Autorità di ritirare le linee guida sul diabete di tipo 2 e sulla malattia di Alzheimer. L’accusa di Formindep riguardava il fatto che icoordinatori di entrambi i gruppi di lavoro avevano conflitti di interesse “maggiori” e 4 membri del gruppo di lavoro sul diabete di tipo 2 non avevano presentato la dichiarazione pubblica sui conflitti di interesse. Contravvenendo così alla legge nazionale sui conflitti di interesse e alle regole interne della stessa  Agenzia. Il presidente dell’Autorità, Jean-Luc Harrousseau, ha annunciato che tutte le linee guida prodotte dal 2005 verranno riesaminate per quanto riguarda la gestione del conflitto di interessi e, se necessario, ne verranno ritirate altre. E in Italia? Attualmente i conflitti di interesse di chi redige linee guida o raccomandazioni delle Agenzie nazionali non sono accessibili. Il Sistema Nazionale Linee Guida richiede agli esperti una dichiarazione ma non ne pubblica i risultati. E le regole per la gestione di eventuali conflitti di interesse non sono note. Un primo traguardo auspicabile sarebbe la trasparenza.

Leggi la traduzione libera di Luisella Grandori

Leggi l’extract dell’articolo del BMJ

– le nuove indicazioni dell’Agenzia del farmaco allargano l’uso delle statine

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha rivisto di recente le indicazioni per la prescrizione degli agenti ipolipemizzanti. Le modifiche attuate comportano nei fatti un notevole allargamento della popolazione sottoposta a prevenzione primaria con statine. Un articolo di Alessandro Battaggia sul n. 4 di Dialogo sui farmaci (Dsf) analizza in dettaglio le nuove indicazioni mettendone in luce le criticità. All’articolo è correlato un editoriale di Silvio Garattini che si chiede con quali criteri e con quali evidenze siano state realizzate le valutazioni dell’AIFA A suo parere “L’AIFA non ha certo agito tenendo presente la medicina basata sull’evidenza”. Dsf avverte che le numerose richieste di chiarimento pervenute all’AIFA sulle nuove indicazioni verranno sottoposte al vaglio della la Commissione tecnico-scientifica. Ci auguriamo – per la salute dei cittadini – che vengano modificate le tante criticità rilevate e che vengano rese pubbliche le dichiarazioni dei conflitti di interesse dei membri della Commissione e le regole stabilite per la loro gestione.

Leggi l’articolo di Battaggia

Leggi l’editoriale di Garattini

 

– summit sulle malattie croniche: tutti i nodi vengono al pettine

La 66a assemblea delle Nazioni Unite, svoltasi a New York il 19-20 settembre, ha dedicato al tema delle malattie non trasmissibili (NCDs non communicable diseases) una riunione di alto livello. E’ la seconda volta,  dopo L’AIDS nel 2001, che un argomento di salute entra nell’agenda dell’ONU. I numeri dei  quattro  grandi killer oggetto del summit (malattie cardiovascolari, diabete, tumori, malattie respiratorie croniche), sono noti e sono peraltro note anche  le contromisure più efficaci. Perchè allora il documento finale sembra così timido? Solo buoni propositi, dichiarazioni di principio, nulla di realmente vincolante, niente obiettivi  precisi e misurabili, nessuna allocazione di risorse. Che avesse ragione Margaret  Chan, direttore generale dell’OMS quando  quest’anno a Mosca ha detto: la maggior parte delle minacce nei confronti della salute che contribuiscono alle NCDs vengono dalle corporazioni che sono grandi ricche e potenti, guidate da interessi commerciali,  e per nulla ‘amichevoli’ nei confronti della salute? In effetti esistono soggetti portatori di potenti interessi che sugli stili di vita insalubri guadagnano: industria del tabacco e dell’alcol, produttori di cibi e bevande, case farmaceutiche, etc. Ma la domanda fondamentale è: perché  i rappresentanti di questi interessi forti siedono immancabilmente ai tavoli in cui si decide riguardo alla salute pubblica? Le industrie andrebbero opportunamente coinvolte negli aspetti pratici della fase attuativa, non come membri del gruppo che sviluppa le politiche. E come mai  tra i fattori di rischio non risulta l’inquinamento? Una svista troppo vistosa per poter passare inosservata. Che l’argomento sollevi interessi talmente grandi da non poter essere neanche citato? Insomma la madre di tutte le  preoccupazioni degli osservatori più sensibili è che gli interessi privati finiscano per prevalere sulla decisione di interventi per la salute pubblica basati su prove di efficacia. Maledetti conflitti di interessi. Stretti tra conflitti di interesse, i cittadini come al solito risultano schiacciati, come la recente crisi economica dimostra.

Leggi tutto l’articolo di Vittorio Fontana

– più di 140 organizzazioni non governative scrivono all’ONU

In occasione del summit per le malattie croniche, più di 140 organizzazioni non governative hanno scritto alle Nazioni Unite per esprimere la loro preoccupazione e fare due richieste fondamentali: 1) che si riconosca e si faccia distinzione tra le industrie, comprese le organizzazioni no-profit coinvolte negli interessi commerciali, e le organizzazioni non governative di pubblico interesse, entrambe attualmente comprese nella definizione di “Società Civile”, senza distinzione; 2) che si sviluppi un “Codice di Condotta” che stabilisca chiare regole di base per interagire con il settore privato, gestisca i conflitti di interesse e faccia distinzione tra lo sviluppo delle politiche e un coinvolgimento appropriato nell’attuazione.

Leggi il documento delle organizzazioni non governative (in inglese)

Leggi il documento delle organizzazioni non governative  (in italiano)

 

– lettera a un ministro della salute immaginario

Tony Delamothe, vice-direttore del British Medical Journal (BMJ), dopo la conclusione del summit delle Nazioni Unite sulle malattie croniche del 19 e 20 settembre a New York, ha scritto una lettera a un ministro della salute immaginario. “Lei sa già che le malattie cardiache, polmonari, i tumori e il diabete, messe insieme uccidono metà della popolazione del suo paese”, esordisce Delamothe interpellando il Ministro. “Il summit riconosce che la prevenzione è la pietra miliare delle risposte alle malattie croniche. Quindi cosa deciderà di fare per i fattori di rischio messi in luce dal summit: uso di tabacco, dieta non salutare, mancanza di attività fisica e abuso di alcol?”. Con una serie di esempi inequivocabili, Dealmothe dimostra al Ministro che gli strumenti più efficaci per modificare comportamenti rischiosi e prevenire le malattie croniche oggetto del summit, sono la legislazione, i regolamenti e le tassazione. Mentre l’industria vorrebbe che le misure da prendere fossero volontarie. E conclude la lettera dicendo: “La dichiarazione del summit che anche lei ha firmato sarebbe stata molto più onerosa se le politiche e gli obiettivi concordati da paesi come il suo non fossero stati sistematicamente ‘cancellati, diluiti e abbassati di livello’ come hanno lamentato il mese scorso al segretariato generale delle Nazioni Unite, le associazioni per le 4 malattie in discussione. Ma non c’è niente che le impedisca di agire secondo le evidenze accumulate”.

Leggi la traduzione libera di Luisella Grandori 

Leggi l’extract dell’articolo sul BMJ

settembre 2011

– la risposta del presidente Bianco

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha risposto alla nostra lettera aperta che chiedeva di fare chiarezza sulla denuncia di coinvolgimento di un medico nelle vicende inquietanti di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001. Ringraziamo pubblicamente il dr. Amedeo Bianco per l’attenzione e per l’informazione trasparente. Ci auguriamo che si riesca a fare luce al più presto su quanto accaduto.

Leggi la risposta del presidente Bianco

Leggi la lettera dei Nograzie 

– telefoni cellulari: 10 richieste e 10 consigli

I Medici di Vienna hanno formulato 10 richieste rivolte ai media e ai politici su telefoni mobili e wi-fi. Il documento sta girando attraverso varie associazioni europee, tra le quali  A.P.P.L.E. (Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog) che è impegnata da tempo in Italia in diverse azioni di informazione sul tema con particolare attenzione alle scuole.

Il documento dei Medici di Vienna (tradotto in italiano)

Il documento dei Medici di Vienna (in inglese)
Le 10 regole per l’uso sicuro del cellulare (Campagna di A.P.P.L.E)

– il Benfluorex, una storia ignobile

Una saga durata 33 anni. Tra i 500 e i 2.000 cittadini francesi sono morti (e molti di piu si sono ammalati) di valvulopatia cardiaca in seguito all’assunzione tra il 1976 e il 2009 di benfluorex, un farmaco anoressizzante travestito da adiuvante glicometabolico per soggetti diabetici. La storia di come ciò sia potuto accadere è ignobile, come tutte le storie che fanno prevalere sul diritto alla salute delle persone gli interessi economici di qualcuno, in questo caso quelli dei laboratori Servier, secondo gruppo farmaceutico francese. Questa la premessa  all’articolo pubblicato sul n. 3/2011 di Dialogo sui Farmaci. Su Saluteinternazionale.info Guido Giustetto aggiunge altre notizie interessanti su “come le strategie di marketing, la promozione e la lobby, siano riuscite a tenere in commercio per più di 30 anni un farmaco (e venderne oltre 145 milioni di confezioni a più di 2 milioni di pazienti) che fin dall’inizio della sua commercializzazione presentava evidenti elementi di pericolosità per la salute”. Un altro particolare singolare è la censura del sottotitolo del libro di Irène Frachon, medico francese che ha vissuto in prima persona la vicenda del benfuorex (commercializzato in Francia come Mediator) nella tenace difesa della salute dei suoi pazienti. Al libro intitolato “Mediator 150 mg. Combient de morts?” (Quanti morti?) – spiega la rivista Préscrire – è stato censurato il sottotitolo “Quanti morti?”.

Leggi l’articolo di Giustetto su Saluteinternazionale.info

agosto 2011

– la ricerca pubblica deve beneficiare la società, non il grande business

Più di 100 organizzazioni di ricerca e della società civile (compresi i Nograzie) hanno mandato una lettera aperta alla Commissione Europea in merito alle strategie per il finanziamento della ricerca proposte per il periodo 2014-2020. Questa lettera è ora aperta alle adesioni individuali.

Per firmare la Lettera vai sul sito di Sciences Citoyennes

Vedi la traduzione della Lettera in italiano

– i dispositivi medici in Europa – il prezzo che la salute paga all’innovazione

Apparecchiature per aerosol e la ventilazione assistita, apparecchiature per la chirurgia e la dialisi, pacemaker e valvole cardiache, cateteri e sonde, ma anche profilattici e impianti dentali. Questi e molti altri, oltre 200.000 nella sola Europa, sono i dispositivi medici, regolamentati dalla Direttiva CEE 93/42. Questa permette, secondo John Wilkinson, direttore dell’associazione dell’industria Europea dei dispositivi medici, “il più rapido accesso alla tecnologia medica assicurando i più alti standard di sicurezza”. Ma se le condizioni sono favorevoli per l’industria, non tutti sono d’accordo che ciò sia altrettanto vero per i pazienti. Il dibattito su come garantire innovazione e sicurezza si svolge all’interno delle commissioni europee, ma una serie di articoli recentemente pubblicati sul British Medical Journal cerca di fare luce sul problema. E si impara ad esempio che per una protesi dell’anca, il ritiro dal commercio è avvenuto solo dopo anni in cui l’azienda ha negato che le protesi fossero causa di dolore e invalidità nei pazienti. A posteriori sembra che le parti metalliche rilasciate dall’usura della protesi siano la causa della reazione che distrugge i tessuti molli periarticolari. Inoltre, in alcuni pazienti, i metalli di cui la protesi è fatta – ioni cromo e cobalto – venivano rilasciati nel sangue e nel liquido cefalorachidiano dei pazienti. Questa vicenda mostra il potere delle aziende nel decidere del destino dei loro dispositivi e al contrario la debolezza delle agenzie regolatorie in Europa. E’ necessario disegnare un nuovo equilibrio per creare un ambiente regolatorio che incoraggi la progettazione e la diffusione di dispositivi medici e provveda uno standard di sicurezza tale per cui chi usa il dispositivo sia sicuro che è stato adeguatamente esaminato.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

– indicatori surrogati di malattia sotto inchiesta: correlazioni incerte, conseguenze fatali

Viviamo in un’epoca in cui la medicina é pervasa da numeri, afferma Moynhian in uno dei suoi consueti articoli sul BMJ. Sono i marcatori surrogati e misurano il livello del rischio individuale di contrarre una certa malattia. Una persona sana può essere dichiarata malata (almeno potenzialmente) se non ha i ‘numeri giusti’. Le malattie principali della nostra epoca, infarto, ictus, diabete, fratture ossee, vengono per così dire scambiate con numeri che indicano rispettivamente i livelli di colesterolo, pressione arteriosa, glicemia, densità minerale ossea. Questi numeri devono sottostare a un limite artificiosamente imposto da comitati  di ‘esperti’, in caso contrario si diventa bisognosi di intervento farmacologico. In questo modo il significato originale di prevenzione si é gradualmente perduto, scambiando i fattori di rischio con le malattie e gli obiettivi centrati sul paziente (aumentata sopravvivenza) con quelli centrati su parametri biologici (raggiungimento di un target numerico). Esistono numerosi e tragici esempi di come perseguendo il miglioramento di un marker surrogato non si siano ottenuti i risultati attesi, in molti casi giungendo al paradosso di aumentare la mortalità. E’ tempo di rivedere questo sistema che scambia le malattie con i loro marcatori surrogati. Si é arrivati a una eccessiva semplificazione della patogenesi delle malattie, anche sulla spinta di studi sponsorizzati dall’Industria del farmaco. I benefici paventati dai risultati degli studi potrebbero in realtà essere ‘artefatti’, letteralmente creati ad arte (dallo sponsor). E’ ora di insegnare nuovamente agli studenti di medicina ad occuparsi della salute delle persone e non solo dei loro marcatori biologici, dice G. Guyatt, docente alla McMaster University e di chiederci – conclude Moynhian – se non esista un modello nuovo e più sano di medicina basato su sistemi meno costosi e pericolosi per ridurre le sofferenze umane.

Leggi la traduzione e i commenti di Giovanni Peronato

Leggi l’extract dell’articolo di Moynhian

– dati di prescrizione e promozione dei farmaci negli USA

Nei mesi scorsi negli USA si è discusso sulla possibilità che gli Stati regolamentino (nei fatti impediscano) la vendita da parte delle farmacie dei dati di prescrizione dei singoli medici all’industria farmaceutica che li utilizza per rendere più efficaci e individualizzati gli incontri dei loro rappresentanti con i medici stessi. La legge del Vermont che andava in questa direzione è stata cassata dalla Corte Suprema, che si é appellata al diritto di parola, sancito dal primo emendamento della Costituzione. Questa sentenza ha privilegiato la difesa di un mero fatto commerciale, volto a influenzare le prescrizioni dei medici, rispetto alla privacy di medico e paziente e alla tutela di un’informazione non menzognera e fuorviante. La sentenza apre peraltro inedite strade alla possibilità di deregulation su temi altamente sensibili come quelli normati dalla FDA, per esempio sulla pubblicità dell’uso off label (fuori delle indicazioni autorizzate) dei farmaci. In Italia, per fortuna e per ora, vige il divieto per le farmacie di fornire ai rappresentanti farmaceutici, definiti Informatori Scientifici del Farmaco (ISF), notizie sulle abitudini prescrittive dei medici, come stabilito dai  regolamenti regionali, basati sulle linee Guida di regolamento regionale dell’informazione scientifica sul farmaco. Guido Giustetto ha scritto una sintesi dei contenuti di tre articoli pubblicati sul New England Journal of Medicine sulle limitazioni proposte negli USA e le contestazioni della Corte Suprema.

Leggi l’articolo di Guido Giustetto (contiene anche i link agli articoli del New England, tutti a libero accesso)

luglio 2011

– lettera aperta al presidente Bianco

Nell’articolo “G8 di Genova. Il medico di Bolzaneto ha fatto carriera” pubblicato sul Fatto quotidiano del 13 luglio, si riferisce che un medico coinvolto nelle vicende di Genova 2001, è uscito dal processo solo grazie alla prescrizione e secondo la Corte d’Appello “anziché lenire la sofferenza delle vittime di altri reati, l’aggravò, agendo con particolare crudeltà su chi inerme e ferito, non era in grado di opporre alcuna difesa”. Inoltre si denuncia che non sia stato sanzionato in alcun modo, anzi premiato. Abbiamo scritto una lettera aperta al presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Amedeo Bianco, per chiedergli di fare luce sull’accaduto. Il Codice Deontologico è molto chiaro: “dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera”.

Leggi la lettera aperta al presidente Bianco

Leggi l’articolo sul Fatto quotidiano

– Diaz, non lavate quel sangue

E’ stata annunciata l’uscita imminente del film di Daniele Vicari “Diaz, non lavate questo sangue”, che ricostruisce gli eventi drammatici del G8 di Genova 2001 nella scuola Diaz. “Racconto qualcosa che non avrebbe dovuto accadere – dice Vicari – e temo che possa succedere ancora, perché nessuno delle istituzioni ha avuto il coraggio non dico di chiedere scusa ma almeno di fare davvero chiarezza sui fatti”. Amnesty International  ha definito quei fatti “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Siamo anche noi insieme ai tanti che non vogliono dimenticare e chiedono che sia fatta luce su quanto accaduto.

Vedi il trailer del film

Leggi qualche notizia sul film

– malattie croniche: un progetto apparentemente virtuoso

Sul British Medical Journal del 9 luglio Iona Heath (presidente del Royal College dei Medici di famiglia britannici) critica il piano per le malattie croniche proposto dalla Non-Communicable Diseases Alliance, che sarà discusso il 19 e 20 settembre a New York in un summit con le Nazioni Unite. Le preoccupazioni della Heath sono principalmente due. La prima è la necessità di distinguere tra morte precoce/evitabile o meno. La NDC Alliance afferma che “le NCDs contribuiscono in larga misura alla mortalità globale”. Ma non è esattamente così. In Europa l’81,2% degli uomini e il 90,4% delle donne muoiono per una malattia cronica; in Africa solo il 24% degli uomini e il 25,8% delle donne. Quando la gente è messa in condizione di arrivare alla vecchiaia, allora si – afferma la Heath – che morirà per una malattia cronica. Gli sforzi andrebbero concentrati piuttosto sulla mortalità precoce/evitabile con un efficace e tempestivo sistema di cure. La seconda preoccupazione è il riferimento a valori pressori >140/90 mmHg o concentrazioni di colesterolo >5,2 mmol/L. Queste soglie inopportune – dichiara la Heath – hanno già prodotto una medicalizzazione senza precedenti nei paesi ricchi e hanno fatto sprecare imponenti quantità di risorse sanitarie. Sarebbe una vera tragedia se queste soglie venissero utilizzate anche nei paesi poveri. Lo stesso problema si estende ai programmi di screening tumorali. Le evidenze dimostrano rischi crescenti di eccessi di diagnosi (falsi positivi). La NCDs Alliance ha pubblicato un documento per “una prevenzione su larga scala, diagnosi precoce e programmi di screening per le popolazioni a rischio per NCDs”. Come mai? Secondo la Heat l’indizio deve essere ricercato nel suo “Gruppo di Supporters”: Roche, Medtronic, Sanofi-Aventis, Novo Nordisk, Takeda, Eli Lilly, Johnson & Johnson e Pfizer; queste aziende avrebbero un enorme profitto se screening inappropriati fossero implementati in ogni parte della terra! Come non condividere le preoccupazioni di Iona Heath?

Leggi la traduzione sintetica di Sergio Conti Nibali

Leggi l’extract sul BMJ

– medici per la decrescita

All’interno del movimento della Decrescita Felice è nato il progetto Medici per la decrescita. Partendo dai principi della teoria economica della Decrescita, propongono un uso appropriato dei farmaci e puntano sulla prevenzione attraverso stili di vita “decrescenti”; si impegnano a non medicalizzare eccessivamente eventi naturali (come gravidanza, menopausa, vecchiaia, ecc.); privilegiano un approccio olistico mirato al paziente piuttosto che alla malattia e il lavoro in equipe per favorire il confronto anche interdisciplinare. Hanno particolare attenzione alla salute in rapporto all’ambiente e, anche per questo aspetto, si rifanno ai principi della Decrescita. Tra i criteri per aderire al progetto, è compresa l’adesione (opzionale) alle regole  dei Nograzie. Salutiamo con gioia la nascita di questo nuovo gruppo coordinato da un giovane medico di Aosta, Jean-Louis Aillon.

Leggi il progetto Medici per la decrescita

– slow medicine

Per una medicina “sobria, rispettosa e giusta”, così definiscono gli obiettivi di Slow medicine i suoi fondatori che l’hanno presentata il 29 giugno a Ferrara. Un’idea di Andrea Gardini, da sempre impegnato sul fronte della valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria, che ha ripreso il termine (Slow medicine) coniato da alcuni medici stranieri. L’Istituto Change, con Giorgio Bert e Silvana Quadrino, è co-fondatore dell’Associazione. La proposta si rifà ad alcuni degli strumenti più condivisibili messi a punto negli scorsi decenni, come la medicina basata sulle evidenze e la medicina narrativa. Sottolinea inoltre l’importanza di buone pratiche comunicative e il concetto tanto caro a molti di noi del “far meglio con meno”. Per ora si tratta di una rete di idee in movimento, dicono i fondatori. Ne seguiremo con interesse le future evoluzioni.

Vedi il sito di Slow medicine

– Fukushima: radioattività nelle urine

Dopo giorni di prime pagine dei quotidiani e aperture dei telegiornali, il dramma di Fukushima è stato rimosso dalla nostra attenzione. Ma la comunità scientifica indipendente ci informa che la situazione è tutt’altro che tranquillizzante. Tracce di Cesio radioattivo sono state riscontrate in 15 persone residenti al di fuori della no-entry zone, oltre 40 Km dalla centrale nucleare. Normalmente – dice Ernesto Burgio, direttore scientifico di ISDE, Medici per l’ambiente – in caso di incidente quello che si va a verificare la cosiddetta esposizione (irradiazione) “esterna” mentre il dato veramente significativo è la contaminazione “interna” per via inalatoria, ma soprattutto per via alimentare. Il Cesio 137 si fissa nei muscoli e nel sistema nervoso centrale. Il suo ritrovamento è l’indicatore chiave di una contaminazione attraverso la catena alimentare. Il Cesio ha un’emivita di 30 anni e quindi rimane nelle catene alimentari per diversi decenni. Le quantità riscontrate nelle urine di queste persone sono superiori a quelle considerate ammissibili in un anno. Certo il campione è piccolo ma è stato raccolto in modo casuale (random) in persone che vivevano a grande distanza di spazio una dall’altra. Questo potrebbe significare che il problema riguarda un numero assai elevato di persone e che la loro esposizione è stata molto superiore a quanto riferito finora. Il Cesio si fissa nei tessuti anche degli animali e gli alimenti possono contenere una piccola fonte radioattiva che rimane attiva per decenni. Cosa significherà per il futuro che le catene alimentari e i fondali marini siano stati contaminati? Sarà un problema da valutare nei prossimi decenni, non è allarmistico affermare che la contaminazione sia potenzialmente globale. Speriamo che ci sia la volontà di monitorare questo dato tanto importante. I modelli di esposizione al rischio che continuano ad essere adottati, sono vecchi di 40 anni e non sono più validi. Il vero problema è l’esposizione a piccole dosi quotidiane di radionuclidi che si fissano nei tessuti, passano attraverso la catena alimentare e addirittura attraverso la placenta e raggiungono l’embrione e il feto determinando patologie nei bambini che si manifestano magari 20 anni dopo. Questa è la vera dimensione del discorso, conclude Burgio.

Senti l’intervista di Ernesto Burgio su “Cado in piedi”

Leggi le prime valutazioni sull’incidente di Fukushima di Giorgio Ferrari e Angelo Baracca

– conflitti di interesse nella sanità globale

“Il conflitto d’interesse raggiunge in Italia vette irraggiungibili. Ma il nostro non è certo l’unico luogo sulla terra dove si manifesta. Come meravigliarsi se a volte, nel settore salute, le politiche sembrano privilegiare gli interessi di pochi più che i diritti di molti.”, dice Adriano Cattaneo sul blog Saluteinternazionale.info. E fa una lista, in ordine alfabetico di alcuni  funzionari di alto livello di agenzie internazionali che alla fine del loro mandato sono passati armi e bagagli al servizio di multinazionali e altre imprese private. Una pratica sempre più diffusa: questi funzionari di alto livello sono in possesso di informazioni sensibili e confidenziali che potrebbero essere molto utili al settore privato per definire nuove politiche e strategie commerciali. Non meraviglia che ci sia una corsa per accaparrarseli. La lista è sicuramente incompleta, e manca una lista nazionale.

Leggi il post di Adriano Cattaneo su Saluteinternazionale.info

– le lezioni di Michael Sandel

Pare che Michael Sandel, professore di filosofia politica dell’Università di Harvard, stia infiammando i giovani di tante parti del mondo. Le sue lezioni sulla giustizia sollevano interrogativi etici su svariati temi d’attualità, intrecciando le teorie dei filosofi classici con la vita contemporanea. “Qual è la cosa giusta da fare?” chiede Sandel ai suoi studenti per ogni situazione concreta proposta alla discussione. Oltre alle sollecitazioni di Sandel, è particolarmente interessante ascoltare cosa dicono gli studenti.

Ascolta le lezioni di Michael Sandel (sottotitolate in inglese)

– let’s make money

L’ultimo documentario di Erwin Wagenhofer, Let’s make money (facciamo soldi), descrive i retroscena dell'”industria della finanza” attraverso interviste a esperti del settore di vari paesi del mondo. Una storia che parte da lontano, dagli anni ’70, con le azioni sostenute dal Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale: deregolamentare i mercati finanziari mondiali e la circolazione delle merci, indebolire gli Stati per ridurre la loro capacità di proteggere i cittadini ed esigere la privatizzazione delle industrie di Stato per poterle svendere a investitori esterni. I risultati drammatici di queste azioni sono ormai sotto gli occhi di tutti. Se continueremo su questa strada – dichiara Hermann Sheer membro del Bundestag tedesco –  ciò che è successo con la seconda guerra mondiale si ripeterà sotto un’altra forma. A pagare – conclude Sheer – sono sempre i comuni cittadini, i “piccoli”, coloro che non hanno alcun potere e influenza. A meno che non si organizzino per rappresentare i loro interessi con abbastanza forza per fermare questo processo.

Guarda il documentario Let’s make money su Youtube (sottotitolato in francese)

Leggi il commento di Cinemambiente

giugno 2011

– l’OMS verso la privatizzazione

Un articolo di Nicoletta Dentico sul Manifesto, spiega con chiarezza la grave situazione in cui si trova l’Agenzia creata per difendere la salute a livello mondiale. La questione è piombata al centro dell’arena negoziale già all’inizio dell’anno – dice Dentico – durante una riunione del Comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), quando la direttrice Margaret Chan ha preso in contropiede i 193 stati membri annunciando il proposito di imbarcarsi in una consistente ristrutturazione dell’agenzia. Con raro coraggio, secondo alcuni; con la sola (e meno nobile) intenzione di blindare la propria candidatura a un secondo mandato, secondo molti altri. Tant’è. La decisione di riformare la agenzia delle Nazioni Unite ha dominato incontrastata la discussione all’annuale Assemblea Mondiale della Sanità lo scorso maggio, agitando non poco gli animi della comunità impegnata in salute pubblica e conquistandosi le prime pagine della stampa internazionale. Si tratta di un passaggio storico per l’Oms, lo snodo più critico dai tempi della sua fondazione nel 1948. L’Oms è malata, i sintomi sono numerosi e anche gravi, ed emergono dai commenti di alcuni funzionari ai più alti livelli: assenza di visione sul proprio ruolo, mancanza di coraggio e di leadership, scarsa trasparenza, un’immagine pesantemente ammaccata negli ultimi anni dai ricorrenti episodi di commistione con l’industria farmaceutica (ad esempio nella gestione della influenza A e della H1N1, e nella scelta degli esperti di un gruppo di lavoro per l’innovazione medica). L’indipendenza dell’Oms è messa in dubbio dall’interno, laddove si riconosce che – sempre più spesso – la competenza tecnica dell’organizzazione deve essere negoziata politicamente con gli interessi degli stati, con esiti talvolta disarmanti. [continua]

Leggi l’articolo sul Manifesto

– chi dovrebbe definire le malattie?

Chi stabilisce i confini tra ciò che è da considerare normale, a rischio o patologico? E come avviene questo delicato processo? Ray Moynhian, giornalista e docente universitario australiano, analizza la situazione sulle pagine del British Medical Journal (BMJ) e si chiede come sostituire le attuali commissioni di esperti pieni di conflitti di interessi, che definiscono le malattie. La nostra propensione a prevenire le malattie e la morte precoce – dice Moynhian – sta portando a ridefinire sempre più persone sane come malate e a prescrivere loro dei farmaci che dovranno prendere per tutta la vita per ridurre i rischi. Allagare continuamente i limiti per definire una persona malata e abbassare le soglie per il trattamento, finisce per esporre persone con problemi lievi o rischi modesti, ai danni e ai costi di trattamenti di poco o nessun beneficio. Inoltre è diventato chiaro che molti membri delle commissioni che hanno preso queste decisioni, hanno legami finanziari diretti con le ditte che traggono benefici da questa estensione. Secondo Moynhian, sta crescendo la preoccupazione che i medici stiano iper-diagnosticando milioni di persone che, fino a poco tempo fa, venivano considerate sane. Voci autorevoli si domandano se non sia venuto il tempo che la società in generale abbia un ruolo più diretto nel decidere chi realmente meriti di essere etichettato come malato e alcuni chiedono un rinnovamento importante del modo di definire le malattie. Dopo una dettagliata e preoccupante analisi della situazione, Moynhian conclude che questo rinnovamento è urgente. Non si può che concordare con lui.

Leggi la traduzione libera e commentata di Luisella Grandori

Leggi l’extract sul BMJ

– il vero costo della prevenzione con i farmaci

Molti anni fa Archibald Cochrane, pioniere dell’epidemiologia clinica, suggeriva una gerarchia di evidenze negli interventi di sanità pubblica, evocando l’immagine di una scala a tre gradini. Il primo è rappresentato dall’efficacia di un farmaco (efficacy), in genere prodotta attraverso uno o più studi controllati su popolazione selezionata,  il secondo esprime l’effettiva efficacia del farmaco nella popolazione generale , tenendo conto dei rischi e dei benefici (effectiveness), mentre  il terzo gradino, il più ambìto,  considera la sostenibilità economica dell’intervento farmacologico in rapporto alle risorse impiegate  (cost effectiveness). In uno studio randomizzato controllato (RCT) il farmaco che dimostra di essere efficace lo fa in confronto ad un placebo non alla miglior terapia disponibile, lo fa in una popolazione super selezionata, seguita con attenzione degli sperimentatori, con compliance elevatissime e seguendo rigidi protocolli. Nella vita reale non succede così, i pazienti sono spesso affetti da una comorbidità che li avrebbe esclusi dagli studi, assumono il farmaco solo nel 50% dei casi, con posologia differente da quella di riferimento (molto più spesso inferiore) per una patologia non sempre identificata con chiarezza. Senza tener conto di queste premesse molti si accontentano del primo gradino di evidenza e tra questi alcuni ‘esperti’ di farmaco-economia, più spesso vicini alle Aziende farmaceutiche: per loro ogni farmaco innovativo in base a dati forniti da uno o più RCT è già cost effective. Purtroppo i dati degli studi controllati sono da prendere con le molle e non possono essere brutalmente trasferiti sulla popolazione generale. In un articolo pubblicato sul BMJ, Teppo Järvinen e colleghi chiariscono il concetto facendo alcuni esempi illuminanti con farmaci di largo uso come le statine, gli antipertensivi e i bisfosfonati. Giovanni Peronato ha tradotto liberamente l’articolo, con qualche annotazione personale.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

Leggi l’extract sul BMJ

– ebbene SI’!

Quattro SI’ grandi come una montagna! I risultati dei referendum hanno lasciato di sale chi si era dato tanto da fare perchè non si raggiungesse il quorum. Tra la mancata informazione, l’invito più o meno ambiguo a non andare a votare e la diffusione addirittura di date sbagliate del referendum ai telegiornali, pensavano forse di riuscire a imbrogliarci, a prenderci in giro. La risposta degli italiani è stata chiara e forte: 4 magnifici SI’.

Vedi i risultati dei referendum, i magnifici 4

– il mito dell’Alzheimer

Si intitola così un libro di Peter J Whitehouse, neurologo americano considerato uno dei massimi esperti mondiali di Alzheimer. E’ un testo divulgativo rivolto ai pazienti e alle famiglie dei pazienti, dedicato in gran parte a promuovere un approccio meno pessimista alla malattia di Alzheimer (che secondo l’autore non è altro che l’etichetta di comodo attribuita al fenomeno molto più complesso dell’invecchiamento cerebrale) comunemente descritta come devastante, inesorabile e senza speranze solo perchè non esistono farmaci in grado di ‘curarla’. C’è invece sempre spazio per prendersi cura della persona, stimolarne le abilità residue, accompagnarla con la maggior serenità possibile e arricchirsi umanamente. Whitehouse mette in dubbio perfino la realtà biologica di questa malattia e critica il continuo rilancio di aspettative nei confronti di cure miracolose che non arriveranno mai perchè – secondo lui – non esiste una specifica malattia di Alzheimer. Si tratta in realtà di un costrutto molto impreciso dal punto di vista scientifico. Parla poi di quello che definisce l’impero dell’Alzheimer, fatto di ricercatori in cerca di gloria e soprattutto di fondi, degli enormi interessi delle case farmaceutiche e anche delle associazioni;  insieme sembrano più interessati ad automantenersi che a trovare soluzioni reali per i pazienti. Dice testualmente: la malattia di Alzheimer è diventata un’impresa multimiliardaria e l’etichetta di AD (alzheimer disease) è in gran parte promossa dalle case farmaceutiche e da alcuni illustri accademici. Gli uni e gli altri sfruttano da un punto di vista imprenditoriale la rappresentazione iperbolica dell’AD per focalizzare l’interesse sulla demenza, massimizzare il sostegno alla ricerca e tener in piedi l’impero clinico che è stato costruito intorno all’Alzheimer.

Leggi il commento di Vittorio Fontana

Leggi la scheda del libro

– cellulari a rischio cancro

La notizia ha fatto in poche ore il giro del mondo. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito i cellulari e in generale i campi elettromagnetici a radiofrequenza (wireless) nel “Gruppo 2B” che indica un possibile rischio cancerogeno sugli esseri umani. I telefoni cellulari e gli altri apparati wireless potrebbero essere, insomma, un fattore importante del notevole incremento di tumori cerebrali che si è verificato, o meglio che si sta verificando negli ultimi anni in tutto il mondo. E a dirlo non sono, questa volta, singoli scienziati (alcuni ricercatori di livello internazionale lo sostengono da anni) ma appunto la IARC, cioè la principale agenzia internazionale di ricerca sul cancro, legata all’Organizzazione Mondiale della Sanità. O meglio 31 scienziati di 14 paesi riuniti dalla IARC per una settimana, per una revisione accurata della letteratura scientifica disponibili fino ad oggi sul tema. Alla fine di questa full immersion il chairman del workshop targato IARC, Jonathan Samet, della University of Southern California, ha dichiarato che “le prove che si vanno accumulando siano ormai sufficienti a motivare l’inclusione delle radiofrequenze elettromagnetiche tra gli agenti classificati come 2B, cioè appunto come possibili cancerogeni”. Inizia così l’articolo di Ernesto Burgio sul quotidiano Terra. Si tratta di una notizia destinata a suscitare accese discussioni e polemiche – prosegue Burgio – di una notizia attesa e auspicata da molti, temuta da altri. Come tutte le notizie che riguardano i rischi per la salute nostra e dei nostri figli, legati ad un inquinamento ambientale sempre più diffuso.. e sempre più invisibile. O per meglio dire: ad una trasformazione sempre più rapida e globale della composizione chimico-fisica dell’ecosfera. Cioè dell’aria che respiriamo e in cui ci muoviamo; dell’acqua che beviamo; delle catene alimentari; degli stessi ecosistemi microbici (in primis di quelli interni al nostro organismo).

Leggi l’articolo di Ernesto Burgio

Leggi il comunicato stampa della IARC

 

– è tempo di ricostruire le nostre evidenze scientifiche

Ancora una volta Ray Moynihan, giornalista, scrittore, docente all’università di Newcastle Australia, torna sul tema che gli è particolarmente caro, il rapporto tra le evidenze degli studi medici e il bias da conflitto d’interessi. Rivelare i conflitti di interesse potenziali è oramai diffusa consuetudine per poter pubblicare nelle maggiori testate scientifiche, lo stesso non avviene invece per le metanalisi. Paradossalmente il livello di evidenza più elevato, quello delle metanalisi appunto, non deve sottostare a questa prassi  al momento della pubblicazione. La discrepanza viene bene evidenziata da uno studio canadese apparso su JAMA nel marzo di quest’anno, che esamina 29 metanalisi pubblicate su importanti testate scientifiche (con impact factor di almeno 10.0), e sul Cochrane Database of Systematic Reviews. Questo studio mette il dubbio la validità di molte altre metanalisi. Afferma Brett Thombs, uno degli autori, “difficile trovare un’area della ricerca medica non inquinata dai conflitti di interesse – e prosegue –  c’è un grosso rischio di bias ogni volta che qualcuno testa un prodotto che egli stesso ha sviluppato”. Certo però non basta dichiarare lo sponsor e gli eventuali COI degli autori per cancellare automaticamente questo tipo di bias.  Bisogna creare le premesse per una produzione di dati scientifici credibili attraverso una ricerca non viziata dagli interessi dell’industria. Senza apparire manichei non arriviamo a dire che tutti gli studi sponsorizzati sono incorretti, ma si è accumulata oramai una mole di evidenze che induce a pensare una forte contaminazione dei risultati. Questa è percepibile quando vediamo studi sponsorizzati con campioni numericamente elevati per evidenziare solo modesti benefici da parte di un nuovo farmaco, per far passare come miracoloso un prodotto poco utile e dannoso. Abbiamo già assistito ad un travisamento dei dati da parte dell’industria del tabacco sugli effetti nocivi del fumo, delle industrie inquinanti sui cambiamenti climatici e non è difficile sospettare che anche i colossi farmaceutici possano inquinare la scienza medica con i loro dati falsamente positivi.

Leggi la libera traduzione di Giovanni Peronato

Leggi l’extract dell’articolo di Ray Moynhian sul BMJ

– appello dei medici di base per l’Acqua Bene Comune

Un gruppo di medici di base ha lanciato un appello in difesa dell’acqua bene comune. “L’acqua, come l’aria, è un bene primario non solo per l’uomo, ma anche per tutte le forme di vita sulla terra”, ricordano i medici. La privatizzazione non è la soluzione a problemi di disservizio o sprechi. Le esperienze di privatizzazione attuate in alcune Regioni hanno determinato aumenti delle tariffe, riduzione della qualità e quantità degli investimenti, incremento dei consumi, impedendo nel contempo un controllo partecipato dei cittadini sulle scelte di programmazione e di controllo. I firmatari dell’appello ritengono che “sulla garanzia di alcuni beni essenziali, acqua ed aria in primo luogo, si basi la convivenza di una comunità e la sua possibilità di coesione nella reciprocità, nell’accesso e nel governo solidale e partecipato dei beni comuni di interesse generale”. E aggiungono: “Noi operiamo come medici di famiglia e siamo preoccupati delle spinte che anche nella sanità tendono ad introdurre forme di privatizzazione dei servizi; siamo convinti che vada difeso ed anzi rafforzato il concetto di sistema sanitario nazionale e che anche per l’assistenza sanitaria e la qualità e sicurezza ambientali si debba discutere come di beni primari. L’acqua in questa scala di valori per la vita viene al primo posto”. Chi condivide i contenuti di questo appello può diffonderlo e metterlo in ambulatorio.

Leggi l’appello dei medici di base

– SCRAM, ovvero la fine del nucleare

Un libro scritto a più mani da Angelo Baracca, Ernesto Burgio, Giorgio Ferrari e Mycle Schneider. Diversamente da quanto si vuol far credere- si legge sulla scheda del libro edito da Jaca Book – il nucleare non è una tecnologia avanzata, ma una tecnologia complicata, vecchia, costosa e pericolosa, che in mezzo secolo ha creato – oltre all’incubo tutt’altro che scomparso dell’olocausto nucleare – problemi gravissimi, che graveranno per centinaia o migliaia di anni, senza avere apportato alcun beneficio sostanziale o insostituibile. Questa tesi viene sviluppata nel libro in termini analitici e rigorosi, analizzando in modo sistematico l’intero ciclo nucleare per tutti gli aspetti rilevanti: emissioni di anidride carbonica, indipendenza dalle fonti fossili, costi disaggregati, emissioni di radioattività nel normale funzionamento, residui radioattivi ingestibili, rischi e portata di possibili incidenti, pericoli di proliferazione militare. Un capitolo di Ernesto Burgio analizza i danni biologici e sanitari delle radiazioni ionizzanti in base ai risultati più recenti della ricerca biologica, che dimostrano la profonda inadeguatezza dell’approccio e della normativa ufficiali, e delle sue conclusioni tranquillizzanti per le piccole dosi di radiazioni. L’ultima parte del libro è dedicata a dimostrare l’inconsistenza e la impraticabilità delle soluzioni miracolistiche prospettate dall’industria nucleare per prolungare nel tempo lo sfruttamento dell’uranio e porre fine ai problemi irrisolti del ciclo nucleare dopo mezzo secolo di irresponsabile negligenza: il tutto sostenuto con ingenti finanziamenti anche pubblici, nel mentre si ridicolizzano nuove prospettive che meriterebbero almeno una verifica seria e imparziale. L’Era nucleare deve essere chiusa al più presto, per cercare di limitare e tamponare i danni insostenibili e la pesante eredità che già ci ha lasciato.
Leggi la scheda del libro

Vedi l’indice del libro

Leggi l’articolo su SCRAM sull’Unità

maggio 2011

– un nuovo calendario vaccinale e la commissione fantasma

Era giusto un anno fa, quando venne annunciato che, presso il Consiglio superiore di Sanità, si era svolto il primo incontro del gruppo di lavoro incaricato di formulare il nuovo Piano nazionale vaccini (PNV). Al primo annuncio ne sono seguiti numerosi altri che davano ogni volta per certa l’imminente approvazione del Piano, già depositato sul tavolo del Ministero. Il calendario attualmente in vigore fa riferimento al PNV del 2005-2007; quello definito nel 2008 dalla Commissione Nazionale Vaccini, non l’abbiamo mai visto. Venne ritirato per mancanza di copertura finanziaria, dopo l’introduzione della vaccinazione contro l’HPV. Da allora la Commissione non è più stata convocata. La notizia della costituzione di un nuovo – non meglio specificato – gruppo di lavoro, ha colto tutti di sorpresa. Tuttora non se ne conosce la composizione. Che fosse urgente rivedere il vecchio calendario, non ci sono dubbi. Non tanto per ampliarlo, come sembra sia stato fatto, ma per rimediare ai gravi limiti metodologici del PNV 2005-2007 che hanno permesso scelte autonome e differenziate nelle singole Regioni, in assenza di criteri per l’inserimento delle nuove vaccinazioni. Tra le notizie trapelate sul nuovo calendario, preoccupa l’introduzione dell’antivaricella nei piccoli, per la quale esistono ipotesi di effetti negativi a lungo termine sulla comunità. Non a caso finora in Europa, solo un paese (la Germania) l’ha inserita. Sarà interessante conoscere le valutazioni che hanno sostenuto le proposte. Ma ancora più interessante sarebbe sapere chi siano i componenti della commissione, se siano stati richiesti e dichiarati i legami finanziari con le industrie che producono vaccini e con quali criteri siano stati gestiti gli eventuali conflitti di interesse. Le nebbie sui percorsi decisionali e sui conflitti di interesse (anche) nell’ambito delle vaccinazioni, continuano ad essere alte. Le richieste di trasparenza e di esclusione dalle commissioni dei professionisti con relazioni economiche con industrie che potrebbero avere vantaggi dalle decisioni prese, sono rimaste lettera morta. In diversi paesi, Italia compresa, si lamenta un calo di fiducia nelle vaccinazioni e ci si chiede quali siano i motivi e le soluzioni. La trasparenza sarebbe un primo passo importante per rafforzarla.

Leggi l’articolo di Luisella Grandori

– riformare l’Organizzazione Mondiale della Sanità?

La crisi di leadership dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non è una sorpresa, affermano gli autori di un articolo pubblicato di recente sul Journal of the American Medical Association  (JAMA).Quando venne fondata, nel 1948, come agenzia delle Nazioni Unite le furono dati ampi poteri normativi per agire come principale autorità di coordinamento per proteggere la salute della popolazione di tutto il mondo. Le moderne iniziative di salute globale, come il Fondo Globale per AIDS, Tubercolosi e Malaria, l’Alleanza GAVI  (Alleanza Globale per Vaccini e Immunizzazioni), programmi bilaterali (come il Piano di Emergenza Presidenziale contro l’AIDS), e Fondazioni filantropiche ben finanziate come quella di Bill e Melinda Gates, spesso eclissano l’OMS. L’OMS può essere soggetta a pressione politica, e il suo rapporto con l’industria e la società civile non è ben chiaro. Gli autori dell’articolo analizzano alcuni punti chiave della crisi di leadership e fanno alcune proposte per salvaguardarla.

Leggi la traduzione di Gianluigi e Luca Passerini

Leggi l’extract sul JAMA

 

– Ginevra, 64a assemblea Mondiale della Sanità

Chiara Bodini e Ilaria Campione sono a Ginevra come inviate speciali di Saluteinternazionale.info per una “diretta” sui lavori dell’Assemblea mondiale della sanità. La riforma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è al centro dell’agenda. Nelle anticipazioni pubblicate il 12 maggio, si legge: “Si aprirà lunedì prossimo, a Ginevra, la 64a Assemblea Mondiale della Sanità, appuntamento annuale che riunisce tutte le delegazioni nazionali dei Paesi membri dell’OMS. Dei temi sul tavolo, discussi preliminarmente nel Consiglio Esecutivo svoltosi nel gennaio scorso, si sa già molto. Anche grazie a efficaci rappresentanze della società civile, in grado – spesso prima e meglio delle controparti ministeriali – di fornire informazioni puntuali e critiche sui temi all’ordine del giorno. In particolare il People’s Health Movement (PHM), rete internazionale per il diritto alla salute, sta svolgendo un attento e costante lavoro di monitoraggio per aumentare il livello di consapevolezza su quanto accade nelle alte sfere della cosiddetta “governance della salute globale”, e fornire strumenti di intervento alle componenti della società civile a livello sia nazionale sia regionale e globale”.

Segui la “diretta da Ginevra sul blog Saluteinternazionale.info

Leggi il post di Cattaneo e Bodini sulla riforma dell’OMS

aprile 2011

– la casta dei farmaci

Un libro-inchiesta scritto da due giovani giornalisti, Francesco Maggi e Adelisa Maio, dal sottotitolo molto eloquente: La prima inchiesta sul mondo delle multinazionali farmaceutiche. Un business senza scrupoli, tra scandali e false malattie. Gli autori descrivono i vari meccanismi del marketing del farmaco, analizzando i problemi di ordine generale e internazionale focalizzando lo sguardo anche sulla situazione italiana. Tra documenti e dati, scandali e  interviste a professionisti di rilievo delle istituzioni, del mondo della ricerca e ad operatori sul campo, offrono una visione critica dall’interno del sistema.

Guarda la scheda del libro

– I Nograzie invitati alla SISSA

Alcuni Nograzie (Guido Giustetto, Giovanni Peronato e Luisella Grandori) sono stati invitati nei mesi scorsi a parlare agli studenti della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, al Master in comunicazione della scienza. E’ stata un’esperienza davvero piacevole parlare a tanti giovani futuri “comunicatori”. Tante le domande. Ci ha sorpreso, ancora una volta, quanto poco siano conosciuti in Italia i meccanismi del marketing del farmaco e della salute, di cui all’estero si parla e si discute da decenni sia nella letteratura scientifica che sui quotidiani.

– gli studenti di medicina si informano

Dopo il seminario dello scorso dicembre del SISM (Segretariato italiano degli studenti di medicina), nella primavera 2011 gli studenti di medicina di alcune Università italiane (Pisa, Torino, Udine, Pavia) del SISM e di altre associazioni, hanno organizzato varie iniziative sul tema dei conflitti di interesse: corsi elettivi, dibattiti, conferenze serali. I Nograzie sono stati invitati per approfondire alcuni aspetti del problema e portare le loro proposte. Bologna ha svolto il secondo corso elettivo sul tema – dopo quello dello scorso anno – organizzato dal Centro Salute Internazionale in collaborazione con i Nograzie. Nelle varie realtà sono stati affrontati tutti i punti nodali nei quali si manifesta l’influenza sulla salute di interessi diversi. Dalla promozione dei farmaci, all’informazione e la formazione medica, la ricerca, l’invenzione di malattie (disease mongering), fino alle decisioni dei governi, delle Agenzie e delle Istituzioni pubbliche a tutti i livelli. I futuri medici hanno dimostrato molto interesse per i meccanismi che mettono a rischio l’integrità e l’indipendenza della medicina, delle scelte di sanità pubblica e di politica sanitaria. Una ‘primavera’ che fa ben sperare.

Guarda i volantini delle iniziative di PisaTorinoUdinePavia e dell’elettivo di Bologna

– nuovo codice nel Regno Unito: medici e industria dovranno rivelare tutti i loro legami economici

Dal 1° maggio 2011 i medici britannici dovranno rivelare tutti i loro legami economici con l’industria quando scrivono un articolo o parlano in pubblico, e dal prossimo anno le industrie del farmaco dovranno fornire dati sugli importi pagati ai medici consulenti. Ne da’ notizia il British Medical Journal (BMJ) del 9 aprile scorso. Queste norme fanno parte del codice 2011 della Association of British Pharmaceutical Industry. Tra gli importanti cambiamenti contenuti nel codice, sono previste anche regole che limitano la fornitura di sussidi promozionali ai medici e nuovi requisiti di trasparenza in materia di sostegno finanziario alle organizzazioni dei pazienti, di lavoro congiunto con il NHS (Servizio sanitario nazionale), spese di sponsorizzazione per attività formative, pagamenti per iscrizione, vitto, alloggio ai corsisti e gettoni per i relatori. Quando potremo avere un codice del genere anche in Italia?

Leggi la traduzione di Sergio Conti Nibali

Leggi l’extract sul BMJ

– potere al popolo

“Potere al popolo” ha proclamato Gavin Mooney –  citando un verso di John Lennon – dal podio di una conferenza sulla salute in Australia. Mooney, che fino a poco tempo fa era professore di economia sanitaria alla Curtin University di Perth, descrive l’ipotesi di una cittadinanza informata che spinga i sistemi sanitari a rispondere ai reali bisogni della comunità, precisando che non intende fare la rivoluzione. Inizia così un articolo di Ray Moynihan sul British Medical Journal (BMJ) che descrive gli interventi di questo e altri autorevoli relatori, tutti concordi sulla necessità di un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sulla salute. Ciò che auspicano è la nascita di nuovi gruppi di cittadini non sponsorizzati dalle industrie del farmaco, ad esempio delle “giurie di cittadini” selezionati in modo casuale dalle liste elettorali. Moynhian, che si occupa di questi argomenti da più di dieci anni, ha la sensazione che ciò che manca nel dibattito sia una voce che rappresenti realmente l’interesse pubblico. I gruppi sponsorizzati sono subito pronti a lodare un nuovo farmaco o una nuova tecnologia ma molto lenti a criticare pubblicamente la loro efficacia limitata, il costo eccessivo, o un autentico pericolo. Nuovi gruppi di cittadini, ben istruiti su come le prove scientifiche possano essere usate e abusate, possono produrre un dibattito più informato, smascherare il marketing ingannevole nei media e offrire al pubblico e ai decisori una valutazione realistica e accurata dei rischi, i benefici e i costi di un ventaglio molto più ampio di strategie per la salute. “Alla gente importa”, dice Mooney. Il suo desiderio di un maggior impegno dei cittadini nel dibattito sulla salute è parte di un obiettivo più ampio di potenziamento della partecipazione democratica e della ricostruzione del senso della comunità che si è perso. “Puoi dire che è un sognatore, ma non è il solo”, conclude Moynihan parafrasando un altro verso di Lennon.

Leggi la traduzione libera di Luisella Grandori

Leggi l’extract sul BMJ

– l’informazione: tra sensazionalismo e marketing

Un articolo di Gianna Milano pubblicato sul Bollettino SIFO (Società italiana farmacisti ospedalieri), illustra i percorsi accidentati dell’informazione scientifica, oggi fortemente influenzata dalle logiche del mercato. “Non passa giorno – scrive Gianna Milano – che dai mass media non venga proposta (promossa) l’ultima terapia risolutiva per questa o per quella malattia (vera o immaginata). Quel che conta, almeno a questo inducono a credere i messaggi che raggiungono i medici e, quindi i pazienti, è che “l’ultima” terapia sia la migliore. Ormai gli stessi specialisti si sono abituati a ritenere sia la più efficace, anche se non risulta essere la più documentata dal punto di vista scientifico. I pregi e i difetti per emergere hanno però bisogno di tempo e mai come in questi ultimi anni (lo dimostrano i casi clamorosi di Lipobay, Vioxx, Avandia, tutti e tre farmaci messi in commercio e poi ritirati per i gravi effetti collaterali causati) l’iter per l’approvazione dei farmaci ha subìto una discutibile accelerazione determinata dall’industria farmaceutica, in cerca di profitti rapidi, ma anche tollerata (favorita) dalle stesse agenzie regolatorie che dovrebbero vigilare sulla sicurezza dei medicinali. “Paradossalmente, nonostante uno straordinario miglioramento delle conoscenze, ci troviamo in uno stato di maggiore incertezza e di minore soddisfazione e felicità”, scrive Marco Bobbio, nel suo ultimo libro Il malato immaginato … [continua]

Leggi l’articolo di Gianna Milano riportato su Va Pensiero 

– anche in Europa si apre la strada alla pubblicità dei farmaci diretta al pubblico

Lo scorso mese di novembre, il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza (85%) in favore della proposta legislativa della Commissione europea che autorizza l’industria del farmaco a fornire informazioni ai cittadini sui propri prodotti, contraddicendo clamorosamente il massiccio rifiuto espresso nel 2009. La proposta dovrà passare al vaglio del Consiglio d’Europa e, se approvata, entrerà in vigore entro il 2013. Diverse associazioni indipendenti – compresi i Nograzie – da anni hanno cercato di sensibilizzare i parlamentari europei sugli esiti negativi visti nei paesi dove la pubblicità diretta è permessa (USA e Nuova Zelanda). Anche la Federazione italiana ed europea degli Ordini dei medici hanno espresso posizioni critiche, ma evidentemente a Bruxelles la lobby dell’industria del farmaco è più efficace degli appelli e delle preoccupazioni espresse dagli operatori sanitari e dai cittadini. La prima stesura della proposta è stata in parte modificata, ma la sostanza non cambia: si apre la strada alla promozione dei farmaci diretta ai cittadini. Un articolo di Dialogo sui farmaci illustra i contenuti della nuova proposta. In sintesi si autorizzano le case farmaceutiche a informare i cittadini con mezzi stampati e via internet nei siti delle aziende, ma non alla radio, TV o su giornali o riviste. Ed è previsto che l’informazione dell’industria sia controllata dalle autorità sanitarie. Ma è poco verosimile che gli Stati investano risorse in questa attività quando le Agenzie del farmaco non sono attualmente in grado di controllare neppure l’informazione dell’industria indirizzata ai medici. La giustificazione addotta è il diritto dei cittadini ad essere informati. Ma come si può pensare che l’informazione fornita dalle ditte sui loro prodotti sia imparziale? Se si volessero garantire davvero i diritti dei cittadini e proteggere la loro salute, i governi dovrebbero investire in modo consistente (come fanno per ciò che ritengono importante) per rinforzare le fonti di informazione indipendente come i Bollettini dei farmaci, favorendo la costituzione di un pool di professionisti di elevata competenza, pagati attraverso la tassazione pubblica.

Leggi l’articolo di Dialogo sui Farmaci

Leggi la lettera inviata ai parlamentari europei prima del voto

Per approfondire vai alla pagina del sito sulla pubblicità diretta al pubblico

marzo 2011

– chi si nasconde dietro le piramidi alimentari per la prima infanzia?

Un comunicato stampa congiunto (IBFAN, ACP, AICPAM, Baby Consumers, Il Melograno, MAMI, La Leche League, No grazie pago io), segnala che il 24 febbraio 2011 sono state presentate con una conferenza presso l’Università La Sapienza di Roma, le cosiddette piramidi alimentari per la prima infanzia, definite “la bussola per orientare, con l’aiuto insostituibile dei pediatri, le scelte nutrizionali dei genitori per i propri bambini, nel delicato periodo del divezzamento”. Tali piramidi sono state sviluppate da alcuni nutrizionisti della stessa università – Andrea Vania e Carlo Cannella, recentemente scomparso – e saranno diffuse con il patrocinio di ECOG (European Childhood Obesità Group), SIP (Società Italiana di Pediatria), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), SINUPE (Società Italiana di Nutrizione Pediatrica), SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), SIO (Società Italiana dell’Obesità)e SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana). Guardando con più attenzione, insospettiti dai colori e dalla grafica sin troppo ‘familiare’, non abbiamo impiegato molto a capire chi si cela dietro a tale iniziativa. Leggendo i vari comunicati stampa diffusi in questi giorni, si scopre infatti che gli indirizzi internet, ai quali si rimanda il lettore che volesse approfondire, mostrano che le due piramidi sono associate al nome di una ditta di alimenti per l’infanzia, la Mellin, che appartiene al gruppo Danone.

Leggi il comunicato stampa

Leggi la risposta dei responsabili scientifici dell’iniziativa

Leggi la replica alla risposta

– influenza: tra silenzi e incertezze, vecchi vizi e nuove proposte

La stagione influenzale sta finendo, il picco epidemico è in calo e la sorveglianza nazionale lo situa a un livello intermedio di intensità rispetto alle stagioni precedenti (dal 2004). Per la prima volta quest’anno i mezzi di comunicazione non hanno diffuso le consuete previsioni allarmistiche che l’anno scorso hanno raggiunto il culmine con l’annuncio di ben 12.000 morti per l’influenza suina, risultate – alla resa dei conti – soltanto 228. Le sollecitazioni a vaccinarsi sono state molto più timide che in passato e le indicazioni ministeriali non hanno allargato la vaccinazione ai bambini sani, nonostante le proposte in tal senso. Sembrerebbero segnali di saggezza, ma è più verosimile che si sia trattato di un atteggiamento di prudenza dopo le ombre sollevate l’anno scorso dalla gestione della pandemia. Speriamo che il Parlamento europeo le voglia affrontare apertamente e indichi delle soluzioni (vedi la nota di febbraio sugli europarlamentari). Ne va della salute di tutti. Di cosa sia realmente quello che chiamiamo influenza sappiamo ancora poco e l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale rimane incerta. Sul Tamiflu mancano dati perché non sono accessibili e dell’unico strumento di provata efficacia – le norme igieniche – si parla assai poco. Sembra che la conoscenza sia bloccata dalla mancanza di curiosità, dalla distrazione e da meccanismi poco trasparenti. Proposte innovative come quella di Jefferson e altri per le revisioni Cochrane (vedi la nota di febbraio sulla saga del Tamiflu), possono aiutare a superare gli ostacoli. Ne servirebbero tante, in ogni ambito.

Leggi l’articolo di Luisella Grandori  

– sette interrogativi sul vaccino antiHPV

La discussione sulla vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV), continua anche in Italia (vedi la trasmissione di Falò della Svizzera italiana). Su Va’ Pensiero, l’epidemiologo Michele Grandolfo riassume in sette punti le principali criticità. Dalle informazioni ingannevoli sull’efficacia del vaccino nei confronti del tumore (che potremo appurare solo tra 30-40 anni), alla durata dell’immunità ancora da verificare, fino alle strategie di screening e la necessità di potenziamento della rete e delle attività dei consultori familiari, che “produrrebbero risultati di gran lunga più consistenti, non solo riguardo al tumore ma anche per tutte le altre aree di promozione della salute della donna e dell’età evolutiva e, di conseguenza, della famiglia e della società”. E’ una critica a tutto campo, quella di Grandolfo, riguardo alle strategie di sanità pubblica e una sollecitazione a un’attenta valutazione dei risultati attesi sia in termini di salute che di spesa per la comunità. Dichiara infine che gli esperti che siedono nelle commissioni istituzionali – dalle quali dipendono le decisioni – non devono avere legami finanziari con le aziende produttrici dei prodotti sul cui uso ci si deve esprimere. E non devono essere riconosciuti come eventi di formazione ECM (educazione medica continua) i corsi, convegni, congressi che riguardano determinati prodotti, sponsorizzati dalle aziende produttrici o con docenti, moderatori e facilitatori che hanno rapporti finanziari con dette aziende. Posizioni condivise da documenti e pareri autorevoli in altri Paesi, oltre che dai Nograzie. “Altrimenti – conclude Grandolfo – non si fa sanità pubblica, si fa mercato, il più ignobile, speculativo sulla salute con le risorse che i cittadini mettono a disposizione con le tasse, il che rende la speculazione ancora più odiosa”.
Leggi l’articolo di Michele Grandolfo su Va Pensiero

– a Modena si parla di Salute & Interessi

Il 23 marzo presso la Casa della Pace, i ragazzi del Movimento 5 stelle di Modena hanno invitato i Nograzie a parlare di Salute & Interessi. Una platea attenta (e molto giovane), ha ascoltato curiosa e fatto domande a Luisella Grandori che ha illustrato i meccanismi con cui le conoscenze, le informazioni e le decisioni sulla salute, possono essere influenzate da interessi diversi. La conclusione unanime è stata la necessità di trasparenza e maggiore informazione al pubblico su questi argomenti.

Vedi il volantino della serata  

 

– Formindep e gli scandali dell’Agenzia europea del farmaco

Sul Boletin NoGracias (gruppo spagnolo analogo ai NoGrazie) di marzo, si informa che: “Il 31 dicembre scorso lo svedese Thomas Lönngren ha portato a termine il suo secondo e ultimo mandato di cinque anni a capo dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) soddisfatto  di “avere mantenuto il consenso e la stabilità ” con l’invidia dell’industria farmaceutica statunitense abituata  alla turbolenza dell’ FDA. Salvo che lasciata l’EMA, Lönngren è entrato a far parte del consiglio di amministrazione dell’NDA Ltd, che lavora per l’industria farmaceutica. Ma non è tutto: sarà anche direttore non esecutivo della BCOI , impresa  australiana che si occupa di biotecnologie e bioterapie, farà parte del comitato consultivo della NOVO NORDISK , industria danese che produce insuline, sarà membro del consiglio scientifico della LUNDBECK (industria danese che si occupa di farmaci psichiatrici), sarà consigliere dell’ EWHV, fondo di investimento americano nel settore della salute. Tutte queste attività sono incompatibili con il  suo precedente incarico pubblico europeo che prevede una “latenza” di  due anni dalla fine del mandato, per evitare evidenti conflitti d’interesse. Per accettare i nuovi incarichi, secondo la legge,  Lönngren deve aver  chiesto e ottenuto l’autorizzazione esplicita  dall’Agenzia (EMA). FORMINDEP (organizzazione indipendente di medici francesi) ha richiesto informazioni in proposito all’EU”. Una richiesta e una denuncia che i NOGRACIAS (e i NOGRAZIE) fanno proprie. (traduzione a cura di Maria Elvira Renzetti, ginecologa, Torino)

Il successivo comunicato stampa dell’EMA non aiuta a fare chiarezza.

La richiesta di FORMINDEP

Lo statuto dei funzionari della Comunità Europea

il successivo comunicato stampa dell’EMA

– serve una pratica medica riflessiva

Da quale posizione possiamo parlare con alcuni colleghi delle evidenze che dimostrano la nostra connivenza e collaborazione con le strategie commerciali dell’industria farmaceutica (mercificazione) o con quelle che mirano a creare una società iper-richiedente e iper-dipendente dall’assistenza sanitaria (medicalizzazione)? […] Di fatto non mi è per nulla chiaro”. Inizia così la lunga riflessione di Abel Novoa, medico di famiglia spagnolo, in un post segnalato dal Boletin NoGracias di marzo. Si tratta di un problema etico o di mancanza di conoscenze oppure della perdita di un atteggiamento riflessivo? Si chiede Novoa, che opta per l’ultima ipotesi. “Credo che il pensiero riflessivo sia la caratteristica più importante dell’agire professionale. Di qualsiasi professione. La differenza tra un lavoro e una professione è che chi esercita un lavoro si preoccupa di dominare il sapere tecnico che deve usare in pratica. Il professionista, oltre al sapere tecnico, deve costruire un’autonomia e un criterio professionale, che va oltre la conoscenza della medicina. […] Tecnicamente, prescrivere antagonisti dei recettori dell’angiotensina II può non essere una colpa, però contestualizzarlo nella necessità di usare i farmaci più efficienti perché con le mie decisioni quotidiane contribuisco alla sostenibilità del sistema sanitario pubblico, fa parte di un processo riflessivo che costituisce il nocciolo duro della professione. Allo stesso modo non inquadrare la richiesta di una densitometria de tallone offerta da una ditta in una strategia di medicalizzazione, denota un processo di presa di decisioni superficiale. Nemmeno il chirurgo che dà appuntamento ogni anno alla signora con varici [che non guariscono] sembra trascendere la mera decisione tecnica per inquadrarla in un gesto che genera dipendenza della paziente da cure specialistiche (“questi sí che sanno”), che delegittima il suo medico di famiglia e che produce attività professionale semplicemente inefficiente. […] Esiste sempre più uno scarto tra le strutture (l’organizzazione dell’assistenza, la distribuzione del budget, le condizioni della pratica professionale, gli interessi dell’industria, l’organizzazione delle conoscenze specialistiche, la società medicalizzata), i fini della professione e i bisogni di utenti e pazienti. Di fronte a questi problemi e a questo scarto, i professionisti sono piuttosto soli e possono optare per rinunciare, o per esercitare la propria responsabilità civica ed etica. La posizione e le competenze riflessive non garantiscono nulla, ma aiutano ad analizzare, a fare delle scelte e ad assumerne le conseguenze”.

La traduzione del post di Abel Novoa a cura di Adriano Cattaneo

Il post di Abel Novoa

La segnalazione sul Boletin NoGracias

– il caso AIFA, una storia da ricordare

A primavera del 2008 un’inchiesta giudiziaria scuote l’Agenzia Italiana del Farmaco: mazzette, funzionari corrotti,  e rischi dei farmaci taciuti. I giornali parlano di soldi e regali per agevolare le pratiche e uno stato di corruzione generalizzata nell’agenzia. L’immagine di correttezza e credibilità che l’AIFA si è costruita negli anni, viene spazzata via. Nello Martini, all’epoca direttore generale, viene travolto dall’inchiesta e accusato di disastro colposo, per il mancato aggiornamento di venti foglietti illustrativi. Poco dopo, il 21 giugno 2008, Martini viene licenziato e immediatamente sostituito alla guida dell’agenzia. L’8 luglio 2010 viene prosciolto Nello Martini: “il fatto non costituisce reato”.  Il giudice delle udienze preliminari considera il fatto inconsistente e decide di chiudere il caso senza bisogno di andare a processo: non c’è stato alcun reato e la mancata correzione dei bugiardini non ha messo in pericolo la salute pubblica. A distanza di 2 anni dalla bufera, la tempesta si conclude in un bicchier d’acqua e la corruzione all’interno dell’AIFA ha riguardato un solo funzionario, che vendeva informazioni per pagarsi i lavori di ristrutturazione della casa, gli infissi e i mobili nuovi. Il nome di Nello Martini non dirà molto ai più, così come la notizia della sua assoluzione, che non ha trovato molto spazio sui giornali. E’ tuttavia una storia che vale la pena ricordare.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

febbraio 2011

– le morti invisibili dei bambini malati di cancro

Un’associazione di genitori di bambini colpiti da tumore, ha diffuso di recente una lettera toccante che fa riflettere sul dramma delle morti invisibili di tanti piccoli e sulla scarsa attenzione alle loro possibili cause. Scrivono i genitori: “Ci sono morti di bambini innocenti che fanno agitare l’opinione pubblica, come quelle di Alessia e Livia, le gemelline svizzere probabilmente uccise dal padre […] Ci sono poi le morti di Flavia, Nicolò, Sara, Francesco, David, Emiliano, Maria Jose e altri cinquecento bambini ogni anno che, sia pur altrettanto innocenti, rimangono “invisibili”. Non se ne vuole parlare forse perché mette troppa paura e il solo pensiero fa inorridire. Queste morti, pur sconquassando le famiglie di appartenenza e tutti gli affetti, in maniera permanente, non fanno notizia e non sembrano interessare nè i media, nè i decisori politici […] In tema di diagnosi e cura, molto si è fatto e si sta facendo, anche con buoni risultati. Ma in tema di prevenzione primaria c’è praticamente il nulla. La tragedia è ancora più beffarda ed ingiusta perché, con nostra grande sorpresa, la letteratura scientifica è ricca di studi che indicano quali siano le cause probabili e quelle certe di queste malattie. Come le origini spesso siano già nel grembo materno, è confermato dall’evidente incremento di queste patologie nel primo anno di vita che implica per forza di cose un’insorgenza a fronte di un danno già in età embrio-fetale […] è da considerare come gli effetti di un falso allarme siano per lo più transitori e limitati, mentre gli effetti negativi che si producono a seguito di false rassicurazioni sono durevoli, certi ed estesi, nonché capaci di diffondersi in forma incontrollata, producendo così danni irreparabili non solo alla salute, ma anche alla tanto cara economia, alla credibilità delle istituzioni e quella dei loro rappresentanti”.

Leggi tutta la lettera

Leggi l’intervista a Ernesto Burgio “Diminuire subito le fonti inquinanti” (Terra, 19 febbraio 2011)

– gli europarlamentari risollevano i problemi di gestione della pandemia

L’europarlamentare francese Michèle Rivasi, ha proposto un nuovo documento che risolleva i gravi problemi – tuttora irrisolti – emersi durante la passata pandemia. Ne da’ notizia il British Medical Journal il 1 febbraio scorso. Il documento chiede innanzi tutto che venga ripristinato il criterio di gravità (l’enorme numero di morti) che caratterizzava la definizione di pandemia prima dell’arrivo dell’H1N1/2009. Una richiesta indispensabile, altrimenti qualsiasi epidemia influenzale potrebbe d’ora in poi venir battezzata come “pandemia”. Furono 2 milioni i morti nella pandemia del 1957 e 1 milione in quella del 1968. Un ordine di grandezza ben diverso dai circa 20.000 morti registrati con l’H1N1/2009 (18.449, secondo i dati OMS al 1 agosto 2010). Solo 2.900 in Europa, assai meno di quelli attribuiti alle normali stagioni influenzali, sottolinea Michèle Rivasi. Altre richieste riguardano la dichiarazione e la gestione dei conflitti di interesse dei consulenti delle autorità di sanità pubblica europee e una maggiore indipendenza del Centro per il controllo delle malattie dell’UE, che gli permetta, ad esempio, di produrre proprie valutazioni sul rischio di un’infezione. Anche divergenti – se fosse il caso – da quelle dell’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS). Infine chiede che la Commissione Europea possa conoscere meglio e analizzare i dati dei vari Paesi dell’UE sulle strategie adottate, i vaccini acquistati, usati e avanzati, le reazioni avverse osservate e il numero di casi e di morti per influenza H1N1/2009. I risultati dell’analisi dovrebbero essere resi pubblici come contributo per un futuro piano pandemico.

Il 25 gennaio scorso il documento di Michèle Rivasi è stato votato quasi all’unanimità dalla commissione di Sanità pubblica del Parlamento europeo. A marzo andrà alla discussione del Parlamento al completo. Speriamo che questa lodevole iniziativa vada a buon fine.

Leggi l’extract della news sul BMJ

– etica e ricerca medica nell’era globalizzata

E’ possibile coniugare etica e rigore scientifico? Se lo chiedeva Marcia Angell in un editoriale apparso più di un decennio fa sul New England Journal of Medicine, rivista allora da lei diretta. La risposta affermativa si confrontava con una realtà in controtendenza. Quando è noto un trattamento efficace è possibile condurre un trial con placebo? La dichiarazione di Helsinki (che definisce il quadro generale di etica e di diritto per la sperimentazione umana) non solo rende cogente il consenso informato, ma sottolinea che il gruppo di controllo deve ricevere ” la miglior terapia” a disposizione. Già nel 1988 la Angell parlava senza ambiguità di ‘imperialismo etico’ da parte degli USA, per la tendenza a proporre uno standard etico inferiore per gli studi condotti nel terzo mondo. Esistono più esempi di questa condotta discutibile sul piano etico. Un peggioramento della situazione è avvenuto nel 2008, da quando cioè FDA (Food and drug administration) non richiede nemmeno più l’aderenza alla Dichiarazione di Helsinki per gli studi condotti all’estero. Questi debbono soddisfare invece le linee guida GCP (Guidelines for Good Clinical Practice ), sponsorizzate dall’industria farmaceutica, che non costituiscono un codice etico, ma solo un manuale di procedure regolatorie. C’è poi un altro problema, non certo secondario. Negli ultimi anni gli studi sponsorizzati da aziende farmaceutiche statunitensi nei paesi in via di sviluppo  non riguardavano patologie che affliggono quei popoli. Sono ben rappresentati invece studi sulla rinite allergica e la vescica iperattiva. I pazienti sono così utilizzati come cavie per farmaci costosi da registrare e commercializzare nei paesi ricchi. I principi contenuti nel Codice di Norimberga e nella Dichiarazione di Helsinki non sono norme etiche obsolete. Il risparmio economico e gli eventuali risultati raggiunti non possono diventare un alibi per calpestarli. La norma più semplice da seguire potrebbe essere questa: non vanno condotti nel terzo mondo quegli studi che non si potrebbero condurre in patria.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

– la depressione post-parto: un mito da sfatare

Un articolo di Giuliana Mieli, psicoanalista, tratto dal libro “Nascere, le parole per dirlo” (a cura di M. Farinet, Franco Angeli editore), esamina l’approccio distorto alla gravidanza e al puerperio della cultura odierna e ci aiuta a riscoprire la loro dimensione affettiva, tanto poco conosciuta e capita. Dice Giuliana Mieli: “Dopo la straordinaria ma breve impennata di intelligenza degli anni ‘70 che era riuscita a influenzare il generale atteggiamento verso la sofferenza psichica, ha avuto inizio una massiccia e strisciante medicalizzazione della maternità – trasformata da evento di natura in malattia –  che recentemente è diventata una vera e propria psichiatrizzazione, sua forma più raffinata e perversa. Scopo di tutto ciò è il controllo blindato del percorso della gravidanza per  proteggerla – questa è la ingenua e sciocca fantasia – da possibili e imprevedibili insuccessi”. La Mieli non contesta “l’uso delle analisi, delle ecografie, dei farmaci, del cesareo e dell’epidurale come ausilio e accompagnamento alla gravidanza là dove tale ausilio è necessario, ma l’imposizione di un percorso totalmente medicalizzato il cui unico obiettivo coincide con quello aziendale di un buon prodotto, in poco tempo e senza rischio: insomma la garanzia di una riuscita senza difetti e incidenti. Nulla di più contrario alla sostanza della vita e degli affetti, di cui la maternità e la paternità sono passaggio cardine”. Spiega che “non possiamo accettare che l’etichetta della “depressione-post-parto” copra una vergogna di tutti e stigmatizzi comportamenti come malati senza fare nulla per capirli e trarne ispirazione per cambiare qualcosa nel nostro modo di operare e di vivere”… E infine conclude: “Umanizzazione” deve smettere di essere uno slogan: deve diventare un progetto concreto per cambiare, a partire dalla nascita, il destino dell’uomo nel mondo”.

Leggi l’articolo di Giuliana Mieli

– Il vero problema della medicina

La società civile e l’individuo hanno attese “mitiche” di efficacia dei servizi sanitari, attese che dovrebbero essere piuttosto ricondotte alla realtà dell’evidenza. Si tratta di alfabetizzare gli individui nei confronti della salute, e questo è tanto più necessario quanto più le risorse disponibili costringeranno ad operare scelte in cui si scontreranno le attese di benessere indotte dall’esplosiva realtà della medicina del XXI secolo con le priorità dei problemi sanitari prevalenti a livello sociale. A tirare una coperta sempre più corta, da un lato vedremo schierati l’industria ed i centri di ricerca che produrranno nuove tecnologie da immettere sul mercato medico-sanitario, dall’altro avremo la politica che dovrà decidere quali innovazioni, quante, a che prezzo, ma soprattutto a scapito di quali altre prestazioni e tecnologie, potranno essere incluse nel “pacchetto universale” di prestazioni sanitarie a cui tutti avranno accesso. Non saranno scelte facili perchè implicano valutazioni etiche e dovranno essere fatte in un contesto drogato da una visione della salute e da aspettative fuori dalla realtà. Ciò che appare più urgente e indispensabile è quindi un cambiamento culturale, innanzitutto della medicina. E questo è probabilmente il vero problema.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

– i cacciatori di corpi: l’inquietante vicenda del Trovan

Dicembre 2010, le rivelazioni di WikiLeaks scavano nel passato di una vicenda che vede coinvolta Pfizer, sempre alla strenua ricerca di un farmaco campione di vendite. Come nel romanzo The Costant Gardener di John Le Carré e nell’omonimo film, bambini africani sono divenuti riserva di caccia delle case farmaceutiche affamate di cavie umane. Nella fiction era il Kenya, nella realtà la Nigeria, denunciava nel dicembre del 2000 il Washington Post in una serie di articoli dal titolo significativo The Body Hunters. Con lo stesso titolo è uscito nel 2006 un libro inchiesta della giornalista Sonia Shah, della quale lo stesso Le Carré ha riconosciuto il coraggio nel riportare questa ed altre vicende analoghe. Giovanni Peronato racconta tutti i particolari della vicenda.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

– informazioni sui farmaci dei rappresentanti: Malesia e Australia a confronto

Uno studio pubblicato su BioMed Central Public health, ha messo a confronto le informazioni date ai medici dai rappresentanti farmaceutici in Malesia e in Australia sui loro prodotti in promozione. Diversi studi descrivono tale informazione di bassa qualità, ma non vi sono ricerche che affrontino questo argomento per quanto riguarda la Malesia e non vi sono evidenze recenti per quanto riguarda l’Australia. Dai risultati osservati, gli autori concludono che i rappresentanti forniscono di solito  le informazioni su indicazioni e dosi dei farmaci, mentre spesso vengono omesse quelle sui rischi e gli effetti avversi, quindi è’ necessario un efficace controllo sulle informazioni sui medicinali fornite dai rappresentanti dell’industria farmaceutica.

Leggi la traduzione sintetica di Guido Giustetto

Leggi l’articolo su BioMed Central

– come permettere alla volpe di fare la guardia all’interno del pollaio

Sono poche le fonti autorevoli di informazione indipendente sui farmaci in internet. Forse a breve si perderà Therapeutics Initiative, un sito promosso dall’università della British Columbia (Vancouver, Canada) in cui vengono valutate in modo rigoroso, basato sull’evidenza scientifica e indipendente dall’influenza dell’industria, le informazioni sui trattamenti farmacologici così da bilanciare le fonti di informazione sponsorizzate dalle aziende farmaceutiche. Dopo le pressioni da parte dell’industria farmaceutica, il governo della provincia della British Columbia ha deciso infatti di non rinnovare il contratto all’iniziativa di revisione di farmaci. Eppure è la revisione di Therapeutics Iniziative che ha lanciato l’allarme sul profilo di rischio cardiovascolare dovuto al rofecoxib e al rosiglitazone. Grazie a questo studio il governo ha ristretto l’uso di questi farmaci nella British Columbia (BC) molto prima che questi fossero ritirati dal commercio, evitando oltre 500 decessi (1). Inoltre è a Therapeutics Iniziative, che per 14 anni ha garantito al Ministero della Salute della BC le informazioni su cui basare il rimborso dei farmaci, che andrebbe il merito del risparmio sulla spesa farmaceutica della provincia canadese per cui per ogni $ investito nell’organizzazione indipendente se ne sarebbero risparmiati 70. Perché non supportare qualcosa che sembra funzionare così bene?

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

Leggi l’articolo sul Vancouver Sun

– Tamiflu e l’influenza degli affari

Lo scorso 13 gennaio è andato in onda sulla televisione svizzera italiana, un documentario d’inchiesta di Falò “girato fra Giappone, Roma, Inghilterra e Svizzera che – si legge sul sito di Falò -ricostruisce l’avventurosa storia del Tamiflu, il farmaco che i governi hanno accatastato per proteggere la popolazione dalle Pandemie. E racconta i forti dubbi su efficacia e sicurezza che circolano oggi nella comunità scientifica. Quando é arrivato sul mercato nel 2000, Tamiflu è stato accolto tiepidamente: costava molto, ma prometteva di ridurre di appena un giorno e mezzo la durata dei sintomi dell’influenza. Poco, per dirsi rivoluzionario. Ma grazie all’allarme Pandemia, il farmaco distribuito da Roche si é trasformato in un campione d’incassi. “L’influenza degli affari” mette in fila fatti, luoghi ed eventi di dieci anni di Tamiflu. E mostra il “dietro le quinte” delle politiche mondiali per prepararsi alla pandemia: esperti che allo stesso tempo consigliano l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’industria farmaceutica. Rischio di conflitti di interesse? “Fa parte della vita”, dichiara Charles Penn dell’OMS. Nell’inchiesta di Falò parlano i protagonisti: Roche, i medici, le presunte vittime. Una vicenda dei giorni nostri fra salute pubblica, trasparenza ed effetti indesiderati”.

Guarda il documentario di Falò

– la saga del Tamiflu continua con una svolta epocale

Le periodiche revisioni della Cochrane Collaboration sull’efficacia del Tamiflu e degli altri inibitori della neuraminidasi, incontrano nel  2010 un ostacolo imprevisto: 8 degli 10 studi che avrebbero dovuto provare l’efficacia e la sicurezza del farmaco, non erano mai stati pubblicati. Le difficoltà – ancora irrisolte – per ottenere i dati dalla Roche, vengono raccontate sul British Medical Journal (BMJ) dagli stessi autori delle revisioni Cochrane. Nel medesimo articolo, Jefferson e colleghi propongono un nuovo protocollo che potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nel metodo delle revisioni Cochrane: utilizzare solo rapporti interni delle case farmaceutiche mai pubblicati per intero o in assoluto, e i dati presentati alle agenzie regolatorie per l’autorizzazione del farmaco.

Leggi l’articolo sul BMJ

Leggi l’editoriale di commento di Fiona Godlee

Leggi il protocollo

Leggi su Attentiallebufale la saga del Tamiflu e i tanti argomenti correlati

gennaio 2011

– medici e industria sono venuti meno alle loro responsabilità etiche

Durante una testimonianza resa al Senato degli USA nel 2007, Jerome P. Kassirer, personalità di rilievo del mondo accademico degli USA, descrive le conseguenze preoccupanti del complesso intreccio di relazioni tra professione medica e industrie del farmaco. Relazioni che, in un’intervista rilasciata nel 2006, ha definito scandalose. Kassirer descrive l’enorme pervasività della promozione dei farmaci e le dimensioni sorprendenti del coinvolgimento dei medici. Passa poi in rassegna una serie di fatti sconcertanti, di fronte ai quali ritiene che la reazione dei medici sia stata assolutamente inadeguata. “Quando gli incentivi economici producono cure inadeguate o pericolose, quando aumentano i costi dell’assistenza in modo smisurato, quando mettono a rischio la vita dei pazienti negli studi clinici e danneggiano la professione, vuol dire che si è oltrepassato il limite”. “E cosa hanno fatto i leader della medicina per contrastare una situazione in cui i medici si sentono sempre più in debito verso l’industria? Non molto”, sostiene Kassirer. In effetti – leggendo la sua testimonianza – non si capisce cosa altro debba succedere perché i medici si rendano conto che è urgente un cambiamento. Kassirer conclude dichiarando che “i medici sono a rischio di essere corrotti dagli incentivi perversi che ricevono dall’industria” ed esorta a esercitare una maggiore pressione sui medici e sull’industria perché – a suo parere – “sono venuti meno entrambi alle loro responsabilità etiche”. A distanza di anni da questo grido di allarme, si deve purtroppo constatare che la situazione non è migliorata, anzi. Sarà in grado la medicina di liberarsi dal ginepraio in cui si è impigliata? Forse, come suggerisce Ray Moynhian – giornalista e scrittore australiano – è giunta l’ora di allargare la discussione a “un gruppo di voci più ampio”.

Leggi la testimonianza di Jerome P. Kassirer

Leggi la traduzione libera e il commento di Luisella Grandori

– pensieri in libertà su un progetto di ONDA

NoGraziePagoIo si occupa di conflitti d’interesse in ambito sanitario con uno sguardo critico. Dato che ONDA (http://www.ondaosservatorio.it/) è un osservatorio le cui iniziative potrebbero essere soggette a tale tipo di conflitti (vedi la scheda che abbiamo preparato), abbiamo pensato di fare un’analisi critica di una sua recente iniziativa. Abbiamo scelto a questo scopo il progetto su “La depressione in gravidanza e nel post-partum”, che prevede tra i suoi interventi una campagna di comunicazione e attività territoriali. Il lettore interessato a leggerlo per approfondire lo può scaricare liberamente a questoLINK.

Leggi l’analisi dei Nograzie sul progetto di ONDA

Leggi la scheda su ONDA

Leggi il progetto di ONDA

– la depressione post-partum: il problema è sociale non psichiatrico

Un articolo scritto da Tiziana Valpiana in occasione della proposta del “trattamento sanitario obbligatorio” (TSO) per le donne che presentano segni di depressione post-partum, spiega con chiarezza, sensibilità e competenza (anche femminile), come il disagio e la sofferenza della donna in questo delicato periodo, siano fortemente collegate a fattori sociali. “Ai nostri politici, ai nostri tecnici sfugge – dice Valpiana – quello che era evidente a tutte le generazioni precedenti e alla saggezza popolare riassunta in un’efficacissima frase di Gandhi “Per allevare un bambino ci vuole un villaggio”. Passa poi ad analizzare le difficoltà emotive e fisiche che le madri incontrano in una società come la nostra dove è sparito “il villaggio” ma può essere in parte ricostruito. il Melograno e altri centri di informazione maternità e nascita, “hanno sperimentato concretamente come la più efficace forma di prevenzione della depressione post-partum sta nel costituire gruppi di appoggio e di auto e mutuo aiuto con altre madri e servizi di supporto nel dopo parto e, soprattutto, visite domiciliari, per poter contare non sullo sporadico e non garantito aiuto dei familiari ma sulla sicurezza di un supporto professionale disponibile e anche per rilevare precocemente eventuali disfunzioni nell’ambiente di vita”.

Leggi l’articolo di Tiziana Valpiana

– troppe poppate non fanno male

il 17 gennaio IBFAN Italia (International Baby Food Action Network) e MAMI (Movimeto Allattamento Materno Italiano), hanno emesso un comunicato stampa intitolato “Troppe poppate non fanno male”.  Le due associazioni spiegano che “Venerdì 14 gennaio 2001 il British Medical Journal ha pubblicato un articolo che mette in dubbio la raccomandazione dell’OMS di allattare esclusivamente al seno per 6 mesi (l’articolo può essere scaricato gratuitamente a questo indirizzo http://www.bmj.com/content/342/bmj.c5955.full). I media, in Italia e altrove, hanno ripreso questo articolo e ne stanno diffondendo il discutibile messaggio in un modo che potrebbe confondere le madri e le famiglie con una conseguente riduzione della percentuale di donne che allatta esclusivamente al seno per 6 mesi, periodo raccomandato anche in Italia dal Ministero della Salute e da numerose associazioni professionali. Il quotidiano La Stampa, per esempio, titola “Troppe poppate fanno male” quando non esiste nessuna ricerca e nessun ricercatore al mondo, nemmeno gli autori dell’articolo britannico, che possano dimostrare danni da allattamento al seno. È curioso che suscitino molto interesse gli articoli che spingono ad allattare di meno, mentre non destano il benché minimo scalpore la grande quantità di studi che dimostrano come, anche nel ricco occidente, i bambini alimentati con latte artificiale o svezzati troppo presto con cibi solidi corrano il rischio di contrarre numerose malattie, da numerose infezioni all’obesità, con altissimi costi per l’individuo, la famiglia, il sistema sanitario, la società e l’ambiente. Non sarà per eccesso di riverenza nei confronti delle multinazionali e delle loro inserzioni pubblicitarie? [continua …]

Leggi il comunicato stampa di IBFAN e MAMI

– la medicina basata sulle evidenze è dannosa per la nostra salute?

Parlando a una conferenza Des Spence, medico di famiglia a Glasgow e fondatore dei Nofreelunch UK, si è chiesto come mai nonostante la ricca scelta di evidenze reperibili nel sito guida QOF (Quality and Outcomes Framework) non ci siano grandi risultati sugli outcomes (esiti) primari raggiunti. C’è qualcosa di sbagliato nella medicina basata sulle evidenze (Evidence Based Medicine, EBM)?  Esistono ancora incertezze o perplessità circa la sua completa e fattiva applicazione nella pratica clinica? Des Spence ha molti dubbi sulla validità e sulla benefica ricaduta sui suoi pazienti che questo nuovo approccio alla medicina va promettendo e, in un articolo sul British Medical Journal (BMJ) elenca una serie di ‘debolezze’ che il sistema della EBM secondo lui nasconde.

Leggi l’extract dell’articolo sul BMJ

Leggi la traduzione, commento e note di Giovanni Peronato

– la pillola va giù, se è online

Si intitola così un articolo di Linda Grilli e Gianna Milano su Tuttoscienze de La Stampa del 29 dicembre scorso, che inizia così “Basta un clic. E chi va su Facebook può trovarsi a condividere – suo malgrado – informazioni su farmaci. A segnalare un caso recente un «post» che diceva: «Big Pharma non dovrebbe usare i social media». Novartis aveva messo sul social network più famoso un «widget», ossia una finestrella condivisibile, e chi cliccava trovava indicazioni su Tasigna, nuovo medicinale per la leucemia mieloide cronica. Se ne sottintendeva la superiorità sugli altri farmaci, si lodava l’efficacia, ma si omettevano possibili effetti collaterali. Un messaggio scorretto che ha meritato una tirata di orecchie da parte dell’Agenzia americana per il controllo sui farmaci, la Fda, che ha inviato una lettera di ammonimento: «Togliete subito quel link da Facebook». Cosa che è stata fatta. Intanto, però, milioni di persone hanno avuto accesso a informazioni inappropriate, tra l’altro su un farmaco non ancora in commercio. Un caso isolato? Affatto”.

Leggi tutto l’articolo di Linda Grilli e Gianna Milano su Tuttoscienze de La Stampa

– il paradosso della terapia: curarne cento per salvarne uno

Un medico di famiglia scozzese, ‘scottato’ per l’abile raggiro di un venditore di polizze ha scritto al  British Medical Journal (BMJ) esprimendo alcune semplici considerazioni. Anche noi medici, scrive Des Spence, manipoliamo i numeri, basti pensare che nessuno mette in dubbio i risultati che si ottengono riducendo la colesterolemia con le statine e invece… Andiamo a rileggerci con attenzione lo studio WOSCOPS, uno dei più importanti studi randomizzati controllati (RCT) sull’uso delle statine in prevenzione primaria. Si tratta di uno studio condotto in Scozia e pubblicato sul New England Journal of Medicine, che dimostra come trattando delle persone di mezza età con 40 mg al dì Pravastatina per 5 anni si ottiene una riduzione di eventi coronarici attorno al 30%. Detta così pensi di dover scendere subito in farmacia a comprare la medicina miracolosa, se è vero che potrà evitare un infarto su 3. Ricordo infatti lo scalpore che suscitò la pubblicazione e l’incremento di vendite della statina. Il nostro collega ci ha meditato su e dopo 13 anni (lo studio fu pubblicato nel 1995), analizzando come venivano presentati i risultati e le caratteristiche della popolazione studiata, è arrivato a concludere che gli stessi dati, se espressi in termini di numero di eventi evitati, sarebbero stati molto meno ottimistici: solo uno 0.7% di riduzione di rischio assoluto di morte coronarica.

Leggi l’extract dell’articolo di Des Spence sul BMJ

Leggi la traduzione e il commento di Giovanni Peronato

– sano e malato

Considerando la medicalizzazione di molte condizioni umane, viene alla mente un celebre aforisma Jules Romain “ogni sano è un malato che non sa di esserlo”. Parafrasando questo pensiero lʼex CEO Merck Henry Gadsen, dichiarava una trentina d’anni fa alla rivista Fortune che il suo sogno sarebbe stato quello di produrre farmaci per le persone sane. Magari allora la dichiarazione poteva sembrare un tantino provocatoria, ma oggi gli esempi non mancano. Nel 2006 è stato condotto uno studio controllato randomizzato su soggetti “pre-ipertesi”, cioè paradossalmente a rischio di diventare a rischio. Anche se non ufficialmente ipertesi, questi soggetti vennero trattati con un anti ipertensivo (candesartan), dimostrando che in uno su dieci, il farmaco, una volta sospeso, ritardava l’evoluzione a valori pressori più elevati. Da qui al curare i sani il passo è breve. Esiste anche la pre-osteoporosi e questo gioco può valere anche per la colesterolemia, la glicemia, etc … Di questo passo, ha scritto di recente sul suo blog nel BMJ lʼautorevole ex direttore Richard Smith, ogni misurazione di un parametro biologico rende automaticamente ʻmalatoʼ il 5% della popolazione. Procedendo in questa linea di provocazione egli cita un romanzo di Philip Roth dove ci si chiede: la felicità è una malattia?

Leggi l’intervento di Richard Smith sul Blog del BMJ

Leggi traduzione, commenti e note di Giovanni Peronato

 

dicembre 2010

– succede solo in India

Il Medical Council of India (MCI, federazione degli Ordini dei Medici indiani), ha sospeso due medici per sei mesi dall’esercizio della professione. Si tratta del presidente e del segretario generale dell’Indian Medical Association (IMA), la più antica, più grande e più autorevole associazione medica indiana, che firmò nel 2008 un contratto di tre anni, per circa 250.000 euro, con la Pepsi Food Company perchè questa potesse usare il logo dell’IMA su due prodotti: un succo di frutta tropicale e dei fiocchi d’avena per la prima colazione. Il logo implica che il prodotto è raccomandato al pubblico dall’IMA. Non era la prima volta che succedeva. Secondo l’IMA, il ricavato da questi contratti serve a finanziare attività scientifiche e di divulgazione. Ma il Dr. K.V. Babu, oculista e membro del direttivo dell’IMA, ha protestato vivacemente e non si è dato pace finchè il fatto non è stato preso in seria considerazione. “Questo tipo di attività equivale a distruggere la dignità e l’onore della professione medica”, ha dichiarato il Dr. Babu; e ha aggiunto: “Ma qual è la nostra credibilità se la più grande associazione di medici del paese fa cose del genere?”  E finalmente, il Medical Council ha dato ragione al Dr Babu mandando una specie di avviso di garanzia a circa 150 medici che avevano approvato il contratto con la Pepsi, e sospendendo per sei mesi dall’esercizio della professione il presidente e il segretario generale dell’IMA all’epoca dei fatti. I due si sono appellati sostenendo che il MCI non può sospendere i medici dall’esercizio della professione, dato che le licenze sono concesse dai vari MCI degli stati e non dal MCI nazionale. Questioni di lana caprina, secondo noi, che speriamo tutto ciò serva da lezione anche per il Belpaese.

Leggi l’articolo di Adriano Cattaneo

– studenti di medicina: lavori in corso sul conflitto di interessi

Dal 3 al 5 dicembre si è tenuto a Genova un seminario del SISM – Segretariato italiano degli studenti di medicina – dedicato ai conflitti di interesse in medicina. Tre giorni di relazioni, discussioni, esercitazioni per approfondire i numerosi aspetti del problema. Dagli aspetti etici e i principi che ispirano la professione medica, all’analisi degli svariati ambiti nei quali l’influenza di altri interessi può danneggiare la salute: le politiche sanitarie, la ricerca, la formazione, l’informazione, la regolamentazione e la promozione dei farmaci. Per finire con la valutazione delle giornate di lavoro e i progetti per il futuro. Anche i Nograzie e il Centro per la Salute Internazionale dell’Università di Bologna, sono stati invitati a portare la loro esperienza. Alcuni studenti riferiscono che “è stata dedicata particolare attenzione alla logistica dell’evento, cercando di perseguire una coerenza tra i temi trattati e le pratiche  adottate. Nel rispetto quindi dei valori della sobrietà e della sostenibilità ambientale, l’evento è stato organizzato all’interno di una scuola, tutti abbiamo dormito nella palestra portandoci da casa i sacchi a pelo e le stoviglie per la prima colazione”. Un grande applauso a questa iniziativa del SISM! Davvero un bel regalo di Natale e un augurio per tutti: ricostruire una medicina migliore.

Il programma del seminario del SISM

– i Nograzie intervistati da Psicologia Radio

“Mercanti di sofferenza – viaggio nel mondo del salute” è il titolo della trasmissione di Psicologia Radio andata in onda il 29 novembre scorso, durante la quale sono stati intervistati anche i Nograzie. Nel commento sul sito di Psicologia Radio si legge: “Un viaggio nel mondo della sanità, tra cultura della malattia e interessi economici dell’industria della salute. Si creano nuove malattie, si  modificano i parametri d’inclusione di quelle già note, s’influenza la ricerca, la formazione degli operatori sanitari, creando presupposti per l’abuso di farmaci e psicofarmaci, anche per i bambini, con lo scopo di realizzare una società sempre più medicalizzata. Coinvolte nel grande mercato della salute anche molte associazioni “non profit” di assistenza alle varie malattie, in buona parte finanziate dalle case farmaceutiche. Intervengono rappresentanti istituzionali, medici, psicologi, esponenti del mondo associazionistico”.

Senti la trasmissione

– Società scientifiche & Industria farmaceutica

In occasione del 27esimo Congresso nazionale della Societa’ italiana medici di medicina generale (Simg) tenutosi recentemente a Firenze, il suo presidente, Claudio Cricelli, ha auspicato che le Societa’ scientifiche possano diventare “interlocutori privilegiati con le istituzioni”: Ministero della Salute, Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), Aifa (Agenzia italiana del farmaco). A questo proposito i Nograzie hano emesso un comunicato stampa in cui precisano che sono d’accordo che le società scientifiche debbano dare il loro contributo alle istituzioni, ma queste ultime dovrebbero esigere che – per diventare interlocutori privilegiati – le società scientifiche dovrebbero liberarsi dai rapporti con chi ha come interesse primario non tanto la salute quanto il profitto (ditte produttrici di farmaci, alimenti e altri materiali sanitari). I primi passi da esigere sono quindi: a) la trasparenza totale dei bilanci annuali delle società scientifiche; b) la redazione e l’approvazione di un codice di comportamento su sponsorizzazioni e conflitti d’interesse, con relative sanzioni per coloro che non lo rispettano. Diciamo questo perchè crediamo che rapporti tra salute e mercato abbiano oltrepassato ogni limite; è necessario e urgente adottare misure di protezione della salute dalle ingerenze del mercato come si fa in altri paesi. Negli Usa, per esempio, le Societa’ scientifiche hanno stabilito di recente un nuovo codice etico per i rapporti con l’industria del farmaco e in diverse Università’ esistono da tempo regole rigide per evitare l’invasività’ del marketing. E in India, il Medical Council prevede sanzioni per i medici che accettano regali oltre un certo valore e per le Associazioni mediche che avvallano prodotti commerciali, arrivando fino alla sospensione temporanea dall’esercizio della professione.

Leggi il comunicato stampa dei Nograzie

– polvere del marketing sugli antipsicotici atipici 

Un altro articolo di Giuseppe Tibaldi (Coordinatore scientifico Centro Studi e Ricerche in Psichiatria ASL TO2 Nord, Torino) su Dialogo sui farmaci per la serie “Polvere del marketing”, analizza diversi aspetti controversi riguardo alle indicazioni degli antipsicotici atipici. Dal loro utilizzo e promozione off-label (al di fuori delle indicazioni autorizzate dall’agenzia regolatoria), alle debolezze degli studi presentati per chiedere l’estensione delle indicazioni terapeutiche. Tibaldi segnala infatti il finanziamento da parte dell’industria o la mancata dichiarazione del finanziamento e dei conflitti di interesse degli autori,  il supporto editoriale di una agenzia di ghostwriting (scrittori fantasma, vedi RICERCA E RIVISTE MEDICHE), la presenza tra gli autori di dipendenti dalla Ditta produttrice, oltre a gravi limiti metodologici.

Leggi l’articolo di Giuseppe Tibaldi

novembre 2010

– Pensieri intorno al conflitto di interessi in medicina

Un editoriale di Sergio Conti Nibali su Quaderni acp, prende lo spunto dalle nuove regole stabilite dagli editori delle riviste scientifiche internazionali (ICMJE) per sollecitare l’editoria medica e le società scientifiche italiane ad aprire un dibattito sul problema dei conflitti di interesse. Ricorda il codice stabilito fin dal 1998 dall’Associazione Culturale Pediatri e la decisione di Quaderni acp, di eliminare le inserzioni pubblicitarie. Una scelta coerente e per certi versi provocatoria, una sfida lanciata ma non raccolta da altri. Si chiede poi che fine abbia fatto l’auspicio formulato dal Coordinamento italiano per l’integrità della ricerca biomedica nell’appello del 2002 (seguito all’editoriale congiunto delle 11 maggiori riviste mediche internazionali): “i direttori di riviste scientifiche e in particolare quelle considerate organi di società scientifiche si impegnino a dichiarare in modo trasparente la sussistenza di potenziali conflitti di interesse che riguardino sia loro stessi che l’intero staff editoriale”. Passa poi a descrivere le proposte dell’Institute of Medcine degli USA e quelle dei Nograzie italiani e di tutto il mondo. Conti Nibali conclude “In definitiva, i termini del problema sono ormai noti e ben delimitati; innumerevoli sono i tentativi di soluzione o di gestione del conflitto di interessi. È arrivato il momento di aprire un (difficile?) dibattito non solo con i lettori di Quaderni, ma con tutte le Società e gli Editori di riviste scientifiche”. Speriamo che la proposta non cada nel vuoto.

Leggi l’editoriale di Sergio Conti Nibali

 

– Società scientifiche USA e codice per i rapporti con l’industria

Un’organizzazione statunitense ha chiesto a tutte le società mediche di sottoscrivere un codice etico che dovrebbe fissare gli standard per i rapporti con le industrie farmaceutiche e incoraggiarle a essere molto più trasparenti sui loro finanziamenti. Ne da’ notizia il British Medica Journal (BMJ). Lo scorso 21 aprile il Consiglio delle Società delle specializzazioni mediche (Medical Specialty Societies) degli USA ha redatto un codice sui rapporti tra medici e produttori di farmaci e dispositivi medici e ha dichiarato che 13 delle 32 società aderenti hanno già adottato il codice e le altre stanno progettando di adottarlo. Il Codice è stato sviluppato da una task force composta da 30 medici in rappresentanza  delle società aderenti. Comprende sette principi fondamentali che coprono quattro aree: conflitti di interesse, dichiarazione dei finanziamenti, sviluppo indipendente di programmi e leadership indipendente. Negli USA, come ormai in molte altre nazioni, si affronta apertamente il problema del conflitto di interesse; è riconosciuto come un dato di fatto, si sa che esiste, non lo si nega, non si affossa il dibattito; si cerca di trovare soluzioni che ne limitano i risvolti negativi ai vari livelli. Alcune delle soluzioni proposte in questo codice potranno sembrare non sufficienti, ma ci sembra già un grosso successo l’averlo proposto e ancor di più che finora una gran parte delle società scientifiche lo abbiano accettato. Ci sarà poi da verificare quante riusciranno veramente ad adottarlo, e quali misure di monitoraggio verranno utilizzate per verificarne l‘implementazione. Staremo a vedere. E in Italia?

Leggi la traduzione e il commento di Sergio Conti Nibali

Leggi l’extract della nota del BMJ

 

– procedura rapida per l’approvazione dei farmaci: tutto bene?

Dal 1992 la FDA  (Food and Drug Administration, agenzia USA per la sicurezza dei farmaci, e degli alimenti) ha messo a disposizione una procedura  accelerata pensata per rendere disponibili nuovi farmaci per curare malattie particolarmente gravi senza alternative terapeutiche. In questo caso la FDA  richiede alle case farmaceutiche standard minori rispetto alla procedura regolare. Il presupposto è che il ‘lassismo’ iniziale sia poi compensato da rigorosi studi post-marketing che validino l’efficacia e la sicurezza del farmaco approvato. Ma il sistema non funziona sempre come programmato, come sottolinea un articolo pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA). Mentre John Jenkins, direttore dell’ ufficio nuovi farmaci della FDA, esprime un parere positivo sulla procedura rapida, Steven Nissen del Dipartimento di medicina cardiovascolare della Clinical Foundation di Cleveland, sostiene che le case farmaceutiche usano la procedura accelerata per evitare le onerose trafile della procedura standard per l’immissione di un farmaco sul mercato. La procedura fast-track, dice Nissen, dovrebbe servire per trattare malattie gravi e per condizioni senza alternative terapeutiche  “ Invece se guardo ai farmaci  approvati con questa procedura non sono affatto sicuro che la maggior parte soddisfi questi requisiti”. E conclude amaramente: “ le persone deputate all’approvazione dei farmaci in FDA sono piuttosto amichevoli con Big Pharma (very pharma friendly)vedono le industrie farmaceutiche come loro principali clienti. Perciò io non penso che servano leggi più severe piuttosto controllori più tosti”.

La la traduzione sintetica di Vittorio Fontana

Leggi l’extract dell’articolo sul JAMA

– le regole della manipolazione dell’informazione secondo Chomsky

In questi giorni siti web e blog stanno riprendendo le dieci regole in cui Chomsky ha riassunto la manipolazione dell’informazione. E’ improbabile che Chomsky avesse in mente, nel descrivere le sue regole, l’informazione rivolta dall’industria agli operatori sanitari. Ma se proviamo ad applicare queste 10 regole ad una delle tante attività promozionali di un farmaco, ci ritroviamo quasi perfettamente.

Leggi la nota di Guido Giustetto sulle 10 regole di Chomsky

 

– le aziende farmaceutiche britanniche dichiareranno tutti i regali fatti ai medici

Secondo il nuovo codice dell’Associazione farmaceutica britannica, a partire dal 2012, le aziende del farmaco dichiareranno in modo trasparente tutti i pagamenti fatti ai medici per relazioni, partecipazioni a commissioni, consulenze, partecipazioni a congressi. In più dal 1° gennaio 2011 saranno proibiti tutti i gadget con il logo dell’azienda o del farmaco. Steve Field, presidente del Royal College of General Practitioners (associazione che riunisce i medici di famiglia) ha dichiarato al BMJ: “Benvenuta questa nuova trasparenza. Le aziende farmaceutiche non dovrebbero esercitare alcuna influenza sulle decisioni prescrittive dei medici, che dovrebbero essere imparziali e dettate dalle sole evidenze scientifiche”. E a proposito della fine  degli “omaggi” alla classe medica, ha aggiunto: “Per molti anni ho pensato che donare paccottiglia sia pratica umiliante per le aziende farmaceutiche e che accettarla non sia dignitoso da parte dei medici “. E’ la stessa cosa che pensano i Nograzie. L’industria ha dichiarato di voler instaurare un rapporto di reciproco rispetto con i medici, che tutti gli omaggi, compresi pranzi e viaggi, sono inaccettabili e dovrebbero cessare. Vicky Edgecombe, responsabile della comunicazione per il Codice di Prescrizione dei Farmaci, ritiene che questi cambiamenti dovrebbero migliorare il clima di fiducia nei riguardi dell’Industria farmaceutica. Salutiamo anche noi con piacere queste nuove decisioni. Quando potremo avere qualcosa del genere in Italia?

Leggi l’extract dell’articolo sul BMJ

Leggi la traduzione libera di Giovanni Peronato

– la sperimentazione umana – diritti violati/diritti condivisi

E’ uscita la seconda edizione ampliata e aggiornata del libro di Gaia Marsico “La sperimentazione umana – diritti violati/diritti condivisi”. Nella breve presentazione dell’editore (FrancoAngeli) si legge: “Il volume vuole offrire un’introduzione alla sperimentazione clinica, affrontando anche le complesse questioni etiche che solleva. Particolare attenzione viene data all’intreccio tra salute e diritti individuali e sociali; all’importanza e all’ambivalenza del consenso informato; al crescente ruolo che in questo campo sono chiamati a svolgere i Comitati Etici; alla sperimentazione come espressione responsabile della pratica assistenziale”. E’ la “proposta di una lettura della sperimentazione come indicatore critico e propositivo di un modo di concepire la sanità come un laboratorio pubblico in sperimentazione di diritto che era ed è il filo conduttore del testo”. Tra le novità della nuova edizione, vi è anche la traduzione dell’ultima revisione (2008) della Dichiarazione di Helsinki, che è uno dei documenti di riferimento fondamentali per la sperimentazione umana, poichè ne definisce il quadro generale di etica e di diritto. Questo spiega perchè ha destato tante preoccupazioni nella comunità scientifica internazionale, il rifiuto dell’FDA (Food and Drug Administration, l’agenzia USA che controlla farmaci e alimenti) di accettare l’ultima revisione della Dichiarazione di Helsinki, sostituendola – per gli studi condotti fuori dagli USA – con le “Norme di Buona Pratica Clinica” (Guidelines for Good Clnical Practice) che non costituiscono un codice etico, ma solo un manuale di procedure regolatorie. Questa è solo una delle tante appassionanti questioni sulla sperimentazione umana che si possono approfondire leggendo il libro.

Leggi la scheda del libro

Leggi la dichiarazione di Helsinki (estratto dal Giornale italiano di farmacia clinica)

– i Nograzie su Avvenire Medico

Sull’ultimo numero di Avvenire Medico, si parla dei Nograzie, chi sono, cosa fanno, qual è la loro filosofia. Notiamo con piacere un interesse crescente per il nostro gruppo da parte dei colleghi e dell’opinione pubblica. Dopo il servizio andato in onda sul TG3 (vedi le news del mese di ottobre), oltre ai colleghi, ci hanno scritto molti cittadini che dichiaravano interesse per la nostra iniziativa e per chiedere informazioni. E sono arrivate decine di nuove richieste della nostra Lettera.

Leggi l’articolo sui Nograzie su Avvenire Medico (a pagina 36)

 

– “Profumo”, video su inceneritori, discariche e pediatri

Il 31 ottobre è andato in onda su BLOB (programma di RAI3 ideato da Enrico Ghezzi) un video di Fabio Masi sulle discariche campane. Si legge nell’introduzione al video su Vimeo: “PROFUMO forse vuol ricordare ciò che alcuni cittadini campani avvertono, ma che sicuramente la televisione ancora non è in grado di trasmettere. ma vuole anche significare quello che molti tra noi non sembrano aver ancora compreso: chi crea e gestisce le emergenze … chi rende insopportabile il lezzo delle discariche … è servo di un potere che vuole bruciare tutto. “Dio ricicla, il diavolo brucia”. Sono intervenuti: Daniele Castri – Ref.legale Coordinamento Comitato “No Inceneritore di Albano”, la dott.ssa Maria Grazia Sapia – Società Italiana di Pediatria (Referente Bambino e Ambiente), il prof. Dominique Belpomme – Association pour la Recherche Théraupetique Anti-Cancereuse (ARTAC) e il dott. Ernesto Burgio – Coordinatore Comitato Scientifico ISDE / Com Scientif. ARTAC
Guarda il video PROFUMO 

 

 

ottobre 2010

– appello per abolire lo spot “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”

La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot:
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/AreaComunicazione/CampagneComunicazione/2010/20100727_Campagna_Comunicazione_salute_sicurezza.htm

E’ una campagna vergognosa, perchè oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, quasi che la mancanza di sicurezza fosse imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a se stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori, specialmente di questi tempi, sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere di fronte ad un lavoro in nero, un lavoro precario e un lavoro a tempo determinato, mentre devono viceversa sottostare a ritmi da Medio Evo.
La campagna dovrebbe invece avviare un processo di comunicazione diffusa, in modo da rendere nota a tutti la necessita’ di un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti, soprattutto di chi devegarantire la sicurezza. Questi spot devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrà puntare sulle responsabilità civili, penali e non ultime anche etico-morali che l’imprenditore deve assumersi per tutelare l’integrita’ delle persone che lavorano per lui.
Via questi spot vergognosi. Pretendiamo viceversa più ispettori ASL e più risorse, affinchè la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine. Non si raggiunga il profitto a tutti i costi e soprattutto non lo si faccia attraverso il sacrificio di vite umane innocenti.
Firma l’appello

 

– prescrizioni mediche e informazioni dell’industria

Una revisione sistematica (di Geoffrey Spurling, Peter Mansfield e altri) pubblicata su PLoS medicine di ottobre, analizza la relazione tra qualità, quantità, costi delle prescrizioni e l’esposizione alle informazioni date dall’industria attraverso le visite dei rappresentanti, le pubblicità sulle riviste, i congressi sponsorizzati, la posta o le e-mail, i software per le cartelle cliniche e la partecipazione a ricerche sponsorizzate. Tranne rare eccezioni, sono state trovate associazioni tra l’esposizione all’informazione data direttamente dalle case farmaceutiche e prescrizioni più frequenti o di costo maggiore o di qualità più bassa, oppure non si è trovata un’associazione significativa. Talvolta risulta che la prescrizione possa essere migliorata, ma non vi sono prove di veri miglioramenti. Gli autori concludono raccomandando ai medici di seguire il principio di precauzione e quindi di evitare di esporsi alle informazioni che arrivano dalle compagnie farmaceutiche.

Leggi l’articolo su PLoS medicine

Leggi l’abstract tradotto in italiano da Alice Fabbri

– Falò riprende il discorso sulla vaccinazione contro il papillomavirus

Falò, trasmissione televisiva della Svizzera italiana, ha mandato in onda venerdì 8 ottobre un altro servizio sulla vaccinazione contro il papillomavirus dopo quello trasmesso nel 2008. Attraverso una serie di interviste a diversi professionisti, l’inchiesta di Harry Haner e Serena Tinari mette in luce le controversie che hanno accompagnato la decisione di introdurre la vaccinazione nelle adolescenti. Controversie che riguardano le informazioni sulla frequenza del tumore, sull’efficacia e sicurezza del vaccino, oltre al discusso problema delle relazioni finanziarie con l’industria farmaceutica dei ricercatori e dei componenti delle commissioni che decidono le strategie vaccinali.

Vedi la trasmissione di Falò

– i Nograzie al TG3!

Venerdì 1° ottobre il TG3 nazionale ha trasmesso un breve servizio sui Nograzie, presentandoci così: “Semplice e chiara la filosofia: no a pranzi, cene, regali piccoli e grandi e aggiornarsi in modo indipendente”.  Guido Giustetto, medico di famiglia di Pino Torinese intervistato da Francesca Capovani, ha spiegato che una delle pressioni più comuni dell’industria riguarda i farmaci nuovi e più costosi anche quando – in base agli studi scientifici – questi non risultano più efficaci di quelli vecchi e ben collaudati. Da alcuni anni Giustetto non riceve più i rappresentanti delle case farmaceutiche e ritiene che si possa benissimo rimanere aggiornati senza ricevere l’informazione diffusa dall’industria. E’ più facile di quanto si creda. Qualche consiglio alla sezione L’informazione medica.

– a chi giova curare la preipertensione?

Con questa domanda provocatoria Ray Moynihan – giornalista australiano autore tra l’altro del libro Farmaci che ammalano – intitola un suo recente articolo sulla preipertensione pubblicato sul BMJ. Una nuova definizione controversa che rientra nel gruppo (in crescita) delle pre-malattie, come il prediabete e la preosteoporosi. Queste nuove pre-condizoni – dice Moynhian – etichetteranno persone che sono a rischio di essere a rischio. Riferendo i diversi pareri di vari esperti, il giornalista solleva il problema dei legami finanziari degli estensori delle linee guida, dei congressi sponsorizzati e, in sostanza, della vicinanza troppo stretta della professione medica con l’industria del farmaco. Curt Furberg, professore di sanità pubblica all’Università Wake-Forest e uno dei critici più accesi della preipertensione, si chiede se non sia arrivato il momento che la società in generale abbia un ruolo maggiore nel decidere chi dovrebbe essere classificato come malato. “Prevenire gli effetti devastanti di un infarto, di un ictus e della frattura delle anche – conclude Moynhian – è sicuramente nell’interesse di tutti, ma se il modo migliore per farlo sia medicalizzare miliardi di persone sane etichettate con una premalattia, richiede un forte dibattito in un gruppo di voci più ampio. Andrebbe presa seriamente in considerazione l’ipotesi di costituire un gruppo rappresentativo più indipendente e più ampio che possa riflettere ben al di fuori dalle lunghe ombre dell’industria del farmaco”.

Leggi l’extract dell’articolo sul BMJ

Leggi la traduzione libera di Luisella Grandori

– il troppo stroppia?
Il giochino di abbassare l’asticella della colesterolemia o della glicemia per creare più pazienti-clienti è da tempo ben noto e praticato. Modificando un semplice numero si ottiene come per magia un incremento cospicuo nelle vendite di farmaci. Alcune volte si rimane perplessi quando, scambiando i parametri biologici (come il calo della glicemia, della pressione, ecc.) con gli end point primari (mortalità e morbilità), non si ottengono i risultati attesi. Infatti non tutto ciò che appare razionale ad un esame superficiale o ad un facile sillogismo viene poi confermato dal dato sperimentale. Un controllo glicemico più stretto dovrebbe ridurre il rischio cardiovascolare nel diabetico, un controllo pressorio più adeguato dovrebbe diminuire la mortalità negli ipertesi, una normalizzazione del valori di emoglobina nel paziente con insufficienza renale cronica dovrebbe coincidere con un migliore stato di salute. Non sembra sia sempre così. Lo stupore si è rinnovato di recente a proposito dell’aumento di cadute e di fratture con l’uso vit D in mega-dosi annuali e ho pensato alla saggezza popolare: qualche volta “ il troppo stroppia ”.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

– Conflitti di interesse nell’educazione degli studenti di medicina: è tempo di trasparenza

Un recente editoriale della rivista dell’associazione medica canadese solleva un problema di cui l’Università di Medicina e Chirurgia sembra non preoccuparsi affatto. Leggendo l’articolo, scritto dalla redazione del Canadian Medical Association Journal, si crea nel lettore italiano un sorta di cortocircuito, dato che la situazione qui da noi non è affatto diversa e l’invito a una maggiore trasparenza nell’ambiente accademico è più che condivisibile. Anche per questo motivo la traduzione contiene un errore che si ripete così che “Canada” è sistematicamente tradotto con “Italia”. Mi sono permesso questa sostituzione perché mi pare uno degli unici modi per sentire parlare di conflitti di interesse nell’Università italiana.

Leggi la traduzione di Luca Iaboli

Leggi l’articolo sulla rivista della Canadian Medical Association

– anche l’Europa boccia il “PiùLatte”

IBFAN Italia, sezione italiana di International Baby Food Action Network, segnala: “La Milte Italia SpA commercializza in maniera molto aggressiva l’integratore “PiùLatte” che promette di aumentare la produzione di latte materno. Dopo due sentenze dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, ora anche l’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha stabilito che gli studi scientifici presentati dalla Milte non sono in grado di dimostrare gli effetti promessi dal PiùLatte, così come sostenuto da anni da IBFAN Italia”.

Leggi il comunicato stampa di IBFAN Italia

settembre 2010

 Peter Mansfield a Bologna

In occasione della sua visita in Europa,  Peter Mansfield – direttore di Healthy Skepticism – ha svolto una serie di iniziative a Bologna il 24 e il 25 settembre. E’ stata una

‘due-giorni’ molto impegnativa, dalla lezione magistrale per gli operatori della Regione Emilia-Romagna, agli incontri con gli studenti di medicina e con il CSI (Centro Salute

Internazionale dell’Università di Bologna), fino all’incontro informale con i Nograzie che ci ha permesso di confrontarci con lui sul nostro lavoro. Un incontro prezioso, visti i

25 anni di esperienza di Mansfield con Healthy Skepticism, che ha confermato l’opportunità dell’impegno iniziato dai Nograzie nel 2004 e ha reso concreta la piacevole

sensazione di non essere soli.

                      Leggi la sintesi della lezione magistrale di Mansfield a cura di Alice Fabbri e Barbara Ariatti

Guarda la presentazione di Peter Mansfield su TouTube

– metafisica dell’estradiolo valerato: come promuovere un ‘nuovo’ contraccettivo

Un articolo di Guido Giustetto pubblicato sul n.3 di Dialogo sui farmaci, analizza la promozione di Klaira®, un anticoncezionale a base di estradiolo valerato e dienogest. “La promozione – si legge nell’introduzione dell’articolo – si è avvalsa di diversi strumenti comunicativi: trasmissioni radiofoniche, convegni, opinion leaders, siti web, depliant informativi. Nei messaggi, rivolti ai cittadini e ai medici si è dato soprattutto rilievo all’aspetto ‘naturale e biologico’ della pillola, senza dimostrare come ciò si traduca in un beneficio clinico. Tale informazione, fuorviante e parziale, serve ad influenzare donne attente ai valori della natura”. Questo di Klaira® non è l’unico caso di informazione promozionale dei farmaci da prescrizione diretta al cittadino (DTCA), effettuata nonostante in tutta Europa non sia formalmente permessa. Le distorsioni dei messaggi promozionali utilizzati fanno concludere che “occorrono regole che garantiscano cittadini e medici sulla correttezza dell’informazione industriale sui farmaci”. Dialogo sui farmaci ci ha gentilmente autorizzato a mettere l’articolo sul nostro sito.

Leggi l’articolo di Guido Giustetto su Dialogo sui farmaci

 

– la polvere del marketing

E’ intitolata così un serie di articoli di Dialogo sui farmaci, in parte già pubblicati, che fanno luce sui problemi collegati alla sponsorizzazione delle ricerche biomediche (sponsorship bias). I primi tre riguardano la ricerca psichiatrica. Utilizzando alcuni esempi concreti, l’autore – Giuseppe Tibaldi – spiega in dettaglio alcuni meccanismi con i quali si possono verificare distorsioni nei risultati degli studi. Condividiamo il suo obiettivo e la sua speranza: “fornire ai lettori una migliore capacità percettiva della ‘polvere’ che minaccia la pratica quotidiana dei clinici dei Paesi più sviluppati. Essa rischia di inceppare anche il meccanismo, potenzialmente virtuoso, dell’appropriatezza clinica come standard condiviso di miglioramento del sistema sanitario pubblico”. Dialogo sui farmaci ci ha gentilmente autorizzato a mettere gli articoli sul nostro sito. Li potete leggere ai link qui sotto.

La polvere del marketing 1

La polvere del marketing 2

La polvere del marketing 3

agosto 2010

– profitti miliardari, multe ridicole

Registrare un farmaco richiede mediamente un investimento di 1 miliardo di dollari, che gli azionisti vogliono veder recuperato nel minor tempo possibile. Per incrementare le vendite spesso si spinge il prodotto al di fuori degli usi approvati (off-label) dalle Agenzie regolatorie. Le prescrizioni off label negli U.S. sono all’ordine del giorno. Si calcola che il 15%-21% del farmaci venduti siano impiegati al di fuori delle indicazioni ufficiali. Si parla di circa circa 10 milioni di ricette all’anno. Secondo la legge americana  le aziende farmaceutiche commettono reato se invitano ad usare farmaci per indicazioni non approvate, i medici invece non commettono reato se lo fanno, su di essi infatti l’FDA (Food and Drug Administration, l’Agenzia del farmaco e degli alimenti degli USA) non ha alcuna giurisdizione. Un articolo sul sito Bloomberg.com (Big Pharma’s crime spreeBaldoria di crimini di Big Pharma) elenca una lunga serie di promozioni illegali dei farmaci da parte delle industrie farmaceutiche, punite con multe anche salatissime (miliardi di dollari). Eppure si direbbe che per le Ditte questo non costituisca un problema. Rapportate ai profitti, appaiono ridicole. Non sembra neppure che tutto ciò danneggi l’immagine delle aziende coinvolte: il valore delle loro azioni continua a crescere e le vendite proseguono indisturbate.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

Leggi l’articolo su Bloomber.com

– migliorare la trasparenza nei rapporti università-industria

Un articolo pubblicato in agosto sul New England Journal of Medicine, illustra una serie di proposte per migliorare la trasparenza nei rapporti tra università, ricercatori e industria. Gli autori descrivono le attuali regole federali e le nuove proposte del Department of Health and Human Services (DHHS, Dipartimento della Salute) degli USA che, a loro parere, andrebbero ulteriormente migliorate. Chiedono innanzi tutto soglie molto più basse per la dichiarazione dei regali e dei compensi ricevuti dalle case farmaceutiche, partendo da un valore di 10 dollari oppure di 100 dollari in un anno, invece dei 5.000 proposti dai DHHS o dei 10.000 previsti ora. Inoltre ritengono che si debba rendere obbligatorio, in tutte le istituzioni di ricerca, l’uso di un modello standardizzato per la dichiarazione degli interessi economici. La terza richiesta è che l’NIH (National Institute of Health) finanzi delle ricerche per individuare la natura, le dimensioni e le conseguenze della mancata esplicitazione dei legami con l’industria da parte dei ricercatori.  E dal momento che molte istituzioni probabilmente non hanno le capacità, l’esperienza o la motivazione per gestire adeguatamente i conflitti d’interesse finanziari, il DHHS dovrebbe fornire loro indicazioni sui tipi di relazione più problematici che richiedono un vaglio più attento. Inoltre tutte le informazioni sulle relazioni dei ricercatori e delle istituzioni di ricerca con l’industria, dovrebbero essere rese disponibili sui siti Web istituzionali accessibili al pubblico. Infine, visto che i costi per l’applicazione di questi nuovi requisiti sarebbero consistenti, specie per le istituzioni più intensamente coinvolte nella ricerca, se i finanziamenti attuali non fossero sufficienti, dovrebbero essere forniti fondi aggiuntivi per coprire gli extra costi dovuti al monitoraggio ed alla pubblicazione dei rapporti con le industrie. Ci sembra un ragionamento che non fa una piega. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano le università e i ricercatori italiani.

Leggi l’articolo sul New England

Leggi la traduzione di Gianluigi Passerini

–  nuovi documenti sul sito

Approfittando della pausa estiva, abbiamo aggiornato il sito. La sezione Documenti è stata rivista e arricchita di 5 nuove pagine:

L’informazione medica

la ricerca e le riviste mediche

Finanziamenti dell’industria e risultati delle ricerche

Marketing dei sostituti del latte materno

Film e video

– più trasparenza all’FDA

La sollecitazione di Barak Obama a “creare un livello di trasparenza senza precedenti nel Governo”, è stata presa in parola dal nuovo commissario della Food and Drug Administration (FDA), la Dottoressa Margaret Hamburg, che nel giugno 2009 ha annunciato un’importante iniziativa di trasparenza. E’ molto verosimile che abbiano giocato un ruolo in questa decisione anche le sollecitazioni puntuali di Public Citizen (associazione USA a difesa dei cittadini). Un articolo dello scorso giugno sul New England Journal of Medicine (NEJM) riferisce i particolari del “progetto trasparenza” dell’FDA. Il primo passo, nel gennaio scorso, è stata la produzione di una risorsa web chiamata  FDA Basics, che risponde a domande su come l’agenzia opera ad esempio nel campo dell’approvazione dei prodotti, nelle ispezioni o nel riportare gli eventi avversi. Il sito ha avuto finora oltre 165.000 visitatori. Un secondo passo, è stato un programma (FDA-TRACK) che rende pubblica la produttività di più di 100 uffici dell’FDA. Il terzo passo è iniziato con la diffusione di un report della Task Force sulla trasparenza (Transparency Task Force) contenente 21 bozze di proposte per ampliare la pubblicizzazione delle informazioni prodotte dall’agenzia. L’FDA ha accettato suggerimenti e commenti pubblici fino allo scorso luglio, riguardo al contenuto delle proposte e a quali dovrebbe essere data priorità. L’intero set delle proposte è disponibile su www.fda.gov/transparency Speriamo che l’Agenzia del Farmaco europea segua l’esempio.

Leggi l’articolo sul New England

Leggi la traduzione di Luigi Lai

Leggi il documento di Public Citizen

– se finanzia l’industria i risultati sono più favorevoli al farmaco

Lo scorso 2 agosto, MedlinePlus, il sito web rivolto ai cittadini (http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/), gestito dalla prestigiosa biblioteca biomedica del National Institute of Health (NIH), pubblicava questa notizia: “Un’analisi suggerisce che le ricerche finanziate dall’industria farmaceutica hanno una maggiore probabilità delle altre di avere un risultato positivo”. L’analisi in questione, pubblicata sugli Annals of Internal Medicine (http://www.annals.org/content/153/3/158.abstract), è stata svolta da tre ricercatori del Children’s Hospital di Boston e finanziata con fondi pubblici. Gli autori della ricerca hanno voluto descrivere le caratteristiche dei trial registrati su ClicalTrials.gov inerenti efficacia e sicurezza di 5 classi di farmaci e vedere se la fonte del finanziamento fosse associata alla pubblicazione di risultati favorevoli al farmaco. Gli autori chiudono il loro articolo affermando che i trial finanziati dall’industria hanno minori probabilità di essere pubblicati entro 2 anni dal loro completamento e maggiori probabilità di riportare risultati positivi. Questa conclusione per altro non è una novità. Sono diversi gli studi che suggeriscono le stesse conclusioni. Vedi la sezione Finanziamenti dell’industria e risultati delle ricerche.

Leggi l’articolo di Guido Giustetto

luglio 2010

– ricerche di mercato con retribuzione ai medici: il parere della FNOMCeO

La FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici), rifacendosi a quanto previsto dal Codice deontologico e dalla Linea guida sul conflitto di interessi allegata al Codice, ha espresso perplessità riguardo alle richieste di collaborazione dei medici a ricerche di mercato dietro retribuzione di denaro, segnalate da diversi Ordini. Dice la FNOMCeO: “Sono pervenute presso la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri diverse segnalazioni da parte di alcuni Ordini, concernenti una richiesta, da parte dell’Agenzia EMS Research, di registrazione al suo sito, inviata a diversi iscritti. Tale Agenzia, in buona sostanza, effettua ricerche di mercato in merito a nuovi trattamenti medici contattando i sanitari e chiedendo loro la compilazione di questionari o di rispondere ad interviste telefoniche o di persona, tutto ciò dietro pagamento di somme di denaro. La FNOMCeO, con apposita comunicazione del 30.06.2010, ha evidenziato che l’estrema genericità del messaggio inviato ai medici da parte della EMS Research non permette, da un punto di vista legale, di esprimere un parere definitivo; non sembra però inutile ricordare quanto previsto dall’articolo 65, comma 3, del vigente Codice di Deontologia Medica che, testualmente, prevede che “il medico non deve partecipare in nessuna veste ad imprese industriali, commerciali o di altra natura che ne condizionino la dignità e l’indipendenza professionale … “. La FNOMCeO manifesta ulteriori perplessità in relazione alla necessità, da parte dei medici, di osservare quanto previsto dall’articolo 30 dello stesso Codice di Deontologia Medica, concernente il conflitto di interesse, e dall’allegata Linea-guida, proprio sul tema stesso del conflitto di interesse. Tutto ciò premesso, non può che evidenziare perplessità per quanto riguarda l’adesione al “Progetto Retributivo per Professionisti del campo Medico”, nonché la necessità di chiedere ai promotori chiarimenti ancora più specifici”. Grazie alla FNOMCeO!

Leggi l’intera comunicazione della FNOMCeO

– il marketing dei sostituti del latte materno

Un articolo di Adriano Cattaneo racconta la storia di come nacquero i sostituti del latte materno e paragona il marketing che ne è seguito a un vero e proprio disease mongering. Con il solito accondiscendente contributo (inconsapevole?) dei medici, in questo caso i pediatri. “Com’è possibile – si chiede Cattaneo – che un prodotto inventato per salvare una vita in casi gravi sia diventato di uso comune per mamme e bambini che non ne hanno bisogno, sostituendo tra l’altro un prodotto a costo zero, ecologico e qualitativamente inarrivabile come il latte materno? A quest’espansione hanno sicuramente contribuito fattori sociali come il passaggio dalla famiglia estesa a quella nucleare ed il progressivo inserimento della donna nel mondo del lavoro. Ma un ruolo importante l’ha avuto il “mongering”, l’invenzione di un bisogno inesistente per “vendere ai sani”.

Leggi tutto l’articolo di Adriano Cattaneo

– il National Institute of Health propone nuove regole sui legami tra ricercatori e industria 

Una nota pubblicata il 4 giugno sul British Medical Journal, informa che il National Institute of Health (NIH) degli USA, ha proposto nuove regole più severe per la dichiarazione dei legami con l’industria, dei ricercatori finanziati dall’Istituto. Francis Collins, che dirige l’agenzia, e Sally Rockey, dirigente dell’ufficio della ricerca esterna, hanno scritto in un commento sul Journal of American Medical Association (JAMA) che le regole in vigore dal 1995, “hanno bisogno di essere chiarite e rafforzate per assicurare maggiore trasparenza e responsabilità”. Le  nuove proposte – che dovrebbero essere entrate in vigore il 20 luglio – prevedono, tra l’altro, che i ricercatori finanziati dall’NIH forniscano informazioni molto più dettagliate dei loro interessi finanziari, che la valutazione dell’eventuale conflitto di interesse spetti all’Istituzione e che i ricercatori siano sottoposti a un corso sui conflitti di interesse prima di iniziare qualsiasi ricerca finanziata dagli Istituti e che il corso venga ripetuto ogni 2 anni. Quest’ultima è forse la parte della proposta più innovativa e interessante, da fare – insieme alle altre – anche ai nostri Istituti di ricerca.

Leggi la traduzione di Luisella Grandori

Leggi l’extract della notizia sul BMJ

Leggi l’extract dell’articolo sul JAMA  

– Congresso USA e ghostwriting 

Il New York Times del 24 giugno 2010 informa che un rapporto del Congresso degli Stati Uniti, reso pubblico dal Senatore C.E. Grassley, ha esaminato il problema del ghostwriting (quando un articolo viene scritto da un autore che rimane anonimo, pagato dallo sponsor) in campo medico, richiedendo alle riviste mediche, alle facoltà di medicina e anche al National Institute of Health (NIH) di adottare ulteriori misure per assicurare l’integrità degli articoli scientifici, su cui molti medici si basano per scegliere le terapie per i propri pazienti. La manipolazione della letteratura medica può portare i medici a prescrivere farmaci più costosi o a danneggiare i pazienti … [continua]

Leggi l’articolo del New York Times

Leggi la traduzione sintetica di Guido Giustetto

– verso una dichiarazione più uniforme dei conflitti di interesse

Nelle news di ottobre 2009 vi avevamo raccontato che i direttori di tutte le riviste dell’International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE) avevano pubblicato simultaneamente un editoriale che annunciava la sperimentazione di un nuovo formato per la dichiarazione dei conflitti di interesse degli autori; erano previste norme severissime che prevedevano l’esplicitazione molto particolareggiata dei legami finanziari degli autori con enti commerciali interessati al lavoro da pubblicare fino ai 36 mesi dalla data della presentazione del manoscritto. A giugno un nuovo editoriale comune ci informa che le riviste dell’ICMJE in questi mesi hanno provato il nuovo modulo, incoraggiato altre riviste a utilizzarlo, e hanno invitato ad avere riscontri. Riconoscono che la compilazione è complessa e noiosa, e a volte discutibile, per cui stanno provvedendo a modificarne i contenuti in base ai feedback ricevuti. Si dicono grati nei confronti dei tanti autori, editori e altri soggetti interessati che hanno inviato commenti. Le perplessità sollevate vanno dai problemi tecnici nella compilazione del modello, a dubbi sull’eticità riguardo alle associazioni non finanziarie; per questo il Committee ha rivisto il modello in un recente incontro.

Leggi l’editoriale sul British Medical Journal

Leggi la traduzione di Sergio Conti Nibali

giugno 2010

– linee di indirizzo dell’EMA sui conflitti di interesse: c’è bisogno di miglioramenti

La Società internazionale dei Bollettini del farmaco (ISDB) e Medicines in Europe Forum (MiEF, costituita prevalentemente da associazioni di pazienti e cittadini) hanno scritto una lettera aperta all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per segnalare la necessità di un miglioramento delle linee di indirizzo sui conflitti di interesse. ISDB e MIEF chiedono un rafforzamento delle regole attuali e mettono in luce le debolezze riscontrate nel monitoraggio della loro applicazione. Sottolineano l’importanza di una attenta valutazione dell’indipendenza di tutti gli interlocutori coinvolti nelle attività dell’EMA, compresi i rappresentanti della società civile (associazioni di pazienti e cittadini) per alcuni dei quali il Corporate Europe Observatory ha segnalato irregolarità nella dichiarazione dei conflitti di interesse. Esortano inoltre l’Agenzia ad affrontare il problema con urgenza e dichiarano che “il primo passo per migliorare la situazione, sarebbe un miglioramenti delle pratiche per la trasparenza”. Infine chiedono all’EMA un cambiamento di qui al 2015, nella direzione di una maggiore indipendenza dalle compagnie farmaceutiche, anche attraverso la ricerca attiva di esperti senza conflitti. Condividiamo in pieno le loro richieste e ci auguriamo che ricevano presto risposte positive.

Leggi la lettera aperta di IDSB e MiEF

Leggi la traduzione di Daniele Mandrioli     

– corruzione istituzionale: l’Università di Harvard progetta rimedi 

Il Centro per l’Etica dell’Università di Harvard svolgerà, nei prossimi 5 anni, un progetto sulla corruzione istituzionale, nel tentativo di porvi rimedio. “La corruzione istituzionale – spiega Lawrence Lessig coordinatore del progetto – non è la violazione di qualsiasi regola o legge, ma è un certo tipo di influenza”. Sono diversi i tipi di influenza che insieme costituiscono una “dinamica dell’influenza” (economy of influence) che determina la direzione verso la quale ci si muove. Lessig fa numerosi esempi di come le istituzioni possano risentire di un’influenza che porta a indebolire la loro efficacia e la fiducia del pubblico. Le varie istituzioni prese in considerazione vanno dal Parlamento degli USA alle Agenzie regolatorie, al giornalismo e infine la medicina, per la quale Lessig dichiara che le soluzioni sono più difficili. E’ urgente che queste  istituzioni ritrovino l’indipendenza persa. Ma che cos’è l’indipendenza? Non è l’indipendenza da qualsiasi cosa, è una dipendenza appropriata (proper, giusta, corretta). Ad esempio un legislatore è indipendente se dipende dal popolo, un magistrato è indipendente se dipende dalla legge. Quindi è importante definire la dipendenza appropriata e limitare la dipendenza impropria. Inoltre Lessig sottolinea più volte il concetto di responsabilità, che non può essere attribuita solo al soggetto che compie azioni dannose, ma va esteso a tutti coloro che sanno e vedono e non fanno niente per allertare del pericolo. Descrivendo il progetto sulla corruzione istituzionale, Lessig sottolinea infine la necessità di uno sguardo esterno perchè “i problemi si vedono meglio quando riguardano l’ambito di altri”. Perciò nel progetto è previsto il contributo di varie professionalità: dall’accademia, alla medicina, all’economia. Per la medicina, collabora al progetto Marcia Angell, ex direttore del New England Journal of Medicine, ora docente ad Harvard, autrice del libro “Farma&Co”. Lessig conclude usando come metafora la storia dell’incidente della petroliera della Exxon che, nel 1989, andò a incagliarsi nelle secche del fondale marino causando un grave disastro ecologico. Al momento dell’incidente il capitano della nave era ubriaco. Tutto l’equipaggio sapeva che era un alcolizzato, tuttavia nessuno prese l’iniziativa di avvertire chi di dovere del rischio che questo poteva comportare. Nessuno ha fatto niente. “Quell’equipaggio siamo noi, che abbiamo il dovere di fare qualcosa”, dice Lessig, che dichiara la sua forte preoccupazione per l’urgenza e la gravità dei problemi mentre le istituzioni appaiono distratte. Constata inoltre che questa distrazione ha già avuto conseguenze catastrofiche. “Le istituzioni hanno perso la capacità di focalizzare la loro attenzione, hanno perso l’indipendenza proprio quando questa sarebbe stata più necessaria”. Ma di chi è la responsabilità? Delle persone per bene che non hanno fatto niente di fronte a ciò che vedevano. “Siamo noi, i più privilegiati della società, che potremmo porvi rimedio. Chi se non noi?”

Senti la Lezione di Lawrence Lessig (a questo link compaiono diverse lezioni, far scorrere il cursore fino a quella di Lessig)

Leggi la traduzione sintetica di Luisella Grandori e Alice Fabbri 

– il curioso caso della colchicina, clamoroso autogol dell’FDA

Già il uso 3000 anni fa nell’antica Grecia, la colchicina è disponibile come  generico negli USA dal 19° secolo. Si tratta di un farmaco raccomandato da molte linee guida come intervento di seconda scelta nell’accesso gottoso, per gli intolleranti a FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) o che non possono usare steroidi. E’ stata una sorpresa sapere che FDA (Food and drug administration, l’agenzia per i farmaci e gli alimenti degli USA) ne ha approvato una nuova versione. Il farmaco non era mai stato registrato perché nel 1938, quando divenne obbligatoria la registrazione dei nuovi farmaci, vi fu una sanatoria per i prodotti già in uso e di comprovata efficacia, come era la colchicina. Nel 2007 la URL Pharma di Philadelphia  ha pensato bene di produrre alcuni studi dimostrando ciò che era già noto da decenni, cioè che la colchicina funziona bene nell’attacco acuto di gotta, a margine di effetti collaterali ‘accettabili’ quali diarrea e vomito. Sulla scorta di questi dati FDA approvava nel luglio 2009 Colcrys®, una nuova formulazione di colchicina. Quali sono stati i risultati? La colchicina generica, in commercio negli USA a 9 centesimi a pillola, non può più essere venduta. Al suo posto si è obbligati ad acquistare Colcrys®  che costa ben $ 4.85 a compressa. Così per i prossimi anni MEDICARE pagherà non più 1 milione di $ per le 100mila prescrizioni di colchicina generica, come avvenuto nel 2007, ma 50 milioni di $ all’anno! Mai definizione di autogol può essere più appropriata nei riguardi di FDA che ha applicato acriticamente due leggi approvate con l’intento di favorire la ricerca.

Leggi l’articolo sul NEJM [free full text]

Leggi la traduzione libera di Giovanni Peronato

– conflitti di interesse e influenza pandemica

Un editoriale di Fiona Godlee – direttore del British Medical Journal (BMJ) – pubblicato online lo scorso 3 giugno descrive e commenta i risultati dell’indagine svolta dal BMJ e da Deborah Cohen e Philip Carter del Bureau of Investigative Journalism di Londra, che ha messo in luce i legami con l’industria del farmaco di vari esperti delle Commissioni dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) che hanno deciso le raccomandazioni per l’uso di vaccini e antivirali in caso di pandemia. Lo scenario che si delinea, evidenzia l’urgenza di una maggiore trasparenza e di regole che impediscano efficacemente l’influenza dell’industria nelle decisioni che riguardano la sanità pubblica e la spesa dei Servizi Sanitari. “Nessuno dovrebbe essere in un comitato che produce linee guida se ha legami con le compagnie che producono un vaccino o un farmaco […]”, dice Barbara Mintzes nel rapporto di Cohen e Carter. “Lo stesso, e ancora di più – aggiunge la Godlee – vale per i comitati che prendono le decisioni più importanti in sanità pubblica. Nel caso in cui sia difficile trovare esperti completamente indipendenti, quelli coinvolti con l’industria potrebbero essere consultati ma dovrebbero essere esclusi dalle decisioni. Gli Stati Uniti hanno ottenuto progressi importanti con il Sunshine Act e altre leggi. La legislazione europea sulla gestione del conflitto di interessi è attesa fin da troppo tempo”.  Il sottotitolo dell’editoriale, sintetizza in modo eloquente il messaggio quanto mai condivisibile di Fiona Godlee: “Il WHO deve agire subito per ristabilire la sua credibilità e l’Europa dovrebbe legiferare“.

Leggi l’editoriale di Fiona Godlee

leggi la traduzione di Luisella Grandori

Leggi il rapporto di Deborah Cohen e Philip Carter

– il rapporto di Paul Flynn

Il rapporto per la discussione nell’Assemblea Parlamentare europea sulla gestione della pandemia, è stato affidato a Paul Flynn, parlamentare del Regno Unito e del Consiglio d’Europa. Esso sottolinea la preoccupazione per la mancanza di evidenze che giustificassero le proporzioni della risposta all’H1N1/2009, che ha portato a una drammatica distorsione delle priorità per i servizi di sanità pubblica, e la mancanza di trasparenza nel processo decisionale. Lamenta la segretezza di alcune informazioni essenziali, come i nomi e i conflitti di interesse dei membri dell’Emergency Committee che ha sostenuto l’OMS nella dichiarazione di pandemia. Esprime rammarico perché l’OMS non ha rivisto la sua valutazione del rischio, una volta diventato evidente che era inferiore all’atteso e ha tenuto un atteggiamento difensivo di fronte alle richieste dell’Assemblea, rifiutandosi di ammettere persino che fosse stata cambiata la definizione di pandemia. Ritiene inoltre che la gestione dell’OMS, delle istituzioni dell’UE e dei governi nazionali abbia comportato un “enorme spreco di denaro pubblico” e abbia provocato “timori e allarmi ingiustificati circa i rischi sanitari ai quali poteva essere esposta la popolazione europea”. Infine propone che vengano sviluppati sistemi di difesa dall’influenza di interessi indebiti, come rendere pubbliche – senza eccezioni – le dichiarazioni dei conflitti di interesse dei membri delle Commissioni nazionali, europee e mondiali ed escludere dai processi decisionali tutti coloro che hanno conflitti di interesse. Per questo – conclude il rapporto – è necessario che gli Stati assicurino un finanziamento stabile all’OMS e definiscano (e applichino) linee guida per i rapporti con il settore privato nell’ambito della sanità pubblica.

Leggi il rapporto di Paul Flynn

– udienze, interrogazioni e la Corte dei Conti rincara la dose

A chiedere trasparenza sulla pandemia non è solo il Consiglio d’Europa. Si stanno muovendo anche il Senato francese e il Consiglio dei ministri del Regno Unito. E sono tre le interrogazioni dei parlamentari italiani, due rivolte alla Camera dei deputati e una al  Parlamento europeo. Intanto la Corte dei Conti, conferma il giudizio negativo sul contratto del Ministero per i vaccini pandemici, il Procuratore generale Mario Ristruccia denuncia “molteplici perplessità” e non esclude “profili di responsabilità amministrativo-contabile”.

Leggi l’interrogazione dell’On. Sandro Gozi (la seconda nel documento)

Leggi l’interrogazione di un gruppo di Deputati

Leggi l’interrogazione dell’On. Oreste Rossi

Leggi il documento della Corte dei Conti (a pag. 136)

Leggi il commento di Manuela Perrone sul Sole 24 ore

– terza udienza del Consiglio d’Europa sulla pandemia

Il 4 giugno si è tenuta a Strasburgo la terza udienza della Commissione Affari Sociali, Sanità e Famiglia del Consiglio d’Europa sulla gestione della pandemia. Il rapporto preparato dall’On. Paul Flynn (Regno Unito), approvato dalla Commissione, rileva “la schiacciante evidenza che la gravità della pandemia è stata largamente sopravvalutata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)”, provocando una distorsione della valutazione delle priorità per la salute pubblica. Constata inoltre “una grave mancanza di trasparenza” nei processi decisionali, che desta preoccupazioni circa l’influenza che potrebbe essere stata esercitata dall’industria farmaceutica sulle decisioni prese. In particolare, i parlamentari europei sottolineano la reticenza dell’OMS e delle istituzioni sanitarie europee nel pubblicare i nomi e i conflitti di interesse dei membri del Comitato per l’emergenza (Emergency Committee) e dei vari organi consultivi responsabili delle raccomandazioni relative alla pandemia. Fiona Godlee, redattore capo del British Medical Journal (BMJ) che era presente all’incontro, ha riferito che – secondo un’inchiesta condotta dalla sua rivista – gli esperti che hanno elaborato le linee guida per l’approvvigionamento dei vaccini contro l’influenza, erano stati pagati da gruppi farmaceutici che ne potevano trarre vantaggio.

Leggi tutta la sintesi dell’incontro del Consiglio d’Europa (in italiano)

– i Nograzie a Parma con gli studenti di medicina

Il 10 giugno i Nograzie sono stati invitati dagli studenti di medicina di Parma per parlare di conflitti di interesse in salute. L’iniziativa era intitolata “Farmacopoli, come l’industria del farmaco costruisce il suo impero su mancate responsabilità e puro marketing”. Insieme ai Nograzie, è intervenuta una studentessa di Bologna del gruppo di lavoro sui conflitti di interesse. Una trentina di studenti ha partecipato con interesse e attenzione. Altri buoni amici, altri progetti di collaborazione.

L’avviso della conferenza

– prevenzione o illusione? lettera aperta ai Ministri Fazio e Carfagna

Questo è il titolo della nota pubblicata il 7 giugno sul sito di Torinomedica (il sito dell’Ordine dei Medici provinciale di Torino) che riporta il testo integrale della lettera aperta scritta ai Ministri Fazio e Garfagna da numerose associazioni mediche. La nota inizia così: “La prevenzione nel controllo dei tumori è già di per sé una  parola forte. Infatti, quando si parla di  screening di popolazione bisognerebbe dire con coraggio e chiarezza alle persone che non si previene nulla, ma si fa diagnosi precoce di una anomalia cellulare di questo o quel tessuto che c’è già e su essa si decide di intervenire, insieme al paziente, senza sapere con certezza e sempre, se l’anomalia cellulare, con le caratteristiche del tumore maligno si esprimerà o no, dando una vera malattia. Si decide con umiltà e coraggio, pesando caso per caso e condividendo il dramma del paziente, senza trionfalismi e spettacolarismi, scegliendo, quando si può, e si riesce, l’intervento meno destruente e con meno effetti indesiderati fisici e psichici. La prevenzione è un’altra cosa”.
Leggi tutta la nota e la lettera aperta su Torinomedica

 

– la sconcertante vicenda di Rhona MacDonald

Licenziata nonostante la condotta irreprensibile e una rara integrità morale, dopo che un suo editoriale era stato riscritto senza concordare con lei le modifiche. Una vicenda sconcertante quella che ha coinvolto Rhona MacDonald, ex caposervizio di The Lancet, che ha creato sconcerto nella comunità scientifica e che dimostra il potere inquietante di un editore – Elsevier – su quanto viene scritto su una delle riviste mediche più rinomate e su chi scrive, arrivando addirittura a licenziare. La MacDonald dichiara: “Dopo due mesi di procedimento disciplinare in cui non mi è stato consentito di parlare con nessuno, sono stata costretta a lasciare il mio incarico di caposervizio di The Lancet. E questo per aver anteposto miei obblighi morali alla politica di Elsevier, l’editore di The Lancet. Sebbene a Elsevier convengano che ho agito con integrità, che capiscono il motivo delle mie azioni, e che esse sono state “morali”, mi hanno licenziata con la causale di “grave cattiva condotta”. La vicenda ebbe inizio quando il direttore di The Lancet riscrisse senza comunicarmelo un editoriale da me scritto cambiandone interamente il significato senza dare a me, come autrice, o al resto del team che aveva partecipato alla stesura, l’opportunità di fare qualsiasi commento o suggerimento prima che andasse in stampa. Oltre al fatto di aver infranto la regola di The Lancet sugli editoriali (secondo la quale tutte le modifiche apportate al testo dal direttore devono essere fatte d’accordo con l’autore), l’editoriale riscritto non rispettava il taglio concordato e, a mio parere, danneggiava le persone più povere del mondo”…

Leggi la traduzione della dichiarazione di Rhona Mac Donald a cura di Gianna Milano

Leggi la dichiarazione di Rhona MacDonald (in inglese)

 

– un coro di fischi contro Big Pharma

Aaron Kesselheim ha raccolto una serie di interviste a testimoni chiave in cause civili che hanno coinvolto l’Industria farmaceutica, denominate False Act Claims (FAC). Questi testimoni, senza dei quali la verità non sarebbe mai emersa, sono in genere impiegati o ex-impiegati dell’Azienda che è sotto processo e che essi stessi hanno denunciato per irregolarità di vario genere. Vengono curiosamente denominati whistle-blower (WB), letteralmente fischiatori e per  la legge americana hanno diritto ad un compenso pari al 15-25% della cifra recuperata dall’amministrazione statale, in questo caso dal sistema sanitario. L’articolo del NEJM analizza nello specifico le motivazioni che hanno mosso i WB nelle 17 cause intentate contro l’industria farmaceutica dal gennaio 2001 al marzo 2009.  Ad un primo sguardo sembra che i compensi elargiti, oltremodo allettanti, siano la principale molla ad agire, invece a conti fatti non è così. La posizione dei WB nasce in genere da motivazioni personali, in genere il rifiuto di compiere atti illegali, ma anche da comportamento altruistico verso la collettività. In molti casi, dopo la denuncia, il loro futuro è segnato. Peter Rost, un famoso WB, che ha documentato in un libro le sue esperienze in Pfizer rivela che il 90% dei WB viene licenziato, il 25% è vittima dell’alcolismo, il 10% tenta il suicidio.

Leggi la traduzione libera di Giovanni Peronato

Leggi l’articolo del New Engl J Med (free full text)

maggio 2010

– una serata a Forlì

L’Ordine dei Medici di Forlì ha organizzato l’iniziativa “Conflitto di interessi in salute: stato dell’arte e sfide future”. I Nograzie sono stati invitati a parlare insieme al Centro Salute internazionale e interculturale (CSI) dell’Università di Bologna e al CeVEAS. La serata è stata molto partecipata e discussa da un centinaio di medici presenti in sala, compresi alcuni dirigenti dell’ASL. Il direttore delle cure primarie ha ipotizzato l’organizzazione di eventi formativi non sponsorizzati. Noi ci speriamo.

Il programma della serata 

– nuovi documenti sul sito

Nella sezione “Documenti” del sito, potete trovare due nuove pagine che illustrano gli effetti dei regali e della visita dei rappresentanti delle industrie farmaceutiche (Informatori scientifici del farmaco). La breve sintesi di quanto pubblicato in letteratura al riguardo, è accompagnata dalla segnalazione di alcuni articoli per approfondire il tema, in parte tradotti in italiano.

Regali e pranzi

La visita dell’informatore  

  

– Big Pharma: baldoria di crimini

Un rapporto speciale di Bloomberg Markets, a firma di David Evans intitolato “Big Pharma’s crime spree” (Baldoria di crimini di Big Pharma), fornisce i particolari e i retroscena delle condanne sanzionate a Pfizer, Lilly e altre industrie farmaceutiche, costrette a pagare la gigantesca somma di 7 miliardi di dollari per avere pubblicizzato farmaci per indicazioni non approvate dalla FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia regolatoria dei farmaci e degli alimenti degli USA. Il rapporto racconta una complessa storia giudiziaria, fatta di tante puntate quante sono le cause intentate nei confronti delle ditte, di ammissioni parziali delle stesse, di promesse non mantenute (come quando il bambino, scoperto con il barattolo della marmellata appena rubato, giura – piangendo – che non lo farà più) o di comportamenti disinvolti (come quegli automobilisti che superano abitualmente i limiti di velocità, disposti a pagare la multa se vengono “beccati”). Ma anche di rivelazioni sorprendenti fatte da dipendenti “pentiti”, a vari livelli di responsabilità, che  fanno luce sui meccanismi che allora, e presumibilmente ancora, permettono il lancio e inducono la prescrizione di nuovi farmaci, perché diventino ad ogni costo dei best seller e dei long seller, oltre i limiti imposti dalle indicazioni cliniche previste al momento della registrazione e dalle più elementari norme di sicurezza, secondo un’etica che tiene conto soprattutto della soddisfazione degli azionisti dell’industria. Quando il titolo di un’azienda quotata in borsa, come Pfizer, continua a salire del 10% all’anno, nonostante scandali e condanne, l’azionista non può che essere contento.

Leggi la traduzione sintetica di Fabio Suzzi

Leggi una sintesi del rapporto in lingua originale (il rapporto intero si può ottenere su richiesta) 

 

– perchè la maggior parte dei risultati delle ricerche pubblicate è falso

Ho sempre pensato che la maggior parte delle ricerche pubblicate, soprattutto su riviste mediche di prestigio, esprimano conclusioni veritiere. Con sorpresa ho potuto constatare come autorevoli voci non siano della stessa opinione. Anzi l’epidemiologo J.Ioannidis è del parere esattamente contrario: “... false findings may be the majority or even the vast majority of published research…”. In un recente articolo apparso su Plos Medicine (speriamo a questo punto che sia veritiero) senza mezzi termini egli spiega con puntiglio e dimostra con dovizia di formule matematiche, il perchè della sua drastica asserzione. Sono molti i fattori che possono distorcere i risultati di uno studio: dalle dimensioni del campione, alla “forza” dell’effetto che si vuole misurare, o altri errori di impostazione statistica, fino agli interessi economici o di altro tipo, i pregiudizi culturali e scientifici, oppure se si tratta di un argomento “caldo”.

Leggi l’articolo di Joannidis su PLoS Medicine

Leggi la traduzione libera di Giovanni Peronato

– appello per Gilles Eric Seralini e il rispetto della controversia scientifica

Sciences Citoyennes e l’European Network of scientists for social and environmental responsability (ENSSER), hanno lanciato un appello per difendere il prof. Seralini e i suoi colleghi da una campagna di discredito per i loro studi sui potenziali effetti avversi negli esseri umani e nei mammiferi, del mais geneticamente modificato.

L’appello per il prof. Seralini

 

– a Firenze con gli studenti di medicina

Gli studenti di medicina di Firenze hanno organizzato il 3 maggio, la conferenza “Pillole: la prescrizione dei farmaci tra responsabilità del medico, business milionari, conflitti di interesse”. Hanno approfondito il tema i Nograzie, una studentessa di medicina di Bologna e la farmacista dirigente dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi. Tanta la discussione e tante nuove amicizie.

Il volantino della giornata

– Prescription Project: un sito da guardare

Prescription Project è un sito ricco di informazioni sulla corretta prescrizione dei farmaci, la loro sicurezza, gli effetti del marketing, i problemi della regolamentazione. Interessanti anche le notizie diffuse con il Blog PostScript, collegato al sito.

Guarda il sito di Prescription Project

Accedi al Blog PostScript

– il latte della mamma non si scorda mai

La campagna di comunicazione itinerante organizzata dal Ministero della Salute con il Comitato nazionale multisettoriale per l’allattamento (di cui fa parte IBFAN Italia) partirà nel mese di maggio e farà tappa in diverse città italiane. La promozione dell’allattamento materno è considerata una priorità di salute pubblica e le più qualificate organizzazioni internazionali, come l’Unicef e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ritengono il latte materno il miglior alimento per il bambino, sia dal punto di vista nutrizionale che affettivo, per il legame che crea tra mamma e bambino e che rimane nel tempo.“Il latte della mamma non si scorda mai”, con questo slogan il Ministero della salute dà il via alla prima campagna di comunicazione per la promozione dell’allattamento al seno.

Per ulteriori notizie guarda sul sito di IBFAN Italia

aprile 2010

– a Bologna il primo corso sui conflitti di interesse per gli studenti di medicina

Nello scorso mese di marzo si è tenuto presso l’Università di Bologna il primo corso per gli studenti di medicina sul conflitto di interessi in salute, organizzato dal Centro salute internazionale (CSI) e il gruppo di autoformazione degli studenti di Bologna, in collaborazione con i Nograzie. Otto ore tra lezioni frontali e attività interattive a cui hanno partecipato una sessantina di studenti. Il corso ha affrontato le criticità collegate alla promozione dei farmaci, la prescrizione off-label, la ricerca e la formazione sponsorizzate, il ghost-wirting, il disease mongering, con esempi concreti ed esercitazioni in gruppo.

Vedi i materiali dal corso sul sito del CSI  

– divulgazione scientifica: qualcosa non va?

La divulgazione scientifica ha acquisito un spazio sempre più rilevante nei mezzi di comunicazione rivolti al grande pubblico e l’attenzione delle persone per le notizie che riguardano la salute è aumentata fortemente. Ma i messaggi che vengono trasmessi sono obiettivi? Si direbbe di no. Diverse ricerche straniere hanno evidenziato che i media, oltre ad avere una grande influenza,  possono distorcere la nostra percezione della salute e della malattia. Uno studio pubblicato in marzo su PLoSONE, rileva che anche in Italia gli articoli di divulgazione scientifica sulla salute offrono informazioni inadeguate o incomplete: enfatizzano i benefici mentre sottostimano rischi e costi, spesso non rilevano conflitti di interesse economici e in molti casi non sono obiettivi circa i risultati degli studi divulgati. Lo studio rileva inoltre che quando si tratta di un nuovo intervento medico (trattamento, procedura, test o prodotto), il rischio che gli articoli contengano affermazioni non obiettive è 9 volte maggiore rispetto ad articoli che trattano altri aspetti di divulgazione scientifica biomedica. Insomma, i giornalisti, in modo più o modo consapevole, sembrano essere i veicoli più efficaci per “vendere” nuovi approcci medici.

Leggi l’articolo su PLosONE

Leggi il commento in italiano degli autori dello studio

– aumento dell’uso dei farmaci: esito di uno squilibrio tra poteri

Secondo Joan Busfield dell’University of Essex, l’enorme aumento dell’uso di farmaci visto negli ultimi decenni, dipende dall’equilibrio tra poteri e contropoteri dei portatori di interessi diversi e contrastanti: industria del farmaco, governi, medici, cittadini. La sua analisi pubblicata di recente su Social Science & Medicine è stata commentata da Alice Fabbri e Chiara Bodini del Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale dell’Università di Bologna, su Saluteinternazionale.info  Busfield esamina sia le strategie dell’industria per creare la domanda dei suoi prodotti sia il ruolo dei medici, dei ricercatori e dei governi che – per svariati e complessi meccanismi – finiscono col favorire l’espansione dell’uso dei farmaci invece di limitarla. L’Autore non da’ soluzioni. Ma queste appaiono quanto mai ardue e complesse perchè dipendono in primo luogo dall’acquisizione di un maggior potere da parte dei soggetti che hanno come interesse primario la protezione della salute dei cittadini (e dei cittadini in genere), che attualmente appaiono molto deboli. Come ricorda l’analisi della Fondazione Science Citoyennes nel suo documento sull’expertise.

Leggi il post su Saluteinternazionale.info

Leggi l’abstract su Social Science & Medicine

– influenza suina: 200 parlamentari europei firmano un appello per fare chiarezza

Nel comunicato stampa del 20 aprile l’ISDB (International Society of Drug Bulletins) e Medicines in Europe Forum, si complimentano con l’iniziativa del parlamento europeo. Ci complimentiamo anche noi. L’appello dell’europarlamentare francese Michèle Rivasi per costituire una commissione d’inchiesta sulla gestione del’influenza suina, fa seguito alla mozione del tedesco Wolfgang Wodarg dello scorso gennaio, che aveva dato il via all’azione del Parlamento europeo su questo problema. Se tanti parlamentari si muovono, noi cittadini (e noi operatori della salute) abbiamo qualche speranza che venga fatta finalmente luce sui percorsi decisionali in sanità pubblica a tutti i livelli, che durante l’influenza suina hanno mostrato tutta la loro scarsa trasparenza. A partire dal cambiamento della definizione di pandemia dell’OMS. L’ISDB e Medicines in Europe Forum concludono in modo assai condivisibile, dicendo che “una maggiore trasparenza nei processi decisionali è la chiave per ristabilire la fiducia dei cittadini”.

Leggi il comunicato stampa (in inglese)

Leggi il comunicato stampa (tradotto in italiano) 

– La strana vicenda di Avandia che fa bene alla glicemia e male al cuore

Avandia, un nuovo ‘farmaco miracolo’, approvato prematuramente e con motivazioni errate da un’agenzia governativa debole, sottofinanziata nonché soggetta alle pressioni dell’industria del farmaco.” Non è uno sferzante giudizio di Healthy Skepticism o di qualche Nofreelunch, ma di Clifford Rosen, presidente della Commissione ad hoc voluta nel 2007 da FDA in merito al possibile rischio cardiovascolare del Rosiglitazone (Avandia). La stessa FDA aveva già stimato un eccesso di eventi cardiaci, quantificabile il 83mila casi fra il 1999 ed il 2007. In questa data si era aperta una class action giunta oggi a riunire 1186 querelanti, il caso Avandia si è fatto più ‘scottante’ e così il 20 febbraio scorso il Senato USA si è dovuto occupare del problema….

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

– l’anno avventuroso di un Nograzie irlandese

Si può vivere senza informatori (scientifici del farmaco)? Tra  le tante cose di cui ci si può privare non sembra proprio che sia un sacrificio eroico. Eppure non è una scelta così semplice come può sembrare  e lo racconta bene il Dr Shane O’ Hanlon, geriatra irlandese folgorato da una illuminazione circa le dubbie basi etiche del corteggiamento che i rappresentanti praticano giornalmente nei confronti dei medici. Da bravo scienziato decide così di avventurarsi in un esperimento ardito: prendersi una vacanza dagli incontri con i rappresentanti, ma non solo, anche dal materiale promozionale e dagli aggiornamenti sponsorizzati. Così, tanto per vedere in che modo possano cambiare le sue abitudini prescrittive. Shane O’Hanlon racconta sul British Medical Journal la sua storia di un anno vissuto pericolosamente, un anno senza rappresentantiLe “avventure” di O’Hanlon assomigliano molto all’esperienza di qualsiasi Nograzie alle prese con il rifiuto di omaggi, pranzi pagati, convegni in alberghi di lusso e il faticoso “isolamento” rispetto agli altri colleghi. “La maggior parte dei medici sono soddisfatti delle relazioni con i rappresentanti ed io non li giudico – dice O’Hanlon – ma cambiando le mie abitudini, io oggi mi sento più indipendente”. E continua: “La mia intenzione non è  convincere gli altri colleghi piuttosto mi piacerebbe stimolare un dibattito. Ma  il mio punto di vista, oggi più che mai,  è che in futuro le attuali relazioni con l’industria farmaceutica  saranno considerate ingiustificabili”. Speriamo.

Leggi la libera traduzione di Vittorio Fontana

Leggi l’extract del’articolo sul BMJ

– per un futuro sostenibile

Un documento del Tavolo delle Associazioni Naturalistiche/Ambientaliste di Forlì, richiama i politici (Sindaco e Assessore all’ambente) alla necessità di riequilibrare il rapporto con i suoi ambienti naturali, modificati e alterati pesantemente negli ultimi decenni. Chiede quindi una svolta decisiva nelle prossime politiche ambientali facendo richieste precise e puntuali. Oltre a condividere gli obiettivi, si sottolinea l’aspetto particolarmente interessante del metodo, cioè la creazione di un Tavolo misto, medici e cittadini, che perseguono gli stessi obiettivi di protezione dell’ambiente e della vita.

Vedi il documento del Tavolo di Forlì

marzo 2010

– inchiesta di Falò sulla pandemia

La trasmissione della Svizzera italiana Falò, ha mandato in onda lo scorso 25 febbraio un servizio di inchiesta sulla recente pandemia. Un servizio ricco di interviste a esperti indipendenti come Tom Jefferson della Cochrane Collaboration e a diversi Parlamentari europei. Il tedesco Wolfgang Wodarg – già presidente della Commissione sanità del Parlamento europeo, estensore della mozione per chiedere chiarimenti all’OMS sulla gestione della pandemia – fa notare che la scomparsa improvvisa del criterio di gravità (elevata morbilità e mortalità) dalla definizione di pandemia, ha abbassato drasticamente la soglia dell’allerta mondiale, facendo scattare la macchina degli “affari”.  Il senatore polacco Piotr Wach spiega come mai il suo governo si è rifiutato di  acquistare il vaccino pandemico e riferisce che, ciononostante, nel suo paese i casi di influenza suina sono stati ugualmente frequenti o forse meno che altrove.  La svizzera Liliane Maury Pasquier, presidente della Commissione sanità del Parlamento europeo, si dichiara insoddisfatta delle risposte dell’OMS durante l’udienza del 26 gennaio e sottolinea che “da una decina d’anni l’OMS ha introdotto il PPP (Partenariato Pubblico Privato). E’ un po’ come invitare la volpe in un pollaio ma è colpa degli Stati che non hanno voluto dare all’OMS le risorse per avere i suoi esperti. L’OMS ha dovuto trovare altrove i mezzi per finanziare le sue attività”. Una vicinanza tanto stretta porta con sé qualche rischio? Certo non rasserena la carrellata di Falò sui legami tanto stretti – non sempre dichiarati – di vari esperti dei Comitati per le strategie vaccinali dell’OMS con l’industria che produce i vaccini. L’inchiesta si sposta poi a La Gloria in Messico, epicentro della pandemia. La poca chiarezza sulle cause delle gravi infezioni respiratorie che hanno colpito allora e tuttora colpiscono la popolazione intossicata dall’inquinamento industriale, malnutrita e mal curata, aumentano la sensazione di una vicenda dai contorni confusi ben lontana dalle certezze granitiche che ci vengono trasmesse dalle notizie ufficiali.

Guarda il servizio di Falò

– scuole di medicina: stringere la corda sui conflitti di interesse

Harvard, a Boston in Massachusetts, è stata la prima scuola di medicina che ha richiesto ai professori di dichiarare le loro relazioni finanziarie con l’industria. E’ stato il risultato del movimento di 200 studenti di Harvad critici verso l’influenza dell’industria, che hanno denunciato tre professori per non aver informato dei finanziamenti ricevuti in 7 anni per un valore di 4,2 milioni di dollari, per gli 8,6 milioni di dollari per la ricerca e i 3 milioni per la formazione che Harvard ha ricevuto dall’industria nel 2008.  Inoltre, 149 professori avevano legami finanziari con Pfizer e 130 con Merck. L’AMSA (Associazione degli studenti di medicina degli USA) ha classificato Harvard al grado ‘F’ [del loro punteggio delle università riguardo alle norme per i conflitti di interesse]. A Sidney, in Australia, un comitato definirà quali relazioni costituiscono conflitto. A Feinberg, Chicago, analizzeranno le relazioni con l’industria di tutti i loro professori. Altre 35 Università dell’Unione Europea stanno elaborando politiche di trasparenza per i centri accademici. Il lavoro di AMSA è stato decisivo per spingere le Facoltà di Medicina a controllare il conflitto di interesse nelle scuole e ospedali universitari. Yale, Stanford, Pennsylvania, Vanderbilt e Pittsburgh hanno già adottato politiche concrete e lo stesso sta succedendo in Canada, anche se i livelli di abuso sembrano minori in quel paese.

dal BOLETIN MARZO dei No Gracias

Leggi l’articolo sul CMAJ

– pubblicità dei farmaci diretta al pubblico, il seguito

Dopo l’appello dei Nograzie – insieme ai Bollettini di informazione sul farmaco (ISDB), l’ACP, ISDE, WONCA e il Movimento dei Consumatori – al nostro governo perchè desse parere negativo alla proposta della Commissione Europea (CE) di permettere la pubblicità diretta al pubblico, il Direttore dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), Guido Rasi, ha risposto alla  nostra ulteriore richiesta di chiarimenti. La proposta della CE, è stata rifiutata in un primo tempo dalla maggioranza dei governi che dovevano esprimersi al riguardo, ma potrebbe essere riportata nuovamente alla discussione dal nuovo Commissario alla Salute John Dalli.

Leggi l’appello al nostro governo

Leggi la richiesta di chiarimenti (l’EFPIA, citata nella lettera è la European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations)

Leggi la risposta di Guido Rasi

– contratti per i vaccini pandemici

La “riservatezza” di cui sono stati e sono tuttora oggetto, i contratti con l’industria del farmaco di molti governi per approvvigionarsi di vaccini contro la pandemia, ha suscitato vivaci discussioni. Su AttentiAllBufale si possono trovare i contratti italiano, francese e tedesco, e il commento del Maestro Sun Tzu.

Vedi la “pesca al contratto” su AttentiAlleBufale

Vedi le altre notizie sulla pandemia su AttentiAlleBufale

– 8 marzo: in nome delle belle ragazze albanesi … e di tutte le altre

Una lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones al Cavaliere in merito alla sua battuta sulle “belle ragazze albanesi”, pubblicata a suo tempo su Repubblica. In visita a Tirana, durante l’incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all’Albania. Poi ha aggiunto: “Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze”. Io quelle “belle ragazze” le ho incontrate, ne ho incontrate a decine – scrive la Dones – di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate …

Leggi la lettera di Elvira Dones

Leggi su Amnesty International la discriminazione e la violenza sulle donne in tutto il mondo

– gli esperti di vaccini hanno spesso conflitti di interesse

Così dice il rapporto di Daniel Levinson, ispettore generale del Department of Health and Human Services, riferendosi agli esperti di vaccini dei CDC (Centers for Disease Control) di Atlanta. Il New York Times ne ha dato notizia il 17 dicembre 2009, il giorno prima della sua pubblicazione. Dall’indagine risulta che la maggior parte degli esperti che hanno partecipato al gruppo di valutazione dei vaccini contro l’influenza e il carcinoma della cervice nel 2007, avevano potenziali conflitti che non sono mai stati risolti. Per alcuni di loro sarebbe stato legalmente proibito valutare gli argomenti in discussione, ma lo hanno fatto lo stesso. Levinson denuncia che i centri non non sono stati in grado di assicurare che venissero compilati adeguatamente i moduli per confermare che gli esperti non erano pagati dalle compagnie che avevano qualche interesse negli argomenti in discussione. Per il 30% non era presente negli archivi dell’agenzia un modulo adeguato sui conflitti, il che avrebbe dovuto impedire completamente la loro partecipazione agli incontri. E il 3% ha votato su argomenti per i quali il comitato etico aveva già proibito che esprimessero parere. Il nuovo direttore generale dell’agenzia, Thomas Frieden si è detto d’accordo e ha dichiarato che negli ultimi anni sono state però modificate in senso più restrittivo le norme per la dichiarazione dei conflitti di interesse. Ma secondo la rappresentante dei Democratici del Connecticut Rosa DeLauro tutti i membri del comitato di valutazione che con le loro raccomandazioni indirizzano  le decisioni federali, dovrebbero essere senza conflitti di interesse”. Un parere assai condivisibile, per questo e tutti gli altri comitati di valutazione che hanno ricadute rilevanti sulle decisioni di salute pubblica.

Leggi l’articolo del New York Times

Leggi la traduzione di Luisella Grandori

 

– i Nograzie a Vicenza

Sabato 27 febbraio si è tenuto a Vicenza un convegno Nograzie organizzato dalla Società Medico-chirurgica vicentina, in particolare da Giovanni Peronato che ha fatto una relazione spettacolare su Talidomide e Vioxx. Un’indagine quasi poliziesca, Peronato è meglio del migliore Scherlock Holmes. Guido Giustetto ci ha fatto sentire la registrazione di una trasmissione radiofonica dove una ginecologica e una giornalista facevano pubblicità a una nuova pillola anticoncezionale facendo affermazioni decisamente imbarazzanti, poi ha analizzato le tante distorsioni contenute nel depliant della pillola “innovativa” e ha  concluso giustamente che la pubblicità al pubblico la stanno già facendo … di straforo … in barba alla legge.  Gianna Milano ci ha parlato dei tanti tranelli che mettono a rischio anche l’informazione scientifica al grande pubblico, passando dall’EPO alla vaccinazione anti papillomavirus, da Moynhian a Tomatis e ancora di più. Adriano Cattaneo ha aperto il convegno con una relazione su mercato e salute tutta incentrata sulle vaccinazioni (che lui sostiene) driblando come un discesista di slalom gigante tra GAVI, TRIPS e GATT. Una relazione che è stata definita “stellare” da un collega in platea … che dire di più? Luisella Grandori ha parlato dei tanti Nograzie nel mondo, illustrando i motivi per cui tanto medici dicono NO all’attuale rapporto tra medicina e industria. Dalle tante regalie – non prive di effetti – dispensate generosamente dalle Ditte, alla formazione sponsorizzata, alle Agenzie regolatorie finanziate in gran parte dall’industria del farmaco e infarcite di esperti con pesanti conflitti di interesse, per passare poi al disease mongering, al ghostwriting (autori fantasma) e guestwriting (autori ospiti) che abbondano negli studi pubblicati sulle riviste più prestigiose e via di seguito …. I colleghi della Società Medico-chirurgica vicentina da tempo organizzano eventi formativi non sponsorizzati, sono molto sensibili alla tematica dei conflitti di interesse e decisamente simpatici. Il posto era splendido, una grande villa antica, e offerto gratuitamente dalla ASL, la compagnia gradevolissima. Non eravamo tanti ma la discussione è stata vivace e interessante.

Guarda il volantino del convegno

Guarda le presentazioni dei relatori

febbraio 2010

– osteoporosi: un esempio di cattiva medicina

Des Spence, Medico di famiglia di Glasgow (e ideatore dei No free lunch del Regno Unito), è l’autore di un breve articolo sull’osteoporosi, pubblicato sul BMJ, nel quale unisce alla sua esperienza quotidiana, lucidità e rigore metodologico.  “Una donna su due e un uomo su cinque con più di 50 anni andranno incontro ad una frattura, principalmente a causa dell’osteoporosi”, sostiene la National Osteoporosis Society inglese. In realtà – chiarisce Des Spence – l’osteoporosi è un concetto numerico. Confrontata con la massima densità ossea di un giovane bianco, si definisce osteoporotica la popolazione situata nell’intervallo compreso nell’1% con la più bassa densità ossea, determinata con una densitometria DEXA, mentre si definisce osteopenia (erroneamente definita pre-osteoporosi) quella collocata nel successivo 16%. Secondo questa definizione, su otto donne giovani una è osteoporotica o osteopenica e la proporzione sale a più del doppio, dopo i cinquant’anni. Questo ha stimolato la richiesta di un maggior numero di apparecchi per la densitometria e previsioni da giorno del giudizio di “un’epidemia silenziosa”. Questi numeri hanno generato migliaia di articoli su riviste sensazionalistiche ed un’enorme ansia nel pubblico. La verità è che l’osteoporosi non è una malattia ma semplicemente un fattore di rischio per fratture e l’età superiore agli 80 anni è di gran lunga il singolo fattore di rischio più importante. Quindi – conclude Spence – la prevenzione primaria è discutibile in tutte le persone, eccetto che in quelle più fragili. E il termine osteopenia dovrebbe essere abolito dal lessico medico. La promozione ingiustificata dell’osteoporosi e il trattamento delle persone giovani è cattiva medicina anche senza considerare gli effetti avversi dei farmaci.

Leggi la, traduzione di Guido Giustetto

Leggi l’extract sul BMJ

– dichiarare i conflitti di interesse: necessario ma non sufficiente

In un articolo recentemente pubblicato su Academic Medicine nella sezione Prospettive, un bioeticista (Resnik) sostiene che gli autori dovrebbero sempre rendere espliciti i propri conflitti di interesse (COIs, conflicts of interest) economici, professionali o personali, per un obbligo etico nei confronti dei pazienti, dei colleghi e della società, semplicemente per onestà e trasparenza. Nel far questo gli autori dovrebbero essere sostenuti da norme chiare e semplici da parte degli editori delle riviste, così che onestà e trasparenza vengano promosse. Sarà, ma più notevole è un commento di Kassirer, direttore del NEJM sino al ’99, che chiarisce come dichiarare i conflitti di interesse è solo un primo passo, necessario, ma non sufficiente. Vale la pena ricordare che stiamo parlando di Stati Uniti, paese con un sistema sanitario diversissimo dal nostro, in cui da anni è vivace il dibattito sui COIs (altra differenza con l’Italia). Il contesto della discussione è una proposta legislativa, il “Sunshine act”, sostenuta dal Senatore repubblicano Grassley e dal democratico Khol. Il provvedimento, approvato dall’Amministrazione Obama il 22 gennaio 2010, obbligherà i medici a dichiarare “alla luce del sole”, qualsiasi pagamento ricevuto dall’industria che supera i 100 $. Kassirer ci ricorda però che il vero problema non è solamente la trasparenza e la dichiarazione del conflitto di interesse, ma il conflitto stesso. Se i conflitti sono il vero problema e non la mancanza di trasparenza, qual è quindi la soluzione? L’unica possibilità è eliminare dove possibile i conflitti. Va ricordato che i conflitti di interesse economici sono una scelta: medici e ricercatori possono accettare ma anche rifiutare l’offerta del rappresentante dell’azienda farmaceutica di essere oratori o consulenti dell’azienda.

Leggi tutto l’articolo di Luca Iaboli

Leggi l’articolo di Resnik su Academic Medicine

Leggi l’articolo di Kassirer

– medici in vendita

Lawrence Grouse, docente della Facoltà di Medicina di Washington, in passato ha lavorato come esperto di ECM per conto di Big Pharma e ha raccolto fondi, sempre da Big Pharma, in favore di agenzie sanitarie americane, quali NHLBI e WHO. In questa veste ha avuto modo di conoscere molto da vicino il funzionamento delle società medico-scientifiche americane che descrive su Medscape Family Medicine in un lungo articolo intitolato “Medici in vendita: come le società professionali sfruttano i loro membri”.

La sua tesi è che le società mediche sono diventate così dipendenti dai finanziamenti dell’industria del farmaco da permettere a quest’ultima di esercitare un controllo sulle proprie politiche; esse si configurano come vere organizzazioni commerciali e usano le loro risorse per aumentare inappropriatamente il loro status finanziario con poco riguardo al benessere dei pazienti e alla salute pubblica. I fondi dall’industria rappresentano una così grande percentuale delle entrate delle società, che queste, per beneficiare i propri finanziatori, non esitano a violare l’etica medica, nei campi della formazione, della letteratura scientifica e della sanità pubblica. Un ruolo particolare è svolto dai leader delle società, i cosiddetti “key opinion leaders”, che controllano la politica delle loro società per il loro proprio interesse, traendo profitto dai progetti, dal prestigio, dagli onorari e dalle relazioni con l’industria e ottengono remunerazioni, prestigio e influenza dalle società che dirigono: il totale dei pagamenti ricevuti in un anno dall’industria rappresenta una percentuale importante dei loro guadagni.

L’articolo esamina in dettaglio i meccanismi di questo sconcertante sistema, fornendo una precisa indagine economico-finanziaria e proponendo una serie di antidoti e misure per ritornare ad una professione indipendente dalle pressioni commerciali.

Leggi l’articolo su MedScape (l’accesso richiede l’iscrizione che è gratuita)

Leggi la traduzione di Guido Giustetto

– pandemia: audizione dell’OMS al Parlamento Europeo

Il 26 gennaio scorso si è tenuta a Strasburgo un’audizione pubblica presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo (PACE), organizzata dal Committee on Social, Health and Family Affairs, alla quale l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) era invitata a rispondere sulla gestione dell’influenza suina (vedi l’agenzia AGI e l’articolo del Daily Mail tradotto da ComeDonchisciotte). Dopo l’intervento di Wolfang Wodarg (già Presidente della Commissione sanità del Parlamento europeo) – che ha sollevato il problema – e le prime risposte di Keiji Fukuda dell’OMS e Luc Hessel rappresentante delle Industrie di vaccini europee, si è aperto un ampio e vivace dibattito che ha coinvolto personalità di vari paesi europei. La discussione ha messo in luce un clima diffuso di perplessità per le scelte fatte dall’OMS e per il ruolo svolto dall’industria in tutta questa vicenda. Ci auguriamo che sia l’inizio di un’ampia riflessione sugli attuali meccanismi delle decisioni di sanità pubblica e sugli effetti dei legami tra gli esperti delle commissioni dei più alti livelli decisionali e l’industria farmaceutica. Si tratta di un evento di particolare interesse, da seguire con attenzione. La stampa italiana non ne ha dato notizia.

Vedi tutta la documentazione sull’udienza

Leggi il commento di Paul Flynn (parlamentare del Regno Unito)

– la trasparenza non basta

La trasparenza non è un fine, ma una tappa sulla via della limitazione e dell’eliminazione dei conflitti di interesse. Questa è la posizione della Fondazione Sciences Citoyennes (Scienze Cittadine), che denuncia l’ambiguità permanente tra interessi pubblici e privati e chiede una revisione completa del sistema attuale dell’expertise e di come vengono prese le decisioni politico-sanitarie. Sciences Citoyennes ritiene infatti che la dichiarazione dei conflitti di interesse non migliori la qualità dell’informazione ma che anzi “la trasparenza (molto lacunosa) sui legami degli esperti con l’industria è solo un alibi che serve a legittimare i conflitti di interesse e a smorzare persino la questione dell’opportunità di una discussione pubblica sul sistema nel suo insieme. Accettare l’attività di lobbying, l’influenza di gruppi di interesse così come il conflitto di interessi – a condizione che siano trasparenti – è una china scivolosa che può portare alla scomparsa pura e semplice dell’interesse generale, per la mancanza di gruppi di interesse potenti che lo sostengano”. Sciences Citoyennes critica i tentativi di banalizzazione e legittimazione della lobbying e chiede la creazione di un’Alta autorità dell’expertise indipendente. “La posta in gioco – conclude – è di importanza primaria: è la salute di tutti”.

Leggi il comunicato di Science Citoyennes (in francese)

Leggi la traduzione in italiano del comunicato

– end points compositi: qualche problema?  

Un articolo apparso sul Lancet nel 2006 così concludeva: “Questo studio internazionale di vaste proporzioni, prospettico ed in cieco, ha dimostrato come 8 mg di rosiglitazone al dì, unitamente a modifiche dello stile di vita, riducano sostanzialmente il rischio di diabete o di morte del 60% in individui a rischio diabetico elevato“. Con queste conclusioni dovremmo pensare che il rosiglitazone riduce il rischio di morte e di diabete del 60%? Il rischio di contrarre diabete o di morire sono eventi che hanno la stessa frequenza? Certo che no, e allora perché riunirli in uno stesso outcome (risultato/esito)? Nello studio sopra citato il 96.4% degli outcome effettivamente verificatisi erano diabete e solo una piccola percentuale si riferiva al decesso. Prendendo singolarmente i due outcome, lo studio avrebbe concluso che il rosiglitazione riduce il rischio di diabete del 60%, mentre ha un’efficacia incerta sulla mortalità, più realistico ma certamente di minor impatto sul lettore. Tomlinson e Detsky, sul JAMA del 20 gennaio 2010, partendo dallo studio sul rosiglitazone, illustrano i rischi collegati all’uso degli end points compositi che sono spesso delle vere e proprie trappole. Il lettore deve saperle evitare, soprattutto quando il trial è molto efficace nel dimostrare l’effetto sull’end point di minore importanza ma non su quello principale.

Leggi la traduzione sintetica di Giovanni Peronato

Leggi l’extract sul JAMA

– donazioni di latte artificiale nelle emergenze: più dannose che utili

Una nuova emergenza, il terremoto ad Haiti, ripropone il problema del sostegno alle madri di lattanti e dell’alimentazione dei bambini non accompagnati. IBFAN e MAMI ricordano che “Sulla spinta dell’emozione le persone e le organizzazioni si attivano per far pervenire donazioni sui luoghi colpiti dall’emergenza, spesso inviando derrate alimentari fra cui latte artificiale. È stato dimostrato che la presenza di grandi quantità di latte artificiale mette a rischio la salute dei bambini, sia allattati sia non allattati al seno. I bambini non allattati al seno sono più vulnerabili alle infezioni e alla diarrea, si disidratano e sono più a rischio di morte. Questo è peggiorato laddove la distribuzione di latte artificiale avviene senza seguire le procedure adeguate e senza uno stretto controllo da parte di operatori competenti. Oltre a questo, è estremamente importante che i bambini allattati al seno continuino ad esserlo mentre è dimostrato che la distribuzione indiscriminata di latte artificiale mette a rischio l’allattamento al seno, rendendo quindi più vulnerabili i bambini che sarebbero altrimenti protetti”.

Leggi tutto il documento di IBFAN Italia e del MAMI con tanti link utili sul tema

gennaio 2010

– non dimenticare e vigilare

Il 27 gennaio, giornata della memoria, per ricordare quando si aprirono i cancelli di Auschwitz nel 1945 e molti fecero fatica a credere a quello che vedevano.

Primo Levi nel suo libro “I sommersi e i salvati” ammonisce a vigilare perchè l’orrore avvento non torni a ripetersi in modi e luoghi diversi. Ci insegna quali sono i segnali a cui stare attenti, ci dice che esistono circostanze che spostano inavvertitamente il confine della morale fino a portare grandi masse di persone ad accettare che si compiano efferatezze mostruose. “Basta non vedere, non ascoltare, non fare” per permettere che tutto ciò accada di nuovo. Qualunque essere umano, qualunque governo, in qualunque tempo, può diventare un mostro, un carnefice dei suoi simili. Siamo sicuri che non ci siano oggi nel mondo situazioni del genere? Stiamo guardando, ascoltando, facendo abbastanza?

I custodi dei campi, gli SS “erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male. Erano in massima parte gregari e funzionari rozzi e diligenti, alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti indifferenti o paurosi di punizioni o desiderosi di fare carriera, o troppo obbedienti. Tutti avevano subito [una] terrificante diseducazione …”  (Primo Levi, I sommersi e i salvati)

Vedi la scheda de I sommersi e i salvati

– tutto il congresso di Bologna online

Tutti i materiali del congresso sui conflitti di interesse tra medici e industria che si è tenuto a Bologna il 27 novembre scorso, sono stati messi online sul sito del Centro Salute Internazionale dell’Università di Bologna. Oltre alla sintesi scritta degli interventi, si possono trovare le diapositive e i video delle presentazioni.

Guarda i materiali del congresso

– formazione libera dall’influenza dell’industria … finanziata dalla Pfizer?

La Stanford University ha annunciato con soddisfazione il suo nuovo progetto di educazione medica non influenzata dall’industria del farmaco. Sorprendentemente il progetto prevede un finanziamento di 3 milioni di dollari da parte della Pfizer. Ne ha dato notizia il New York Times lo scorso 11 gennaio. Philip Pizzo, Direttore della Stanford, ha dichiarato che i programmi di formazione non interesseranno temi scelti dall’industria come nel passato, con eventi svolti in alberghi e luoghi di villeggiatura. “Sarà un cambiamento fondamentale” ha detto il dr. Pizzo. David Rothman – che ha scritto più volte riguardo ai conflitti di interesse nelle università mediche – pur ammettendo che la Stanford sarà ancora una volta “capofila”, confessa di essere sorpreso che la Pfizer faccia una cosa simile in modo incondizionato. Molto più critica è Adriane Fugh-Berman che osserva che la Pfizer ha i suoi maggiori prodotti in due delle aree indicate dai programmi della Stanford: la cessazione del fumo e le malattie cardiache e che l’interesse di questa Ditta nel trovare i modi migliori per manipolare o medici, è ben conosciuto. Lo stesso Pizzo ammette di essere allo stesso tempo ottimista e scettico e che bisognerà vedere se il progetto funziona. Arnold Relman, anche lui da sempre molto critico sui conflitti di interesse con l’industria e amico del dr. Pizzo, dice che non capisce il razionale dell’accordo. “Se è vero – ed è un grande grande se – che questo denaro viene dato senza alcun interesse e senza nessun obbligo, si può sostenere che questo sia ben fatto – afferma Relman – ma non è una buona idea per una professione che dice di voler essere indipendente e affidabile e una fonte attendibile di informazione sui farmaci, prendere soldi dalle compagnie farmaceutiche a qualsiasi condizione.

Leggi l’articolo del New York Times

Leggi la traduzione sintetica di Luisella Grandori

– come manipolare il sistema

La British American Tobacco (BAT) e altre imprese alleate hanno influenzato il processo di formazione delle politiche dell’Unione Europea (UE), rendendo obbligatoria una valutazione d’impatto di stampo imprenditoriale. Il fatto che tutte le decisioni politiche importanti dell’UE debbano essere valutate attraverso questo quadro che ricalca l’analisi costi-benefici, offre alle grandi imprese un vantaggio unico nel suo genere. Ciò accresce la probabilità che l’UE adotti politiche che favoriscono gli interessi delle grandi società, compresi i fabbricanti di prodotti nocivi per la salute, anziché gli interessi dei suoi cittadini. Questo è quanto risulta da uno studio pubblicato su PLoS Medicine di gennaio. Gli autori sono arrivati a queste conclusioni analizzando i documenti interni della British American Tobacco (BAT), divulgati a seguito di una serie di cause intentate negli Stati Uniti ed esaminando nel contempo la letteratura in materia e interviste con soggetti interessati.

Leggi la traduzione dell’abstract in italiano su PLoS

Leggi l’articolo intero su PLoS medicine

– chiesta un’indagine sulla gestione della ‘pandemia’

Il Presidente della Commissione sanità del Consiglio d’Europa, il tedesco Wolfang Wodarg, ha chiesto un’indagine per verificare “il ruolo delle case farmaceutiche nelle decisioni dell’OMS”. In particolare si riferisce alla gestione della recente ‘pandemia’. Wodarg aggiunge che “Le maggiori aziende farmaceutiche sono riuscite a piazzare ‘i propri uomini’ negli ‘ingranaggi’ dell’OMS e di altre influenti organizzazioni”. Ne da’ ampia notizia il Daily Mail, che lo scorso anno aveva anche rivelato che Sir Roy Anderson, un consulente del governo britannico sull’influenza suina, fa parte del consiglio di amministrazione della GSK (Glaxo Smith Kline), azienda farmaceutica che produce anche vaccini antipandemici. La GSK ha replicato che le accuse sono ‘sbagliate e infondate’. In realtà legami tanto stretti – e spesso non dichiarati – tra l’industria farmaceutica e chi ha ruoli tanto rilevanti per la salute pubblica, lasciano perplessi. E viene da chiedersi se basti dichiararli o non sarebbe invece meglio evitarli, specialmente nelle Commissioni che prendono decisioni ai livelli più alti.

Leggi l’agenzia AGI

Leggi la traduzione dell’articolo del Daily Mail dal sito di ComeDonchisciotte

Leggi l’articolo originale sul Daily Mail

– dai Centers for Disease Control alla Merck

La dr.ssa Julie Gerberding, lascia la direzione dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta su richiesta dell’amministrazione Obama. La Gerberding, considerata dalla rivista Forbes e dal Times magazine tra le 100 donne più influenti del mondo, dal 25 gennaio cambierà lavoro, andrà a dirigere Merck Vaccines. Leggi la notizia sul sito della Merck

– limitare l’influenza dell’industria sull’ECM: proposte negli USA

Continua la discussione su come proteggere la formazione medica (ECM) dagli interessi commerciali. Morris e Taitsman (dell’Office of Inspector General, Department of Health and Human Services, Washington, DC) hanno illustrato di recente sul NEJM la situazione e le principali proposte negli USA. Dalla completa esclusione della sponsorizzazione commerciale che richiede il pagamento dei medici della propria formazione – come accade per altre professioni – alla possibilità di programmi ECM sponsorizzati togliendo però all’industria la possibilità di intervenire sull’Agenda, ad esempio attraverso il pooled-funding. Cioè un meccanismo per il quale le Organizzazioni indipendenti raccoglierebbero le donazioni e, attraverso un processo oggettivo e trasparente, distribuirebbero poi le sovvenzioni in base ai meriti dei programmi ECM, senza permettere ai ‘donatori’ di  decidere quale programma sponsorizzare. Ma questo meccanismo, così come altri attuabili in tempi brevi, non garantirebbe del tutto l’esclusione di un’influenza commerciale. Gli Autori si augurano che la professione medica sappia un giorno evitare il supporto dell’industria all’ ECM. Fino a che ciò non avverrà non ci sarà una soluzione ideale. Tuttavia il meccanismo del pooled-funding potrebbe offrire per ora un compromesso nel tentativo di separare la preoccupante sovrapposizione tra educazione e marketing.

Leggi la traduzione sintetica di Vittorio Fontana

Leggi l’extract dell’articolo del NEJM

– tre domande sulla pandemia dal Sole 24 ore Sanità

Uno speciale pandemia sul Sole 24 ore Sanità del 12 gennaio, curato da Manuela Perrone, illustra i punti salienti delle polemiche che stanno travolgendo i Governi e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Mentre diversi paesi europei svendono i vaccini o disdicono gli ordini, nei Governi e nella comunità scientifica cresce la perplessità sulle decisioni dell’OMS. La dichiarazione della massima allerta mondiale e le misure di prevenzione proposte erano giustificate? I numeri per ora dicono di no. Nel nostro parlamento c’è chi, come Gasparri, parla di “scandalo vaccini” e di “manovre speculative a livello planetario di spregiudicate multinazionali”. Per Silvio Garattini, che difende l’utilità della vaccinazione, “l’OMS ha sbagliato, lanciando subito l’allarme ‘pandemia’ che ha spaventato tutti e non ha giustificazioni, visto che si è capito presto che l’influenza era molto blanda e i morti erano relativamente pochi”. Tom Jefferson – della Cochrane Collaboration – denuncia la scarsa trasparenza nella gestione della pandemia, dalla modifica in corsa della stessa definizione di pandemia, alla segretezza sui 18 nomi dei membri dell’Emergency Committe, fino ai conflitti di interesse non dichiarati di alcuni esperti dell’alto comitato strategico sui vaccini (il SAGE). Nonostante sia stata bombardata da informazioni contradditorie e confondenti, la popolazione italiana sembra aver reagito con maturità e capacità critica, stando ai risultati del’indagine Key-Stone su 600 famiglie.

Infine il Sole 24 ore Sanità pone tre domande interessanti: 1) chi sono i 18 membri dell’Emergency Committee che ha sostenuto il direttore generale dell’Oms nella decisione di innalzare al massimo l’allerta pandemica l’11 giugno?; 2) è giustificato il segreto che copre i loro nomi?; 3) perché, nonostante l’allarme, l’Oms non ha scoraggiato subito i viaggi per circoscrivere i focolai di epidemia, come avvenne nell’aprile 2003 per la Sars? Speriamo che qualcuno risponda.

Leggi “La pandemia delle polemiche” sul Sole 24 ore Sanità

Leggi le tre domande del Sole 24 ore Sanità

Vedi i risultati della ricerca di Key-Stone

– occhio al codice!

Dopo tre edizioni de Il Codice Violato, nel 2001, 2004 e 2008, IBFAN (International Baby Food Action Network) Italia ha deciso di riempire i vuoti tra un’edizione e la successiva con una pubblicazione da far uscire ogni anno in occasione della Settimana Mondiale per l’Allattamento. Si tratta di una breve rassegna dei diversi tipi di violazioni del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte materno rilevate nel corso dell’anno, comprese le violazioni dello spirito del Codice, e di una serie di altre notizie, buone o cattive che siano, interessanti per chi si occupa di protezione dell’allattamento al seno. La pubblicazione sarà solo in formato elettronico, scaricabile dal sito di IBFAN Italia (www.ibfanitalia.org) oppure ottenibile su richiesta alla Segreteria (segreteria@ibfanitalia.org).

Leggi la pubblicazione di IBFAN del 2009

– stupro con violenza estrema, una nuova malattia

Ogni notte, nell’estremità orientale del Congo, bande armate assaltano un villaggio.  Gli assalitori in gruppi di 3 o 5 entrano con forza nelle case e violentano donne e bambine. In alcuni casi i genitali femminili sono mutilati con armi, vetri, bastoni o parti di plastica fusa. In alcuni casi le vittime sono rapite e, schiave sessuali, saranno torturate per giorni, mesi o anni. La nuova malattia, il Rape with Estreme Violence (REV), identificata nel South Kivu, regione della Repubblica Democratica del Congo viene descritta su PLoS Medicine di dicembre. Negli anni recenti sono numerosi i casi di “disease mongering”: dalla disfunzione sessuale femminile, alla sindrome delle gambe senza riposo, dall’ansia sociale all’epidemia di disordini bipolari. Il termine è usato per indicare la creazione di malattie così da ampliare il mercato di farmaci, prodotti e procedure e soddisfare interessi commerciali e appetiti economici. L’articolo pubblicato su PLoS Medicine definisce, al contrario, una nuova categoria diagnostica reale, e paradossalmente sino ad oggi lontana dai riflettori proprio perché gli interessi economici e commerciali sono il determinante della malattia.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

Leggi l’articolo su PLoS

dicembre 2009

– questo vaccino è una truffa, dice il Ministro della sanità polacco

L’intervento che Ewa Kovacz, Ministro della sanità polacco, ha tenuto il 5 novembre in Parlamento sui vaccini contro l’H1N1, ha fatto in poche ore il giro del mondo su YouTube. La Ministra ha esordito dicendo che durante vent’anni di lavoro come medico di famiglia, la sua priorità è sempre stata: “prima di tutto non nuocere” e va avanti …  “Qual è il dovere di un Ministro della Sanità? Firmare un accordo nel migliore interesse del popolo polacco o nel migliore interesse delle compagnie farmaceutiche?”  Si è lamentata poi del fatto che ancora non si hanno studi sufficienti sui vaccini contro l’H1N1. E se sono sicuri perchè chi li produce non si vuole prendere responsabilità in caso di danni e la scarica su chi li acquista? Una bella domanda.

Leggi l’articolo su Repubblica

Guarda il video con i sottotitoli in inglese

 

– l’Agenzia europea del farmaco cambia nome e struttura

L’Agenzia europea del farmaco (EMEA) ha annunciato che cambierà nome e struttura. Si chiamerà EMA (Agenzia europea dei medicinali). Il comunicato stampa dell’8 dicembre informa che “dalla sua fondazione (1995) ad oggi, l’ EMEA è stata riorganizzata una sola volta, questa è la seconda grande riorganizzazione dei servizi dell’Agenzia”. E’ prevista la creazione di nuovi comitati scientifici e gruppi consultivi per “rafforzare il coordinamento e l’assistenza (supporto)”. Inoltre “il Parlamento europeo e il Consiglio stanno vagliando proposte legislative che investiranno l’ Agenzia di ulteriori responsabilità”. E’ difficile capire quali ricadute concrete avranno questi cambiamenti. Nel comunicato stampa non si fa alcun cenno ai finanziamenti della nuova Agenzia, che attualmente provengono per il 70% dall’industria del farmaco. Ci auguriamo che, in fase di ristrutturazione, questo aspetto sia considerato prioritario e che i governi europei vogliano investire consistenti risorse pubbliche in attività tanto rilevati per la salute dei cittadini.

Leggi il comunicato stampa

Vedi lo schema della nuova organizzazione

Leggi la traduzione sintetica di Elisabetta Pasi

– il  nuovo programma sull’Educazione medica continua (ECM)

Alla Conferenza di Cernobbio dello scorso settembre, sono state discusse insieme al Comitato Tecnico delle Regioni, le nuove proposte della Commissione nazionale per la formazione continua (CNFC). La prima novità è  l’accreditamento dei provider – i soggetti organizzatori e produttori di formazione ECM – introdotto per ridurre il numero totale dei provider(attualmente non noto) e poter controllare meglio la qualità delle loro attività. Le altre novità essenziali riguardano le regole per controllare la qualità formativa degli eventi e il conflitto di interessi. La qualità sarà controllata dagli enti accreditanti, dall’Osservatorio Nazionale per la qualità e dal Co.Ge.A.P.S., l’organismo nazionale per l’attribuzione dei crediti formativi. E’ previsto poi che i relatori dichiarino nella loro 1° diapositiva l’eventuale conflitto di interessi e che le aziende non possano pagare i relatori, né la partecipazione dei medici ai convegni. In realtà le nuove proposte sono una vera gallina dalle uova d’oro per chi fa della ECM un business, come le aziende e gli organizzatori di eventi. Per fronteggiare lo strapotere delle aziende del farmaco non potranno mai bastare criteri più o meno restrittivi di controllo della qualità e di barriere formali al conflitto di interessi; solo una chiara volontà politica a sostegno della esclusiva sponsorizzazione pubblica della ECM potrebbe riuscire in questo intento e questa a Cernobbio non si è vista. Inoltre la richiesta del nuovo programma ECM, che i provider debbano essere professionisti della formazione, taglia fuori di fatto tutte le piccole realtà locali, autonome e gestite a basso costo. Così facendo si restituisce di fatto ai grossi capitali, soprattutto aziende del farmaco ed elettromedicali, la sponsorizzazione più o meno occulta degli eventi formativi. Sembra che si vadano delineando due sistemi: uno Nazionale, esterno alle organizzazioni sanitarie, a programmazione “libera”, metodologia prevalentemente residenziale, costi elevati, sponsorizzato dalle industrie, difficilmente valutabile dal punto di vista della qualità e del conflitto di interessi e un altro Regionale, interno alle organizzazioni sanitarie, con prevalente metodologia della formazione sul campo, costi bassi, quindi senza sponsorizzazioni esterne e più facilmente valutabile. Quale sistema realizzerà meglio l’analisi dei bisogni? Chi farà la scelta delle priorità effettivamente più necessarie? Peccato che l’ECM regionale sia una realtà solo nelle solite Regioni più “virtuose”.

Leggi la nota di Laura Reali, scritta per l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e per Quaderni acp, che hanno gentilmente autorizzato la pubblicazione sul nostro sito

– Esperti WHO e industria

Il sito di AttentiAlleBufale è diventato un Blog dove – oltre ai post – si possono trovare tutti i documenti contenuti in precedenza nel sito e la posta del Maestro Sun Tzu.

Di particolare interesse, tra i post di dicembre, quelli sui conflitti di interesse degli esperti del Comitato SAGE (Strategic Advisory Group of Experts) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). I post sono scritti sia in inglese che in italiano (l’italiano segue l’inglese, basta scorrere).

Leggi il post Pandemic WHO = Big Pharma? Esperti WHO e industria: un aggiornamento

Nella Home page è possibile iscriversi alla Newsletter per ricevere le migliori dritte di Sun Tzu.

 

– farmacovigilanza in Europa in mano alle case farmaceutiche?

Prescrire International ci informa che la Comunità Europea ha proposto di affidare alle case farmaceutiche la sorveglianza post-marketing dei farmaci che esse stesse producono. Ciò comporterebbe il rischio che le Ditte nascondano l’evidenza di reazioni avverse che potrebbero danneggiare le vendite. Sarebbe una riforma dannosa del sistema di farmacovigilanza che non terrebbe conto del vistoso conflitto di interessi. Invece di rafforzare l’attuale rete di farmacovigilanza istituzionale, la Commissione Europea propone di bypassarla.

Leggi la nota su Prescrire International

 

– non tutto è influenza, anzi pochissimo

Quanta di quella che chiamiamo comunemente “influenza” è dovuta ai virus influenzali? Ben poca. Dalla revisione Cochrane pubblicata di recente sul British Medical Journal (Clinical Evidence, October 5th, 2009) risulta che sia solo il 10-15%.  I sintomi sono gli stessi, ma i microrganismi che li possono causare sono tanti. Alcuni li conosciamo bene (Rinovirus, Virus respiratori sinciziali, Adenovirus, Virus parainfluenzali), ma molti altri non sono noti. Che cos’è allora ciò che siamo abituati a chiamare influenza? Non lo sappiamo ed è per lo più altro. I risultati della revisione sono stati illustrati sul Sole 24 ore Sanità (1-7 dicembre 2009) da Tom Jefferson, coordinatore del Cochrane Vaccines Field. “Il frutto tangibile della negazione mediatica della microbiologia, è l’impressione – rafforzata da una ricerca ossessiva e spesso scriteriata di uno fra centinaia di microrganismi – che al mondo l’unica causa delle sindromi influenzali sia l’influenza”, dice Jefferson, che conclude così: “Alla domanda quante delle morti attribuite al virus influenzale pandemico nelle casistiche citate dai media e dagli operatori mediatici hanno riscontri microbici a tutto spettro, nessuno mi sa rispondere. Alle volte è difficile stabilire la causa di morte anche con reperti autoptici, specie quando non si sa se ci sono state delle co-infezioni che avvengono in media nell’11% dei casi di sindrome influenzale. Si ha l’impressione che di recente la morte di chiunque abbia un test positivo al virus pandemico venga d’ufficio attribuita al virus. Se la realtà fosse così semplice, i vaccini anti-influenzali non avrebbero bisogno né di pubblicità né di revisioni Cochrane.  La scienza è fatta di ipotesi che poi vengono accantonate sulla base di incertezze che poi partoriscono nuove ipotesi che a loro volta vengono alla fine anch’esse accantonate. Non ci credete? Ci vediamo tutti stasera per un bel po’ di salassi con sanguisughe di prima qualità. Inoltre, camminando per la strada, state attenti alla sporcizia e ai miasmi da essa sprigionantisi. Sono la causa della malaria, del colera e di quella strana condizione chiamata influenza. Anche se un mio amico sostiene che questa sia causata dalla congiunzione degli astri”.

Leggi la sintesi-commento di Luisella Grandori

– Europa: la gestione dei farmaci passa alla Direzione Generale della Salute!

Dopo anni di richieste da parte di numerosi soggetti preoccupati per la salute dei cittadini europei, la gestione dei farmaci e presidi medici è stata spostata dalla Direzione Generale Imprese e Industria alla Direzione Generale della Salute e dei Consumatori. Anche Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche M. Negri, aveva sollevato in più occasioni il problema. In una lettera aperta scritta nel 2004, allertava sul pericolo costituito da fatto che l’Agenzia del farmaco europea (EMEA) facesse capo direttamente alla Direzione dell’Industria. I Bollettini indipendenti di informazione sul farmaco (ISDB) e Medicines in Europe Forum si complimentano con José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, per la sua decisione. Ci complimentiamo anche noi.

Leggi la lettera di ISDB e Medicines in Europe Forum

novembre 2009

– il Movimento Consumatori e Federconsumatori chiedono dati al Ministero

Il Movimento Consumatori e Federconsumatori hanno scritto il 21 ottobre al Ministero e all’AIFA per avere dati sull’efficacia e la sicurezza del vaccino pandemico. In particolare chiedono: su quanti pazienti è stato sperimentato il vaccino; quanto tempo è durata la sperimentazione; per quanto tempo dopo la somministrazione di una dose – come consigliato – si mantiene l’immunità; quali possono essere gli effetti collaterali; se l’adiuvante Squalene” è già stato sperimentato su donne in gravidanza o sui bambini. L’11 novembre segnalano di non aver ancora ricevuto risposta.

Leggi la lettera dei Consumatori

– a Exit si parla di influenza suina

Nella puntata di Exit dell’11 novembre si è parlato di influenza suina. Il servizio di Francesca Nava ha illustrato con chiarezza i tanti punti critici, dal cambiamento repentino dell’OMS della definizione di pandemia, alle incertezze sul vaccino, al contratto tra governo e Novartis, ai problemi collegati all’EMEA (Agenzia europea del farmaco), fino agli aspetti economici di tutta questa vicenda. Numerose le interviste di particolare interesse, ai rappresentanti delle Istituzioni, della Cochrane Collaboration, dell’Associazione Culturale Pediatri e ai dirigenti della Novartis, l’industria che produce il vaccino disponibile in Italia. Tutto ciò ha dato lo spunto per un’accesa discussione coordinata in studio da Ilaria D’Amico.

Guarda il servizio di Francesca Nava (il servizio non è più accessibile)

– informazioni perse per strada: quello che i bugiardini non dicono

Lost in Trasmission“, parafrasando il recente film di Sofia Coppola, sul NEJM del 29 ottobre scorso Lisa Schwartz e Steven Woloshin alludono a tutte le informazioni che FDA possiede sulla sicurezza dei farmaci approvati e che non arriveranno mai ai medici interessati. Gli autori affermano come non occorrerebbe spendere un euro (o un dollaro) in più per avere maggiori informazioni sugli effetti collaterali dei principi attivi, basterebbe che FDA fornisse tutti i dati in suo possesso e soprattutto lo facesse in modo chiaro ed accessibile. La modalità più comune per comunicare i dati su un farmaco è il foglietto illustrativo contenuto nella confezione. Purtroppo esso riporta informazioni fornite dalla ditta che commercializza il prodotto ed FDA si limita ad approvarne il testo, anche se il Senato degli USA chiede che il foglietto venga redatto da “parte disinteressata”. Gli esperti dell’FDA, che valutano gli studi presentati dalle ditte per autorizzare i farmaci, hanno condotto di recente un interessante esperimento. Hanno provato a  riassumere in modo comprensibile ed essenziale i dati degli studi ed hanno suggerito all’FDA di usare questo tipo di approccio nella comunicazione con i medici. La Direzione dell’FDA sta decidendo se adottare tale metodo. Nell’articolo del NEJM vengono riportati gli esempi relativi a tre farmaci.

Leggi la sintesi adattata da Giovanni Peronato

Leggi l’articolo sul New Engl J Medicine [free full text]

 

– una lettera per Stefano Cucchi

Di fronte alla morte inquietante – ancora oggetto di inchiesta – di Stefani Cucchi, alcuni Nograzie hanno scritto una lettera ad Amedeo Bianco (Presidente della Federazione degli Ordini dei medici) per dirgli il loro forte disagio di fronte a questo evento e, in particolare, al ruolo che alcuni colleghi possono aver avuto nella vicenda. “L’omissione delle cause delle lesioni, il mancato riconoscimento di segni di violenza e abuso costituiscono una ferita per la deontologia e la classe medica, il cui dovere primario è la difesa dell’integrità’ fisica e psichica dell’individuo nel rispetto della dignità’ umana,  sopra ogni altra motivazione – sia essa personale, politica o collettiva –  senza soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di alcuna natura”, dicono i firmatari della lettera. Allo stesso tempo – aggiungono – nessun medico deve essere lasciato da solo nello scegliere se denunciare chi commette abusi di potere, rischiando il posto di lavoro, la serenità sul medesimo o una “caduta dalle scale”. Preoccupati che “il silenzio di fronte a episodi come questi – peraltro non unici – possa innalzare pericolosamente il livello di tolleranza sociale rispetto a pratiche fortemente lesive del diritto e della dignità individuali”, credono che “sia opportuno sollevare una riflessione etica, tanto nella formazione degli operatori sanitari quanto nella società civile, su queste tematiche” e chiedono “una tutela forte dell’indipendenza delle professioni sanitarie dalle ingerenze del potere politico, giudiziario e delle forze dell’ordine”.

Leggi la lettera per Stefano Cucchi

– per una vaccinazione contro le pandemie di norme in assenza di evidenze

Un editoriale di Gianni Tognoni su Informazioni sui farmaci n.4 (Bollettino indipendente sui farmaci) affronta il tema dell’influenza suina nel contesto complessivo di un mondo pieno di norme in assenza di evidenze, travolto da  una “campagna massiccia di disinformazione collettiva e globale, più ancora che nei contenti, nei metodi”, incapace di farsi le domande giuste. Domande di cui il suo editoriale è pieno. Come dice Tognoni la sua “non è una riflessione sull’influenza suina. L’influenza suina è un punto di partenza” e “questo contributo, che si vorrebbe metodologico, rimanda ad un atteggiamento che non ci si stanca di riproporre su queste pagine: il disincanto. Che è il contrario della rassegnazione. E’ il chiamare le cose per nome. Non credere mai che le “emergenze” siano motivo per sospendere le regole. Al contrario. Impongono di averle rigorosamente presenti, per usarle in modo intelligente: non solo, possibilmente, da spettatori o da “lettori critici”. Il titolo è anche una conclusione, ci vorrebbe davvero “una vaccinazione contro le pandemie di norme in assenza di evidenze”.
Leggi l’editoriale di Gianni Tognoni  

– eziopatogenesi, terapia e prevenzione del conflitto di interessi tra medici e industria

Questo è il titolo originale di un congresso organizzato da Prometeo (Associazione degli studenti di medicina di Bologna), il Centro Salute Internazionale dell’Università di Bologna e i Nograzie.  L’apertura è affidata alla lettura magistrale di Gianni Tognoni, a cui seguono tre sessioni dedicate all’informazione rivolta ai medici, la ricerca e la formazione. Ogni sessione è articolata in una prima parte che descrive il tema e le sue criticità e una seconda in cui si illustrano esempi ed esperienze pratiche. Nella locandina si legge: “Questo evento è stato realizzato grazie al lavoro volontario di studenti di medicina, specializzandi e medici. Credendo fortemente nella necessità di improntare la formazione medica ai principi di indipendenza, eticità e trasparenza, non abbiamo ricevuto finanziamenti da sponsor aventi interessi commerciali nel settore. Siamo convinti che sia possibile realizzare eventi formativi con un budget limitato, evitando spese superflue e adottando un principio di serietà e sobrietà nella scelta di cibo, alloggio e sede congressuale. Abbiamo ricevuto un contributo finanziario dall’Azienda Universitario-Ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi di Bologna per coprire le spese di pubblicizzazione dell’evento e per offrire un piccolo coffee break ai partecipanti. Ai relatori, che non riceveranno alcun compenso e che sosterranno personalmente le spese di viaggio, verrà offerto il pranzo presso la mensa del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi”. Come dice il titolo, individuate le cause (l’eziopatogenesi) si può fare terapia e soprattutto prevenzione del conflitto di interessi tra medici e industria. Questa è la nostra scommessa!

Vedi la locandina del congresso 

– appello contro la pubblicità sui farmaci diretta al pubblico

Il 10 dicembre 2008 la Commissione Europea (CE) ha approvato 3 proposte di legge per il settore farmaceutico. Una di queste riguarda le regole, che dovranno essere uniformi in tutta l’Unione Europea (UE), e propone di revocare il divieto di pubblicità sui farmaci da prescrizione attualmente in vigore, autorizzando l’industria farmaceutica a fornire informazioni ai cittadini sui farmaci che si possono ottenere solo con ricetta medica (l’autorizzazione alla pubblicità per i farmaci da banco esiste già). La proposta, prima di essere trasformata in direttiva, e quindi obbligatoriamente in leggi nazionali, dovrà passare al vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea (vedi l’articolo di Adriano Cattaneo). I Bollettini sul farmaco insieme ad altre associazioni internazionali, hanno segnalato più volte alla Commissione europea il pericolo che una scelta del genere rappresenta per la salute dei cittadini europei e finora la maggior parte dei Governi si era dichiarata contraria, ma l’attuale presidenza svedese ha intenzione di rilanciare la proposta.

I Nograzie, insieme ai Bollettini sul farmaco, l’ACP (Associazione Culturale Pediatri), WONCA (Global family doctor), ISDE (Medici per l’Ambiente) e il Movimento Consumatori, hanno scritto al Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali e all’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) una lettera inviata per conoscenza anche a tutti i deputati italiani al Parlamento Europeo, alla FNOMCeO e alle Associazioni di consumatori e alle agenzie di stampa,  che spiega i gravi rischi della pubblicità sui farmaci diretta al pubblico e chiede che l’Italia esprima parere contrario e – se vuole proteggere la salute dei cittadini – investa risorse pubbliche adeguate per produrre informazioni imparziali ed esaustive sui farmaci e sulle malattie, affidando il compito a professionisti competenti e senza legami economici con l’industria del farmaco.

Leggi la lettera

– una pandemia titubante

Dialogo sui Farmaci (Bollettino indipendente sui farmaci) illustra le tante perplessità sulla “pandemia” che si sta diffondendo lentamente in Europa (che per ora appare assai meno grave di quanto previsto), sui vaccini adiiuvati in bambini e gravide, sulla confezione multidose e sul consenso informato scritto. L’editoriale conclude dicendo: “Si tratta di scelte che, inevitabilmente, indurranno perplessità sia nella popolazione che negli operatori sanitari che sono chiamati a vaccinarsi per primi. Sono stati presaghi di quanrto sta avvenendo non solo in Italia.

Sul sito di Dialogo sui farmaci si può trovare una sezione a libero accesso, dedicata all’influenza pandemica dove si possono trovare articoli, pubblicazioni, circolari e aggiornamenti

Leggi l’editoriale di Dialogo sui farmaci

Vai alla sessione sull’influenza pandemica

– tutto ciò che possiamo fare è informare correttamente, dice l’ACP

L’Associazione Culturale Pediatri (ACP) ha prodotto una serie di note informative sui vari aspetti di questa nuova epidemia influenzale. Dalle caratteristiche dei vaccini, a quelle della malattia nei vari paesi del mondo, all’uso degli antivirali. Le incertezze su tutta la materia sono talmente tante, che “Tutto ciò che si può fare – dice l’ACP – è informare correttamente i medici e i cittadini su ciò che si sa e ciò che non si sa, lasciando a ciascuno la facoltà di decidere“. Un esercizio difficile, abituati come siamo a pretendere certezze.

Leggi le note informative sul sito dell’ACP

ottobre 2009

– influenza: un caso eclatante di errore di identità 

Su Clinical Evidence del BMJ è comparso in ottobre un contributo di Tom Jefferson che mette in luce il cronico errore di identità nei confronti dell’influenza. Sono ben più numerosi gli altri virus (e/o batteri?) che circolano durante la stagione cosiddetta “influenzale” che causano sintomi identici all’influenza. A quanto pare questo vale anche per la pandemia. Qual è la proporzione di infezioni (e ricoveri e morti) da H1N1/2009 rispetto alle altre? Quanti i casi dovuti ad altri microrganismi di cui spesso non si conosce neppure l’identità?

Leggi l’articolo sul BMJ

Leggi l’articolo su CBS news

– le 1001 notte

A mollo nel Mar Morto, sotto il cielo stellato di una calda notte di fine maggio, senza muovere braccia o gambe, senza bisogno di nuotare, ma solo di rilassarmi, sono tenuto in equilibrio dalla spinta dell’acqua  e mi sento bene: sono contento. Può questa esperienza essere legata a come pratico la medicina? Può realmente influenzare il mio modo di fare diagnosi e trattare i pazienti? La risposta nel racconto tratto da un articolo natalizio del BMJ scritto da Giannakakis, un medico di famiglia in vacanza sul Mar Morto, insieme a Ioannidis, esperto di EBM e probabilmente una delle migliori firme della medicina contemporanea. L’articolo è stato pubblicato diversi anni fa ma le aziende farmaceutiche continuano ad occuparsi dei bisogni materiali dei medici. Per chi sospetta che una vacanza sul Mar Nero possa influenzare la praticata quotidiana, e crede che così non dovrebbe essere, una buona notizia: un’educazione continua in medicina diversa, sicuramente meno emozionante, è possibile (vedi laproposta dei Nograzie).

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

– non è farina del tuo sacco!

Nel luglio 2009 la Corte Federale degli US ha deciso di desecretare circa 1500 documenti relativi ad articoli scientifici anonimi (ghostwriting) successivamente ‘autorizzati’ da personaggi del mondo accademico e pubblicati strategicamente su importanti riviste scientifiche. PloS Medicine si è trovata a partecipare, con la parte lesa,  alla causa processuale che vede coinvolte case farmaceutiche produttrici di ormoni per la terapia estrogenica sostitutiva e alcune donne trattate, che successivamente hanno contratto un cancro alla mammella. Per questo motivo è stato possibile l’accesso a numerosi documenti interni all’Industria farmaceutica.La stampa ha dato rilievo a questa vicenda come testimonia l’articolo apparso sul New YorkTimes del 4 agosto scorso, che spiega come Wyeth, all’inizio di questo millennio, abbia spinto oltremodo le donne all’uso degli estrogeni in post menopausa, facendo leva su decine di articoli fatti scrivere da apposite agenzie  terziste (Writing Company). Gli articoli venivano poi proposti e firmati da importanti esponenti del mondo accademico. Nel numero di settembre di PloS Medicine, è uscito un Editoriale tutto incentrato sul fenomeno del ghostwriting.

Leggi tutto l’articolo di Giovanni Peronato

Leggi l’editoriale di PloS Medicine

Leggi l’articolo del New York Times

– nuove regole per dichiarare i conflitti di interesse sulle riviste mediche

Il 13 ottobre 2009, i direttori di tutte le riviste dell’International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE) hanno pubblicato simultaneamente un editoriale che detta le nuove regole per la dichiarazione dei conflitti di interesse degli autori. Sono norme severissime che prevedono l’esplicitazione dei legami finanziari degli autori con enti commerciali che possono avere qualsiasi interesse nel lavoro da pubblicare fino ai 36 mesi dalla data della presentazione del manoscritto. Dai regali, agli onorari, ai rimborsi per viaggi e soggiorni, all’eventuale pagamento o aiuto all’autore (o all’istituzione di appartenenza) per il lavoro presentato, da parte di un ente esterno (es. sussidi, monitoraggio dei dati, disegno dello studio, preparazione del manoscritto, analisi statistica, ecc.), fino a qualsiasi legame finanziario simile che coinvolga il coniuge o i figli minori di 18 anni. Ma anche i rapporti rilevanti non finanziari (personali, professionali, politici istituzionali, religiosi o altri) che un lettore dovrebbe conoscere rispetto al lavoro pubblicato.

Leggi la traduzione sintetica di Sergio Conti Nibali

Leggi l’editoriale congiunto

 

– non trasformiamo gli anziani in pazienti

Michael Oliver professore emerito di Cardiologia presso l’Università di Edimburgo in un articolo apparso su BMJ nel Marzo 2009 (BMJ 2009;338:b873) intitolato Non trasformiamo gli anziani in pazienti,riprende la domanda sollevata da Juan Géravs, Barbara Starfield e Iona Heath su Lancet nel 2008: prevenire è meglio che curare? (vedi la tradizione sintetica di Danilo Telò) Perfino gustoso l’incipit in cui Oliver descrive anziani pensionati convinti di essere in buona salute convocati dal proprio medico di base per un check-up annuale e trasformati in  ipertesi, dislipidemici o altro, accusati di fare troppo poco esercizio, di mangiare disordinatamente di bere troppo. Quindi avviati a esami diagnostici o messi in terapia con farmaci. Solo pochi non saranno considerati a rischio per qualche cosa. Eccoli quindi quei poveri anziani  entrati sani,  uscire dallo studio medico come pazienti e  tornare  a casa spaventati  forse mai più in grado di invecchiare serenamente. Che razza di medicina è questa? – si chiede Oliver – dove la politica prevale sulla professionalità, l’ossessione per i target governativi si sostituisce al buon senso e il paternalismo rimpiazza la responsabilità personale? Sembra che la maggior parte dei Governi occidentali consideri tutte le persone al di sopra dei 75 anni come pazienti. Oliver conclude che l’azione preventiva può essere irrilevante e persino pericolosa nelle persone anziane. Doveroso il tributo finale a Ivan Illich che, parlando di medicalizzazione della vita nel suo Nemesi medica, nel 1976, aveva già capito tutto. Da rileggere, Illich.

Leggi tutto il commento di Vittorio Fontana

– operazione pandemia?

Questo il titolo provocatorio di una nota di redazione di Torino Medica, il sito web dell’Ordine dei medici di Torino che introduce la traduzione in italiano dell’intervista del Center for medical consumers di New York a Tom Jefferson (ricercatore della Cochran vaccines field). Si legge nella nota di redazione: “La resa dei conti si avvicina. Sta per arrivare la stagione fredda, favorevole alla diffusione dei virus influenzali e i vaccini contro l’influenza A stanno per lasciare i magazzini delle due aziende che li hanno prodotti: la vera natura di questa emergenza sanitaria si svelerà in un modo che (speriamo) non ammetta repliche. Il sospetto che il business abbia “inquinato” i messaggi mediatici, spingendo alternativamente sull’acceleratore e sul freno, fa sempre più proseliti”. Nell’intervista Jefferson analizza i dati australiani e spiega perchè l’epidemia del nuovo H1N1 non può essere considerata una vera “pandemia” e come il cambiamento nella definizione dell’OMS – che non comprende più l’enorme numero di morti che prima la caratterizzava – possa trasformare in futuro qualsiasi epidemia influenzale in una pandemia con indicazione alla vaccinazione di massa. Quanto ai vaccini che dovrebbero essere usati anche per donne gravide e bambini – continua Jefferson – le informazioni sono insufficienti.

Leggi la nota di Torino Medica e l’intervista a Jefferson

Leggi l’intervista a Jefferson in lingua originale 

– occhio al pandemiometro

Su Attentilalebufale è segnalato un sito dal quale si può vedere “l’andamento in borsa e quindi il valore delle azioni delle maggiori industrie coinvolte in qualche maniera nella pandemia. […] In fondo alla pagina ci sono annotazioni, commenti e segnalazioni che (secondo Confucio) sono la parte più interessante di tutta la vicenda. L’indice è composito e segna verde o rosso a seconda dell’andamento. Da notare che è aumentato di quasi il 30% dall’inizio del tracking”.

Guarda sul sito di Attentiallebufale

– investire risorse nelle misure non farmacologiche

Il gruppo per le Infezioni respiratorie acute della Cochrane Collaboration, ha aggiornato la revisione sull’efficacia degli interventi fisici per interrompere la diffusione dei virus respiratori. Ha concluso che l’implementazione a lungo termine di alcune misure per interrompere o ridurre la diffusione dei virus respiratori può essere difficile. Tuttavia interventi molto semplici e di basso costo riducono la trasmissione delle epidemie da virus respiratori. Dovrebbero essere investite più risorse per studiare quali interventi fisici siano più efficaci, flessibili e costo/efficaci per minimizzare l’impatto delle infezioni respiratorie.

Leggi l’articolo sul BMJ [free]

– le relazioni con l’industria delle Associazioni Medico Scientifiche

David Rothman, autorevole rappresentante del Collegio dei Medici e Chirurghi della Columbia University, enuncia – sul JAMA dell’aprile 2009 – una serie di regole (un vero e proprio decalogo) che dovrebbero evitare quanto più possibile conflitti di interesse fra le Società Medico Scientifiche  e l’Industria farmaceutica. Le Società Medico Scientifiche svolgono un ruolo ‘vitale’ nell’aggiornamento clinico, sostengono corsi ECM, offrono borse di studio e corsi di aggiornamento e di studio, emanano periodicamente linee guida e raccomandazioni che sono un punto di riferimento importante. Così tutti si aspettano che linee guida e raccomandazioni siano state formulate con i criteri della medicina basata sulle evidenze, al di fuori di ogni influenza di mercato.Vi è da più parti un sentore diffuso che l’ingerenza dell’industria possa compromettere l’autonomia del processo clinico decisionale, dal momento che gli estensori di queste ‘regole’ sono ampiamente finanziati dall’industria nei loro viaggi, pernottamenti, attività sociali e altro.

Leggi la traduzione di Giovanni Peronato

Leggi l’abstract sul JAMA

– aspettando la pandemia … intervista a Tom Jefferson

“Negli ultimi mesi, il mondo è in preda alla paura a causa dell’influenza suina. In un’intervista pubblicata il 21 luglio sul quotidiano tedesco “Der Spiegel”, l’epidemiologo Tom Jefferson parla dei pericoli legati alla ricerca distorta, guidata dal denaro e allarmista, e spiega perché dovremmo lavarci le mani molto più spesso”. Medico e Bambino introduce così la traduzione dell’intervista a Jefferson che, con il permesso della rivista, possiamo diffondere qui.

Leggi l’intervista a Jefferson tradotta in italiano su Medico & Bambino

settembre 2009

– influenza suina? No grazie, io non mi vaccino

Gianluigi Passerini, medico di famiglia di Sondrio, esprime la sua contrarietà alla vaccinazione di massa e all’allarme creato intorno all’infleunza suina. “Tutto il mondo aprirà le campagne vaccinali, per difendersi dalla “nuova peste del terzo millennio”. Solo la vicina Svizzera, rigorosa ma notoriamente antipopulista, ha deciso che vaccinerà solo i soggetti ad alto rischio –  dice Passerini – per tutti gli altri ha semplicemente invitato a lavarsi le mani spesso, a non starnutirsi in faccia, a non condurre troppa vita sociale quando si soffrirà di sintomi tipo influenzale, ritenendo che questi siano gli interventi più appropriati per limitarne la diffusione e quindi la conseguente morbilità e mortalità. Questo è ciò che pensa la comunità scientifica medica “rigorosa ed onesta” mondiale, basandosi sui dati scientifici disponibili. Come la peste, il vaiolo, il colera, l’AIDS, l’influenza A fa parte della storia naturale del conflitto tra virus (o batteri) e l’uomo: se quest’ultimo impara a difendersi, attraverso il sistema immunitario, che purtroppo richiede almeno parecchi decenni (o generazioni) per imparare a produrre anticorpi protettivi, l’ecosistema biologico virale impara a competere con esso, attraverso la selezione, lenta ma inesorabile, di nuove specie virali, che cercano di sopravvivere, entrando nel sistema cellulare umano, per replicarsi e  diffondersi. L’influenza A non la si affronta con allarmismi impropri e vaccini (forse) inefficaci e pericolosi: questo genera solamente un’epidemia/ pandemia di “panico” sociale generalizzato, con conseguenze negative importanti (ad es. la sottrazione di notevoli risorse mediche dalla cura di malattie più severe, sulle quali l’intervento medico può essere realmente efficace)”.

Leggi la nota di Gianluigi Passerini

– vuoi una formazione senza sponsor? firma la lettera dei Nograzie!

Le nuove proposte della Commissione ministeriale per la formazione continua in medicina (ECM, educazione continua in medicina) verranno presentate pubblicamente a Cernobbio il 14 e 15 settembre. I Nograzie hanno scritto una lettera al coordinamento della Commissione nazionale ECM per chiedere una formazione a “sponsorizzazione privata zero”. Si dice che non possiamo fare a meno della sponsorizzazione privata. Ma quale formazione ha bisogno di sponsorizzazione? Ne hanno bisogno i grandi convegni, i workshop, gli eventi che richiedono relatori e viaggi internazionali, grandi cene, eventi mondani. Questo è anche il tipo di formazione risultata meno efficace e che meno incide sulla qualità delle cure. E’ nostra ipotesi invece che si possa fare completamente a meno della sponsorizzazione privata se l’ECM è organizzata: in lavoro a piccoli gruppi, in reparto, in ambulatorio, in laboratorio, nelle sedi dei servizi territoriali; con obiettivi di miglioramento della qualità dell’assistenza, che si raggiungono con gruppi di lavoro tra pari, basati sull’ esame critico e sul confronto della propria pratica clinica (audit e feed-back), con stage, con metodologie appropriate di formazione sul campo (progetti di miglioramento e di ricerca-intervento finalizzati a risolvere criticità, adozione concordata di protocolli, ecc).

Leggi la lettera dei Nograzie sull’ECM

per aderire scrivi a luisegra@tin.it indicando Nome, Cognome e Città in cui lavori

– 40 Blog spagnoli insieme per diffondere calma e buon senso

A mezzanotte del 2 settembre 40 Blog spagnoli hanno diffuso un documento sulla nuova influenza per dare informazioni imparziali e diffondere calma e buon senso. In Spagna, come in tutti i paesi ad elevato benessere economico, stanno circolando notizie che fanno crescere il panico nella popolazione. Un panico ingiustificato rispetto alla realtà.

Per saperne di più si può consultare il sito EquipoCESCA.

Leggi il documento spagnolo

Guarda sul sito EquipoCESCA

Leggi l’articolo di El Pais

 

– Juan Gérvas sull’influenza suina

Juan Gérvas, Medico di famiglia spagnolo e Professore onorario di Salute Pubblica all’Università di Madrid, ha scritto una lettera ai suoi pazienti e al Ministro della Salute, a proposito della nuova influenza A/H1N1. Gérvas spiega ai suoi pazienti che questa influenza è lieve, più lieve dell’influenza stagionale e da’ una serie di consigli su come affrontare la prossima epidemia: “con pazienza e tranquillità”. Si rammarica inoltre per il “desease mongering” (invenzione e vendita di malattie) creato dalla stessa OMS, che sta facendo crescere allarme e paura nella popolazione, non giustificati dai fatti.

Lettera di Gérvas tradotta in italiano da Gianluigi Passerini

Sul sito Equipocesca sono visibili versioni in più lingue

Lettera di Gérvas al Ministro tradotta da Maria Fenesia Agostini

Leggi sul BMJ la lettera di Gérvas sul disease mongerin dell’OMS

– la posizione dell’ACP sull’influenza A/H1N1

Mentre si alza il livello di allarme sulla nuova influenza A/H1N1, sollecitato quotidianamente dai mezzi di informazione, l’ACP (Associazione Culturale Pediatri) ha spedito ai giornali un comunicato stampa ed ha espresso la sua posizione in una lettera aperta indirizzata ai politici, ai professionisti della salute e ai mezzi di comunicazione, per invitare a mantenere la calma e la lucidità. Dice l’ACP “Attenzione agli allarmismi: non dobbiamo dare spazio a posizioni e a scelte basate sull’emotività piuttosto che sulle evidenze scientifiche. La nuova A/H1N1 non può essere per ora considerata pericolosa. In questa fase è inutile la chiusura delle scuole. I vaccini? Sono ancora in fase di sperimentazione e inoltre non se ne conoscono ancora i possibili effetti collaterali. Gli antivirali vanno usati solo su indicazione medica e solo per casi gravi o persone in cattive condizioni di salute”.

Leggi la lettera aperta ACP

Leggi il comunicati stampa ACP

 

agosto 2009

– scuole di medicina Pharmafree

Un quarto delle scuole di medicina degli Stati Uniti hanno migliorato il loro regolamento per gestire i conflitti di interesse. Secondo l’ultima valutazione (2009) con il punteggio stabilito dell’AMSA (American Medical Student Association), 45 di 149 facoltà di Medicina hanno ricevuto una classificazione A o B per le politiche relative all’interazione del’Industria farmaceutica con i docenti e gli studenti di medicina.

Segnalato dal BOLETIN NOGRACIAS JULIO 2009

Guarda la “Scorecard” sul sito dell’AMSA

– inventori di malattie

Lo scorso 5 agosto, la trasmissione C’era una volta  di RAI3 ha mandato in onda un documentario intitolato “Inventori di malattie”, che descrive i meccanismi del disease mongering. Si legge nel commento “Il servizio mette in evidenza come l’industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. I danni a carico della collettività mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti”. Il documentario, visibile online sul sito di RAI3, ricco di documentazioni e di interviste (di particolare interesse quella a Marcia Angell), è uno strumento di informazione prezioso sia per il pubblico che per gli operatori della salute.

Vedi il documentario

– il contenzioso su Fosamax arriva in giudizio

Sempre a caccia di scoop di argomento medico, Ray Moynihan, giornalista della Australian Broadcasting Corporation, ci informa tramite il BMJ dell’esistenza di una corrispondenza interna che rivela come Merck fosse a conoscenza dei possibili legami fra l’alendronato (commercialmente FOSAMAX®) e osteonecrosi della mandibola. Ma facciamo in passo indietro, fino al maggio 1996. L’alendronato è in commercio da alcuni mesi e i network USA gridano al miracolo: un farmaco che riduce le fratture osteoportiche del 50%. Questi dati vengono riportati con foga da telepredicatore evangelico, e poco importa se la cifra sconvolgente del 50% si riferisce al rischio relativo, non a quello assoluto. Quisquiglie, pinzillacchere, direbbe il principe De Curtis. In realtà i dati del rischio assoluto parlano di una riduzione di frattura attorno all’1-2% e solo per i soggetti a rischio ( osteoporotici o già fratturati). Le vendite vanno alla grande e così il Fosamax compie il miracolo con un fatturato annuo che si aggira su 3 miliardi di dollari (2.1 mld €). Ma i nodi stanno venendo al pettine ….

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato con un’ampia prefazione sulla sicurezza dei bifosfonati

Leggi l’extract sul BMJ

– menopausa: autori fantasma per spingere la terapia ormonale

Da tempo si dibatte su rischi e benefici della terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa per contrastarne i sintomi, come le vampate di calore. Sul dilemma, ormoni sì /ormoni no, si è scritto di tutto. E mentre si cercava di capire a chi dare retta, le industrie farmaceutiche hanno avuto la meglio. Ora una poderosa documentazione sul “ghostwriting”, quella consuetudine di affidare a scrittori fantasma (“ghost” in inglese) la scrittura (“writing”) di articoli scientifici per conto di industrie farmaceutiche, svela che i benefici della TOS sono stati in realtà gonfiati. PLoS Medicine, giornale medico online che fa parte della Public Library of Science, e il quotidiano New York Times, sulla base di questa documentazione, hanno portato la Wyeth in tribunale.  

Leggi la traduzione sintetica di Gianna Milano e Anna Molino

Leggi l’articolo sul New York Times

Leggi il post di Adriane Fugh-Berman su PLoS

– inutile abbassare la Pressione sotto 140/90

Una recente revisione Cochrane è giunta alla conclusione che l’abbassamento della pressione sanguigna sotto la soglia standard non offre alcun beneficio  clinico in termini di riduzione della mortalità e morbilità. “Allo stato attuale non vi è alcuna prova derivante da studi clinici randomizzati che un abbassamento della pressione sanguigna al di sotto di 140/90 mmHg nei pazienti ipertesi sia di beneficio”, spiega Jose Arguedas ricercatore della Facoltà di Medicina presso l’Università della Costa Rica.
Leggi la sintesi di Guido Giustetto della revisione Cochrane
Leggi l’abstract della revisione Cochrane

– cosa succede all’AIFA? chiediamolo a Rasi

Per avere chiarimenti sulle vicende editoriali dell’ Agenzia del Farmaco, ho scritto una lettera aperta (vedi anche il link qui sotto) al nuovo direttore dell’AIFA, prof. G. Rasi, che in due interviste alla stampa (Corsera e Giornale dello scorso Maggio) ha sparato a zero sui suoi stessi dipendenti, accusandoli di sprechi inutili e ha decretato la sospensione di tutte queste attività editoriali. Fino al 2008 l’attività editoriale AIFA era ritenuta il fiore all’occhiello dell’editoria scientifica italiana (inchiesta del Censis), ora siamo alla chiusura del Bollettino di Informazione sul Farmaco, del Bif on line, di Clinical Evidence. A mio avviso si trattava di pubblicazioni valide, in italiano e gratuite. La loro chiusura riporta i farmacisti, gli infermieri e i medici, privi di università o istituzioni alle spalle, nella condizione di non avere accesso alle fonti di informazione più attendibili e proprio nel campo del farmaco. Gli abbonamenti alle riviste scientifiche infatti costano e solo chi lavora nelle università o nelle strutture pubbliche può avervi accesso gratis. Mi sento privata del diritto ad una informazione di qualità.
I lettori di questo sito interessati ad aderire a questa iniziativa unendo la loro firma a quella di oltre 400 operatori che hanno già sottoscritto la lettera possono inviare una mail all’indirizzoellereali@libero.it indicando nome, cognome, qualifica e città in cui lavorano.
Laura Reali
Pediatra di Famiglia Roma
Leggi la lettera aperta a Guido Rasi per aderire scrivere a ellereali@libero.it

luglio 2009

– sarà pandemia? intanto laviamoci le mani  

Il nuovo virus A/H1N1 sta circolando ormai in tutto il mondo, come fanno  normalmente tutti i virus influenzali, ma finora questa nuova influenza non appare grave anche se nessuno può sapere se lo diventerà in futuro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di pandemia mettendo in moto la grande macchina internazionale che prevede, tra gli interventi prioritari, la vaccinazione di ampi strati di popolazione. Tom Jefferson, epidemiologo della Cochrane Vaccines Field, ci informa però che i criteri per definire lo stato di pandemia sono stati modificati. Dov’è ad esempio la mortalità elevata prevista nei criteri precedenti? Possiamo definire pandemia l’attuale situazione?  Jefferson ricorda poi che gli interventi di provata efficacia per contenere il contagio sono le misure igieniche e di distanza sociale mentre sui risultati della vaccinazione crescono le perplessità nella comunità scientifica. Gli strumenti non farmacologici sono oltre a tutto di semplice adozione e poco costosi. Ernesto Burgio (direttore scientifico di ISDE) intervistato insieme a Jefferson e altri esperti da Gianna Milano per Panorama (30 luglio 2009), ritiene che vaccinazioni e antivirali potrebbero addirittura essere controproducenti, causando una pressione selettiva verso ceppi più resistenti e potenzialmente più aggressivi. Mauro Moroni, infettivologo di Milano, dichiara che “prevedere una pratica vaccinale che copra la totalità o quasi della popolazione sembra non riposare su presupposti epidemici sufficientemente validi”. Luisella Grandori, responsabile vaccinazioni dell’Associazione Culturale Pediatri, ribadisce che per diventare aggressivo, il virus dovrebbe modificarsi (per una mutazione? per il riassortimento con altri virus?), quindi i vaccini allestiti contro l’attuale H1N1 potrebbero non essere utili. L’OMS ci informa che alcuni vaccini antipandemici sono allestiti  con nuove tecnologie che “non sono ancora state valutate in modo esteso per la loro sicurezza in alcuni gruppi di popolazione” per cui “sarà molto importante implementare la sorveglianza post-marketing con la migliore qualità possibile”. L’EMEA (Agenzia europea del farmaco) ha rilasciato un comunicato stampa in cui spiega che i vaccini antipandemici verranno valutati con una procedura d’urgenza e che saranno monitorate durante l’uso, le eventuali reazioni avverse rare che potrebbero rivelarsi utilizzandoli sui grandi numeri. Quali informazioni sull’efficacia e la sicurezza di questi prodotti potremo dare al pubblico? Possiamo invece raccomandare con serenità le misure non farmacologiche che si sono dimostrate efficaci per impedire la diffusione di tutte le malattie respiratorie.

Leggi l’intervista a Jefferson su Spiegel e su Channel4 news

Leggi l’informativa dell’OMS sui vaccini pandemici

leggi il comunicato stampa dell’EMEA

Vedi le diapositive della  Cochrane su Attentiallebufale
vedi il video del Regno Unito sul lavaggio delle mani

– software per la cartella clinica in Medicina Generale: bocciati

La Regione Veneto ha finanziato con i fondi AIFA destinati alla farmacovigilanza una ricerca per valutare i contenuti informativi e di supporto alla prescrizione dei software di gestione delle cartelle cliniche in medicina generale. È stata definita una griglia di 10 ITEM con la quale sono stati analizzati 8 software tra quelli maggiormente impiegati in Italia.

I risultati di questa analisi sono decisamente negativi. Le carenze riscontrate sono comuni, anche se in misura diversa, a tutti i software presi in considerazione. Sull’ultimo numero di Dialogo sui farmacisono stati pubblicati i risultati dello studio e le proposte per migliorare i software.

Leggi la sintesi dell’articolo fatta da Guido Giustetto

– le visite dei rappresentanti influenzano le prescrizioni?

Il fatto che i rappresentati del farmaco possano influire sulle abitudini prescrittive dei medici è ampiamente documentato ma sono scarse le dimostrazioni scientifiche di tale influenza, anche se l’industria farmaceutica è ben certa della sua esistenza, in forma più che positiva. Non si spiegherebbero altrimenti i 4.8 miliardi di dollari spesi nel 2000 in USA per la promozione di farmaci attraverso il sistema delle visite porta a porta ai medici prescrittori.

In uno studio condotto in Danimarca sono stati analizzati i dati relativi alla promozione di farmaci per l’asma, in particolare l’associazione di due prodotti indicata dalle Linee Guida sia degli USA che del Regno Unito. I risultati hanno dimostrato che le visite porta a porta ai GP sono realmente un mezzo efficace per influenzare le abitudini prescrittive, incrementare le vendite e per mantenere la quota di mercato.

Leggi la sintesi dello studio fatta da Giovanni Peronato

– Non c’è salute senza pace. Non c’è pace senza giustizia

Piombo Fuso. Se non ricordate di cosa si tratta, la spiegazione è semplice, dato che l’attenzione del pubblico alle notizie internazionali è passeggera e, terminata la fase acuta, si spengono i riflettori, spariscono le notizie dalle prime pagine e la tragedia scivola via dalla coscienza collettiva. Piombo Fuso è il nome dell’offensiva israeliana iniziata il 27 dicembre 2008.

Nelle tre settimane di guerra l’emergenza umanitaria di Gaza ha causato, secondo dati forniti dal Ministero della Sanità e convalidati dall’OMS, oltre 1300 morti, di cui 1/3 bambini, e circa 5.300 tra uomini, donne e bambini rimasti feriti. Di questi, almeno la metà soffrirà di una disabilità a lungo termine, aggravata dall’impossibilità di un’assistenza riabilitatoria adeguata.

Quello che non viene sufficientemente raccontato della guerra è che essa non soltanto uccide e mutila, ma molto più devastanti sono gli effetti dovuti a malattie e disabilità dopo la fine del conflitto.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

giugno 2009

– Canguri, riviste taroccate, autori fantasma, mazzette, intimidazioni e … altro

I fatti sconcertanti collegati al “caso Vioxx” non finiscono mai. Tra risarcimenti miliardari pagati dalla Merck negli USA, la scoperta di nuovi ghost o guest author e di intimidazioni, è venuta a galla una storia curiosa e inquietante. Ha riguardato inizialmente una sola rivista, l’Australasian Journal of Bone and Joint  Medicine, con tanto di board editoriale, distribuita da un gruppo di tutto rispetto come Elsevier. Cos’è che non va? George Jelinek, già membro della World Association of Medical Editors, e testimone per l’accusa, taglia corto e al processo definisce AJBJM un semplice veicolo pubblicitario (marketing publication). Successivamente viene fuori che nel catalogo Elsevier fra il 2000 ed il 2005 erano presenti altre pubblicazioni, sponsorizzate da una compagnia farmaceutica non nominata, e che apparivano in tutto e per tutto come indipendenti e peer reviewed. The Scientist  ha ottenuto di recente la lista aggiornata di queste riviste ‘taroccate’, in tutto nove. La stessa Elsevier ha poi reso noto il nome di altre 13 riviste già registrate in Australia ma ancora non uscite su carta stampata. Tra quelle già esistenti e quelle in cantiere, arriviamo a 22 …

Che dire? Anche l’editoria scientifica fa la sua parte in questa corsa sfrenata al guadagno. Ai pazienti danneggiati dal Vioxx rimane quella di fare causa legale. Una ben magra consolazione per chi dovrebbe potersi fidare e “affidare” quando è ammalato.

Leggi l’articolo di Giovanni Peronato

Sulle riviste fantasma leggi anche il ritorno dell’Esorciccio 1° puntata e 2° puntata

 

– Timeo Danone et dona ferentes

Un nuovo post, questa volta di Adriano Cattaneo, sul blog Saluteinternazionale.info Accanto all’eloquente immagine del cavallo di Troia, l’introduzione dice: “I due attuali giganti dell’industria degli alimenti per l’infanzia, Danone e Nestlè, si combattono a colpi di “health and nutritional claims” e di indecorose alleanze con operatori sanitari e rispettive associazioni per accaparrarsi fette di mercato. Ma le prospettive nei paesi ad alto reddito, dove nascono pochi bambini, non sono rosee. Naturale che si buttino sui mercati emergenti e popolosi dell’Asia, con strategie di marketing aggressive che contribuiscono a deprivare le donne del più antico dei beni comuni: il latte materno. Siamo corresponsabili di questa espropriazione?”

Leggi il post di Adriano Cattaneo

– battaglia legale per la pubblicità diretta dei farmaci ai consumatori

Alla Corte suprema del Canada si sta svolgendo una lunga e importante battaglia giuridica per la richiesta dei rappresentanti degli interessi dell’industria, a favore della pubblicità senza restrizioni, e l’opposizione delle associazioni dei consumatori.

Segnalato dal BOLETIN JUNIO 2009 NOGRACIAS

Leggi l’extract sul BMJ

– i Nograzie di tutto il mondo

“A New York si chiamano No free lunch come nel Regno Unito, in Italia No grazie, pago io!, in Spagna Nogracias, in Olanda Gezonde Scepsis, in Germania Mein essen Zahl Ich Selbst. Ci sono Nograciasanche in Colombia e in alcune regioni andine; in Australia c’è Healthy Skepticism con affiliati in tutto il mondo. Dicono tutti “no grazie” agli attuali rapporti tra medici/medicina e industria del farmaco e invitano a un “sano scetticismo”. Questi gruppi sono composti in prevalenza da medici e altri operatori sanitari, ma anche farmacisti, professionisti delle scienze sociali e associazioni di cittadini. Iniziative significative sullo stesso tema vengono portate avanti da anni dagli studenti di medicina negli USA (American Medical Student Association) e di recente anche in vari paesi europei, Italia compresa. E si moltiplicano, soprattutto all’estero, i siti web che illustrano le tattiche del marketing delle case farmaceutiche, alcuni di grande pregio come l’americano PharmedOut. Accanto a tutto questo fermento, sono presenti gli storici Bollettini indipendenti sul farmaco consociati a livello

internazionale (ISDB International Society of Drug Bulletin), amici e compagni di viaggio dei Nograzie, dalla canadese Therapeutics initiative, alla francese Revue Préscrire fino ai vari Bollettini italiani”.

Così inizia il post sul blog Saluteinternazionale.info (un blog da seguire) che ha invitato i Nograzie a raccontare chi sono e cosa fanno i No free lunch di tutto il mondo.

Leggi tutto l’articolo su Saluteinternazionale.info

– aumentano le neoplasie e le patologie ambiente-correlate

Tempo fa un’inchiesta della rivista l’Espresso, sul controverso tema dell’incremento delle neoplasie infantili, destò timori, scalpore e polemiche. Gettarono acqua sul fuoco alcuni tra i più noti oncologi ed epidemiologi italiani; criticarono l’eccessivo allarmismo dei media e fornirono una rappresentazione tutto sommato tranquillizzante della situazione. Se un incremento di talune patologie neoplastiche c’e, anche in età pediatrica – si disse – si tratta di un aumento contenuto, che riguarda essenzialmente alcune forme (spesso rare) ed e abbondantemente bilanciato da un apprezzabile miglioramento prognostico, grazie a diagnosi sempre più tempestive e a trattamenti sempre più efficaci. Presa di posizione comprensibile, ma …

Leggi l’editoriale di Ernesto Burgio su Quaderni acp

– il saluto amaro di Giuseppe Traversa

Un saluto amaro quello di Giuseppe Traversa che annuncia il suo addio all’AIFA. Una sua lettera ai responsabili scientifici dei 151 studi approvati per il finanziamento dall’AIFA all’interno del programma di ricerca indipendente sui farmaci nel triennio 2005-2007, è circolata ampiamente tra i tanti colleghi che lo conoscono e lo stimano per la sua grande correttezza e trasparenza. Le ombre sollevate dalla dirigenza AIFA sulla gestione dei fondi della stessa Agenzia, con le interviste pubblicate su alcuni quotidiani (il 18 maggio sul Corriere e il 21 maggio sul Giornale), oltre a stupirlo, hanno reso incompatibile la sua presenza lì. Tornerà all’ISS da cui era venuto. Traversa rifiuta le ombre e chiarisce: “Ho avuto la possibilità di vedere dall’interno il funzionamento di una struttura pubblica che voleva crescere e che, con tutti i suoi problemi, puntava all’eccellenza, sia in campo nazionale che europeo. Ho visto dedizione e professionalità, e un forte senso di appartenenza a una istituzione che gioca un ruolo centrale nel SSN al servizio dei cittadini. Ho visto riconosciuta la competenza tecnica di colleghe e colleghi che intervenivano nelle commissioni dell’AIFA, in convegni e corsi. Ho visto molte persone fare tardi la sera e poi portarsi a casa il lavoro anche nei week end. Pensando a certi discorsi qualunquisti, sui lussuosi regali o sui fannulloni nella pubblica amministrazione, viene da sorridere con amarezza.” E conclude che “Quando è proprio il direttore della tua stessa istituzione che in assenza di contraddittorio contribuisce a delegittimare pesantemente la correttezza del lavoro svolto, diventa quasi impossibile difendersi. Si tratta di uno stile di lavoro che non mi era mai capitato di incontrare in precedenza nella pubblica amministrazione”. Uno stile che lascia preoccupati e smarriti tutti noi, anche perchè l’AIFA svolge un ruolo cruciale per la salute dei cittadini. La nebbia sollevata l’estate scorsa con la rimozione di Nello Martini, si infittisce. E la nebbia non si addice a un’Agenzia di valutazione dei farmaci. Dove andremo a sbattere?

– proposte dell’Institute of Medicine per controllare i conflitti di interesse

Alla fine dello scorso mese di aprile, l’Institute of Medicine (IOM, che fa parte dell’US National Academy of Science) ha diffuso un rapporto stringente e dettagliato che sollecita a interrompere le pratiche che creano conflitti di interesse in medicina. Le maggiori riviste mediche e i quotidiani stranieri hanno dato ampio rilievo alla notizia, in Italia neppure una flebile eco.  Il rapporto affronta il problema a tutto campo, dalla ricerca, alla formazione, fino alla pratica clinica, prendendo in considerazioni i legami economici con l’industria del farmaco sia a livello individuale che istituzionale. L’IOM prevede la costruzione di commissioni apposite per controllare e gestire i conflitti di interesse e, in attesa che vengano stabilite regole dalle istituzioni, raccomanda ai medici di rifiutare regali, pranzi gratis e di evitare di prestarsi a fare formazione se questa è controllata dall’industria o di collaborare a pubblicazioni con autori non ben identificati (ghost writers). Presta inoltre particolare attenzione all’integrità di chi redige linee guida. Scorrendo le proposte – che per i Nograzie sono del tutto condivisibili – dell’IOM appare chiaro che per modificare la situazione, oltre alla volontà dei vari soggetti coinvolti nell’assistenza sanitaria, servono decisioni istituzionali e politiche. In  Italia e in Europa non si sentono voci analoghe all’IOM, che chiedono ad alta voce regole di trasparenza e di gestione dei conflitti di interesse. Nel 2003 l’ISS aveva organizzato un eccellente seminario su questi temi che è rimasto lettera morta, parole al vento. Qualcun altro si farà sentire?

Leggi la sintesi del rapporto e il commento di Fabio Suzzi

Scarica l’intero rapporto dell’IOM

Il commento sul NEJM [free]

L’articolo del New York Times

maggio 2009

– Conflitti di interesse: gli studenti di Bologna incalzano

Una tavola rotonda ha concluso il 27 aprile al S. Orsola il primo ciclo di conferenze sui conflitti di interesse tra medici e industria, organizzato dagli studenti di medicina e dal Centro Salute Internazionale dell’università di Bologna. Questa volta i riflettori erano puntati sulla ricerca e la difesa della sua integrità e utilità per tutta la comunità. Gli studenti hanno illustrato le ragioni dell’iniziativa: aprire una discussione nella comunità scientifica locale e iniziare un percorso per inserire il tema dei conflitti di interesse nel curriculum formativo universitario. Dopo una breve panoramica sui vari aspetti del problema, affidata a Luisella Grandori coordinatrice del gruppo No grazie pago io!,  Maurizio Bonati dell’Istituto M. Negri ha approfondito i conflitti (e la convergenza) tra i tanti interessi in gioco nella ricerca biomedica e la loro diversa declinazione nei paesi più poveri e in quelli benestanti, sottolineando come spesso si assista ad un’ampia convergenza di interessi ben diversi dalla salute. Ethan Guillen, studente dell’Università di Yale,  ha descritto il progetto Universities Allied for Essential Medicines, una coalizione di studenti di varie discipline (scienze sociali, medicina, legge, economia) di 40 istituzioni di ricerca degli USA, Canada, Regno Unito e Germania. Il loro obiettivo è modificare le pratiche brevettuali in modo da rendere accessibili i farmaci a chi ne ha più bisogno, in tempi brevi e a basso costo. Hanno già aderito al loro Statement molti docenti e alcuni Premi Nobel. Nella tavola rotonda che è seguita, sapientemente coordinata da Bonati, hanno preso la parola personalità di rilievo del mondo accademico e delle istituzioni, come il Preside della Facoltà, alcuni Farmacologi, la presidente del Comitato etico di Bologna, il responsabile regionale della formazione e il Direttore generale del S. Orsola. Erano tutti concordi sull’importanza del problema e sull’urgenza di trovare soluzioni. Tra i vari interventi  dalla platea è spiccato quello del Presidente dell’Ordine dei medici dell’Emilia-Romagna, entusiasta dell’iniziativa, che ha promesso un premio agli studenti. Loro l’hanno preso in parola e andranno presto a chiedergli collaborazione per le future iniziative, ancora più ambiziose, già previste per il prossimo autunno.

Il volantino della tavola rotonda

– sicurezza Strattera, l’AIFA risponde

L’AIFA ha gentilmente risposto alla nostra lettera sulla sicurezza di Strattera (vedi news di febbraio 2009). Riferisce che questo farmaco è stato autorizzato dall’EMEA (Agenzia del farmaco europea) con una procedura di mutuo riconoscimento per la quale la Gran Bretagna è il Reference Member State (RMS). Detta procedura prevede un iter particolare per le successive valutazioni che non consentirebbe discrezionalità alle Agenzie nazionali (come l’AIFA).  In attesa del parere dell’RMS che dovrebbe essere emesso tra breve, abbiamo inviato all’AIFA la richiesta di ulteriori chiarimenti.

Leggi la Lettera dell’AIFA

Leggi la risposta dei Nograzie

– effetto dei piccoli regali sulla prescrizione

Piccoli omaggi, oggetti di poco valore, difficilmente possono influenzare un comportamento prescrittivo, così almeno la pensano in molti. Lo studio di un gruppo di ricercatori statunitensi pubblicato sull’Arch Intern Med dimostrerebbe il contrario. 352 studenti di medicina delle università di Pensilvania e di Miami sono stati randomizzati in due gruppi. Ad un gruppo veniva assegnato un blocco appunti contrassegnato dal logo di Lipitor e al gruppo di controllo un blocco senza logo. Successivamente sono state valutate le preferenze prescrittive per Lipitor e Zocor. Gli studenti dell’Università di Miami esposti al logo hanno indicato più favorevolmente Lipitor rispetto al gruppo di controllo, mentre in quelli della Pensilvania (esposti) si è osservato un effetto inverso. E’ interessante notare che nell’università di Pensilvania esistono regole molto restrittive per limitare le azioni di marketing e gli studenti erano stati oggetto di una formazione sulle tecniche di persuasione occulta dell’Industria farmaceutica; probabilmente il logo ha suscitato in loro un effetto di disapprovazione. Gli studenti di Miami che non avevano ricevuto alcuna formazione in proposito hanno reagito, come atteso, con un un’attitudine favorevole al farmaco pubblicizzato.

Leggi l’abstract su Arch Intern Med

Leggi la sintesi di Giovanni Peronato

– il farmaco indipendente

Lo scorso 3 maggio, Report ha intervistato gli operatori del CeVEAS (Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria della AUSL di Modena) e alcuni medici di famiglia che collaborano con il Centro. La “buona notizia” è che è possibile costruire e diffondere informazioni indipendenti sui farmaci e che i medici le apprezzano, come spiega anche Luisa Toni del Dipartimento farmaceutico della ASL di Bologna. L’informazione indipendente sui farmaci permette di curare meglio prescrivendo in modo appropriato. Il risultato è un uso etico delle risorse del SSN e, in ultima analisi, maggiore salute dei cittadini.

Leggi il testo del servizio su Report

Visita il sito del Ceveas

Guarda i pacchetti informativi

 

– i MMG toscani contro il consumismo sanitario

I Medici di medicina generale (MMG) Animatori di Formazione della Regione Toscana, riuniti ad Arezzo il 20 gennaio 2009 per un Master formativo sul “Consumismo Sanitario”, hanno prodotto un documento condiviso di raccomandazioni per la Regione Toscana, che inizia così: “Da alcuni anni si sta intensificando un fenomeno che può essere definito come “Consumismo Sanitario”, cioè uso di prestazioni sanitarie in assenza di chiare indicazioni. Questo fenomeno si muove con le logiche del marketing ed i meccanismi del “consumismo” in generale e tratta la salute come una merce di consumo. Il consumismo interessa, in primo luogo, e forse con maggiori giustificazioni, il settore privato, ma anche il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non ne è esente”.

Leggi tutto il documento

– influenza “suina”? sentiamo Tom Jefferson

Tom Jefferson è stato intervistato a Radio3 scienza insieme a Sergio Dompè, Presidente di Farmindustria a proposito dei vaccini in allestimento contro l’influenza “suina”. Jefferson ha parlato, tra l’altro, della revisione condotta insieme ai suoi colleghi, dalla quale risulta che misure non farmacologiche semplici e assai poco costose, come il lavaggio delle mani, sono altamente efficaci nell’interrompere o limitare la diffusione dei virus respiratori. Anche di questo nuovo virus che sta creando un’allerta a livello mondiale. Non a caso lo studio è stato nuovamente messo online dal British Medical Journal.

Sul sito Attentiallebufale si può trovare un ulteriore contributo di Jefferson che offre informazioni essenziali sull’influenza “suina”.

Ascolta l’intervista a Jefferson e Dompè su radio3scienza

Leggi lo studio sull’efficacia delle misure non farmacologiche

Guarda le diapositive sulla swine flu su Attentiallebufale

– intervista a Marcia Angell su Attentiallebufale

Sulla Newsletter di aprile di Attentiallebufale è stata pubblicata un’intervista a Marcia Angell, senior lecturer in Social medicine alla Harvard Medical School e autrice del libro Farma&Co. Quanto all’informazione sui farmaci da parte dell’industria farmaceutica, la Angell non ha dubbi: “dobbiamo smetterla di accettare la falsa credenza che il marketing, volto o ai prescrittori o ai pazienti, rappresenti una buona fonte di educazione”. Giudica quindi negativamente la proposta della Commissione europea di abolire l’attuale divieto dell’informazione diretta ai cittadini da parte delle case farmaceutiche (vedi l’articolo di Adriano Cattaneo) e si esprime con chiarezza sulle relazioni tra medici e industria. “Le farmaceutiche non sono dei benefattori – dice la Angell – si aspettano qualcosa in cambio delle decine di milioni di dollari che investono nel marketing, come ad esempio per i regali “occasionali” ai dottori (penne, tazze, abbonamenti a riviste di medicina, pranzi al ristorante, ecc)”. E conclude affermando che “è arrivato il momento che la professione medica si prenda la piena responsabilità di educare i prescrittori sui farmaci  da prescrizione, invece di lasciarlo fare all’industria del farmaco”.

Leggi l’intervista a Marcia Angell 
vedi la scheda del libro Farma&Co di Marcia Angell

– pacchetto sicurezza: audizione di Amedeo Bianco alla camera

In attesa delle ultime decisioni sul “pacchetto sicurezza” previste per il 27 aprile, che potrebbe avere gravissime conseguenze per la salute degli immigrati e di tutti i cittadini, oltre a confliggere in modo inaccettabile con l’etica professionale dei medici e di tutti gli operatori sanitari, Amedeo Bianco (Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici FNOMCeO) è stato invitato presso le CommissionAffari Costituzionali e Giustizia della Camera. L’emendamento in discussione introdurrebbe infatti per i medici la possibilità di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche. Siamo grati al Presidente Bianco per la posizione chiara e netta assunta dalla FNOMCeO in questa circostanza e per la difesa della dignità e dei principi morali che ispirano la nostra professione.

Leggi l’intervista a Bianco sul sito della FNOMCeO

Leggi l’audizione di Bianco alla Camera

  
– studi sui vaccini antinfluenzali e sponsor

In un’intervista pubblicata sull’ultimo numero del BIF (Bollettino di informazione sul farmaco dell’AIFA), Tom Jefferson spiega i risultati della revisione Cochrane pubblicata lo scorso febbraio sul BMJ, che indaga la correlazione tra la pubblicazione (e diffusione/citazione) degli studi sull’antinfluenzale e il tipo di finanziamento. I risultati confermano quanto già visto in altri ambiti e cioè che gli studi finanziati dall’industria hanno maggiore probabilità di riportare risultati positivi sull’efficacia dei loro prodotti. La novità è il riscontro di una scarsa correlazione tra la qualità degli studi e la loro pubblicazione sulle riviste più prestigiose (ad elevato impact factor), così come la loro diffusione attraverso i reprint tradotti in varie lingue per essere distribuiti ai medici.

Jefferson ricorda che la Cochrane ha eseguito diverse revisioni sull’antinfluenzale che hanno sollevato da tempo dubbi sulle prove scientifiche di efficacia di questa vaccinazione. E si chiede come mai mentre nella comunità scientifica cresce la perplessità, governi, media e opinion leaders “continuano tranquillamente a raccomandare l’uso di questi vaccini senza neanche chiedersi come è possibile farlo in assenza di prove scientifiche”. Ce lo chiediamo anche noi.

Leggi l’intervista a Jefferson

Leggi l’articolo sul BMJ

POWERpico enhanced abstract slide presentation (diapositive con abstract esteso)

Leggi la traduzione dell’abstract di Guido Giustetto

aprile 2009

– una lettera-video dei no Dal Molin a Obama

Una lettera-video commovente indirizzata a Obama, scritta dai cittadini di Vicenza che si oppongono alla costruzione della nuova base militare al Dal Molin. Nella speranza, come dice la voce fuori campo che “anche i diritti dei più deboli possano essere ascoltati dai potenti della Terra” …

Una richiesta accorata, dignitosa e coraggiosa, speriamo che Obama la senta e risponda.

La lettera-video dei Dal Molin

 

– statine e incidenti: una favola con la morale

Se i pazienti che assumono un farmaco hanno uno stile di vita più sano, ne possono derivare distorsioni negli studi sui risultati del trattamento. Questo fenomeno è stato riscontrato esaminando l’associazione tra assunzione di statine e vari eventi che non dovrebbero avere alcuna correlazione causale con questa classe di farmaci, come gli infortuni sul lavoro o gli incidenti stradali. Uno studio pubblicato in aprile su Circulation fornisce una convincente evidenza che i pazienti con maggior aderenza alla terapia con statine, cercano sistematicamente di avere comportamenti più salutari di quelli dei pazienti con le stesse caratteristiche ma con scarsa aderenza. Gli autori concludono che “Bisogna essere prudenti nell’attribuire effetti inattesi a terapie farmacologiche di tipo preventivo”.

Leggi l’abstract di Circulation

Leggi la traduzione dell’abstract di Guido Giustetto

– la duloxetina: una piscopanacea?

“La Lilly sta facendo il possibile per trarre profitti dalla duloxetina (Cymbalta°, Xeristar°), con indicazioni che vanno dalla incontinenza urinaria da stress, alla depressione, al dolore neuropatico, e ora al disordine d’ansia generalizzato. Inoltre è attualmente al vaglio il suo uso per lombalgia cronica, gonartrosi e fibromialgia. Ma allora questa molecola è veramente una panacea? Uno sguardo attento alle prove dimostra che è vero il contrario: l’efficacia è incerta, mentre gli effetti avversi sono numerosi e talvolta gravi”. Inizia così un commento pubblicato su Prescrire International di Aprile che conclude dicendo “Mentre non ci stupisce questo comportamento da parte di un’industria che vuole fare profitti, troviamo inaccettabile il modo in cui le autorità regolatorie permettono passivamente questa crescente medicalizzazione dell’esistenza. Pazienti e operatori della salute devono semplicemente evitare di usare questo farmaco, tutt’altro che una panacea!”

Leggi tutto l’articolo su Prescrire International  

Leggi la traduzione sintetica di Guido Giustetto

– raccomandazioni sulla vaccinazione  anti-HPV e conflitti di interesse

Una revisione delle raccomandazioni delle società mediche sulla vaccinazione anti-HPV – in corso di pubblicazione su Preventive Medicine – mostra che la dichiarazione dei conflitti di interesse è molto rara. Era presente solo in 2 su 18 documenti e la mancata dichiarazione era più frequente (quasi il doppio) quando le raccomandazioni erano in favore della vaccinazione [segnalato dalBoletin abril 2009 No Gracias]

Leggi l’abstract online su PubMed

– gestione dei rifiuti e rischi per la salute

è stata pubblicata la monografia ISDE Italia “Gestione dei rifiuti e rischi per la salute”. Il costo del volume in libreria è di € 25,00 mentre dal sito della casa editrice è di € 20,00 + spese di spedizione (circa € 6). I Soci ISDE potranno contattare la segreteria dell’Associazione (0575-22256) per informazioni sull’acquisto a condizioni speciali (senza spese di spedizione).

Brochure della monografia

Indice

Copertina

 

– valutazione distorta dei farmaci: una soffiata

Durante un simposio, organizzato nel giugno del 2008 da Medwatcher Japan, intitolato “Valutazione distorta dei farmaci: una soffiata sul potente complesso governativo-industriale-accademico”, Peter Lurie (di Public Citizen), Christophe Kopp (di Prescrire) e Masumi Minaguchi (di Medwatcher) hanno parlato di conflitto d’interesse negli USA, nell’UE e in Giappone. Al termine del simposio è stato emesso un comunicato stampa che chiede il ritiro dal mercato del gefitinib (Iressa°). La Newsletter dell’ ISDB (International Society of Drug Bulletins) del mese di ottobre 2008, ha dedicato ampio spazio a questo evento di particolare interesse che si è svolto a Tokyo, riportando la sintesi delle tre relazioni e il testo del comunicato stampa. Alcuni Nograzie hanno tradotto l’intero capitolo, che potete leggere in italiano – corredato dalla divertente vignetta originale – per gentile autorizzazione dell’ISDB a pubblicare il tutto sul nostro sito.

Leggi la traduzione italiana di “Conflict of interest and influences” della Newsletter dell’ISDB

Leggi l’articolo originale sulla Newsletter dell’ISDB (a pag. 11)

– EMEA: eccessiva segretezza la di là della legge

L’ISDB (International Society of Drug Bulletins) critica la  bozza EMEA (European Medicines Agency) sulla politica di accesso ai propri documenti, giudicandola decisamente deludente. L’articolo 255 del Trattato dell’ Unione Europea vuole che i cittadini europei abbiano diritto di accesso ai documenti delle Istituzioni europee in accordo con i principi di trasparenza. Invece, dice ISDB,  EMEA  pare mettere in atto vecchie strategie che favoriscono un ‘eccessiva segretezza nella regolamentazione del farmaco. “Se la protezione dei legittimi interessi di affari e la protezione delle informazioni confidenziali personali sono due importanti eccezioni che possono essere ragionevolmente mosse riguardo al principio di trasparenza, la loro  definizione non dovrebbe essere troppo estesa. Queste due eccezioni non dovrebbero servire  come pretesto per giustificare un’eccessiva segretezza, mettendo a rischio la Sanità pubblica”.

Leggi la sintesi di Vittorio Fontana e Fabio Salerno

Leggi il comunicato stampa dell’ISDB

– gli studenti di medicina non conoscono le tattiche di Big Pharma

Alice Fabbri e altri colleghi del Centro Salute Internazionale di Bologna, hanno effettuato un’indagine sulla conoscenza degli studenti di medicina riguardo ai conflitti di interesse tra medici e industria. I risultati mostrano – in modo sovrapponibile ad altri studi effettuati sui medici – la sottovalutazione della possibile influenza esercitata dall’industria del farmaco e della mancanza di formazione sul tema durante il corso di laurea.

Leggi l’articolo pubblicato su Ricerca & Pratica e su Quaderni acp

marzo 2009

– a Bologna con gli studenti

il 31 marzo il Centro Salute Internazionale e il gruppo Prometeo (associazione degli studenti di medicina di Bologna) hanno organizzato una conferenza sui conflitti di interesse tra medici e industria del farmaco, alla quale hanno invitato a parlare i Nograzie. Era la prima di un ciclo dedicato a questo tema. La discussione è stata lunga e vivace, arricchita dalla presenza di studenti di altre facoltà.

Leggi il volantino della conferenza

 

– Money vs Health

Un articolo sul New England Journal of Medicine del 26 febbraio scorso, parla dei costi crescenti della salute negli USA. Il titolo ricorda una breve nota apparsa su Time nel novembre scorso, in piena campagna elettorale. Si rilevava come con la progressione attuale la spesa sanitaria USA ammonterà tra vent’anni a 1/4 del prodotto interno lordo. Molti americani temono  le scelte preannunciate da Obama, che vuole gradualmente estendere il servizio sanitario ai soggetti ‘deboli’, iniziando dai bambini. Come ‘risparmiare’?: si suggeriva al futuro Presidente di creare un Istituto per lo studio comparativo dell’efficacia delle procedure sanitarie, di stimolare la ricerca governativa non finanziata dalle case farmaceutiche. In ogni caso, si commentava con un pizzico di humor, sarà difficile che Obama possa peggiorare una situazione sanitaria così sperequata come quella americana …

Leggi tutto l’articolo di Giovanni Peronato

– aiutare medici e pazienti a un buon senso statistico

Gli autori di un lavoro pubblicato su Psychological Science in the Public Interest, illustrano la difficoltà diffusa tra medici, giornalisti e pazienti nel comprendere il significato dei numeri e definiscono questo sottovalutato problema “analfabetismo statistico collettivo”. Sono molti a non capire ad esempio che la maggiore sopravvivenza negli screening tumorali non implica una vita più lunga o che l’affermazione “lo screening mammografico riduce il rischio di morire di neoplasia alla mammella del 25%”, significa in realtà, che 1 donna in meno su 1000 morirà della malattia. All’inizio del 21esimo secolo, la maggioranza dei cittadini dei paesi ad elevato reddito sa leggere e scrivere, ma non ha un’educazione statistica che gli permetta di valutare adeguatamente rischi e benefici di interventi con ampi gradi di incertezza. L’educazione alla statistica è senza dubbio importante, ma molto più semplicemente basterebbe rappresentare i numeri così che siano trasparenti alla mente umana: usare mortalità e non sopravvivenza, valori assoluti (o numero di persone che è necessario trattare) anziché valori di frequenze relative. I diversi modi sono legittimi e corretti, ma gli stessi risultati possono essere presentati in forma diversa, suscitando differenti impressioni: è noto come l’effetto di presentare il beneficio di un trattamento nel formato relativo, influenza la percezione di medici e pazienti dell’efficacia del trattamento.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

– Healthy Skepticism in Portogallo

Lo scorso 5 febbraio, Tiago Villanueva ha presentato Healthy Skepticism (HS) in un Ospedale di Lisbona, riscuotendo interesse e curiosità. La sua illustrazione  chiara e sintetica della storia, le finalità, la struttura di HS e la recente nascita di HS in Portogallo, è apparsa anche a noi di particolare interesse, perciò  abbiamo chiesto l’autorizzazione dell’autore e quella di Healthy Skepticism a tradurle in italiano.

Guarda le diapositive di Tiago Villanueva tradotte da Daniele Agostini   

– Internet e mercato dei farmaci

Sul numero di febbraio 2009 di Australian Prescriber, si parla di informazione sanitaria ed internet, in un mondo di consumatori oramai globalizzato. La giornalista scientifica Melissa Sweet ci aiuta a scoprire chi si può celare dietro il paravento di un sito internet, un social network, un blog. L’industria farmaceutica ha imparato presto a sfruttare queste nuove opportunità della rete per inserire il suo messaggio commerciale, più o meno occulto, come vedremo. La novità di internet è anche la possibilità di interagire tra utenti, captare così, in modo facile ed economico, i desideri dei consumatori, le nuove tendenze e convogliare di rimando il messaggio commerciale, mascherato da educazione sanitaria.

Leggi la sintesi di Giovanni Peronato

Leggi l’articolo su Australian Prescriber

– i Nograzie invitati al convegno ACP di Tabiano 2009

I Nograzie sono stati invitati a parlare al convegno dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri www.acp.it) di Tabiano 2009, con una relazione intitolata “Qualcuno dice NO”. Una platea attenta e curiosa – come sempre a Tabiano – tante domande e nuove iscrizioni.

Leggi il programma del convegno di Tabiano

– il Ministero dell’Istruzione vieta i test per l’ADHD nelle scuole

Il Ministero dell’Istruzione ha emesso una nota che vieta la somministrazione di test nelle scuole per la diagnosi della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e si esprime in modo critico sui corsi organizzati negli istituti scolastici rivolti e genitori e insegnanti finalizzati a propagandare l’uso di psicofarmaci nei bambini affetti da disturbi del comportamento e dell’apprendimento. Ne da’ notizia Giù le mani dai bambini che da anni si impegna contro l’abuso di psicofarmaci nei bambini, anche attraverso azioni di pressione verso i governi in carica.

Leggi la nota del Ministero

– accordo ACP-ISDE

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dimostrato, tramite una ricerca , che in Europa un terzo delle patologie dalla nascita ai 18 anni può essere provocato da ambienti insani, e di queste più o meno il 40% colpisce i bambini da 0 a 5 anni. Qualche giorno fa l’Associazione culturale pediatri (ACP) ha stilato un protocollo d’intesa con l’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE); il fine è quello di formare e aggiornare i medici, informare le famiglie e la sensibilizzazione delle istituzioni. Da cosa nasce la necessità di un protocollo? Quali sono i fattori ambientali che maggiormente incidono sulla salute dei più piccoli? Perché sono più sensibili degli adulti agli ambienti insani?
Mario Calvagno, redattore di RVS, intervista il dott. Ernesto Burgio, pediatra, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico dell’ISDE.

Senti l’intervista a Ernesto Burgio

febbraio 2009

– noi non segnaliamo!

Il 4 febbraio il Senato ha approvato l’emendamento che cancella il divieto di segnalazione all’autorità giudiziaria degli immigrati irregolari che si rivolgono ai servizi sanitari. Ignorando la grave preoccupazione espressa con forza da tutto il mondo socio-sanitario: gli ordini dei medici, i collegi infermieristici, le ostetriche, gli assistenti sociali, i fisioterapisti, gli psicologi, le più importanti società medico-scientifiche e l’associazionismo laico e confessionale. Una scelta inaccettabile, contraria alle norme costituzionali e alla Dichiarazione dei diritti umani che, oltre a colpire i più deboli, pretenderebbe di trasformare medici e infermieri in delatori.

I Nograzie propongono di esplicitare il rifiuto alla denuncia mettendo sul camice il logo “NOI NON SEGNALIAMO!” predisposto dalla X Consensus della SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), che si può anche esporre fuori e dentro gli ambulatori facendone un cartello, in modo che gli immigrati sappiano che lì non li denuncerà nessuno. La decisione passerà ora al vaglio del Parlamento. Facciamoci sentire!

scarica il Logo NOI NON SEGNALIAMO!

Sul sito della SIMM si può trovare ampia documentazione sulla vicenda, costantemente aggiornata

– allerta sul’epatotossicità dell’Atomoxetina (Strattera)

Una nota dell’FDA, diffusa nel gennaio 2009, riporta 6 altri casi di grave danno epatico associati alla somministrazione di Atomoxetina (Strattera), dopo quelli già segnalati in precedenza, e sollecita i medici a invitare i pazienti a porre attenzione alla comparsa di eventuali sintomi di disfunzione epatica, ad effettuare, in questo caso, accertamenti di laboratorio e interrompere la somministrazione. Nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto (Strattera) reso disponibile online dalla Lilly in una e-mail spedita ai medici il 12 novembre 2008 con oggetto “Strattera: profilo di sicurezza”, le informazioni relative al possibile danno epatico sono imprecise, tendono a minimizzarlo e non  allertano in modo chiaro e/o esplicito sulla necessità di monitorare la comparsa di sintomi di alterata funzionalità epatica.

Ritenendo che l’informazione data ai medici italiani sul grave danno epatico associato all’Atomoxetina, sia inadeguata e che abbia messo (e stia mettendo) in pericolo la salute di chi assumeva (assume)  il farmaco, abbiamo scritto all’Agenzia Italiana del Farmaco perché provveda immediatamente a colmare le lacune informative e valuti l’opportunità del ritiro del farmaco dal commercio.

Leggi le lettera scritta all’AIFA

– spacciatori di farmaci

Evelyn Pringle  giornalista investigativa specializzata in inchieste sulla corruzione negli ambienti governativi e nel mondo delle corporations ha pubblicato il 2 gennaio scorso, un articolo su SCOOP (www.scoop.co.nz sito indipendente di news neozelandese) dal titolo eloquente: “Spacciatori di SSRI sotto tiro”. (gli SSRI Selective Serotonin Reuptake Inihbitors, Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sono farmaci antidepressivi). L’articolo prende il via da un inchiesta  della Commissione Finanza del Senato americano che sta indagando su Glaxo SmithKline per aver manipolato i dati sugli eventi avversi relativi alla ‘suicidialità’ di PAXIL (paroxetina); facendo apparire che PAXIL non aumentava il rischio di comportamenti suicidiari quando in realtà i soggetti trattati con il farmaco avevano otto volte più probabilità di tentare o commettere suicidio rispetto ai soggetti in placebo.  Con GSK sono sotto inchiesta a vario titolo non pochi “top pushers”  per essersi arricchiti in quella che la Pringle definisce una delle più fraudolente vicende della storia della medicina moderna. La storia inizia negli anni 90  quando ci fu un’ imponente campagna di marketing a favore dei nuovi antidepressivi SSRI che vennero presentati come farmaci miracolosi e indicati per tutti (bambini compresi!)  da  parte  di clinici ed accademici – cosiddetti opinions leaders  – che non erano altro, come è poi  apparso evidente dalle risultanze processuali,  che degli ‘spacciatori di farmaci’ molto ben pagati da Big Pharma. Così per anni le ricerche e i dati che dimostravano che gli SSRI potevano essere pericolosi e  non erano  poi così efficaci come si voleva far credere, vennero colpevolmente tenuti nascosti. Oggi grazie a questa Commissione di inchiesta i colpevoli incominciano a pagare il conto e la Pringle nel suo articolo  fa  nomi e cognomi e cita con precisione le cifre  pagate dalle Case farmaceutiche a tanti  medici compiacenti. Il quadro è sconfortante certo, ma conforta che la giustizia, almeno negli USA, alla fine arrivi e non sia quella divina nella quale bisogna credere senza ‘prove di efficacia’.

Leggi la traduzione sintetica di Vittorio FontanaLeggi l’articolo di Evelyn Pringle

– l’industria taglia i regalini ai medici. Niente più tazze?

“Tra le cose sparite nel 2008, oltre alla Lehman Brothers e ai nastri VHS vergini, va annoverata un’altra istituzione americana: i ninnoli offerti dalle ditte farmaceutiche. A partire dal primo gennaio entra in vigore la moratoria volontaria, da parte dell’industria, sugli oggetti contenenti un marchio, come le penne Viagra o i distributori di sapone liquido Zoloft, che si proponevano di attirare la simpatia dei medici e,secondo alcuni, di incoraggiarli a prescrivere più farmaci. La Merck, ad esempio, non regalerà più i cerotti rossi che pubblicizzano il Gardasil (il vaccino contro il papillomavirus). Gli scettici considerano questa interruzione volontaria come una mezzo superficiale che inciderà minimamente sulle enormi spese che le industrie del farmaco fanno tutti gli anni allo scopo di influenzare i medici. I favorevoli invece pensano che sia un primo passo per eliminare la selva di marchi e di logo che circondano medici e pazienti con la possibilità di influenzarli in modo subliminale. “Non si tratta solo di penne, c’è il blocchetto di carta sulla scrivania, l’abbassalingua, i marchi sugli stetoscopi, sui regoli per interpretare l’ECG, sulle torce elettriche” dice il dottor Robert Goodman, internista al Montefiore Medical Center del Bronx, che nel 1999 fondò No Free Lunch, il gruppo no profit che chiede ai medici di rifiutare i regali delle ditte. Il dottor Goodman sostiene che tutto è stato sponsorizzato negli studi dei medici salvo, forse, le scritte pubblicitarie sui camici bianchi, come sulle tute dei piloti di formula uno”. Inizia così un articolo comparso sul New York Times nel dicembre 2008.

Leggi la traduzione sintetica di Fabio Suzzi

leggi l’articolo del New York Times

– distorsioni e falsità: è ora di avere libero accesso ai trial e ai dati

An-Wen Chan, in un editoriale di PLoS Medicine del novembre 2008, parte dalla considerazione che, dopo alcuni casi di eclatante soppressione e manipolazione di dati di trial clinici, la fiducia nei risultati pubblicati è andata via via calando negli ultimi anni. La preoccupazione non riguarda solo la violazione dei codici etici da parte di ricercatori e sponsor, ma soprattutto le conseguenze che queste informazioni distorte possono avere sulla cura dei pazienti. Da moltissimi anni è noto il fenomeno della pubblicazione selettiva dei soli trial con risultati positivi. Per individuare le eventuali distorsioni, si sta progettando di mettere a confronto gli articoli pubblicati sulle riviste con i documenti presentati alle agenzie regolatorie e i protocolli forniti da comitati etici o da agenzie che erogano i fondi per la ricerca. Dall’analisi della letteratura (riferita al periodo 2001-2002), risultò che negli articoli pubblicati mancava una grossa fetta dei dati sugli outcome primari inviati alla FDA. Nel campione esaminato un quarto dei trial non erano stati pubblicati, soprattutto quelli con risultati sfavorevoli. Chan  esprime preoccupazione sugli effetti che può avere sui clinici una presentazione alterata dei risultati. Il rischio è una sovrastima dell’efficacia e una iper-utilizzazione delle nuove molecole, con implicazioni sia nella cura dei pazienti che sui costi, visto che si tratta sempre di farmaci molto costosi. L’editoriale conclude invocando la necessità di una maggiore trasparenza nella pubblicazione dei dati. Il materiale raccolto dalle agenzie regolatorie permetterebbe di conoscere le conclusioni su come viene condotto e analizzato un trial prima della sua pubblicazione. Parte del contenuto di questo materiale comincia ad essere disponibile nelle reviews pubblicate sul sito della FDA e molte riviste hanno iniziato a pubblicare i protocolli e a richiederne l’invio con i manoscritti originali. Il lungo cammino del libero accesso sembra iniziato. Speriamo.

Leggi la traduzione sintetica di Fabio Suzzi

Leggi l’articolo su PLoS Medicine

– illuminiamoci di meno

Questa è la sfida, e sono in molti a crederlo: sprecare di meno o estinguersi. La nostra moderna, tecnologica e civilizzata (?) società dimentica facilmente che la nostra economia, oltre alla nostra esistenza, si basa sulle risorse della Terra. Un lavoro durato 4 anni, scritto da 1360 scienziati, il “Millennium Ecosystem Assessment”, testimonia il degrado degli ecosistemi. Secondo il rapporto, 15 delle 24 principali funzioni sono spinte oltre il limite. La buona notizia è che tutti i problemi che dobbiamo affrontare sono risolvibili usando la tecnologia esistente, e quasi tutto quello che occorre fare per costruire un’economia ecologicamente sostenibile è già stato fatto in qualche nazione. Possibile? Sì, se ci sono volontà e fondi. Che cosa fare? Innanzitutto dipende da noi, da quello che facciamo per invertire questa tendenza. Il progetto “ambulatorio verde” di ISDE (Medici per l’Ambiente) propone un piccolo codice di comportamento che permette di ridurre spese e impatto ambientale. Una seconda bella e divertente iniziativa è promossa per il quinto anno consecutivo da Caterpillar, un programma di Radio2. Si chiama M’illumino di meno”: una gara etica di buona pratica ambientale e una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.

Leggi l’articolo di Luca Iaboli

– quando un rappresentante farmaceutico vuota il sacco – la vicenda Neurontin

I vecchi farmaci svaniscono nel nulla, qualche volta però ci lasciano un’eredità sorprendente. Inizia così l’editoriale del NEJM del 8 gennaio scorso. Uno degli autori, M. Steinman, torna così a scrivere del Neurontin, delle cui vicende commerciali e legali si era già estesamente occupato. Il gabapentin, brevettato nel 1977 da Warner Lambert, consociata Parke-Davis, venne commercializzato dal 1993 come Neurontin.  Le indicazioni ufficiali registrate alla FDA  ne prevedevano l’impiego come antiepilettico di seconda linea, per crisi convulsive parziali complesse. Nonostante gli usi così limitati  i profitti delle vendite crebbero enormemente, dai 98 milioni del 1995 ai quasi 3 miliardi di dollari del 2004, quando il farmaco venne ‘abbandonato’ per scadenza brevetto e comparsa dei generici. Un antiepilettico di seconda scelta che diventa blockbuster, com’è possibile?

per saperlo leggi l’articolo di Giovanni Peronato

L’extract dell’articolo sul NEJM

– regole a rischio in Europa, informazione o promozione dei farmaci?

Il 10 dicembre 2008 la Commissione Europea (CE) ha approvato 3 proposte di legge per il settore farmaceutico. Una di queste riguarda le regole con le quali l’industria potrà fornire informazioni ai cittadini sui farmaci che si possono ottenere solo con ricetta medica (le regole per i farmaci da banco esistono già). La proposta, prima di essere trasformata in direttiva, dovrà passare al vaglio del parlamento europeo e dei 27 governi nazionali. Tutto semplice e trasparente? Non proprio. Quello che la CE e l’industria farmaceutica chiamano informazione, altri chiamano promozione o marketing. L’Association Internationale de la Mutualité, Health Action International e Medicines in Europe Forum hanno scritto al presidente della CE, José Manuel Barroso, facendogli notare che le nuove regole proposte non farebbero altro che aiutare l’industria a rafforzare la lealtà dei consumatori nei confronti del marchio. Un portavoce del comitato che riunisce tutti i medici europei ha detto: “Non credo proprio che l’industria farmaceutica possa fornire informazioni indipendenti”. L’Organizzazione dei Consumatori Europei afferma che la proposta è “un modo per mascherare la concessione all’industria farmaceutica di maggiore flessibilità nell’informare sui farmaci in modo da far aumentare le vendite”. Anche l’Associazione Internazionale dei Bollettini sui Farmaci ha protestato: le nuove regole, se applicate, aprirebbero la strada alla promozione commerciale diretta al pubblico per i farmaci con obbligo di prescrizione. Ciò potrebbe avere conseguenze negative sulla sanità e sulla salute: maggior uso di farmaci, uso irrazionale, più reazioni avverse, aumento della spesa per i pazienti ed il sistema sanitario, nessun beneficio. La richiesta al parlamento europeo e ai governi è di respingere questa proposta. Il governo olandese ha già risposto, preventivamente, il 4 aprile 2008, quando la proposta della CE era ancora una bozza, e lo ha fatto in maniera drastica: non c’è bisogno di cambiare l’attuale legislazione, che proibisce l’informazione diretta al pubblico sui farmaci con obbligo di prescrizione. Nonostante tutte queste proteste, la CE ha formulato la sua proposta; evidentemente la lobby dell’industria farmaceutica è più efficace a Bruxelles di quella che rappresenta i medici, i consumatori ed i cittadini. La patata bollente passa ora ai governi dei 27 paesi dell’UE. Cosa deciderà il governo italiano? E cosa risponderà alla CE? Cosa possiamo fare noi perché la proposta sia respinta al mittente dal nostro governo?

Leggi l’articolo di Adriano Cattaneo

La proposta al vaglio del Parlamento europeo

Lettera a Barroso del 10 ottobre 2007

Lettera a Barroso del 31 marzo 2008

gennaio 2009

– i sommersi e i salvati

Chi sono oggi “i sommersi” e chi “i salvati” di cui parla Primo Levi? Esistono circostanze che spostano inavvertitamente il confine della morale fino a portare grandi masse di persone ad accettare che si compiano efferatezze mostruose come la Shoah, ammonisce Levi nelle sue dolorose memorie. “Basta non vedere, non ascoltare, non fare” per permettere che si compia l’orrore.  Qualunque essere umano, qualunque governo, in qualunque tempo, può diventare un mostro, un carnefice dei suoi simili.

I custodi dei campi, gli SS …”erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male. Erano in massima parte gregari e funzionari rozzi e diligenti, alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti indifferenti o paurosi di punizioni o desiderosi di fare carriera, o troppo obbedienti. Tutti avevano subito [una] terrificante diseducazione …”  (Primo Levi, I sommersi e i salvati)

Il 27 gennaio, giornata della memoria, per ricordare quando si aprirono i cancelli di Auschwitz nel 1945 e molti fecero fatica a credere a quello che vedevano.

Apriamo tutti i “cancelli” e ricominciamo ogni giorno a “vedere, ascoltare e fare”.

– saluteinternazionale.info

E’ arrivato Saluteinternazionale.info un blog di informazione e riflessione, di approfondimento e discussione che nasce dall’impegno di un gruppo di persone intelligenti. PerchéSaluteinternazionale? Perché la salute è un diritto umano e perché occuparsi della salute di tutti è un imperativo etico, spiega Gavino Maciocco, Presidente dell’Osservatorio italiano sulla salute globale.

La video-intervista a Gavino Maciocco

– latte cinese alla melamina, la causa delle cause

Due persone coinvolte nella produzione e distribuzione della melamina sono state condannate a morte dai tribunali cinesi e la presidentessa della ditta incriminata si è presa “solo” l’ergastolo. “Siamo contrari alla pena di morte, per qualsiasi motivo”, dichiara Adriano Cattaneo, “siamo contrari anche alle pene perpetue […] Le responsabilità ultime, le cause delle cause, stanno più in alto, in quello stesso governo che arma i tribunali delle condanne a morte [ma] risiedono anche nella comunità internazionale, che delocalizza allegramente e che per garantire prodotti a basso costo per i consumatori occidentali accetta che milioni di donne cinesi lascino a casa i loro figli, senza allattarli al seno, per lavorare 12 ore al giorno in fabbrica. La tragedia di queste condanne ricade anche su di noi”.

Leggi tutto il commento di Adriano Cattaneo

– siamo medici e infermieri non siamo spie. Firma l’appello!

E’ prevista in tempo brevi la decisone sull’emendamento 39.306 presentato in sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità” degli immigrati che si rivolgono alle strutture sanitarie. Condividiamo la preoccupazione e l’allarme per le conseguenze della possibile approvazione di questo emendamento, di Medici senza frontiere, la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG). Nel loro appello si auspica che i senatori di qualunque schieramento respingano la proposta contenuta nell’emendamento e comunque, nell’incertezza di una eventuale riformulazione di emendamenti specifici, si chiede che l’articolo 35 del Dlgs.286/98 rimanga per intero nella sua attuale formulazione.

Invitiamo perciò tutti i colleghi a firmare l’Appello ai Senatori perchè respingano l’emendamento che elimina il principio di non segnalazione.

Per sottoscrivere l’appello scrivere a ombretta.scattoni@rome.msf.org
Leggi l’Appello

– piccoli passi di Big Pharma nel vuoto della farmacologia

In Gran Bretagna sta succedendo una vera e propria rivoluzione silenziosa, a piccoli passi, come titola la corrispondente da Londra del BMJ Rebecca Coombes.

Il personale dell’industria farmaceutica è direttamente impegnato in lezioni a studenti di medicina. Le università – giudicate e finanziate in base alla ricerca ed alle pubblicazioni su riviste ad alto impact factor – stanno concentrando gli investimenti nella ricerca, trascurando altri settori. L’insegnamento universitario della farmacologia sta riducendosi, alcune facoltà mediche non hanno nemmeno farmacologi nel corpo docente. E Big Pharma è ben felice di riempire il vuoto … Richard Tiner, direttore medico della L’ABPI (Associazione Industrie Farmaceutiche Britanniche), ha dichiarato che “tre o quattro anni fa non avremmo potuto fare nulla del genere. Nell’ultimo mese abbiamo tenuto due di questi corsi in una sola settimana”.  Martin Kendall professore emerito di farmacologia e consigliere anziano del British National Formulary  lancia un j’accuse al mondo accademico, per la scarsa considerazione che si dimostra verso la farmacologia, affidando all’industria il suo insegnamento. “Se l’industria fa un buon lavoro – afferma Kendall – gli studenti la considereranno un partner amico. Questo potrà avere un certo impatto sui medici quando i rappresentanti del farmaco di quella stessa ditta busseranno alla porta del loro studio. Non è pubblicità diretta ma una vera e propria costruzione di immagine”. Anche nelle nostre università vengono riferite esperienze analoghe. Quale sarà l’esito di questa abdicazione di ruolo da parte delle università? Quale la garanzia di imparzialità delle informazioni date ai futuri medici?

Leggi la traduzione sintetica di Giovanni Peronato

Leggi l’articolo originale  e le risposte rapide

 

– considerazioni etiche sulla pianificazione delle pubblicazioni dell’industria farmaceutica

La pianificazione delle pubblicazioni (publication planning) dell’industria farmaceutica è “il processo finemente calibrato con il quale vengono scritti e diffusi nella letteratura biomedica i clinical trials, i commenti (commentaries) e altri articoli che sostengono l’efficacia di un particolare prodotto”. Fugh-Berman e Dodgson illustrano sul numero di dicembre 2008 di Open Medicine, come l’industria usa la pianificazione delle pubblicazioni per influenzare l’opinione dei medici e del pubblico attraverso le riviste mediche. Lo scenario che si delinea è inquietante. Le due autrici dell’articolo concludono che continuando su  questa strada  l’ influenza invisibile dell’industria farmaceutica potrebbe arrivare a  invalidare tutta la letteratura medica che è la fonte principale di informazione sulla quale i medici fondano diagnosi e prescrizioni.

Leggi la traduzione sintetica di Danilo Telò

Leggi l’articolo di Fugh-Berman e Dodgson

– petizione di IBFAN Italia per proteggere la salute dei bambini

IBFAN Italia ha organizzato una petizione per modificare l’art.19 comma 18 del “Decreto anticrisi” in via di approvazione al Senato.

L’articolo dice:

18. Nel limite di spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2009, ai soggetti beneficiari delle provvidenze del Fondo di cui all’articolo 81, comma 29, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è altresì riconosciuto il rimborso delle spese occorrenti per l’acquisto di latte artificiale e pannolini per i neonati di età fino a tre mesi. Con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di attuazione del presente comma.”

In pratica, le famiglie beneficiarie della cosiddetta “Social Card” potranno avere accesso a latte artificiale gratis.

Questo però non è un aiuto alle famiglie a basso reddito, al contrario. Rischia di metterle in maggiori difficoltà. Come mai?

Leggi la lettera inviata ai rappresentanti del Governo e delle Istituzion

Tutti coloro che lo desiderano, singoli o gruppi, possono aderire alla petizione di IBFAN

vai al link per aderire alla petizione online

– presentazione del 3° rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale

il 27 gennaio verrà presentato a Roma nella sede dell’UNICEF il 3° rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG). Interverranno Gavino Maciocco (Presidente OISG), Enrico Materia e Nicoletta Dentico. Sarà presente anche Elisabetta Belloni (Direttore della direzione generale Cooperazione allo sviluppo). Modererà l’incontro la giornalista Tana Zulueta.

Leggi l’invito

Leggi la scheda del Rapporto OISG

– Striscia di Gaza, l’appello dell’OISG e di PHR-Israele

Facciamo nostro l’appello dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) e di Physicians for Human Rights – Israel (che rilanciamo) per la raccolta di fondi finalizzata a rifornire gli ospedali di Gaza del materiale necessario per far fronte alle paurosa crescita delle emergenze.

Leggi l’appello

Questi sono i dati necessari per fare il bonifico bancario

Account Holder: Physicians for Human Rights-Israel

Bank: Hapoalim #12     Branch: Hashalom #662

Address: 106 Levinski Street, Tel Aviv, Israel

Account Number: 25938

SWIFT: POALILIT

IBAN: IL-70-0126-6200-0000-0025-938

Dopo aver fatto il bonifico si prega inviarne comunicazione a PHR via e-mail: gila@phr.org.il. Per ulteriori informazioni si PHR vai al sito www.phr.org.il

– il Codice violato 2008

In Italia solo il 52% dei bambini di 6 mesi è ancora allattato al seno, il 2% in modo esclusivo, gli altri con l’aggiunta di latte artificiale o di altri alimenti e bevande. Tutto ciò nonostante la percentuale di donne impossibilitate ad allattare non superi il 5%, e nonostante OMS, UNICEF e Ministero della Salute raccomandino a tutte le donne di allattare in maniera esclusiva fino a 6 mesi. Questi numeri in parte riflettono la cultura del biberon veicolata anche dalla pubblicità, che mina la fiducia delle donne nelle loro capacità di nutrire ed allevare i propri figli, ostacola la pratica dell’allattamento con danno alla salute della donna e del bambino, porta a un dispendio di risorse sia per il singolo che per il sistema sanitario e l’intera società. Questi temi sono al centro de “Il Codice Violato 2008”. Il rapporto, pubblicato da IBFAN  Italia con il contributo del Comitato Italiano per l’Unicef, raccoglie le violazioni al Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno rilevate in Italia.

Leggi la nota di Adriano Cattaneo

Le edizioni precedenti del rapporto sono gratuitamente consultabili sul sito IBFAN Italia all’indirizzo: www.ibfanitalia.org. L’edizione 2008 può essere acquistata (5 euro la singola copia, prezzo da contrattare per acquisto di molte copie) contattando Paola Negri, Via Treggiaia 11, 50020 Romola (FI), tel 055 827494 o 333 4584348, email pachiti@gmail.com

dicembre 2008

– Buon Natale e Buon anno con Ingeborg Bachmann

Auguri, con le parole di Ingebrog Bachmann, a tutti i lettori di questo sito e a tutti coloro che, come noi, vogliono costruire un mondo migliore.

 

TUTTI I GIORNI
La guerra non viene più dichiarata,
ma continuata. L’inaudito
accade ogni giorno. L’eroe
resta lontano dalla battaglia. Il debole
è trasferito nelle zone del fuoco.
L’uniforme di ogni giorno è la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.
Vien data
quando non accade più nulla,
quando tace la salve dei fuochi
quando il nemico è scomparso
e l’ombra dell’eterna parata
ricopre il cielo.
Vien data
per la diserzione dalle bandiere
per il valore di fronte all’amico
per il tradimento di segreti indegni
e l’inosservanza di qualsiasi comando.

 

Ingeborg Bachmann (Alle Tage, 1953)

– chi fa la guardia al cane da guardia?

Se sono oramai noti sino alla noia i legami tra medici e industria, che cosa ne è dei giornalisti scientifici, cantastorie della scienza, che scrivono degli scandali o dei successi della medicina? Non hanno proprio nulla da dichiarare? Dopo tutto un articolo giornalistico è molto più credibile di una pubblicità ed è molto più probabile che sia letto da un potenziale consumatore. Loro è il compito di tradurre e spiegare al pubblico ciò viene ricercato nei laboratori o elaborato da chi si occupa di salute pubblica, loro il compito di interpretare, anche criticamente, la materia che trattano. Forse più importante è il loro ruolo di cane da guardia dell’informazione, di cercare la verità e riportarla, di controllare il rapporto tra medici, ricerca e industria, in maniera oggettiva, in libertà e indipendenza, avendo la responsabilità di chi legge, ascolta o guarda. Ma se le aziende sono così interessate alla comunicazione: chi fa la guardia ai cani da guardia? Un recente articolo pubblicato sul BMJ e ripreso dal New York Times, esplora i vari livelli di potenziale conflitto di interesse tra giornalisti e aziende farmaceutiche: si può trattare di premi in denaro o rimborsi spese, di corsi di aggiornamento o educazione per giornalisti. Ma l’influenza si può esercitare anche attraverso citazioni, interviste a gruppi di pazienti, associazioni o opinion leaders, che non rivelano i propri legami economici con l’azienda. Da un recente lavoro pubblicato su Jama risulta ad esempio che  nel 42% dei casi il pubblico non sa che la fonte dell’articolo è finanziata dall’industria e nel 67% dei casi i giornalisti riportano il nome commerciale del farmaco piuttosto che il solo nome generico. Citando il titolo di un altro articolo del BMJ: “giornalisti, niente da dichiarare?”.

Leggi la sintesi-commento di Luca Iaboli

Leggi l’articolo del NYT

Leggi l’extract dell’articolo del BMJ

– le tattiche per boicottare i generici, costano all’Europa 3 miliardi di Euro

Il Lancet Student e il British Medical Journal, informano che la Commissione europea per la Concorrenza ha rivelato in un rapporto (preliminare) di ben 426 pagine, le tattiche delle Aziende farmaceutiche proprietarie dei brevetti, per dilazionare l’uscita dei generici. Un affare che ammonterebbe a circa 3 miliardi, di fatto sottratti ai cittadini e ai sistemi sanitari europei dal 2000 al 2007. Le cause intentate, nonostante siano state vinte in gran parte (nel 60% dei casi) dalle Aziende che producono generici, avrebbero ritardato l’uscita dei prodotti concorrenti mediamente di sette mesi. Dalle ispezioni non annunciate presso le Aziende principali, sarebbero emersi dettagli senza precedenti. La versione finale del rapporto è attesa per la prossima primavera e potrebbe contenere ulteriori chiarimenti. Ciononostante le Compagnie si giustificano lamentandosi del fatto che la Commissione europea non riconosce la complessità del mercato dei farmaci, già molto regolato in Europa, e che ci si dovrebbe occupare più dell’innovazione, dello sviluppo e dell’accesso a nuove medicine. Ma i dati della commissione rivelano che le Compagnie spendono più in attività promozionali (23%) che in ricerca (17%). E 20 anni di esclusiva (brevetto) non sono pochi.

La sintesi di Pietro Puzzi

L’articolo sul Lancet Student

L’extract del’articolo sul BMJ

Il rapporto della Commissione Europea

Ulteriori particolari sul sito web della Commissione europea per la Concorrenza

– la privatizzazione della sanità non è la risposta: gli Stati Uniti insegnano

Sul Canadian Medical Association Journal dello scorso ottobre, Marcia Angell confronta le caratteristiche e i risultati dei sistemi sanitari statunitense e canadese. La Angell spiega che fino a i primi anni settanta i due sistemi erano molto simili e a quei tempi l’aspettativa di vita era di circa un anno  maggiore in USA. Dal 1972, da quando anche l’ultima provincia canadese aderì al Medical Care  Act, i due sistemi incominciarono a divergere  totalmente. Il sistema USA divenne sempre più costoso lasciando un  numero sempre maggiore di americani non assicurati (circa il 15%  della popolazione, equivalente a  46 milioni di persone). Anche per chi è assicurato molti servizi non sono garantiti e vi è una quota considerevole di spesa out of pocket. In generale, contrariamente a quello che si pensa, i cittadini americani  ricevono meno servizi:  meno visite, meno tempo in ospedale, meno infermieri, meno posti-letto, solo un po’ più di dottori e molti più dispositivi per la risonanza magnetica nucleare (RMN). Anche i risultati differiscono significativamente: 2.5 anni di aspettativa di vita in meno in USA, maggiore mortalità infantile e maggior mortalità prevenibile. La Angell mostra, numeri alla mano, che la privatizzazione attuata negli Stati Uniti ha portato a risultati peggiori spendendo molto di più. Il mito della privatizzazione come strumento per attuare un risparmio nell’assistenza sanitaria, che sta pericolosamente percorrendo anche i Paesi europei con i migliori (e meno dispendiosi) servizi sanitari del mondo, si dimostra clamorosamente falso. Oltre a tutto aumenta in modo intollerabile le disuguaglianze.

Leggi la traduzione sintetica di Vittorio Fontana

Leggi la traduzione di Giovanni Peronato delle tabelle contenute nell’articolo 

Leggi l’articolo della Angell [full text free]

 

– relazioni medici-industria, nuovi sviluppi negli USA

Rothman e Chimonas del Center on Medicine as a Profession, in un editoriale comparso su JAMA nel settembre scorso, analizzano i cambiamenti nella gestione dei rapporti tra medici e industria in corso negli Stati Uniti a partire dal 2004. La mole crescente di dati che indicano che regali, stipendi e onorari ricevuti dalle industrie farmaceutiche influenzano le decisioni dei medici, e le rivelazioni giornalistiche su false dichiarazioni e fatturazioni, sulla promozione all’uso off-label dei farmaci, su fatti di vera e propria corruzione, assieme alla notizia di numerose condanne, che hanno costretto le case farmaceutiche a pagare 4 miliardi di dollari nel periodo 2000-2004, hanno reso ormai inaccettabile mantenere la situazione così com’era. Molti centri medici accademici sia pubblici che privati, si stanno adeguando ai cambiamenti proposti nel 2006 dalla task force dall’American Board of Internal Medicine (ABIM) e dall’Institute on Medicine as a Profession (IMAP).  A partire dalla proibizione di qualsiasi tipo di regalo (limite di zero dollari) e di cibo fornito dall’industria, alla gestione centralizzata dei campioni dei prodotti  per “mantenere una distanza tra la ditta con i suoi prodotti e il medico”. Si è proposto anche di ridurre l’accesso dei rappresentanti e che i fondi destinati dall’industria all’educazione medica continua e ai viaggi per meeting medici, non vengano distribuiti dai dipartimenti accademici ma da un ufficio medico centrale. Viene inoltre proibita l’attività di ghostwriting. L’obiettivo di fondo è un cambiamento culturale che allontani i medici e gli studenti di medicina da un senso di diritto acquisito. Dove sono state adottate le nuove regole, si è visto che i vantaggi superano gli svantaggi. Ci sono anche varie segnalazioni di medici che rifiutano orgogliosamente inviti a fare conferenze sponsorizzate. E’ efficace e gradevole poter rispondere: “La mia scuola non lo permette”. Chissà se qualche Università italiana darà anche da noi questa piacevole possibilità.

Leggi la traduzione sintetica di Fabio Suzzi

Leggi l’extract dell’articolo di Rothman e Chimonas

– la prevenzione è meglio della cura?

E’ questa la domanda provocatoria che si pongono gli autori di un articolo pubblicato sul Lancet del 6 dicembre u.s. Nei paesi ricchi, l’interesse principale della medicina si sta spostando dalla cura delle malattie alla loro prevenzione, anticipando le possibili future malattie negli individui sani. Gli autori analizzano le sfide che i medici si trovano di fronte: la prevenzione può causare danni; può essere difficile prevedere il beneficio di un’attività preventiva per il singolo che potrebbe non corrispondere con quella per l’intera popolazione; la prevenzione può non avere lo stesso valore per tutti; la prevenzione sta diventando prioritaria rispetto alla terapia. Secondo gli Autori, i medici devono fare attenzione a non avere collusioni con chi ha interessi economici nelle attività di prevenzione.

Questo articolo esamina i possibili bias nelle decisioni riguardo agli interventi preventivi e la complessità della loro applicazione al singolo individuo, tenendo conto dei diversi contesti biologici, sociali, culturali, economici, ma anche delle sue preferenze e delle eventuali co-morbilità presenti.

Leggi la traduzione sintetica di Danilo Telò

Leggi l’axtract dell’articolo su Lancet

– educazione medica e sponsorizzazione: le proposte negli USA

Sul JAMA del 3 settembre u.s. Arnold S. Relman commenta i contenuti di due recenti documenti statunitensi sulla sponsorizzazione dell’educazione medica. Il primo è un documento del Council on Ethical and Judicial Affairs (CEJA) dell’AMA (American Medical Association) che raccomanda che i singoli medici e le istituzioni non accettino sponsorizzazioni dall’industria per le attività formative e che le università limitino il più possibile il marketing e le attività promozionali dell’industria al loro interno. Il secondo documento è stato stilato dalla task force dell’AAMC, associazione che rappresenta tutte le scuole di formazione medica accreditate che sono circa 400 e 94 associazioni scientifiche  professionali. Contrariamente al CEJA, l’AAMC non esclude un supporto dell’industria nella formazione professionale, ma prevede che il contributo venga centralizzato presso l’ufficio formazione di ogni singola istituzione; inoltre scoraggia fortemente la partecipazione delle facoltà mediche agli speaker’s bureau sponsorizzati dall’industria. Entrambi i documenti prendono una posizione netta contro il marketing dell’industria nelle sedi universitarie e raccomandano che i centri accademici proibiscano qualsiasi regalo da parte dell’industria ai medici, alla facoltà, agli specializzandi e agli studenti.

Questi due interessanti documenti si aggiungono alle ormai numerose proposte fatte negli USA per mantenere distanze di sicurezza tra l’industria e l’ECM. Un atteggiamento, quest’ultimo, che mostra un trend in crescita, come dice Relman.

Leggi la sintesi commentata di Sergio Conti Nibali

Extract dell’articolo di Relman

per approfondire

Educazione continua in medicina (ECM), lettera al Ministro Turco

Educazione continua in medicina (ECM) non sponsorizzata, intervista al Pensiero Scientifico

– diario di desistenza e protesta dei precari dell’ISS

“Il personale del Centro Nazionale d Epidemiologia Sorveglianza e Prevenzione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità, mostrando grande preoccupazione per le conseguenze dei recenti provvedimenti di legge, ha diffuso il secondo Diario di desistenza e protesta, a un mese di distanza dal precedente. Il Diario è uno strumento per diffondere le iniziative di protesta attiva e passiva poste in essere dal personale e mete in rilievo i molteplici compiti di ricerca che questo Centro svolge grazie al lavoro di TUTTI i propri lavoratori”. Così dice la premessa del Diario di desistenza e protesta del personale precario dell’ISS. Gran parte dei precari rischiano di perdere il diritto al rinnovo del contratto, se dovessero passare i provvedimenti legislativi del governo. Sono molte le attività istituzionali, le pubblicazioni e i corsi di formazione sospesi, descritti in dettaglio nel loro Diario.

Hanno creato anche un Blog http://desistenzaeprotesta-cnesps.blogspot.com/  e indicano l’indirizzo a cui inviare e-mail di solidarietà o sostegno o per contattare i rappresentanti del personalerappresentanti.cnesps@iss.it

I Nograzie sono preoccupati che l’eventuale impoverimento del personale metta a rischio attività tanto importanti per la conoscenza dei medici e per salute dei cittadini italiani. Esprimiamo quindi tutta la nostra solidarietà ai precari dell’ISS.

Il diario di desistenza e protesta

– Gherado Colombo agli incontri in biblioteca di Vicenza

L’11 dicembre alle ore 15, 00 presso l’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, l’ospite dei consueti incontri in biblioteca sarà Gherardo Colombo. Un ospite diverso dal solito ma quanto mai appropriato anche nel mondo della sanità. Riprenderà infatti i contenuti del suo ultimo “Sulle regole”. ” … Le istituzioni non esistono senza le persone che le compongono, sono fatte di persone. Una scuola, un ospedale, un tribunale,un ufficio comunale esistono in quanto ci sono individui che operano per loro (…) gli insegnanti, i medici, gli infermieri, i giudici, i cancellieri,i procuratori, gli avvocati,i sindaci, (…) Tutti cittadini,tutte persone. E sono persone anche coloro che con le istituzioni interagiscono in altro modo: gli studenti che frequentano la scuola, gli ammalati che si sottopongono a cure in ospedale, le parti e gli imputati in tribunale, coloro che hanno bisogno di un certificato o vogliono costruire una casa…” (G. Colombo, “Sulle regole”, Feltrinelli , 2008, pag. 149-50).

La locandina dell’incontro con Gherardo Colombo

– i Nograzie sul Manifesto!

“Medici con sane abitudini”, ci chiama il Manifesto sul numero del 29 novembre 2008. L’intervista di Manuela Cartosi ci ha permesso di raccontare chi siamo, cosa facciamo e perchè. Siamo grati al Manifesto per aver dato parola alle nostre posizioni e alle nostre preoccupazioni che – stando ai tanti cittadini e colleghi che ci hanno scritto dopo l’uscita dell’articolo – sono molto più diffuse di quanto si creda.  C’è una comunità sempre più visibile e trasversale che non si arrende alla mercificazione spregiudicata di ogni aspetto della vita, compresa la salute. Il Manifesto ha catalizzato l’incontro tra tanti soggetti che non conoscevano l’esistenza gli uni degli altri e che ora li fa sentire meno soli e più forti. Grazie!

[ci teniamo a precisare che i Nograzie non sono solo medici, studenti di medicina e specializzandi, ma anche infermieri, ostetriche, farmacisti, farmacologi, psicologi e persino giornalisti. Questa varietà di professioni è un valore aggiunto del nostro gruppo]

– non staccate la spina a TI

Therapeutics Initiative (TI) sta per chiudere. TI è (era?) un’iniziativa che fa capo al Dipartimento di farmacologia dell’Università del British Columbia (BC) con lo scopo di “fornire a medici e farmacisti un sistema informativo aggiornato, basato sulle evidenze e di uso pratico, nell’ambito della prescrizione farmaceutica”. La grande qualità di TI e il suo modo di operare indipendente dal governo e dall’industria del farmaco, l’aveva fatta apprezzare e utilizzare a livello internazionale da medici, farmacisti e dallo stesso pubblico. Ma il governo del BC sta ponendo fine a tutto questo. Ha insediato una commissione, che include molti rappresentanti dell’industria farmaceutica e che ha emesso un rapporto che suggerisce l’abolizione di TI. E il governo ha confermato che lo farà quanto prima. Le reazioni di disappunto e le richieste di recedere dalla decisione, sono state molte, di varia origine e provenienti anche dall’estero compresa la prestigiosa ISDB ( Società Internazionale dei Bollettini Indipendenti di Informazione sui Farmaci) con sede a Verona. Adrian Dix commenta il fatto dicendo che “Il premier ha scavalcato lo stesso ministro della salute inserendo nella commissione molti rappresentanti dell’industria farmaceutica, sfidando così sia la scienza che il buon senso”. Concordiamo con lui.

Leggi l’articolo sul Vancouver Sun

Leggi la traduzione di Giovanni Peronato

– end point surrogati disastrosi

Gli endpoint surrogati sono tutti quegli obiettivi minori che negli studi clinici vengono utilizzati al posto degli endpoint veri. Invece di misurare se un determinato farmaco o intervento riduce la mortalità o altri eventi gravi e invalidanti (come infarto miocardico, ictus cerebrale, ulcera gastrica, fratture ossee, ecc.), i ricercatori si accontentano di dimostrare che si abbassano i valori della colesterolemia, della Pressione Arteriosa o lo spessore delle placche coronariche, di controllare l’aumento della creatininemia o aumentare la densità ossea. Se anche sembra ragionevole e verosimile che ad esempio abbassare la colesterolemia abbia un effetto favorevole sulle placche coronariche e quindi sull’incidenza dell’infarto miocardio, bisogna dimostrare che sia proprio vero. Staffan Svensson e altri membri di Healthy Skepticism hanno evidenziato dalla letteratura16 studi nei quali i risultati, valutati su end point veri, hanno portato a conclusioni opposte a quanto ipotizzato fino allora sulla base di soli end point surrogati.

Leggi la nota di Guido Giustetto

Il documento di Healthy Skepticism

Per approfondire, si segnala un articolo del Bollettino di informazione sui farmaci (BIF)

L’articolo sul BIF

 

novembre 2008

– la ricerca sponsorizzata dall’industria, un sistema guasto

E’ veramente difficile, in un mondo dove gli interessi commerciali prevalgono, capire cosa è vero, cosa è vero in parte e cosa è falso. L’impressione è che il sistema sia gravemente malato, e c’è una preoccupazione crescente che la maggior parte degli studi e dei riscontri delle ricerche pubblicati siano falsi. L’unica strada percorribile sembra essere quella di sviluppare una propria e personale capacità critica, e cercare di distinguere i buoni dai cattivi maestri. In cerca di un buon maestro e di un punto di partenza per capire e provare a modificare la nostra paradossale società, è interessante il punto di vista di Marcia Angell, docente di Salute Pubblica ed Etica presso il dipartimento di Medicina Sociale di Harvard.

In un recente articolo su JAMA la conclusione cui è arrivata con riluttanza, dopo 20 anni come redattore capo del NEJM, è che i medici non possono più basarsi sulla letteratura medica per un’informazione valida e affidabile. Difficile capire come ci siamo arrivati, ma è negli anni recenti che le aziende sono diventate sempre più intimamente coinvolte in ogni aspetto della valutazione del proprio prodotto.

Leggi il commento di Luca Iaboli

Leggi l’extract dell’articolo della Angell

– hanno sospeso ECCE

E’ stata sospesa l’attività di formazione a distanza del Progetto ECCE (Educazione continua centrata sulle evidenze), un servizio che faceva capo all’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), particolarmente prezioso e apprezzato da tanti operatori sanitari. Dagli ultimi dati pubblicati sul Bollettino di informazione sui farmaci, risulta che, al 15 settembre 2008, erano iscritti alla piattaforma 143.000 operatori tra medici, infermieri e farmacisti. ECCE permetteva di trovare la risposta a quesiti clinici con la garanzia di percorsi rigorosi basati sule evidenze, gestiti da professionisti di grande competenza e indipendenti.L’indipendenza della formazione e il suo rigore metodologico (EBM) sono considerate essenziali da tutta la comunità scientifica internazionale per proteggere l’integrità e la validità delle conoscenze sulle quali basiamo le cure dei nostri pazienti. E per salvaguardare un uso etico e oculato delle risorse del SSN.

Per queste sue caratteristiche ECCE rappresentava uno strumento insostituibile nel panorama italiano e la sua sospensione ci priverà di un’opportunità che altri paesi ci invidiavano.

I Nograzie hanno scritto al Ministro del welfare-salute Sacconi, al Sottosegretario Fazio e al Presidente dell’AIFA Antonella Cinque per chiedere di recedere dalla decisione di sospendere la formazione a distanza di ECCE e, al contrario, di incentivarla mettendo a disposizione le necessarie risorse pubbliche.

Il 22 novembre il servizio è stato interrotto. Ci auguriamo che ciò non significhi una chiusura definitiva o, peggio ancora una sua riorganizzazione con il coinvolgimento di soggetti for-profit come avvenuto per la recente riorganizzazione complessiva dell’AIFA.

Leggi la lettera dei Nograzie sul Progetto ECCE 

Leggi l’agenzia di stampa sulla riorganizzazione dell’AIFA

 

– ripensare l’ECM insieme ad Alfredo Pisacane

Alfredo Pisacane, Direttore dell’Unità di Educazione Medica Continua (ECM) all’Università di Napoli Federico II, illustra sul BMJ le sue valutazioni sull’attuale sistema di formazione medica e propone soluzioni per limitare il sostegno commerciale di questa attività. L’educazione medica continua – spiega Pisacane – è diventata così pesantemente dipendente dal supporto economico dell’industria del farmaco, da rischiare di compromettere le basi etiche e la reputazione della professione medica. E’ stato dimostrato che questo supporto può sviare la scelta dei temi, far apparire migliori i dati positivi così come ridimensionare gli effetti collaterali e influenzare le abitudini prescrittive dei medici. Esistono alcune proposte per ridurre questi rischi, ad esempio che lo sponsor non abbia alcuna influenza sulla scelta degli oratori e dei contenuti scientifici, oppure che providers e oratori dichiarino apertamente il sostegno finanziario ricevuto. Ma – chiarisce Pisacane – la dichiarazione non proteggerebbe dal rischio di un’influenza occulta dell’industria farmaceutica su providers, oratori e partecipanti. L’ECM è obbligatoria in Italia e il Ministero della salute ha raccomandato che le aziende sanitarie locali spendano l’1% del loro budget per le attività educazionali. Tuttavia la maggior parte delle ASL spende meno di questa cifra e fino al 60% del denaro proviene dall’industria farmaceutica. Pisacane propone sette punti chiave, basati sulla propria esperienza, per limitare il finanziamento commerciale dell’ ECM. Formarsi in modo indipendente è possibile, esistono esperienze analoghe a quella di Pisacane nel resto d’Italia. Dunque si può fare, basta volerlo.

Leggi l’extract dell’articolo di Pisacane sul BMJ

Leggi la sintesi commentata di Guido Giustetto

– un medico non può, scriviamo all’Ordine!

Il Ministro Sacconi ha dichiarato alla stampa (agenzia DIRE 14 novembre 2008) che “il medico curante deve segnalare se il paziente e’ un irregolare. Se e’ clandestino deve essere segnalato per la sua situazione di clandestinità ed espulso”.  Un medico non può fare questo!

Questa proposta irricevibile, deriva da un emendamento della Lega Nord al “pacchetto sicurezza” in discussione al Senato. L’emendamento propone, tra l’altro, l’abrogazione del comma 5.  La sua cancellazione metterebbe in serio pericolo l’accesso alle cure mediche degli immigrati irregolari, violando il principio universale del diritto alla salute, ribadito anche dalla nostra Costituzione (art. 32)e creando una ‘clandestinità sanitaria’, pericolosa per l’individuo e per la collettività. Ma soprattutto pretenderebbe di costringere il medico ad andare contro le norme morali che regolano la sua professione, contenute nel Codice deontologico.

Il Presidente della Federazione degli Ordini, Amedeo Bianco, ha spedito una lettera il 23 ottobre u.s. al Presidente della Commissione Giustizia del Senato, al Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e, per conoscenza, a tutti i Componenti delle due commissioni, evidenziando la conflittualità insostenibile tra il provvedimento proposto e le norme di deontologia medica.

Dopo l’ampia mobilitazione catalizzata dall’appello lanciato dalla SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) il 20 ottobre u.s, era stata data notizia del ritiro dell’emendamento poi contraddetta dalle dichiarazioni date alla stampa dal Ministro Sacconi che ha annunciato la decisione di procedere velocemente all’attuazione.

Se dovessero passare i provvedimenti annunciati dal governo, i medici dovranno rifiutarsi di denunciare i pazienti immigrati irregolari, esercitando l’obiezione di coscienza per non venir meno ai principi etici della loro professione.

Sul sito della SIMM si trova ampia documentazione sulla normativa, sugli emendamenti e sulla vicenda occorsa http://www.simmweb.it/ 

 

Qui trovi la lettera da spedire SUBITO al tuo Ordine dei medici

– lezioni in piazza Maggiore

Tante piazze d’Italia sono diventate sede di lezioni universitarie, l’Onda procede spinta dal vento della voglia (e del diritto) di cultura per tutti.

In Piazza Maggiore a Bologna si è parlato anche di confitti di interesse tra medicina e industria. Un argomento che dovrebbe entrare nel curriculum formativo di tutti i futuri medici, come accade in tanti altri paesi del mondo. Il ragazzi del Centro Salute Internazionale colmano il vuoto attualmente esistente e ne discutono con gli studenti. Qui sotto le loro foto.

Altre foto delle lezioni in piazza si possono vedere sul sito de I Fiori del Maalox giornale degli studenti della Facoltà di Medicina di Bologna, cliccando QUI

– Laura Boella agli incontri in biblioteca di Vicenza

Il 27 novembre Laura Beolla sarà l’ospite dei consueti incontri in biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, coordinati da Daniele Busetto.

Laura  Boella è Professore Ordinario di Filosofia Morale all’Università  Statale di Milano. Da anni impegnata nello studio del pensiero femminile del Novecento, ha sviluppato in particolare il tema delle relazioni intersoggettive e dei sentimenti di simpatia, empatia, compassione. Tra le sue pubblicazioni:

“Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria  Zambiano”(1988), “Le imperdonabili. Etty Hillesum,Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva”(2000),”Agire politicamente,pensare politicamente”(2005), “Sentire l’altro, conoscere e praticare l’empatia”(2006), “Neuroetica”(2008).

Parlare oggi di empatia e compassione appare quanto mai utile, di fronte al dilagare di modelli di relazione caratterizzati da aggressività, competizione violenta e disinteresse per l’altrui persona, specie se debole.

La locandina dell’incontro con Laura Boella

– ricordando Lorenzo Tomatis

il 4 novembre si è celebrata la giornata in ricordo di Lorenzo Tomatis dedicata alla cancerogenesi ambientale, organizzata dall’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia (ISDE, International Society of Doctors for Environment). Molte relazioni sono state ricche di stimoli scientifici, culturali ed etici. Le parole di Tomatis, “pesanti come pietre” – come ci ha ricordato Ernesto Burgio –  sono risuonate alte e quanto mai attuali. Il suo invito a non tacere e a ricordare la nostra responsabilità verso le future generazioni, rimangono un imperativo morale per tutti noi medici. La difficoltà è fare arrivare il messaggio di allarme nelle sedi giuste e alle orecchie giuste, sperando che “sentano”.  La sopravvivenza degli ammalati di tumore è aumentata ma il numero dei tumori è in continua crescita. Anche nei bambini, soprattutto nei più piccoli, dice il rapporto 2008 dell’AIRTUM (Associazione italiana registri tumori). La comunità scientifica internazionale ha segnalato inoltre un diffuso danno dello sviluppo neurologico infantile per l’azione tossica degli inquinanti chimici. E’ evidente che sarebbe necessario un cambiamento sostanziale negli equilibri tra mercato e salute e che la protezione della salute andrebbe anteposta a qualsiasi altro interesse. I “decisori” di tutto il mondo sembrano accecati e tanti medici non sembrano rendersi conto della gravità della situazione. L’unica cosa che possiamo fare è continuare a dirlo, perchè altrimenti – come diceva Tomatis – “le future generazioni non ci perdoneranno”.

Il programma della giornata in ricordo di Lorenzo Tomatis

 

– comprami, ti cambierò la vita

Le aziende farmaceutiche e le loro agenzie pubblicitarie hanno capito che i medici non sono molto diversi dai loro pazienti. Entrambi, infatti, risentono delle stesse paure e fantasie che ci condizionano tutti; entrambi sono consumatori che pagano non solo il prezzo del farmaco ma anche quello del “valore aggiunto”, con la sua carica emotiva, che la pubblicità gli conferisce. Sebbene I medici tendano a sottostimare l’influenza che le astuzie dei pubblicitari esercitano su di loro, è stato dimostrato che le inserzioni pubblicitarie sulle riviste mediche li condizionano più di quanto sarebbero disposti a riconoscere.

Inizia così un articolo dello Student BMJ, la sezione del British Medical Journal dedicata agli studenti di medicina.

Jonny Martell, studente all’Università di Newcastle, spiega il potere della pubblicità e i suoi meccanismi di azione. Citando Peter Mansfield (Direttore di Healthy Skepticism www.healthyskepticism.org ) ricorda che “i medici dovrebbero essere più umili e accettare la loro umanità fatta di forza e debolezza e rendersi conto che non sono meno vulnerabili di chiunque altro nei confronti delle tecniche sofisticate della pubblicità”.

Leggi l’articolo sullo Student BMJ [free]

Leggi la traduzione-sintesi di Fabio Suzzi

– business dei pediatri? Non generalizziamo

In un comunicato stampa e in una lettera al Corriere, l’ACP (Associazione Culturale Pediatri www.acp.it ), fa alcune precisazioni a proposito dell’articolo comparso il 3 novembre sul Corriere della sera, intitolato Marchio venduto, il business dei pediatri. “Le generalizzazioni sulla trasparenza dell’operato del pediatra potrebbero danneggiare l’importante relazione di fiducia, di ascolto e di scambio tra il pediatra di base e i genitori dei suoi piccoli assistiti” – afferma l’ACP- che ricorda il suo codice di autoregolamentazione istituito fin dal 1998, e la completa eliminazione di legami con l’industria del farmaco per tutte le attività del’Associazione, dalla formazione ai convegni. “La presa di coscienza del conflitto di interessi è una delle nostre priorità, come lo è la formazione dei pediatri e una pratica indipendente e basata sulle evidenze – precisa Michele Gangemi, presidente dell’ACP – insieme ai soci stiamo lavorando per tutelare i genitori e i bambini dai messaggi promozionali dell’industria, non solo dei farmaci ma anche alimentari”.

Il comunicato stampa ACP

– Altroconsumo contro l’obesità infantile, una petizione da firmare

L’obesità e il sovrappeso sono emergenze mondiali: per arginare il fenomeno è necessario un approccio multilaterale e internazionale. Per questo Altroconsumo sostiene la proposta di Consumers International (CI) – l’organizzazione mondiale dei consumatori di cui è membro – perché si adotti in sede OMS un Codice internazionale di autoregolamentazione sulla pubblicità di alimenti e bevande destinate ai più piccoli. La finalità del Codice è quella di prevenire i danni alla salute e le conseguenze economiche e sociali legate al consumo di cibi ipercalorici e nello stesso tempo di promuovere il concetto di marketing responsabile.

Altroconsumo chiede al Governo italiano di difendere i bambini:

– sostenendo, nelle sedi opportune, l’adozione del Codice Internazionale sul marketing alimentare proposto da CI e impegnandosi ad applicarlo nel nostro Paese

– incrementando l’educazione alimentare tra le materie di insegnamento dalle scuole

– promuovendo il consumo di frutta e verdura con campagne pubblicitarie animate da cartoni e personaggi famosi

Clicca qui per leggere e firmare la petizione

ottobre 2008

– appello della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni

Condividiamo pienamente l’appello della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) che chiede di ritirare l’emendamento di 5 senatori della Lega che propone l’abolizione del divieto di segnalazione alle autorità degli immigrati senza permesso di soggiorno che richiedono assistenza sanitaria e prevede anche la segnalazione per coloro che non possono pagare le prestazioni sanitarie. Come afferma la SIMM “gli effetti di tali modifiche possono essere devastanti sul piano del diritto individuale e della salute pubblica oltre che essere inaccettabili sul piano deontologico”. Sarebbe infatti contrario ai principi morali della professione medica e a qualsiasi principio di solidarietà e di pietà verso i nostri simili.

Molte Associazioni mediche e la stessa Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici, hanno aderito all’appello della SIMM.

Leggi l’appello della SIMM e i comunicati

– medici del Winsconsin non accettano regali

L’associazione dei medici del Wisconsin (Wisconsin Medical Society) raggruppa oltre 12.000 colleghi impegnati a vantaggio dei loro pazienti, ha deciso lo scorso 11 ottobre che i medici non accetteranno alcun regalo dai diversi fornitori dei prodotti che  prescrivono ai loro pazienti, sia che si tratti di oggetti personali, forniture per lo studio, cibo, rimborsi per viaggi e diarie, o pagamenti per partecipare a corsi ECM on-line. Nel comunicato stampa si precisa che “Un divieto assoluto riduce il carico di servilismo, decisioni di parte e diffidenza dei pazienti”. “Questa decisione è forte e chiara” ha detto il Presidente Steven Bergin.

“Non lascia dubbi che i medici dell’associazione vogliano prevenire anche solo l’impressione che un regalo – non importa quanto piccolo – possa intromettersi nella decisione che un medico assume.” E’ stato anche sottolineato che con questo non va  sottintesa alcuna condanna per alcun gruppo specifico o industria. La decisione dei medici del Wisconsin è identica a quella dei Nograzie ed ha le stesse motivazioni. Ci troviamo in pieno accordo anche con le conclusioni di Bergin: “Non c’è nulla di più sacro della relazione medico-paziente e noi medici abbiamo la responsabilità di fare in modo che nulla vi interferisca, o anche solo sembri farlo”.

Leggi il comunicato stampa della Wisconsin Medical Society

Leggi al traduzione di Guido Giustetto

– naufragano le relazioni tra industria del farmaco e formazione medica?

Per quanto ancora il vessillo dell’educazione medica continua porterà i colori dell’industria del farmaco, si chiede Ray Moynihan sul BMJ del 30 agosto 2008.

Col suo stile accattivante e colorito, il giornalista della Australian Broadcasting Corporation, affronta un tema che gli è congeniale: il legame oramai quasi inscindibile tra formazione medica e sponsor farmaceutico. Una liaison dangereuse al di là del conflitto di interessi, anche per i pazienti, in quanto fonte di prescrizioni inappropriate. Moynhian ripropone i dati di letteratura sugli effetti dell’ECM sponsorizzata e segnala il recente Rapporto della Macy Foundation di NY, che ha suggerito di bandire ogni forma di sponsorizzazione, diretta o indiretta, della formazione medica, da parte dell’industria del farmaco. Racconta poi la vicenda di un gruppo di psichiatri australiani che hanno proposto di abolire le sponsorizzazioni delle case farmaceutiche, per il prossimo congresso della Società di Psichiatria di Australia e Nuova Zelanda. Jon Jureidini, docente di psichiatria infantile all’Università di Adelaide e presidente di Healthy Skepticism, oltre a ribadire gli effetti della sponsorizzazione sulle prescrizioni, fa notare che gli psichiatri guadagnano abbastanza per potersi permettere di pagare il loro aggiornamento. Ma la proposta è stata respinta dal Collegio degli Psichiatri. Nonostante questo, il manipolo di dissidenti non si è dato per vinto ed ha iniziato a rifiutare ogni sponsorizzazione delle case farmaceutiche per gli incontri di formazione in ospedale. Nello scorso mese di luglio, il dipartimento di psichiatria ha accettato questa linea di condotta: gli psichiatri di Adelaide avranno meno aggiornamento con cene pagate a fronte di un vantaggio incommensurabile, la riduzione del rischio di prescrizioni irrazionali e inappropriate.

Leggi la traduzione, sintesi, commento di Giovanni Peronato

Leggi l’extract dell’articolo di Moynhian sul BMJ

– 11 ragionevoli dubbi e 3 proposte decenti sulla vaccinazione contro l’HPV

Sul sito di Healthy Skepticism si può trovare la sintesi degli 11 ragionevoli dubbi sollevati da Juan Gèrvas (medico generalista spagnolo) sulla vaccinazione contro il papillomavirus, in un articolo pubblicato sulla rivista portoghese Rev Port Clin Geral nel 2007. I dubbi sono gli stessi sollevati ormai da più parti, ma le riflessioni di Gèrvas sono più ampie, spaziano dal timore della perdita di fiducia in uno strumento prezioso come le vaccinazioni, fino all’auspicio di un calendario europeo più sobrio e snello. Purtroppo l’articolo non è visibile online, peccato, perchè anche la sua dichiarazione dei conflitti di interesse è un capolavoro. Si può sempre chiedere all’autore che fornisce il suo indirizzo e-mail jgervasc@meditex.es

Da non perdere anche le sue 3 “proposte decenti” pubblicate sul CMAJ sullo stesso argomento.

Leggi la nota sul sito di Healthy Skepticism

Leggi le tre proposte decenti di Gèrvas

– operatori sanitari di Vicenza contro la guerra e la base militare al Dal Molin

Inizia così l’appello degli operatori sanitari di Vicenza: “Ci occupiamo della salute della persona, facciamo un appello”. E prosegue “Siamo infermieri professionali e tecnici sanitari, operatori socio-sanitari, medici e psicologi, che lavorano nella città e nella provincia di Vicenza, e con varie competenze ci occupiamo della salute della persona. In tale veste ed in linea con le norme deontologiche che supportano le nostre professioni, ci sentiamo in dovere di esprimere alcune considerazioni di fronte ad una situazione che riteniamo di eccezionale gravità : la costruzione di una nuova base di guerra nell’area aeroportuale di Vicenza “ Dal Molin”.

I NoGrazie aderiscono all’appello.

Leggi il documento degli operatori sanitari di Vicenza

– appello degli operatori sanitari per la pace

Il gruppo di lavoro “Epidemiologia e guerra” dell’Associazione Italiana di Epidemiologia riconosce nelle iniziative di informazione promosse dagli operatori sanitari di Vicenza contro la realizzazione della nuova base militare al Dal Molin, un ottimo esempio di promozione della pace e di difesa dell’integrità ambientale del proprio territorio in rispetto degli obblighi professionali della categoria. E dichiara che “La prevenzione della guerra è compito dell’intera società, ma chi esercita una professione sanitaria ha una scusa in meno per non impegnarsi in quanto la guerra rappresenta, più di molte altre cause di malattie e morte, un importante fattore di rischio per la salute pubblica mondiale. Infatti nessun altro fenomeno sociale o sanitario è in grado, al pari della guerra, di interferire negativamente su tutti i determinanti della salute”. I No grazie pago io! aderiscono all’appello insieme ad altri gruppi di medici italiani.

Leggi l’appello degli operatori sanitari per la pace

 

– latte contaminato in Cina, uno scandalo che parla anche d’altro

La morte di 4 bambini e l’intossicazione di decine di migliaia di piccoli per un latte contaminato in Cina, ha giustamente scandalizzato l’opinione pubblica ed ha attirato per qualche giorno l’attenzione dei mezzi di comunicazione. Ma è stata anche l’occasione per renderci conto dell’insicurezza di tanti altri cibi, non solo in Cina e non solo per i bambini, nell’economia globalizzata e senza scrupoli in cui viviamo, alla ricerca sfrenata di materie prime a basso costo, incurante delle conseguenze per la salute chi consuma il cibo. Una riflessione sfuggita ai più, ci viene da IBFAN (International Baby Food Action Network) Italia, che ricorda le gravi responsabilità del mercato con la compiacenza dei governi che permettono la pubblicità del latte artificiale. “Diminuisce di conseguenza l’allattamento al seno – dice la nota di IBFAN – aumentano morte e malattia. E noi zitti. Ci svegliamo solo quando un incidente alla melamina interrompe la “normalità” dei quotidiani attentati contro il latte materno e dei conseguenti 50.000 mila morti l’anno. In Cina. Nel mondo ben oltre un milione”.

Leggi gli articoli del manifesto del 23 settembre 2008

Leggi il commento di IBFAN italia agli avvenimenti cinesi 

 

settembre 2008

– Ospiti e fantasmi: nuovi retroscena della vicenda Vioxx

Su JAMA del mese di agosto sono state pubblicate una serie di lettere sconcertanti sui retroscena della vicenda Vioxx, già in parte illustrati e commentati nel mese di aprile sulla stessa rivista con un’editoriale di fuoco a firma del direttore DeAngelis. E’ venuto infatti alla luce un panorama inquietante. Dagli “autori fantasma” alla manipolazione di dozzine di studi per promuovere il rofecoxib nascondendo dati cruciali sulla sicurezza. L’editoriale sottolinea che tutto ciò può avvenire solo per tacito consenso di tutta la catena dei soggetti coinvolti (autore, editore, revisori) e giustamente ricorda che tale malcostume non è imputabile certo ad una sola compagnia farmaceutica. Le conclusioni non possono che trovarci in perfetto accordo: “i medici devono essere liberi dall’ influenza finanziaria delle ditte farmaceutiche e di apparecchiature medicali, incluso l’essere relatori in manifestazioni sponsorizzate e l’ accettare omaggi o regali”. Questo è ciò che prevedono le regole dei NoGrazie.

Sintesi e commento di Giovanni Peronato

Extract dell’editoriale della DeAngelis su JAMA

Abstract dell’articolo di JAMA Guest Authorship and Ghostwriting in Publications Related to Rofecoxib

Abstract dell’articolo di JAMA Reporting Mortality Findings in Trials of Rofecoxib for Alzheimer Disease or Cognitive Impairment

– Lettera aperta sul caso AIFA

I NoGrazie hanno spedito una lettera aperta ai giornali per chiedere trasparenza sulla vicenda AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e la rimozione del suo dirigente Nello Martini e per allertare sui pericolosi cambiamenti ventilati dal governo per la nuova struttura dell’Agenzia italiana del Farmaco che ne indebolirebbero il potere. Senza dimenticare il dubbio del conflitto di interesse rappresentato dal fatto che la moglie del Ministro del welfare-salute, sia il Direttore generale di Farmindustria, associazione che promuove gli interessi dell’industria farmaceutica. Ce n’è abbastanza per intravedere motivi di grave pericolo per la salute dei cittadini italiani. E’ sorprendente che riviste straniere come Nature e il British Medical Journal abbiano dato maggiori informazioni sul caso, che non la stampa e la televisione nazionali.

Finora hanno aderito alla lettera 150 professionisti italiani e stranieri e le adesioni continuano. Chi desidera aderire può scrivere a luisegra@tin.it

Lettera aperta sul caso AIFA

– vaccinazione contro il papillomavirus, pensiamoci bene

Un articolo di Charlotte J Haug sul New England Journal of Medicine, ripropone le criticità collegate alla vaccinazione contro il papillomavirus. Dalle insufficienti  evidenze sull’efficacia del vaccino sul tumore, alla “precoce” autorizzazione del Gardasil, alla possibile pressione selettiva sugli altri HPV oncogeni, fino alla difficile valutazione costo/efficacia collegata all’incertezza dei risultati. La Haug conclude che ci sono buoni motivi di cautela per l’introduzione su larga scala della vaccinazione, sarebbero necessari ulteriori studi per ottenere conoscenze più solide piuttosto che prendere decisioni basate su assunzioni non ancora provate.

Leggi l’articolo sul New England (free full text)

– le pressioni dell’industria spingono il vaccino contro il papillomavirus

Un articolo di Elisabeth Rosenthal sul New York Times del 19 aogsto, illustra la pressione esercitata dall’industria per promuovere il vaccino contro il papillomavirus negli USA. Attraverso la pubblicità inserita nei programmi televisivi più seguiti, i finanziamenti a gruppi di pazienti e di donne, agli esperti in campo medico, ai lobbisti e alle organizzazioni politiche interessate all’argomento. La Rosenthal snocciola le cifre della campagna aggressiva portata avanti dalla Merck, rivelando anche le spese per i relatori, le conferenze e i pranzi offerti a medici e infermieri. Le svariate interviste riportate nell’articolo, riferiscono le preoccupazioni di alcuni ricercatori per l’eccessiva pressione dell’industria e l’introduzione troppo rapida del nuovo vaccino, e le giustificazioni di chi l’ha decisa e di chi la sta promuovendo. Tutto questo negli USA. E in Europa? E in Italia?

Leggi l’articolo del New York Times

agosto 2008

– clean hands please

La rivista Nature racconta, in una breve nota del numero di agosto, le tristi vicende della sanità italiana, dai fatti sconvolgenti di Poggiolini e De Lorenzo, fino all’ultimo episodio – tuttora oscuro – che ha portato alla rimozione del dirigente dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), Nello Martini, apprezzato e stimato per la sua conduzione dell’Agenzia. La nota, intitolata “Clean hands please”, solleva – tra l’altro – l’ombra di un possibile conflitto di interessi dovuto al fatto che la moglie del Ministro del Welfare ricopre l’incarico di Direttore generale di Farmindustria. Un’ombra che va ad aggiungersi alle tante altre ombre che circondano questa vicenda. Da un’agenzia di stampa di Adnkronos, risulta che la senatrice Francesca Marinaro del PD, avrebbe fatto un’interrogazione in proposito di cui non si conoscono gli esiti.

Certo è avvilente (e preoccupante) che i medici e i cittadini italiani vengano informati da Nature (ma quanti la leggono?), invece che dai mezzi di comunicazione nazionali. La stampa e la televisione italiane hanno dato informazioni scarne e sibilline senza darci modo di capire cosa sia successo nel “Palazzo”.

Il sito di Dialogo sui farmaci ha fatto un ottimo lavoro di rassegna stampa, ci si può trovare anche la nota di Nature.

La nota di Nature

Il comunicato stampa di Adnkronos

leggi tutta la documentazione sul sito di Dialogo sui farmaci

– vaccinare contro il papillomavirus, una speranza qualche dubbio

La trasmissione Falò della televisione svizzera italiana, ha mandato in onda il 28 agosto un servizio sulla vaccinazione contro il papillomavirus. Diversi cantoni della Svizzera hanno programmato per settembre l’inizio dell’offerta del vaccino a tutte le ragazze tra gli 11 e i 19 anni. Nel servizio sono riportate le interviste a diversi soggetti coinvolti nella strategia vaccinale, dai funzionari pubblici ai medici, alle stesse ragazze che esprimono i loro diversi pareri. Di particolare interesse, l’intervista ai ricercatori finlandesi che raccontano perchè in Finlandia la decisone su questa vaccinazione è diversa da quella di tutti gli altri paesi del mondo. Per disporre di conoscenze solide sull’efficacia del vaccino, che oggi sono insufficienti, stanno svolgendo un grande studio di popolazione a lunga scadenza, che coinvolge decine di migliaia di ragazze in parte vaccinate e in parte no, che permetterà di prendere decisioni in base ai dati.

Il servizio di Falò sul vaccino contro il papillomavirus

– NoGracias anche in Colombia!

Anche in Colombia e in 5 paesi della Regione Andina, il 1° di luglio 2008, è partita l’iniziativa NoGracias. Il loro obiettivo è modificare i rapporti tra Industria farmaceutica, Amministrazione pubblica e Professionisti della salute, garantendo innanzi tutto la trasparenza.

Salutiamo con gioia i nuovi amici del Sud America che si aggiungono alla famiglia sempre più numerosa dei Nograzie nel mondo.

Visita il sito dei NoGracias-Colombia-Region Andina

– iniziative commerciali e libertà accademica

E’ permesso ad un medico di famiglia, senior lecturer in general practice alla Queensland University (Australia), criticare il marketing di un farmaco al cui sviluppo ha partecipato la stessa Università ?

Il dott. Andrew Gunn, presentandosi con i suoi titoli universitari,  in una trasmissione radiofonica sul marketing farmaceutico, di passaggio ha commentato in maniera critica alcuni aspetti commerciali del vaccino contro il cancro della cervice, Gardasil. L’Università, che ha una partnership con CSL, la ditta farmaceutica con la quale ha contribuito a sviluppare il vaccino, ha sostenuto che il dr. Gunn avrebbe dovuto tenere conto di questo fatto e chiarire che la sua era un’opinione personale non in linea con la politica ufficiale dell’Università. [continua]

guarda il filmato http://www.abc.net.au/reslib/200805/r250690_1029926.asx

leggi il testo dell’intervista  http://www.abc.net.au/7.30/content/2007/s2246224.htm

 

luglio 2008

– i bifosfonati possono indebolire le ossa

C’è il dubbio che l’uso a lungo termine dei bifosfonati per l’osteoporosi possa in realtà, in un piccolo numero di pazienti, indebolire l’osso.

Solleva il problema Tara Parker-Pope in un articolo sul New York Times, riprendendo una serie di segnalazioni (una pubblicata sul Journal of Orthopaedic Trauma) che riguardano un raro tipo di frattura che spezza di netto il femore al terzo superiore in assenza o con minimo trauma.

Di solito questo tipo di frattura capita negli incidenti stradali oppure negli anziani fragili, mentre queste segnalazioni si riferiscono a donne che hanno usato i bifosfonati per 5 o più anni (nello studio citato la durata media del trattamento era stata di 6,9 anni).

leggi la sintesi di Guido Giustetto

– statine a 8 anni

“Siamo rimasti sconvolti appena abbiamo sentito che l’American Academy of Pediatrics ha raccomandato che dei bambini di 8 anni debbano prendere dei farmaci per abbassare il loro colesterolo e che lo debbano fare per tutta la vita. Dopo avere letto il documento, siamo maggiormente sconcertati dalle implicazioni che questo documento ha sulla salute dei bambini.” Così inizia l’editoriale che il New York Times dedica alla raffica di critiche che ha colpito la decisione dell’American Academy of Pediatrics e l’American Heart Association, di raccomandare le statine per i bambini di 8 anni con alte concentrazioni di colesterolo LDL e per quelli di 2 anni con fattori di rischio cardiovascolare maggiori.

L’editoriale del NYT è stato ripreso da un articolo analitico del BMJ (BMJ 2008;337:a813).

leggi la sintesi di Guido Giustetto

– l’iniziativa “piazza pulita”

L’iniziativa – soprannominata “Piazza pulita” – nasce da un operatore amministrativo di ospedali e cliniche del Minnesota che, all’inizio di quest’anno, riempì 20  carrelli della spesa con gingilli delle industrie di farmaci e li spedì nel Camerun. L’idea per la raccolta venne dal dipartimento per il marketing del Sistema Sanitario dopo che un gruppo di medici redasse delle nuove linee guida etiche che proibivano di accettare regali dalle industrie di farmaci o di utilizzare oggetti con i loro loghi.

Leggi tutto l’articolo sul Canada’s leading medical journal (CMAJ)

Leggi la traduzione di Sergio Conti Nibal

– un modello di policy sulla trasparenza

Il CSPI (Center for science in the public interest) chiede che editori e riviste medico scientifiche adottino uno standard comune per la trasparenza riguardo al conflitto di interesse economico di autori, editori, e gruppi di peer review. Questo gruppo no profit che monitora anche l’influenza delle corporazioni sul mondo scientifico, ha sviluppato un modello di policy sulla trasparenza, con Barnett S Kramer, Thomas F Babor e Wendy Cowles Husser, rispettivamente delle riviste National Cancer Institute, Addiction, Journal of the American College of Surgeons; e Arthur Caplan e Jonathan Moreno, entrambi bioetici della University of Pennsylvania.

la notizia pubblicata sul CSPI

la traduzione di Andrea Labruto

il modello di policy

– chi sono gli opinion leaders?

Gli opinion leaders sono esperti indipendenti o rappresentanti del farmaco sotto mentite spoglie? A chiederselo è Ray Moynihan in un articolo comparso sul BMJ alla fine di giugno. Kimberly Elliott – rappresentante di diverse multinazionali del farmaco per circa 20 anni – intervistata dal BMJ, dichiara che gli opinion leaders sono dei veri e propri “venditori” per le case farmaceutiche che controllano accuratamente il ritorno del loro investimento. Seguono l’andamento delle prescrizioni prima e dopo le loro presentazioni e se un relatore non determina il risultato che la compagnia si aspettava – dice Ms Elliott – non viene più invitato a parlare. Quali soluzioni si possono trovare per questo fenomeno che ha ormai dimensioni globali? La trasparenza prima di tutto. Bisogna che i relatori dichiarino i finanziamenti ricevuti dall’industria.

Sullo stesso numero del BMJ, Charlie Buckwell e Giovanni Fava esprimono i loro pareri opposti su questo argomento.

L’articolo di Ray Moynihan e le video interviste a Kimberly Elliott

Sintesi e commento di Giovanni Peronato

– i grandi “esperti”: cosa dice PharmedOut

I principali opinion leaders sicuramente sosterranno, con tono risentito, che le loro opinioni non sono influenzate dagli onorari e dall’ospitalità offerti dall’industria. In alcuni casi questo può essere vero. Così inizia la lettera di Adriane Fugh-Berman pubblicata sul BMJ del 19 luglio (BMJ 2008;337:a789). Secondo un informatore anonimo proveniente dall’interno dell’industria intervistato da PahrmedOut – un progetto che la Fugh-Berman dirige personalmente, finanziato con fondi pubblici – la caccia ai medici universitari viene iniziata, da parte dell’industria, fin dai primi anni della loro carriera. Alcuni di questi opinion leaders non si rendono sinceramente conto dei messaggi di marketing che stanno disseminando. Per esempio la convinzione di un opinion leader che una certa malattia venga di solito sottodiagnostica e sottotrattata, o che sia più grave di quanto di solito si creda, può allinearsi perfettamente con gli obiettivi di marketing di un’industria, anche se non vengono mai menzionati farmaci. La Fugh-Berman conclude che la maggior parte degli “esperti” sono in realtà i principali opinion leaders di un’azienda. I meeting medici vengono organizzati in modo tale che ci si limiti a parlare delle terapie a più alto profitto e che ogni voce non sponsorizzata dall’industria venga emarginata.

Leggi la traduzione commentata di Fabio Suzzi

– 2007 anno record per la lobby farmaceutica

Nel 2007 la lobby farmaceutica ha speso 168 milioni di dollari, il 32% in più del 2006;  se si mettono insieme anche gli investimenti dei fabbricanti di dispositivi medicali e di altri prodotti sanitari la spesa totale per attività di lobbying è superiore a 189 milioni, il triplo del 1998.

Negli ultimi 10 anni la cifra totale ha superato la somma di un miliardo di dollari.

Questo fiume di denaro ha permesso nel 2007 di riuscire ad estendere due leggi controverse e a bloccare gli sforzi del Congresso di limitare i mezzi pubblicitari per i farmaci da prescrizione. [continua]

giugno 2008

– un’altra lettera aperta sul vaccino antiHPV

Mario Delfino (Professore associato di dermatologia, Università degli Studi di Napoli Federico II) ha inviato una lettera aperta sul vaccino antiHPV, all’Assessore alla Sanità ed ai Presidenti degli Ordini dei Medici della Regione Campania. La lettera è intitolata “Una vaccinazione per le bambine ancora discutibile”. Dice Delfino “Un esperimento di massa ad alto costo su bambine ignare e su genitori incoraggiati dal Ministro della salute che scrive loro di voler “garantire alle figlie un futuro di felicità e salute”. E continua “Le ricerche vanno fatte, ma anche da Enti di ricerca autonomi ed indipendenti, con risorse messe a disposizione da Enti pubblici e, nel caso specifico, per un tempo adeguato, su gruppi selezionati di soggetti e seguiti a lungo nel tempo. Le risorse attualmente impegnate per tale vaccinazione, che sembra a prevalente vantaggio delle ditte produttrici, andrebbero meglio impiegate da un lato per proseguire tali ricerche e dall’altro per potenziare gli screening di massa, mediante pap-test, delle popolazioni femminili realmente a rischio”.

Leggi tutto il testo della lettera aperta di Mario Delfino

 

– come Big Pharma tenta di difendere un marchio

A seguito della recente scadenza brevettuale e conseguente commercializzazione di farmaci equivalenti, amlodipina (Pfizer) e ramipril (Sanofi-Aventis), sono stati inviati a tutti gli iscritti alla newsletter di Medkey (gruppo EDRA) messaggi fuorvianti o per lo meno inquietanti, circa i presunti vantaggi del brand rispetto all’equivalente. Due esempi di come Big Pharma tenta di difendere un marchio. Nel primo caso è stata usata l’abilità di un grafico (pubblicitario?) che faceva risaltare l’unicità del prodotto originale rispetto alle “imitazioni”, nel secondo si fa invece riferimento ad una revisione pubblicata su Drug R&D inducendo una valutazione gravemente erronea sulla qualità dei generici.  La segnalazione all’Agenzia Nazionale del Farmaco (AIFA) ha portato alla rimozione dell’articolo dal sito.

Per approfondire, leggi il commento di Elisabetta Pasi 

– pubblicità al vaglio

Sono stati pubblicati di recente due studi sull’appropriatezza della pubblicità dei farmaci sulle riviste mediche. In particolare Spielmans e coll. (Università del Minnesota) hanno esaminato l’accuratezza di 69 pubblicità di antipsicotici e Montgomery e coll. hanno indagato 113 pubblicità di anti-ipertensivi comparse su 4 riviste mediche australiane. Nelle pubblicità degli antipsicotici, gli autori hanno riscontrato difficoltà nel rintracciare le fonti bibliografiche, che nel 50% dei casi non erano raggiungibili. Per gli antipertensivi, nessun tiazidico era stato esplicitamente suggerito come prima scelta, nonostante le forti evidenze di efficacia e di costo/efficacia di questo tipo di diuretici. Gli effetti collaterali erano riportati ma confinati in carattere piccolo. I risultati di queste ricerche chiamano in causa la normativa sulla pubblicità dei farmaci e la necessità di attente verifiche.

leggi la traduzione e sintesi di Guido Giustetto

– la medicina degli affari … senza pietà

L’editoriale di Guglielmo Ragozzino sul Manifesto del 10 giugno (“La medicina degli affari”) commenta le gravissime accuse a carico di alcuni medici della Clinica S. Rita di Milano. Sono 14 le ordinanze di custodia cautelare emesse. Si parla di interventi chirurgici inutili e dannosi e addirittura di morti. E il motivo sarebbero gli ingenti guadagni che ne sono derivati. Emerge – come dice Ragozzino –  “un atteggiamento ancora più avido di quello di un tempo” nel quale i pazienti diventano “corpi da sfruttare al massimo e poi espellerli. Meglio vivi che morti, perchè potranno servire un’altra volta, ma anche morti va bene lo stesso, una volta esaurita la serie di esami costosi spesso inutili e di operazioni crudeli”. Stiamo parlando di persone inermi che si sono affidate fiduciose alla “cure” dei medici …

Un fatto che scuote profondamente, soprattutto noi medici, per la crudeltà dimostrata proprio da chi dovrebbe fare della pietà e dell’altruismo la norma principale della sua professione.

– Giulio Formoso agli incontri in biblioteca di Vicenza

“Pacchetti (informativi) regalo?” è il titolo del prossimo incontro nella Biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo d Vicenza, che avrà come ospite Giulio Formoso. Dirigente Farmacista e Farmacoepidemiologo, ha conseguito un Master in Public Health e un Certificate in Health Communication presso la Johns Hopkins University di Baltimora (USA). E’ vicedirettore di “Pacchetti Informativi sui Farmaci – CeVEAS” che dal 2006 fa parte di ISDB (International Society of Drug Bulletins).

La locandina dell’incontro con Giulio Formoso

maggio 2008

– segreto professionale a rischio? muoviamoci subito!

Il decreto sulla privacy ha abolito il segreto professionale?

Leggi questo appello e se concordi sul contenuto, inviane uno simile all’Ordine a cui sei iscritto.

Fac-simile lettera per Ordine dei Medici

– il vaccino anti-HPV: una scelta da ripensare

Secondo Roberto Alfieri, docente di Progettazione e organizzazione dei servizi sanitari presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Bergamo, la vaccinazione contro l’HPV è una scelta da ripensare. “Le incertezze e le contraddizioni degli studi, le incertezze sull’opportunità economica, sulla sicurezza e l’accettabilità del vaccino, dovrebbero indurci a sospendere la scelta – scrive Alfieri – in attesa di ulteriori risultati che potranno arrivare solo attraverso la conduzione di ricerche indipendenti per non essere costretti né a “tirare a indovinare” né a realizzare con grande superficialità un’enorme sperimentazione di salute pubblica”. E conclude: ‘Se queste sono le modalità impiegate nelle decisioni di politica sanitaria, che dovrebbero distinguersi per il loro livello di approfondimento e caratterizzarsi per la loro appropriatezza, quanto rigore possiamo pretendere riguardo alle decisioni assunte al letto dei malati?”

L’articolo di Roberto Alfieri (pubblicato sulla rivista ASI, Agenzia Sanitaria Italiana)

– Maria Font e Vitaliano Trevisan agli incontri in biblioteca di Vicenza

La biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza allarga l’orizzonte dei suoi incontri con Vitaliano Trevisan, scrittore, attore e sceneggiatore teatrale e cinematografico che il 7 maggio parlerà di ‘Scrittura e malattia’. Il 14 maggio si discuterà su ‘Quale ruolo per l’informazione indipendente’ insieme a Maria Font, presidente dell’ISDB (International Society of Drug Bulletins) e vice-direttore di Dialogo sui farmacibimestrale indipendente di informazione e aggiornamento sanitario della ASL 20 di Verona.

Locandina dell’incontro con Vitaliano Trevisan

Locandina dell’incontro con Maria Font

aprile 2008

– anche gli olandesi sono “sanamente scettici”

E’ nato in Olanda Gezonde scepsis (Healthy Skepticism), che si propone di svolgere una serie di indagini: sui fattori che influenzano la prescrizione, la trasparenza dei siti web, l’educazione e la formazione medica, gli opinion leaders, e lo stato dell’arte della pubblicità diretta al pubblico.  Nel frattempo ha lanciato una campagna ‘pen amnesty’ simile a quella dei No free lunch di NY,  che consiste nel sostituire le biro regalate ai medici dalle case farmaceutiche, con biro di Amnesty International. Un altro progetto in corso è la realizzazione e l’implementazione di un programma di formazione nelle Università olandesi sulle tattiche di marketing dell’industria del farmaco.

Il sito di Gezonde scepsis

– l’influenza invisibile

E’ difficile che un medico si renda conto dell’influenza invisibile che può essere presente nella formazione sponsorizzata dalle case farmaceutiche. Le informazioni diffuse dal programma Backround Briefing organizzato dalla Australian Broadcasting Corporation (www.abc.net.au/m/backgroundbriefing/), riprese e commentate da Ray Moynihan in un recente articolo sul BMJ, offrono un raro sguardo dietro le quinte. A quanto pare non è insolito che le compagnie del farmaco suggeriscano gli oratori degli eventi formativi, anche se questi vengono proposti ai medici rassicurandoli che i contenuti sono indipendenti dall’influenza delle industrie.

Des Spence dei No free lunch del Regno Unito non ha dubbi: gli eventi sponsorizzati sono “marketing mascherato da formazione”.  E David Blumenthal dell’Università di Harvard, si chiede “Per quale motivo una compagnia che si basa sul profitto, almeno in questo paese (gli Stati Uniti), dovrebbe investire più di un miliardo di dollari all’anno nella formazione medica senza guadagnarci niente in cambio?”. La proposta di Blumenthal è la creazione di un “blind trust” per finanziare la formazione a livello istituzionale, mentre Peter Mansfield di Healty Skepticism, suggerisce che la formazione medica venga finanziata attraverso la tassazione pubblica, istituendo una selezione competitiva delle proposte. Attualmente le Istituzioni sembrano disinteressate a garantire l’indipendenza degli eventi formativi. Forse le recenti rivelazioni arrivate dall’Australia, renderanno più stringente la necessità di ottenere maggiore indipendenza per la formazione, o almeno maggiore trasparenza.

Leggi la traduzione-sintesi di Luisella Grandori

leggi l’articolo di Moynhian sul BMJ [free]

– il Massachusetts vieta i regali ai medici

Grazie a un emendamento presentato dal senatore Mark Montigny e approvato dal Senato, la Legge di Riforma dell’assistenza sanitaria del Massachusetts proibirà ogni tipo di regalo da parte delle industrie farmaceutiche e dei produttori di dispositivi medicali agli operatori sanitari. Il divieto impone che tutte le transazioni tra operatori della salute e industrie farmaceutiche e di dispositivi medicali siano di dominio pubblico e necessitino di autorizzazione.

“Questo è per proteggere la sacra relazione medico-paziente”, dice il senatore Montigny. … [continua]

– Giorgio Bert agli incontri in biblioteca di Vicenza

“Medico e paziente, chi è che racconta le storie?” Questo è il titolo dell’incontro con Giorgio Bert ospite del prossimo incontro nella biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, l’8 aprile. Sulla locandina dell’incontro si legge:

“…La medicina narrativa non è una disciplina, ma un atteggiamento mentale del medico, una mappa per scoprire un territorio vasto, affascinante e in gran parte ancora ignoto: il mondo dell’altro,del paziente. Ciò richiede competenze che hanno a che fare con la relazione. E poiché la relazione consiste in uno scambio di “narrazioni”,è opportuno che il medico apprenda a leggere le narrazioni dell’altro e a scoprire il mondo di significati,convinzioni e miti che fanno del paziente (come di ogni persona) un’entità unica e irripetibile…” ( G.Bert, “ Medicina narrativa,storie e parole nella relazione di cura” Il Pensiero Scientifico Editore, 2007).

Decisamente da non perdere!

La locandina dell’incontro

marzo 2008

– cosa ci insegna Bolzaneto

Bolzaneto insegna molte cose, dicono Di Girolamo, Martino e Spada del Centro di Salute internazionale dell’Università di Bologna. Il loro articolo  pubblicato su Aprile online il 20 marzo u.s., non si limita a denunciare la gravità dei fatti accaduti a Bolzaneto, che si configurano come tortura, ma punta l’indice sul coinvolgimento dei medici nelle violenze o sul loro silenzio complice. Un comportamento in stridente contraddizione con l’imperativo etico che invece dovrebbe guidare la nostra professione: la difesa della salute delle persone e quindi la difesa strenua dei loro diritti. Perchè senza rispetto dei diritti, non ci può essere salute. Facciamo nostre le loro conclusioni: “Bolzaneto ci insegna che i germi della dittatura sono presenti nelle nostre istituzioni e che la nostra società, a cominciare dai sanitari, non è capace di reagire. Probabilmente come medici, l’atto più importante che possiamo compiere per la tutela della salute è ricominciare a considerarci soggetti civici attivi, capaci di determinare e plasmare, attraverso le nostre pratiche, i processi di ordine politico, economico e sociale che sono i determinanti principali di malattia dei nostri pazienti. Dobbiamo, insomma, rivendicare il “diritto di rifiutare che tra giusto e sbagliato si possa scegliere solo l’inevitabile e non il necessario”.

L’articolo su Aprile online

– anche gli spagnoli dicono Nogracias!

il 26 marzo verrà presentata pubblicamente la “piattaforma” spagnola Nogracias. Analogamente ad altri gruppi come il nostro, i No free lunch, Healthy Skepticism, i Nogracias vogliono “sensibilizzare la società, e in particolare il settore sanitario (amministrazione, professionisti e pazienti) con l’obiettivo di modificare il rapporto attuale con l’industria farmaceutica. La “piattaforma” propone un nuovo quadro etico che permetta di valorizzare l’esercizio professionale, l’uso dei farmaci e il buon governo delle istituzioni pubbliche”.

Il comunicato dei Nogracias in spagnolo

Il comunicato dei Nogracias tradotto in italiano

Il sito dei Nogracias

 

– Molti dubbi, molta fretta, molti soldi

E’ intitolato così l’editoriale dell’ultimo numero di Dialogo sui Farmaci, che ripropone le perplessità sulla decisione riguardo alla vaccinazione antipapillomavirus. “Un caso emblematico di farmaci potenzialmente innovativi con tante attese e investimenti alle spalle (in ricerca e sviluppo ma anche tanto in promozione), per i quali tuttavia le evidenze sono ancora limitate e il costo d’implementazione delle campagne vaccinali, sicuramente elevato”.

Un lettera di Franco Romano, illustra con chiarezza i tanti dubbi sulla vaccinazione.

Editoriale di Dialogo sui farmaci

Lettera di Franco Romano

– “Giornalismo e legalità” il 28 marzo a Ferrara

il 28 marzo a Ferrara si terrà un pubblico dibattito su “Giornalismo e legalità: aspetti e vicende di un mestiere a rischio”, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, organizzato da Comune, ARCI e Associazione Stampa. Paolo Barnard sarà uno dei tre giornalisti che racconteranno la loro esperienza, insieme a Roberto Mancini e Carlo Vulpio. Come dice la locandina dell’incontro “La rete e i canali di diffusione delle notizie si sono moltiplicati ma temi e qualità delle cronache sono diventati monopolio dei poteri economico-finanziari e politici che gestiscono questi canali comunicativi-informativi, quantomeno i più importanti. Il mestiere del giornalista può essere definito “a rischio” per diverse ragioni”.

Locandina incontro Ferrara

– Mauro Miselli agli incontri in biblioteca di Vicenza

Mauro Miselli è l’ospite del prossimo incontro nella biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, il 12 marzo. Parlerà di “Ricerca, registrazione, informazione sui farmaci: una coerenza possibile?”. Miselli èfarmacista e farmacologo, fa parte – dal 1980 – del Comitato di Redazione della rivista “Informazioni sui farmaci” delle Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia. “Informazioni sui farmaci”  è la prima rivista italiana indipendente nata nel 1977, è membro fondatore della ISDB, International Society of Drug Bulletins, sorta sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1985.

La locandina dell’incontro con Mauro Miselli

– scriviamo tutti a Report

Scriviamo tutti a Report per chiedere che trasmettano come è andata a finire l’inchiesta sul mercato sui farmaci, come fanno per altreCosa è successo dopo quella puntata? Paolo Barnard lo racconta in una video intervista a Arcoiris.

Chiunque voglia scrivere a Report può copiare la lettera qui sotto e spedirla all’indirizzo indicato.

Lettera a Report

Video intervista a Barnard

febbraio 2008

– Paolo Barnard denunciato dopo la trasmissione di Report

Paolo Barnard è stato denunciato per l’inchiesta sul mercato dei farmaci trasmessa su Report nel 2001 e ripetuta nel 2003, per la rilevanza della tematica. Lui stesso avverte di quanto accaduto in una lettera aperta pubblicata da diversi siti internet. La vicenda è aggravata dal fatto che la RAI, servizio pubblico finanziato con il canone dai cittadini, non ha difeso Barnard dalle conseguenze legali subite per aver esposto con chiarezza fatti veri che devono essere conosciuti dai cittadini stessi.

Il nostro Gruppo (Nograzie) gli ha espresso solidarietà e sostegno. Abbiamo scritto anche ai vertici RAI per sollecitarli a difendere Paolo Barnard in modo efficace.

Alex Zanotelli e Gherardo Colombo hanno espresso il loro parere sulla vicenda, riconoscendone la gravità.

Lettera di Paolo Barnard

Lettera dei Nograzie a Paolo Barnard

Lettera alla RAI

Dichiarazioni di Alex Zanotelli e Gherardo Colombo

 

– Roberto Satolli agli incontri in biblioteca di Vicenza

Continua la serie di incontri dedicati alle riviste italiane aderenti alla ISDB http://www.isdbweb.org/pag/index.php (International Society of Drug Bulletins). L’ospite del 22 febbraio sarà Roberto Satolli, che si dedica da tempo al giornalismo scientifico dopo aver fatto il medico per un decennio. L’argomento  di discussione è particolarmente interessante e spesso dimenticato. “Medicina e potere: la definizione delle malattie”. Un tema sollevato in Italia da Giulio A. Maccacaro tra gli anni ’60 e ’70, che ha assunto con il tempo connotati ancora più complessi, certamente da approfondire.

La locandina dell’incontro con Satolli

– una proposta che mette a rischio la salute dei cittadini europei

Una proposta di legge della Commissione europea, pubblicata il 7 dicembre 2007, prevede una modifica delle regole della farmacovigilanza in Europa, che creerebbe gravi pericoli per la salute pubblica.Con il pretesto di semplificare le procedure amministrative e “razionalizzare il sistema”, in realtà la proposta della Commissione indebolisce il sistema di farmacovigilanza.

Health Action International  (HAI), la Società internazionale dei bollettini sui farmaci (ISDB) e Medicines in Europe Forum, hanno prodotto un documento che spiega i termini della questione e fa controproposte concrete.

Il documento di HAI, ISDB e Medicines in Europe Forum

 

– a Brescia con Medicina Democratica si parla di papillomavirus

Medicina Democratica ha organizzato un incontro con le famiglie per parlare di papillomavirus e del vaccino che presto verrà offerto alle bambine di 11 anni.

Sono state illustrate le tante incertezze collegate alla vaccinazione, le conoscenze limitate a soli 5 anni di sperimentazione, a fronte del lungo tempo di latenza (20-30 anni) dall’infezione alla possibile comparsa del tumore. Quanto saranno protette le bambine vaccinate a 11 anni? Dovranno fare richiami? E i richiami saranno utili se nel frattempo dovessero calare le difese e incontrassero il papillomavirus? Come ci ha ricordato Michele Grandolfo (ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità) dalle pagine di Repubblica, che si chiede anche se le ingenti risorse necessarie per la vaccinazione, verranno distolte da altre attività. Quali? E in base a quali priorità?  E il Pap-test verrà incentivato come sarebbe necessario, ancor più necessario dopo l’introduzione del vaccino?  Tante domande e poche risposte. E la lettera aperta dell’APeC (Associazione Pediatria di Comunità) ai Ministri Turco e Padoa Schioppa sembra essere caduta nel vuoto (vedi news di ottobre 2007). Intanto il Center for Disease Control europeo (ECDC) ha emanato le sue indicazioni per l’introduzione del vaccino, mentre la scelta della Finlandia, la più condivisibile, è rimasta unica. Viste le tante lacune conoscitive sul vaccino “per non tirare a indovinare”, la Finlandia sta svolgendo un grande studio di popolazione su 22.000 adolescenti che terminerà nel 2020. Che fretta c’è visto che oltre a tutto disponiamo di uno strumento come il Pap-test, di sicura efficacia contro i tumori causati da tutti gli HPV non solo quelli contenuti nel vaccino?

La lettera integrale di Michele Grandolfo sul vaccino anti-HPV

– facciamo il punto sulle statine

Da anni le statine sono al centro di un vivace dibattito su quanto e quando servano veramente. Giovanni Peronato ha scritto una breve sintesi dei fatti e delle evidenze disponibili.

La sintesi di Peronato: “Statine per tutti?”

– arriva la pandemia … un’altra simpatica storia del Generale Sun Tzu

Sulla newsletter di gennaio di Attenti alle bufale un’altra avventura del Generale Sun Tzu e del fido colonnello Ju Ji Tzu. Questa volta sono stati invitati a un seminario a Bethesda (a un tiro di schioppo da Washington) dall’OMS e dall’FDA per discutere di antinfluenzale e di pandemia … i nostri omaggi Signor Generale!

Arriva la pandemia

– Maurizio Bonati agli “incontri in biblioteca” di Vicenza

Il 13 febbraio 2008, l’ospite degli incontri nella Biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, sarà Maurizio Bonati, Responsabile del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell’Istituto Mario Negri di Milano e Direttore della rivista “Ricerca e Pratica”. Si tratta infatti del primo incontro dedicato alle riviste italiane aderenti alla ISDB http://www.isdbweb.org/pag/index.php (International Society of Drug Bulletins): Ricerca e Pratica, Informazioni sui farmaci, Dialogo sui Farmaci, Focus.

Locandina dell’incontro con Bonati

gennaio 2008

– “Ovito” l’ovetto garantito dalla Fimp

“L’Unico uovo approvato dalla Fimp”, così dice la pubblicità di una nota azienda ovicola. La Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), sindacato di categoria, non è nuova a queste “sponsorizzazioni”, anni fa toccò a una marca di occhiali da sole per bambini, iniziativa che provocò vivaci proteste degli stessi pediatri. Questa volta sono insorti anche i veterinari e i consumatori. Aldo Grasselli, segretario nazionale del Sivemp, sindacato italiano dei veterinari pubblici, invoca l’intervento dell’Antitrust perchè verifichi come mai un prodotto già dichiarato idoneo dai veterinari diventi per la Fimp “ancora più idoneo”.  Molti pediatri hanno criticato duramente questa scelta e Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici non trova opportuno che un’associazione sindacale di professionisti spenda la propria sigla per una campagna pubblicitaria. Le associazioni dei consumatori dubitano che il giudizio sull’uovo pubblicizzato sia frutto di una valutazione asettica, ma che possa esserci qualche interesse e considerano il fatto una forma di pubblicità al limite dell’ingannevolezza. L’azienda che ha ottenuto la certificazione dichiara che con la Fimp vi è un rapporto di collaborazione che va avanti da più di due anni. Alle accuse, il sindacato pediatrico ha risposto rivendicando la validità scientifica del “bollino” accordato alle “Ovito”, ma alla fine ha preferito ritirare la sponsorizzazione in accordo con l’Azienda.

Nota dell’agenzia di stampa Agi

su Repubblica

sul Corriere della sera

Dicembre 2007

– Burundi: chi non paga le cure finisce in detenzione

L’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG, www.saluteglobale.it) ci informa che in Burundi – uno dei paesi più poveri del mondo – chi non può pagare la retta dell’ospedale, viene costretto in detenzione nell’ospedale stesso, in ambienti sovraffollati, con cibo scarso, pessima igiene e … nessuna cura.

I rappresentanti delle Associazioni per i diritti civili (Human Health Watch, Association for the Promotion of Human Rigths and Detained Persons) che raccontano questa incredibile situazione in un articolo di Heath Policy and Planning (1), riferiscono che se durante la detenzione qualcuno muore, l’ospedale trattiene la salma finchè i familiari non pagano! Pare che la situazione sia leggermente migliorata dopo il maggio 2006, quando il governo ha stabilito l’esenzione della retta per le donne in gravidanza e i bambini più piccoli.

Come commenta Gavino Maciocco, Presidente dell’OISG, “Si sapeva che – in gran parte del mondo – le persone per curarsi (quando si curano) si indebitano e vendono quanto hanno di più prezioso. Ma che i malati poveri e insolventi finissero in detenzione (con tutte le conseguenze del caso), questo non si era mai visto. C’è una diretta responsabilità del governo del Burundi, ma anche della comunità internazionale che non può accettare una così vergognosa violazione dei diritti umani”.

1) Juliane Kippenberg, Jean Baptiste Sahokwasama and Joseph J Amon, Detention of insolvent patients in Burundian hospitals, Health Policy and Planning 2008;23:14–23

La nota dell’OISG sul Burundi

 

– Prometeo sulle “Vie dei Farmaci”

Gli studenti di Medicina di Bologna del Gruppo Prometeo, hanno organizzato l’11 dicembre u.s., una serata al cinema Lumière per discutere, insieme agli autori – Michele Mellara e Alessandro Rossi – “Le vie dei farmaci”, premiato come miglior documentario italiano a Torino CinemAmbiente 2007.

I Nograzie sono stati invitati a portare il loro contributo sul tema. Era presente anche Angelo Stefanini (Università di Bologna, corso di Salute Globale).

Il documentario è mirato prevalentemente alla drammatica ricaduta delle strategie di marketing delle multinazionali del farmaco, sulla salute di chi vive nei paesi poveri. Non a caso è stato prodotto in collaborazione con Medici Senza Frontiere. Ma tocca tutti i punti critici del mercato dei farmaci, in modo brillante e ironico.

Abbiamo proposto agli autori di fare il prossimo documentario su cosa sta accadendo nei Paesi ricchi, per completare lo scenario mondiale.

Speriamo che Mellara e Rossi accolgano la proposta. Potrebbero essere, come ha commentato Stefanini i nostri “Michael Moore italiani” .

Informazioni sul documentario

 

– “Notizie dalla Farmacia”

Un bollettino periodico prodotto dai farmacisti del Dipartimento del Farmaco  della USL11 di Empoli per la diffusione interna di informazioni sui farmaci e sulle attività del Dipartimento. In questo numero, si parla di Disease mongering, di effetti collaterali, di interazione tra alcuni farmaci e di altro ancora.

Notizie dalla farmacia n. 8, novembre-dicembre 2007

 

– i medici spagnoli chiedono una pausa di riflessione sul vaccino anti-HPV

Sono ormai più di 3.000 le adesioni alla lettera aperta di alcuni cattedratici spagnoli indirizzata al Ministro della Salute per chiedere una moratoria sul vaccino contro il papillomavirus umano (HPV). Le motivazioni sono assai condivisibili. Peccato non essere spagnoli per poterla firmare. E’ scritta in spagnolo ma è facilmente comprensibile.

Lettera aperta dei medici spagnoli

Traduzione in italiano della lettera degli spagnoli

– trasparenza nei rapporti tra industria farmaceutica e medici al centro dell’attenzione in Australia e negli USA

Nel 2006 The Australian Competition and Consumer Commission ( Commissione Antitrust)  aveva richiesto all’organizzazione degli industriali del farmaco (Medicines Australia) di aggiungere al nuovo codice di autoregolamentazione in via di approvazione  l’obbligo di rendere noti i particolari dell’ospitalità offerta ai medici nel corso di eventi “educazionali”.

Medicines Australia era ricorsa in tribunale per bloccare la decisione, contestando che tali informazioni fossero di interesse pubblico.

Il BMJ (07.07.2007) dà notizia che il ricorso è stato respinto e pertanto dal primo quadrimestre del 2008 si potranno leggere questi dati sul sito web dell’organizzazione industriale [continua]

Commento e sintesi di Guido Giustetto

– ‘Malati di farmaci’, un libro di Mauro Di Leo

E’ intitolato ‘Malati di farmaci’ l’ultimo libro di Mauro di Leo pubblicato degli Editori Riuniti che affronta i tanti interrogativi sul mercato dei farmaci e suoi riflessi sulla nostra salute. Sul retro di copertina si legge: ‘Siamo sicuri che i benefici di quella pasticca antiipertensiva che prendiamo tutte le mattine valgano i suoi fastidiosi effetti collaterali? Perché il medico prima di prescrivermi l’antibiotico non mi ha chiesto se stavo assumendo altre medicine? Perché quel nuovo farmaco antiallergico costa più di quell’altro che ha lo stesso principio attivo? I farmaci generici sono sicuri quanto i farmaci di marca? La mia leggera patologia necessita di una terapia farmacologica? Perché ci dobbiamo curare con farmaci sempre più costosi quando esistono alternative altrettanto efficaci a un costo molto più basso? A queste e a molte altre domande sulla salute prova a rispondere questo manuale. Dallo strapotere dell’industria farmaceutica all’uso strumentale delle ricerche sui nuovi farmaci, dall’abilità degli informatori alla “complicità” di alcuni medici, dalle carenze legislative alla timida soggezione dei pazienti davanti al medico, nessun momento della “filiera del farmaco” è trascurato dalla critica documentata dell’autore. Il libro contiene inoltre un aggiornato elenco dei farmaci che non danno alcun beneficio o che sono addirittura dannosi’.

 

Mauro Di Leo è medico internista. Lavora presso il Pronto Soccorso e il reparto di Medicina d’Urgenza del Policlinico Gemelli di Roma. Fa parte dell’Associazione di medici “No grazie, pago io”, i cui soci rifiutano qualsiasi omaggio da parte di aziende farmaceutiche.

La copertina del libro

– Ricerca medica inattendibile per colpa di Big Pharma. Soltanto?

Richard Smith – ex Direttore del British Medical Journal – in una intervista pubblicata dal Manifesto il 2 dicembre, intitolata “La ricerca medica è inattendibile per colpa delle case farmaceutiche”, spiega la grave situazione della ricerca medica ormai (quasi) completamente condizionata dagli interessi economici delle case farmaceutiche. Smith dichiara che la qualità della ricerca è bassa, gli errori frequenti. Da uno studio dell’ACP Journal Club, risulta che su cento giornali medici meno del 5% fornisce informazioni effettivamente utili al personale clinico e sanitario. Inoltre – continua Smith -il 70% delle ricerche pubblicate dalle cinque maggiori riviste mediche sono finanziate dalle case farmaceutiche e già nel 2003 uno studio pubblicato su JAMA  (Journal of the American Medical Association) mostrava che un terzo degli autori aveva interessi economici nella propria ricerca. E aggiunge che per di più i ricercatori non dichiarano di essere condizionati da un conflitto di interesse, come dimostra un altro studio condotto nel 2001. La ‘cura’ che propone Richard Smith è “tornare alle radici del lavoro scientifico […], creare un dibattito scientifico più aperto e alla luce del sole […] come avviene in altri settori della ricerca”.

Il problema è come farlo. Bisognerebbe che la comunità scientifica avesse un moto di orgoglio e si muovesse unita in questo comune intento. E che i governi capissero l’importanza di finanziare pubblicamente questo settore chiave per l’informazione del medico e – di conseguenza – per la salute delle persone. Troppo facile dare tutta la colpa a Big Pharma.

– vaccinare contro il papillomavirus? Grandolfo scrive a Marino

Michele Grandolfo, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, ha scritto a Repubblica una lettera indirizzata a Ignazio Marino (Presidente della Commissione Sanità del Senato) per fare presenti le sue perplessità sull’introduzione della vaccinazione contro il papillomavirus.

La lettera, non pubblicata, si può leggere QUI

Grandolfo ha prodotto anche un documento complessivo sui criteri delle scelte in sanità pubblica, presentato al convegno APeC del 22 settembre u.s.

Priorità e scelte in sanità pubblica di Michele Grandolfo

– Pharmaceutical Companies’ direct-to-consumer communication: No thanks!

Un nuovo documento della Società Internazionale dei Bollettini sui farmaci (ISDB), Medicine in Europe Forum e Health Action International (HAI) che ribadisce il pericolo per la salute dei cittadini se verrà permessa in Europa l’informazione diretta al pubblico da parte delle industrie del farmaco. Il documento contiene le loro proposte concrete e la loro ulteriore richiesta ai parlamentari europei che difendano la salute delle persone. Li ascolteranno?

Documento del dicembre 2007

 

Novembre 2007

– ECM sponsorizzata? No grazie!

Su Va pensiero (la newsletter del Pensiero Scientifico Editore) si discute di Educazione Continua in Medicina. Sponsorizzata sì o no?

“No grazie, perché la formazione deve essere salvaguardata da qualsiasi interesse diverso dalla protezione della salute delle persone”, risponde Luisella Grandori per il gruppo No grazie, pago io!. A chi l’onere della spesa? Al SSN e agli stessi medici che potrebbero contribuire di tasca propria. Ma prima ancora “ci vorrebbero dei veri Maestri, completamente liberi da schemi rigidi”.

L’intervento dei Nograzie su Va pensiero

 

– un Nograzie pachistano

Murad Moosa Khan, professore di psichiatria, alla Aga Khan University del Pakistan, racconta su BMJ del 27 ottobre 2007, perché ha rifiutato l’invito ad un seminario organizzato da un’industria farmaceutica. Il seminario dedicato alla salute mentale si teneva Pakistan in un Hotel a 5 stelle. Il Professor Khan, rifiutando l’invito, non si limita a spiegare la sua posizione contraria a qualunque tipo di regalo da parte dell’industria farmaceutica per ragioni di conflitto di interesse, ma esprime tutta la sua indignazione per gli enormi costi di un evento organizzato in quel modo e chiede “come mai non potete tenere il seminario sotto un tendone in uno dei bassifondi dove abita la maggior parte dei nostri pazienti che soffrono di depressione o di schizofrenia?”. Ma la sua indignazione non finisce qui.

Sintesi e traduzione di Guido Giustetto 

– Antonio Addis agli incontri in biblioteca di Vicenza

Il 12 novembre, l’ospite dei consueti incontri in biblioteca presso l’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, sarà Antonio Addis Responsabile dell’Ufficio Informazione e Comunicazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco -AIFA, e Direttore Scientifico del Bollettino d’Informazione sui Farmaci (BIF) dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

Il tema della giornata è “In-formazione e farmaci”, un tema di grande interesse soprattutto per i medici che hanno a cuore l’indipendenza dell’informazione per la salute dei loro pazienti. Il BIF è uno strumento prezioso in questo senso. E’ una rivista bimestrale di grande pregio per la qualità e l’attualità dei contenuti, che viene spedita a tutti i medici e può essere scaricata online dal sito dell’AIFAwww.agenziafarmaco.it

La locandina dell’incontro con Addis 

Ottobre 2007

– antipapillomavirus: la Truco e Padoa Schioppa vorranno ripensarci?

L’Associazione Culturale Pediatri (APeC, affiliata dell’ACP) ha scritto una lettera aperta ai Ministri Turco e Padoa Schioppa per chiedere di rinviare l’inizio della vaccinazione contro il papillomavirus (HPV). Troppe le conoscenze che ci mancano ancora, specie riguardo alle bambine a cui sarà diretto il vaccino. Quanto saranno protette? Il tumore del collo dell’utero compare 20-30 anni dopo l’infezione. Cosa succederà nel frattempo? Perchè non fare come la Finlandia, che sta svolgendo uno studio su 22.000 adolescenti e deciderà nel 2020 in base ai risultati? Perchè tanta fretta? Per proteggerci dal tumore abbiamo lo screening, il Pap-test  … che caso mai andrebbe incentivato in tante Regioni italiane, visto che molte donne (specie le meno abbienti) non lo eseguono.

Se non sarà possibile rinviare, l’APeC chiede garanzie di una buona organizzazione, monitoraggio dell’infezione e delle reazioni avverse e sopratutto informazione trasparente ai genitori, anche sui tanti vuoti conoscitivi.

Chi desidera firmare la lettera ai Ministri può scaricarla sul sito dell’APEC a questo indirizzo web:

http://www.associazionepediatriacomunita.it/vaccino_hpv_invia.htm

– un appello al Presidente Barroso

Le Associazioni internazionali Medicines in Europe Forum (MiEF), Health Action International Europe (HAI), e International Society of Drug Bulletins (ISDB), scrivono una lettera al Presidente Barroso, per reiterare la loro preoccupazione per la proposta di permetere alle industria del farmaco di informare direttamente i cittadini. In Italia nessuno ne parla. A che punto sarà l’iter della legge? Chi deve decidere rifletterà sugli esiti catastrofici di una simile scelta per tutti i cittaidni europei?

La lettera a Barroso

Per vedere gli altri documenti sul tema, andare sotto nelle news di settembre “Chi deve informare i cittadini europei sulla salute? Fareste entrare una volpe nel pollaio?”

 

– vaccinare gli anziani contro l’influenza, siamo sicuri che serva?

Un commento di Tom Jefferson della Cochrane Vaccines Field comparso di recente su Lancet, ripropone ancora una volta la riflessione sull’efficacia della vaccinazione contro l’influenza. Questa volta negli anziani. Le prove del beneficio della vaccinazione sulla mortalità sono controverse, come afferma Lone Simonsen su Lancet Infectious Disease, nell’articolo commentato da Jefferson. Il tipo di studi utilizzato, la possibilità che vengano vaccinati gli anziani meno fragili, le morti valutate per tutte le cause e non solo influenza o polmoniti, possono inficiare i risultati e renderli più favorevoli alla vaccinazione di quanto non sia nella realtà. Una realtà che andrebbe studiata meglio per capire se davvero questa vaccinazione porta dei benefici.

Ne ha parlato anche la BBC e radio3 scienza ha trasmesso un dibattito tra Jefferson e Crovari (Università di Genova).

Jefferson conclude il suo commento su Lancet chiedendosi “Potrebbero i governi essere abbastanza coraggiosi e onesti per rivedere le loro amate politiche [vaccinali]?”. Ce lo chiediamo anche noi.

Il commento di Jefferson su Lancet tradotto in italiano, gentilmente concesso dagli Autori

il riferimento bibliografico:

Jefferson T, Di Pietrantonj C. Inactivated influenza vaccines in the elderly – are you sure? Lancet 2007: 370:1199-1200.

Cosa dice la BBC

A radio3 scienza  puntata del 5 ottobre 2007

– il marketing della Sanità

Uno slogan per fare propaganda al Servizio Sanitario Nazionale, una campagna in grande stile, l’hanno chiamata la “Bella Sanità”. Con l’immagine di una modella vestita da crocerossina creata da un pubblicista di chiara fama, Oliviero Toscani. Non è uno scherzo, è vero … guardate sul sito del Ministero della salute:

La Bella Sanità

– i Nograzie chiedono al Ministro Turco una formazione sobria e indipendente

Da tempo si discute dell’Educazione Continua in Medicina (ECM). Finora non sembra aver prodotto salute, affermano i Nograzie, non si è occupata dei veri bisogni delle persone. In una lettera al Ministro Turco, trasmessa anche agli assessori alla Sanità di tutte le Regioni, i Nograzie spiegano le loro preoccupazioni e propongono modalità diverse che permettano di proteggere l’indipendenza dell’informazione dei medici e la salute dei cittadini.

La lettera dei Nograzie al Ministro Turco sulla formazione dei medici

Settembre 2007

– In ricordo di Lorenzo Tomatis

Pubblichiamo di seguito la lettera dei colleghi di Lorenzo Tomatis e ci uniamo a loro nel ricordo, nell’ammirazione, nell’affetto per lui, Maestro per tutti noi.

Lorenzo Tomatis è mancato il 21 settembre 2007: ci sentiamo addolorati, sgomenti, soli.
E non soltanto noi Medici per l’ Ambiente, che abbiamo avuto Lorenzo come Maestro e, dal 1990, Presidente del Comitato Scientifico Internazionale di ISDE, ma anche tutti coloro che, come abitanti di questo pianeta, hanno a cuore il destino dell’Uomo. Lorenzo Tomatis è stato infatti grande come medico, come ricercatore, come scrittore, ma soprattutto come Uomo: ed è stato per ciascuno di noi un Maestro perché ha messo sempre al primo posto, fino all’ultimo suo giorno di vita, il rispetto per la Vita, e per la dignità dell’uomo.

Non sembrino esagerate queste parole: se la strada indicata da uomini come Lorenzo fosse stata seguita, il mondo sarebbe oggi diverso, più a nostra misura, meno inquinato, più equo.

Lorenzo nasce a Ancona nel 1929 e si laurea in Medicina, sperimentando, già al momento della laurea, la protervia baronale di un professore che utilizza per la propria libera docenza il lavoro sperimentale da lui condotto per oltre un anno. Deluso ed amareggiato si laurea con una tesi sulla poliomielite. Giovane medico lavora poi in un istituto per malati cronici di TBC, toccando con mano la sofferenza e la rassegnazione di una umanità dal destino in gran parte segnato, che ricorderà magistralmente nelle pagine del romanzo autobiografico Il Fuoriuscito. Abbandonando un mondo accademico in cui non trova spazio, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1957 e nel 1967 approda a Lione, dove crea e dirige l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) fino al 1993. Negli anni in cui dirige la IARC lavora con passione e rigore metodologico: la sua produzione scientifica è amplissima e vedono la luce in quegli anni, sotto  la sua direzione, le monografie IARC, nelle quali prende forma l’attuale sistema di valutazione e classificazione delle sostanze cancerogene.

Il suo rigore scientifico ed il suo acume di ricercatore si declineranno sempre intorno ad una visione della Scienza, della Medicina e della Ricerca al servizio dell’Uomo.
In un mondo accademico sempre più chiuso e condizionato da dogmi e  in una medicina sempre più “ distratta” e sempre più influenzata dalle corporations e dai potentati economici Tomatis ha continuato a dare una testimonianza tenace, limpida, coerente del valore etico della Medicina. Con lungimiranza già da qualche decennio Tomatis aveva identificato nelle generazioni a venire le vittime innocenti della deriva della nostra civiltà , questa era la sua preoccupazione più viva: “ le generazione a venire non ci perdoneranno il danno che stiamo facendo loro”. Noi Medici per l’ Ambiente che abbiamo avuto la grande opportunità di conoscerlo ed amarlo e di averlo come Maestro in questi anni, cercheremo di essere sempre all’altezza del suo insegnamento e di conservare la sua memoria.

A questo fine vorremmo chiedere a tutti coloro che hanno avuto modo in questi anni di conoscere Lorenzo Tomatis e di imparare qualcosa da lui, di inviarci i loro ricordi, messaggi e documenti.
ISDE – International Society of Doctors for Environment -Italia
isde@ats.it

– Chi deve informare i cittadini europei sulla salute? Fareste entrare una volpe nel pollaio? 

“La Commissione Europea [attraverso il suo Pharmaceutical Forum] sta sostenendo la pretesa dell’industria del farmaco di avere un’influenza diretta sui  pazienti”. Così esordisce il documento dell’ISDB del maggio 2007. Da mesi la Società Internazionale dei Bollettini sui farmaci (ISDB), Medcine in Europe Forum e Health Action International (HAI) – Associazioni che proteggono l’informazione indipendente sui farmaci – hanno lanciato l’allarme sulla proposta di legge della Commissione europea che prevede l’informazione diretta ai cittadini da parte dell’Industria del farmaco. Nel documento di luglio firmato dalle tre associazioni, si dice che “i criteri di qualità dell’informazioni proposti dal Forum [il Pharmaceutical Forum europeo] non garantiscono l’imparzialità e la rilevanza dell’informazione. L’unico obiettivo di questa iniziativa sembra la deregulation della legislazione esistente in modo da permettere all’industria di comunicare direttamente con i cittadini”. La preoccupazione di chi ha a cuore la salute delle persone, è alta. Le esperienze dei Paesi dove questo è permesso, evidenziano che lungi dal migliorare le conoscenze corrette dei cittadini, si verifica invece una richiesta impropria, inutile – quando non dannosa – di farmaci, scavalcando e indebolendo il parere del medico. Una pressione “dal basso” efficacissima nel far lievitare le vendite e del tutto incontrollabile. I cittadini europei andrebbero informati e i politici resi consapevoli delle conseguenze di una simile scelta.

Tutto il dossier della vicenda

Documento di luglio tradotto in italiano

Per saperne di più, sul sito web della Revue Préscrire

immagine tratta dal Sito web della Revue Préscrire

– Sicko: malati e abbandonati

L’ultimo film di Michael Moore – Sicko – è arrivato anche in Italia. Con il suo stile inconfondibile, ironico e leggero ma che non lascia scampo, Moore ci racconta le storie di tanti cittadini americani abbandonati senza pietà alla loro malattia, senza diritto alle cure. Ma curiosamente gli intervistati non fanno parte dei 50 milioni (!!!) di persone senza assicurazione sanitaria, sono tutti regolarmente assicurati …  eppure per pagarsi le cure arrivano a dover vendere la casa o a fare lavori logoranti all’età di 80 anni. E c’è chi muore perchè si vede rifiutato il ricovero o un intervento indispensabile per salvargli la vita. E intanto l’Industria della salute e suoi azionisti ottengono “profitti osceni” (così li chiama Moore che snocciola cifre da capogiro) noncuranti del fatto che la gente soffre e muore. Un meccanismo perverso in cui i dirigenti medici delle assicurazioni vengono addirittura gratificati, economicamente e in termini di carriera, se fanno risparmiare l’Azienda negando le cure. Lo stupore di Michael Moore per la protezione data alle persone dai servizi sanitari pubblici europei, canadesi e cubani, ci fa toccare con mano la grande fortuna di vivere in un paese dove il diritto alla salute è ancora una realtà. Ma per quanto? Cosa sta accadendo in Europa? Le lobbying sui parlamentari (vedi la news più sotto) crescono solo negli USA? Passerà la proposta dell’informazione diretta ai cittadini da parte di Big Pharma (vedi la news subito sopra)? Anche i continui “inviti” della Banca europea a  tagliare le spese per i servizi pubblici (sanità compresa), non lascia sereni. I tagli ci sono e continuano … Quale altro tipo di assistenza sanitaria verrà offerta se quella pubblica, a furia di togliere risorse, non funzionerà più? Qualcuno, qualcosa farà ragionare i nostri governanti prima che sia troppo tardi, oppure Sicko è solo una premonizione del futuro che ci aspetta?

il sito di Michael Moore

il sito ufficiale di Sicko

Agosto 2007

– Nuove star alla TV

Il The Indianpolis star del 30 luglio 2007, riporta una curiosa statistica sulle citazioni di farmaci – con il loro nome commerciale – in vari programmi TV americani. Dal Prozac al Cialis, da EpiPen a Nuva Ring. L’FDA (Agenzia regolatoria del farmaco USA) non ha una posizione esplicita sulla pubblicizzazione dei prodotti farmaceutici nei programmi televisivi, anche se questa è ben più subdola delle normali campagne pubblicitarie. In queste ultime, infatti, i produttori non possono presentare i benefici delle loro medicine senza menzionare anche i possibili rischi.

Sintesi di Guido Giustetto

da The Indianapolis Star

 

– Ritirato il Lumiracoxib in Australia

L’ente regolatore australiano per i farmaci, TGA, ha ritirato l’autorizzazione al commercio del lumiracoxib (Prexige, Novartis), dopo 8 casi di gravi danni epatici, di cui 2 mortali e 2 in attesa di trapianto. Nel giugno 2007, quattro mesi dopo il primo caso di insufficienza epatica, Novartis ha ritirato dal prontuario la dose da 200 mg dopo avere ottenuto la registrazione della dose da 100 mg. In Gran Bretagna e in Canada il farmaco è autorizzato con quest’ultimo dosaggio. Negli Stati Uniti la FDA ha richiesto ulteriori studi prima di autorizzarlo e in Italia il farmaco non è ancora stato messo in commercio. L’epatotossicità è dose-dipendente come sostengono alcuni (compresa la Novartis)? Oppure, come afferma David Henry, professore di Farmacologia clinica all’Università di Newcastle (Austarlia), il farmaco andrebbe ritirato a livello mondiale? La triste vicenda del Vioxx dovrebbe farci riflettere.

sintesi di Guido Giustetto

Extract dalle news di BMJ 2007; 335: 363

Pharmalot del 18 agosto del 2007

– Se gli dai da mangiare partecipano

Una ricerca pubblicata su BMC Medical Education nel luglio 2007, ha valutato l’effetto dell’offerta di cibo sulla partecipazione dei medici agli incontri di formazione presso la Mayo Clinic (Rochester, Minnesota). Dopo l’introduzione di uno spuntino gratuito (un sandwich, un frutto e una bibita) con il contributo di un’industria farmaceutica, la partecipazione è aumentata del 38,4%. Nel questionario finale, il 70% degli intervistati ha risposto che lo spuntino aumentava la probabilità di partecipare all’incontro e l’82% non riteneva che i rappresentanti dell’industria avessero influenzato l’incontro per il fatto di aver pagato il cibo.

In conclusione: dar da mangiare gratis è una strategia efficace per aumentare la frequenza agli incontri di aggiornamento ….

Sintesi-traduzione di Guido Giustetto

L’articolo di BMC Medical Education

– Crescono gli investimenti in lobbying

Da uno studio del Center for Public Integrity, risulta che le spese delle industrie del farmaco per influenzare la legislazione degli USA, sono in forte aumento.

Quasi 182 milioni di dollari dal gennaio 2005 al giugno 2006. La maggior parte (155 milioni) spesi in attività di lobbying su varie questioni, dalla protezione dei brevetti alla proibizione dell’importazione di farmaci meno cari da altri Stati. In questa attività sono stati occupati, negli ultimi due anni, circa 1100 lobbisti. Molte delle leggi nel mirino dei lobbisti lo scorso anno, riguardavano temi di grande preoccupazione per la cittadinanza come i prezzi elevati o la sicurezza dei farmaci. Le cifre enormi investite dall’industria del farmaco e il numero di lobbisti impiegato, rendono evidente l’impari battaglia delle associazioni di cittadini per difendere i loro diritti, che si trovano a lottare contro un vero e proprio “esercito”.

Sintesi-traduzione di Guido Giustetto

Il rapporto del Center for Public Integrity

– Bocciato il ricorso della Novartis contro la legge Indiana sui brevetti. L’India potrà continuare a produrre farmaci per i

   Paesi in via di sviluppo

Medici Senza Frontiere (MSF) ci informa che il 6 agosto “l’Alta corte di Chennai ha emesso una sentenza storica che preserva la legge Indiana sui brevetti e dà torto alla multinazionale farmaceutica svizzera Novartis, che voleva far dichiarare illegittima la normativa che consente alle industrie indiane di produrre equivalenti generici di farmaci essenziali e salva-vita, finanziariamente accessibili per i Paesi in via di sviluppo”. Una gioia e una vittoria per milioni di medici e di pazienti a cui partecipiamo con tutto il cuore. Sul sito di MSF maggiori particolari sulla vicenda.

La notizia sul sito di Medici senza frontiere

 

Luglio 2007

– mercato dei farmaci: Industria farmaceutica e politici, cosa succede negli USA?

In pericolo il monopolio di un farmaco per l’ipertensione polmonare. Due nuovi prodotti potrebbero fare concorrenza al Tracleer della Actelion che è sul mercato dal 2001 ed ha totalizzato 850 milioni di dollari nel 2006; la previsione aziendale è di raggiungere 1 milione di dollari di vendite nel 2007. Gli analisti di mercato fanno le loro previsioni sulla spartizione dei profitti tra le varie case farmaceutiche in lizza. La stampa statunitense è sempre più attenta ai legami tra politici e industria del farmaco e alcuni siti USA informano che taluni senatori hanno ricevuto forti somme dall’industria farmaceutica per influenzare i tempi di registrazione o importazione dei farmaci, o addirittura le sperimentazioni. La notizia è pubblicata sull’ultimo numero di Notizie dalla Farmacia del Dipartimento del Farmaco della ASL 11 di Empoli, dove sono segnalati anche link per approfondire questo argomento oltre a tante altre informazioni utili.

Notizie dalla Farmacia

 

Giugno 2007

– Tattiche utilizzate dai rappresentanti di farmaci per manipolare i medici

Un articolo comparso su Plos Medicine nel mese di aprile 2007, illustra le diverse tecniche usate dai rappresentanti di farmaci per manipolare i medici e indurli a prescrivere il maggior numero di farmaci possibile. Una delle tecniche più utilizzate e più redditizia è quella di mostrare amicizia nei confronti dei medici; ma non mancano trucchi per influenzare i medici che preferiscono i farmaci di una ditta concorrente o quelli che non ricevono i rappresentanti. Molta attenzione è dedicata ai grandi prescrittori e agli opinion leaders.

L’articolo contiene una tabella dove i medici vengono catalogati in 8 categorie a seconda del loro carattere e del loro modo di interagire con il rappresentante; per ciascuna categoria vengono valutati i vantaggi delle diverse tattiche.

Divertitevi a cercare a quale categoria appartenete voi.

La tabella con le tattiche per manipolare i medici (tradotta in italiano)

L’articolo originale su PLoS medicine

– Il produttore di Oxycontin si dichiara colpevole di promozione illegale

Secondo la Food and Drug Admnistration (Agenzia regolatoria del farmaco e degli alimenti degli USA), la Purdue Frederick Company, ditta produttrice di Oxycontin (Ossicodone), “ha istruito i suoi rappresentanti a descrivere il farmaco agli operatori sanitari in maniera falsa”, in particolare sostenendo che il farmaco desse meno dipendenza della morfina. Questa affermazione divenne la chiave di volta di una aggressiva campagna di marketing  che ha permesso alla compagnia guadagni superiori a 1 miliardo di dollari in un solo anno. Secondo il procuratore distrettuale della Virginia, il risultato di questa campagna criminale di disinformazione è stato sconcertante: dal 2000, soprattutto nelle aree rurali, sono aumentati il tasso di reati correlati all’uso del farmaco e di dipendenza tra gli adolescenti e la mortalità. I reati di cui la compagnia e i suoi dirigenti si sono dichiarati colpevoli, avvennero tra il 1995 quando la FDA approvò la commercializzazione del farmaco e il 2001, quando la Purdue Frederick Company di fronte alle critiche pubbliche e alle indagini dell’ente regolatore rinunciò alla sua campagna sul basso rischio di dipendenza. S. Wolfe, direttore della sezione Salute di Public Citizen (gruppo di difesa dei cittadini di Washington) ha dichiarato: “Il danno alla collettività di questi spacciatori dai colletti bianchi ha sicuramente superato il danno complessivo procurato dagli spacciatori di strada”.

Sintesi- commento di Guido Giustetto

La notizia sul sito dell’FDA

La notizia è stata riportata anche sul New York Times ma non è più visibile online

– Tom Jefferson sbarca in Sardegna

Un’intervista video di Tom Jefferson sul sito di Sardegna Salute, che ci insegna, ancora una volta, come difenderci dai (tanti) cattivi maestri, come nascono, come crescono, come riescono a ingannarci.

Nel sottotitolo del video si legge: Talvolta dietro alle nuove terapie o alle procedure diagnostiche più sofisticate si nascondono delle insidie. O delle bufale, come ama chiamarle Tom Jefferson, medico epidemiologo della Cochrane Collaboration, un network di ricercatori che producono revisioni sistematiche, vale a dire sintesi delle prove disponibili nella letteratura medica riguardanti specifici problemi clinici o di sanità pubblica.

Il video di Tom Jefferson

Il sito di Attenti alla bufale

il libro Attenti alle bufale

Maggio 2007

– AstraZeneca e il sacco di denaro

Il quotidiano di Filadefia The Philadelphia Inquirer e The Indipendent danno notizia della tempesta giudiziaria in cui si trova la multinazionale inglese AstraZeneca,  dopo la comparsa su Internet di documenti che configurano pratiche di marketing illegale negli USA. In una newsletter interna alla Ditta un direttore vendite avrebbe paragonato gli studi medici a “un sacco di denaro” dal quale si può pescare a piene mani. E, cosa forse ancor più grave per la legislazione americana, avrebbe suggerito ai rappresentanti di fare la contropromozione di un farmaco “concorrente” rispetto ad un prodotto di AstraZeneca. Sfortunatamente per lui il suo consiglio è uscito clandestinamente e ha fatto il giro della rete … e si è trovato licenziato nel giro di poche ore dall’uscita dei documenti. Un atto di giustizia? Una vittima sacrificale? Certo se le accuse saranno provate, AstraZeneca rischia forte.

La sintesi-commento di Guido Giustetto

Independent del 21 aprile 2007

Independent del 24 aprile 2007

Philadelphia Inquirer 7 aprile 2007

Philadelphia Inquirer 16 aprile 2007

Philadelphia Inquirer  2 maggio 2007

– A Napoli, una giornata di studio per la salute dei cittadini

L’Educazione Continua in Medicina può rappresentare una risorsa rilevante per la crescita culturale dei professionisti, per la qualità dell’assistenza e per la salute dei cittadini. Ma le attività formative rispondono ai bisogni dei cittadini? E contribuiscono a migliorare la qualità dell’assistenza? Quanti corsi sono progettati con obiettivi specifici misurabili e valutabili? Quanto è accettabile una valutazione solo delle conoscenze acquisite e non anche delle ricadute sui modelli assistenziali e sugli indicatori si salute? Quanti docenti abbiamo con esperienza di insegnamento agli adulti e come formarne altri? Come limitare convegni e convegnini e favorire la formazione sul campo, gli audit, il lavoro a piccoli gruppi per risolvere problemi di lavoro? Come eliminare i provider caratterizzati esclusivamente da spirito commerciale? Come eliminare il conflitto di interessi e stabilire rapporti etici con l’industria privata? Questi sono alcuni dei temi che saranno affrontati in questa giornata. Saranno presenti, tra gli altri, Serafino Zucchelli (Sottosegretario Ministero della Salute), Michele Grandolfo (ISS), Silvia Boni (Formez), Luciano Vettore (Società Italiana di Pedagogia Medica).

La brochure della giornata  

Durante l’iniziativa verrà presentato il libro a cura di Alfredo Pisacane e Isabella Continisio “Come fare Educazione Continua in Medicina”.

La scheda del libro

– Gaia Marsico agli incontri in biblioteca di Vicenza

Il 31 maggio nella Biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, Gaia Marsico – Bioeticista dell’Università di Padova – parlerà della “Sperimentazione umana, diritti violati, diritti condivisi”. Così si intitola il suo libro di recente pubblicazione (vedi le news di febbraio) che è frutto di un lungo lavoro in tanti Comitati Etici italiani e del costante confronto con altri professionisti, con gli studenti e con sua figlia Irene di dieci anni. Un libro inusuale per la ricchezza e la fruibilità della documentazione e per lo sguardo attento a tutti gli aspetti etici della ricerca sull’uomo, ai diritti della persona scritti sulle tante Carte internazionali, ma assai poco rispettati nei fatti. Con un accento forte sulla condivisione, come un’opportunità da non perdere per costruire attenzione e rispetto verso (e tra) le persone, specialmente in una circostanza tanto particolare come la sperimentazione.

La locandina dell’incontro con Gaia Marsico

– Ketek un macrolide palindromo

Ancora una storia di poca attenzione e poca “cura” per la salute delle persone, dell’approvazione di un farmaco fatta troppo in fretta. Giovanni Peronato ripercorre in sintesi la storia del Ketek – un antibiotico prodotto dalla Sanofi-Aventis – di cui si è discusso sul NEJM dello scorso aprile (“The FDA and the case of Ketek” di David B. Ross). Concordiamo con la sua simpatica conclusione: “se tutta la vicenda comporterà per il futuro una più severa acquisizione dei dati sulla sicurezza dei farmaci e una più rigorosa revisione nel loro percorso di approvazione, il Ketek qualcosa di buono alla fine  lo avrà fatto!”.

La sintesi-commento di Giovanni Peronato

L’articolo sul NEJM [free full text]

 

Aprile 2007

– l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) sollecita il governo a difendere il diritto alla salute per tutti

L’OISG sollecita il governo a difendere “il diritto alla salute per tutti” e lo invita a versare al Fondo Globale i 280 milioni di euro promessi per la lotta all’AIDS, Tubercolosi e Malaria. Ma fa presenti le condizioni indispensabili per rendere efficace il sostegno alla salute delle popolazioni più povere. Non “perseguendo una politica di intervento su singole malattie disinteressandosi dell’intero sistema sanitario locale e introducendo forme estreme di privatizzazione dei servizi” e neppure “affidando la soluzione dei problemi di salute internazionale alle Public-Private Partnerships (PPP) di cui il fondo Globale è l’emblema” ma rafforzando piuttosto “il ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità […] collegando le politiche per la salute a quelle per lo sviluppo, finalizzate all’eliminazione della povertà e alla riduzione delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito”.

Il comunicato stampa dell’OISG

– a Palermo CGIL e Magistratura Democratica a convegno

Il secondo convegno della CGIL e di Magistratura democratica a Palermo per affrontare i problemi di “Efficacia e trasparenza nel sistema sanitario”. Un programma interessante con la presenza di Rita Borsellino, medici e magistrati.  Da un’analisi accurata sono state individuate prescrizioni inappropriate che mettono in luce la necessità di controlli accurati da parte del Servizio Sanitario regionale. Anche i Nograzie sono stati invitati a portare il loro contributo, in un percorso comune di difesa dei diritti alla salute da qualsiasi altro interesse che possa metterli a rischio.

La locandina del programma (fronte)

La locandina del programma (retro)

Marzo 2007

– Ospedale di Vicenza: incontro in biblioteca con Piergiorgio Duca

il 19 marzo, Piergiorgio Duca (Professore straordinario di Statistica Medica all’Università di Milano) sarà ospite dei consueti incontri in biblioteca organizzati da Daniele Busetto. Parlerà di malati, malattie e numeri. Con questa premessa: “Medici, avvocati, politici, professionisti, amministratori pubblici e comuni cittadini manipolano quotidianamente dati statistici di vario genere senza avere la benchè minima competenza per valutarli criticamente. Non esiste aspetto della nostra vita personale -amore, sesso, malattie, lavoro, piaceri, perversioni – che non sia stato oggetto di una indagine statistica…” (da prefaz. a ” Quando i numeri ingannano” di Gerd  Gigerenzer, 2003, Raffaello Cortina Editore).

Il volantino dell’iniziativa

 

Febbraio 2007

– Qualcuno dice no

Alfredo Pisacane ritira la sua disponibilità a relazionare ad un evento formativo per gli specializzandi in Pediatria dopo aver saputo che tra gli sponsor c’erano Ditte che producono latti artificiali.

Nella lettera spedita agli organizzatori dell’evento, Pisacane spiega con chiarezza le ragioni del suo gesto, a partire dalle ripetute violazioni del Codice OMS sui sostituti del latte materno da parte di queste Ditte, fino alla necessità di riflettere sui messaggi che si danno ai giovani medici.

Allo stesso modo, e per gli stessi motivi, 15 anni orsono Alfredo Pisacane si rifiutò di partecipare alla cena dei neo-specializzati ai quali scrisse una lunga “Lettera ad uno specializzando in Pediatria” pubblicata sulla Rivista Italiana di Pediatria (1992; 18:358-373).

Una testimonianza coerente e tenace. Speriamo che i giovani, almeno qualcuno di loro, colga “il messaggio”.

La lettera di rinuncia di Pisacane

– i Nograzie su AdWatch

E’ stata pubblicata nelle rubrica AdWatch degli Healthy Skepticism, la segnalazione della grave disinformazione rivolta ai medici riguardo all’uso degli antibiotici nelle infezioni delle prime vie aeree, diffusa in Italia attraverso l’opuscolo allegato al Corriere Medico (vedi le news di dicembre 2006).

la notizia su Adwatch: Use the best first (Bayer)

– Sotto accusa negli Stati Uniti la promozione dell’uso improprio dell’Olanzapina (Zyprexa)

La Ely Lilly è sotto accusa negli Stati Uniti per aver spinto i medici generali all’uso improprio dell’Olanzapina (Zyprexa). Un potente farmaco per curare la schizofrenia e il disordine bipolare. I dirigenti della Ditta affermano di non aver mai promosso Zyprexa per uso off-label, ma il New York Times ha ricostruito la vicenda sulla base di documenti interni all’Azienda di cui è venuto in possesso.

Il commento di Guido Giustetto

L’articolo sul New York Times

– tutto il Vioxx minuto per minuto

Giovanni Peronato ci aggiorna sulle novità della vicenda Vioxx, ripercorrendo l’intera storia. Il suo commento si conclude con parole che facciamo nostre: “Un nuovo patto di collaborazione va stipulato tra industria, accademici, riviste scientifiche, medici tutti i e governo per lo sviluppo di nuovi farmaci più sicuri”.

L’aggiornamento-commento di Giovanni Peronato

– Sperimentazione umana, diritti violati/diritti condivisi

Così si intitola un libro di Gaia Marsico che percorre tutti gli aspetti etici coinvolti nella difesa della salute, dalla partecipazione alla trasparenza, alle popolazioni “speciali”, fino ad uno sguardo globale sul progresso e la ricerca.

Lo troveremo nelle librerie dal 13 febbraio.

Un libro da leggere e consigliare ai medici, ai giovani e ai cittadini tutti, che può essere uno strumento di riflessione utile anche per approfondire questi temi in sedi pubbliche e con gli studenti di medicina, e non solo.

Un’opportunità di cui siamo grati a Gaia Marsico.

La scheda del libro

L’indice

Il sito del Reaseach Group on rights/ethics in medicine

Gennaio 2007

– A caro prezzo – le disuguaglianze nella salute

Si intitola così il secondo rapporto dell’Osservatorio Italiano per la Salute Globale (www.saluteglobale.it) che si può trovare in libreria dalla fine di gennaio 2007.

Nella prefazione di Gavino Maciocco (Presidente dell’Osservatorio) si legge:

Gianni Tognoni, Marta Valerio e Marilena Romero nella Postfazione di questo Rapporto affermano: “Constatare, prevedere, osservare, tollerare, documentare, anno dopo anno, la morte (per milioni, o migliaia o centinaia, o …) di minoranze e maggioranze, non è un dato epidemiologico è un genocidio, con le conseguenze di responsabilità che questo comporta. Qualsiasi adattamento, addolcimento, distinguo è una manipolazione programmata, che coinvolge le responsabilità della comunità scientifica e di tutti coloro che prendono decisioni “come se si trattasse di qualcosa d’altro”. E’ vero: questa mole di dati epidemiologici non serve – come sarebbe, anche eticamente, necessario – per prendere decisioni politiche e se ciò avviene – gli obiettivi del Millennio – queste vengono sistematicamente disattese. E il termine genocidio non è un’iperbole.

La scheda del libro

L’indice

– Sanofi attacca, l’AIFA si difende

Mentre le Agenzie e le Commissioni nazionali stanno valutando se e come introdurre il vaccino contro le infezioni da Papillomavirus (Gardasil) in Italia – valutazioni assai complesse che richiedono tempo* – la Ditta produttrice (Sanofi Pasteur MSD) accusa pubblicamente l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) di un ritardo nella registrazione del vaccino. Ritardo che non esiste, spiega l’AIFA. ”Le procedure per la commercializzazione del vaccino, il Gardasil, sono state da tempo avviate dall’Aifa, e sono in fase di finalizzazione secondo un piano di condivisione con il Ministero della Salute, le Regioni e il Consiglio superiore di sanita”.

Le Agenzie di valutazione avrebbero il diritto di lavorare in serenità, senza il fiato sul collo.

Leggi le note dell’Agenzia di stampa Androkronos

Nota sul vaccino anti papillomavirus su Quaderni acp

– Una pandemia silenziosa: danni neurologici nei bambini di tutto il mondo

La prestigiosa rivista The Lancet solleva il problema drammatico collegato alla diffusione nell’ambiente di sostanze neurotossiche che possono danneggiare gravemente la salute e lo sviluppo di tutti i bambini del mondo. La notizia viene ripresa da un comunicato stampa della Harvard School of Public Health, che riporta ulteriori informazioni.

Denunciare la gravità della situazione è un primo passo certamente importante, ma verranno presi provvedimenti (urgenti!) per far fronte a tanto pericolo?

L’abstract dell’articolo su Lancet

Il comunicato stampa della Harvard School of Public Health

Dicembre 2006

– L’AIFA sospende l’opuscolo che disinforma

L’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha sospeso la diffusione di un opuscolo che conteneva informazioni gravemente fuorvianti sull’uso degli antibiotici nelle infezioni delle prime vie aeree. Allargava infatti l’uso della mefloxacina come farmaco di prima scelta, per faringotonsilliti, rinosinusiti e otiti contro ogni evidenza disponibile in letteratura e citando a sostegno Linee Guida statunitensi che invece affermano altro (si veda anche la news di settembre 2006).

La lettera spedita all’AIFA

La lettera spedita all’ISS

– Novartis contro il Governo indiano e i farmaci accessibili ai più poveri

Novartis ha fatto causa al Governo indiano perchè permette la produzione di farmaci generici dai prezzi contenuti. Se vincerà, milioni di persone in tutto il mondo potrebbero perdere l’unica fonte di medicinali (essenziali) a prezzi accessibili. Questa la denuncia di Medici Senza Frontiere che ha lanciato un appello sul suo sito per chiedere alla Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria.

Per firmare la petizione e leggere maggiori particolari di cosa sta succedendo http://www.msf.org/petition_india/italy.html

Se condividete la finalità dell’iniziativa, diffondete l’informazione. Più firme arrivano, più probabilità ci sono che l’azioni si fermi.

– Buon Natale con le parole di Erri De Luca

“So per certo che in natura tutto è sopraffazione,
vita concimata a morte,
pure il fiore,
però il fiore mi fa dimenticare la certezza”.

Erri De Luca

– Attenti alle bufale!

Tom Jefferson (Cochrane vaccines field) ci insegna come difenderci dalle cattive informazioni scientifiche. Un libro e un sito “Attenti alle bufale”, da leggere e visitare. Anche divertente.

il sito Attenti alle bufale

Novembre 2006

– alla biblioteca dell’Ospedale di Vicenza, Adriano Cattaneo parlerà di obesità infantile

Considerata ormai una vera e propria “epidemia”, l’obesità infantile nei paesi ricchi, appare strettamente correlata alle caratteristiche strutturali della nostra società. Adriano Cattaneo, presidente di IBFAN Italia, ne parlerà il 7 dicembre alla Biblioteca dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, insieme a esperti dei disturbi del comportamento alimentare e di neuropsichiatria infantile.

La locandina dell’incontro

 

– Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno

A Modena, il 18 novembre, la rete delle associazioni per l’allattamento materno (9 associazioni nella Provincia) ha invitato Sofia Quintero Romero e Adriano Cattaneo a parlare del Codice sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Un codice conoscere e da far rispettare. Sono molte le violazioni tuttora in atto anche in Italia e molti operatori sanitari non lo conoscono. Importanti sono le nuove “risoluzioni” che lo aggiornano.

Il Codice si può trovare sul sito di IBFAN (International baby food action network) e tradotto sul sito di IBFAN Italia (nelle Novità riportate sulla destra dove si parla del Codice a fumetti).

Il sito di IBFAN

Il sito di IBFAN Italia

– formare i medici sulla promozione dei farmaci

E’ uscito questo mese, contemporaneamente su PLos (Public Library of science) e su R&P (Ricerca & Pratica), l’articolo sulle raccomandazioni per l’educazione dei medici e degli operatori sanitari sulla promozione dei farmaci e dei presidi medico-chirurgici. Anche i Nograzie sono stati coinvolti nella discussione via e-mail che ha preceduto la stesura.

Partendo dalla constatazione del pericolo collegato alla promozione fuorviante dei farmaci (es. il Vioxx), gli Autori propongono 4 punti chiave sui quali formare i  medici, fin dal corso di laurea:

1. la tecnica del processo decisionale e la valutazione dell’evidenza di un dato clinico/scientifico rispetto alla promozione;

2. la consapevolezza che non esiste un metodo sicuro che permetta di distinguere gli aspetti positivi della promozione, scartando quelli negativi;

3. la responsabilità dei medici e degli operatori sanitari nell’evitare la promozione dei farmaci e dei presidi medico-chirurgici;

4. l’importanza delle fonti affidabili di informazione e il loro reperimento.

Leggi l’articolo su PLos 

Leggi l’articolo in italiano su R&P

– per non dimenticare Pier Paolo Pasolini

il 2 novembre 1975 moriva assassinato Pier Paolo Pasolini. Poche parole per non dimenticarlo e non dimenticare la sua visione “profetica” della brutale omologazione culturale che si sarebbe diffusa in tutto il mondo.

«L’identikit di questo volto ancora bianco del nuovo Potere attribuisce vagamente ad esso dei tratti “moderati”, dovuti alla tolleranza e a una ideologia edonistica perfettamente autosufficiente; ma anche dei tratti feroci e sostanzialmente repressivi: la tolleranza è infatti falsa, perché in realtà nessun uomo ha mai dovuto essere tanto normale e conformista come il consumatore; e quanto all’edonismo, esso nasconde evidentemente una decisione a preordinare tutto con una spietatezza che la storia non ha mai conosciuto. Dunque questo nuovo Potere […] è in realtà – se proprio vogliamo conservare la vecchia terminologia – una forma “totale” di fascismo. Ma questo Potere ha anche “omologato” culturalmente l’Italia: si tratta dunque di un’omologazione repressiva, pur se ottenuta attraverso l’imposizione dell’edonismo e della joie de vivre.
[…]  il nuovo fascismo non distingue più: non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico. Il suo fine è la riorganizzazione e l’omologazione brutalmente totalitaria del mondo». dagli “Scritti corsari” – Pier Paolo Pasolini

” …. Io sarò ancora giovane,

con una camicia chiara

e con dolci capelli che piovono

sull’amara polvere.

Sarò ancora caldo

e un fanciullo correndo per l’asfalto

tiepido del viale,

mi poserà una mano

sul grembo di cristallo”.

da La meglio gioventù, Il giorno della mia morte – Pier Paolo Pasolini

– vaccinare contro l’influenza: evidenze e policy

Un articolo provocatorio e interessante di Tom Jefferson, pubblicato sul British Medical Journal del 28 ottobre, analizza le tante carenze informative sulla vaccinazione contro l’influenza. Dalla mancate prove di efficacia, alla confusione tra sindromi simil-influenzali (Influenza like Illness) e la vera influenza. Su quali basi sono state prese le decisioni di sanità pubblica di tanta parte del mondo riguardo a questa vaccinazione? Proteggere le persone più a rischio di complicazioni appare un imperativo etico, ma di quali studi abbiamo bisogno per essere certi di agire seguendo il necessario rigore scientifico? Queste ed altre le domande che Jefferson mette sul tappeto. Ci auguriamo che la comunità scientifica voglia accettare la sfida.

L’articolo di Jefferson su BMJ

Ottobre 2006

– Farmaci per la salute o per il profitto?

Questo il titolo del convegno tenutosi a Messina il 27 ottobre. Sono intervenuti Marco Bobbio (Direttore Reparto Cardiologia, Ospedale di Cuneo) e Giuseppe Recchia (Direttore Medico e Affari Regolatori, Glaxo Smith Kline), oltre a diversi altri autorevoli oratori. I Nograzie erano presenti con la comunicazione di Sergio Conti Nibali (pediatra di Messina) ed hanno collaborato all’organizzazione dell’evento. Numeroso il pubblico in sala, attento e vivace il dibattito. Anche a Messina si riflette su come interessi diversi possono nuocere alla nostra salute.

Leggi la locandina del congresso

– All’Università di Bologna studenti e Nograzie parlano di Big Pharma

Il 25 ottobre, i Casseur, movimento degli studenti universitari di Bologna, hanno organizzato una conferenza rivolta ai loro compagni delle facoltà scientifiche, per parlare di Big Pharma e della sua potente influenza sulla salute delle persone. L’incontro è stato introdotto da uno studente di Medicina (Alfredo) che ha descritto i gravi problemi di salute determinati nel Sud del mondo dalle logiche di profitto delle multinazionali del farmaco. Hanno proseguito i Nograzie, illustrando la situazione nel Nord del mondo. Dal divario sempre più ampio tra interessi del mercato e difesa della salute, fino alle prove di interferenza dell’industria nella ricerca e nell’informazione dei medici e dei cittadini per arrivare a proporre alcuni strumenti possibili per difendersi. Molta attenzione, domande, risposte, autentica curiosità e un arrivederci a presto.

Vedi il volantino della conferenza Big Pharma

– il Congresso Nazionale ACP: pensiero indipendente

Dal 19 al 21 ottobre, si è tenuto ad Asolo (Treviso) il 18° congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP). Un titolo che è un desiderio: “Il mondo per i bambini” e un programma impegnativo. Con curiosità, libertà di pensiero e senso di responsabilità – come è nello stile di questa Associazione – sono stati analizzati e discussi i rischi ambientali, fisici, relazionali e sociali. Con uno sguardo ampio sul mondo intero, ma attento al contesto locale.  Fino alle esperienze della ricerca nella pratica e ai vecchi e nuovi progetti “sociali”: Nati per leggere Nati per  musica. Anche quest’anno, dopo Napoli e Taormina, il congresso è stato organizzato senza finanziamenti dell’industria del farmaco o di alimenti per l’infanzia. Un esempio raro ma ripetibile di come sia possibile costruire insieme una conoscenza indipendente, approfondita e in continuo divenire. Grazie ACP!

Il programma del Congresso

Il comunicato stampa

– il libro-denuncia di Marcia Angell, ora anche in italiano

E’ uscita la traduzione italiana del libro-denuncia di Marcia Angell, ex-direttrice della rivista New England Journal of Medicine, che insegna ora alla Harvard Medical School. Una denuncia lucida e inquietante dei meccanismi senza scrupoli del marketing del farmaco. “Una lettura feroce, magnetica, da cui si esce necessariamente diversi: più forti, più indignati, infinitamente più consapevoli” – dice la nota informativa del Saggiatore. Da leggere dunque.

Leggi la scheda del libro di Marcia Angell

– l’AIFA chiede la sospensione dello spot televisivo sull’antipneumococcica della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)

– l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha chiesto la sospensione dello spot della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) sulla vaccinazione antipneumococcica. Uno spot pubblicitario diretto alle famiglie che stava creando lo scompiglio tra i pediatri e i centri vaccinali.

Il testo del comunicato dell’AIFA del 10 ottobre:

Spot televisivo sul vaccino antipneumocicco – Richiesta di sospensione

L’AIFA ha chiesto la sospensione di una campagna pubblicitaria televisiva a favore della vaccinazione per l’infanzia contro lo pneumococco, promossa dalla Federazione Italiana Pediatri.

Tale campagna, infatti, non risulta autorizzata né dall’AIFA né dal Ministero della Salute e contiene messaggi non conformi alle indicazioni date dal Piano Sanitario Nazionale 2005-2007.

L’AIFA ha chiesto, a riguardo, la verifica della violazione del D.Lg 219/2006 in tema di pubblicità al pubblico per i farmaci soggetti a prescrizione.

 

 

– La Stanford University come i Nograzie

La Stanford University proibirà – dal 1° di ottobre – che i suoi medici accettino regali di ogni tipo dai rappresentanti delle case farmaceutiche, anche quelli di poco valore come tazze e penne. Verranno rifiutati anche i buffet e i campioni gratuiti di farmaci; la formazione e l’informazione dei medici seguirà regole di drastica indipendenza. Una nuova politica che intende limitare l’influenza dell’industria sull’assistenza ai pazienti e sulla formazione dei medici. Il New York Times ci informa che questa scelta fa parte di un movimento, per ora limitato, ma in crescita, nelle università americane.

Leggi la sintesi dell’articolo a cura di Guido Giustetto

– scelta della chemioterapia e metodi di pagamento degli oncologi

Una ricerca delle Università del Michigan e di Harvard dimostra che i metodi di pagamento degli oncologi possono influire sulla scelta dei farmaci. Lo studio esamina quanto pagato da Medicare dal 1995 al 1998. I risultati mostrano una differenza importante nella prescrizione degli oncologi che appare collegata al ritorno economico.

Leggi la sintesi dell’articolo a cura di Guido Giustetto

Un articolo correlato su Health Affairs

Nelle news degli Healthy Skepticism

 

Settembre 2006

– come si possono disinformare i medici di famiglia: Guido Giustetto ce lo spiega a WONCA

Al convegno europeo WONCA (World Family Doctor Caring for people) tenutosi a Firenze alla fine di agosto, Guido Giustetto – medico d famiglia di Torino – illustra un episodio di disinformazione sulla terapia antibiotica nelle infezioni delle prime vie aeree. Informazioni distorte mescolate ad arte ad affermazioni corrette, utilizzo improprio di una terza parte prestigiosa (Istituto Superiore di Sanità) per conferire autorevolezza ai contenuti. In un poster presentato al convegno, Giustetto illustra in dettaglio gli espedienti usati dell’industria del farmaco per convincere i medici a utilizzare impropriamente un antibiotico. Un altro triste esempio di come gli interessi di mercato possono ostacolare e avvelenare le conoscenze dei medici e, in ultima analisi, nuocere alla salute delle persone.

Le diapositive di Guido Giustetto

Il poster di Guido Giustetto

 

 

Agosto 2006

– i Nograzie aderiscono all’appello della Tavola per la Pace

Anche i Nograzie, insieme a più di 400 Associazioni e singoli cittadini hanno aderito all’appello della Tavola per la Pace  e parteciperanno alla manifestazione nazionale che si terrà ad Assisi il prossimo 26 agosto.  Ci uniamo a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per chiedere con forza un intervento per trovare una soluzione efficace per una Pace duratura in Medio Oriente.

Leggi le news nel sito della Tavola per la Pace

– L’editore di New England Journal of Medicine risponde a Daniele Busetto

– Joffrey Drazen, editore di NEJM risponde a Daniele Busetto (medico ospedaliero di Vicenza) che lo aveva informato della sua decisione di interrompere dopo 24 anni, l’abbonamento personale alla rivista, a seguito della vicenda Vioxx.

Leggi la lettera di Joffrey Drazen

Da una nota comparsa in luglio sul British Medical Journal, risulta che molti altri lettori abbiano “lasciato” la rivista per le amare questioni collegate allo studio VIGOR.

Leggi l’extract della nota su BMJ

 

– Fermiamoci! Fermateli!

Così intitola il suo appello per la pace in Medio Oriente, la Tavola della Pace che invita tutti ad Assisi ad una manifestazione.

Leggi l’appello della Tavola della Pace

– il 7 agosto veglia per la Pace in tutto il mondo

Amnesty International ha organizzato in 30 paesi del mondo una veglia per chiedere un cessate il fuoco completo ed effettivo tra Istraele ed Hezbollah

Guarda le foto della veglia nel mondo

Guarda le foto della veglia a Roma

– i Nograzie su Salute e Sviluppo

Sull’ultimo numero di Salute e Sviluppo di Medici con l’Africa (www.mediciconlafrica.org), si parla anche dei Nograzie. La nostra storia, le regole e i progetti, gli altri gruppi analoghi nel resto del mondo e la rete che ci lega a tutti coloro che, come noi, vogliono difendere la dignità e i diritti delle persone.

Tutta la rivista vale la pena di essere letta per i tanti articoli di estremo interesse.

Leggi Salute e Sviluppo

Luglio 2006

– anche La Stampa mette in guardia dalle pericolose strategie del mercato del farmaco

Sul settimanale Tuttoscienze de La Stampa del 12 luglio, un bell’articolo sulle “malattie da vendere”, ultima strategia messa in atto dalle multinazionali del farmaco per allargare il mercato del farmaco ai sani… facendoli credere malati.

Leggi l’articolo su Tuttoscienze

 

Giugno 2006

– l’AIFA fa il suo lavoro

L’IAFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha segnalato agli editori del Manuale Merck le omissioni relative agli effetti collaterali dei coxib. E’ rassicurante avere un’Agenzia del Farmaco che fa ciò deve fare e protegge la nostra salute.

– i Nograzie segnalano al Ministro Turco e all’AIFA  

I Nograzie hanno scritto al Ministro Turco e all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per esprimere le loro perplessità sulla diffusione del Manuale Merck alle famiglie e per segnalare l’omissione di effetti collaterali dei Coxib, riportati invece nella versione americana.

Lettera al Ministro Turco

Lettera all’AIFA

 

– “Le case farmaceutiche? Rischio per la nostra salute”

Così titola La Repubblica il 27 giugno un eloquente articolo dedicato al rapporto dell’Organizzazione internazionale dei consumatori (peccato che continuino a farsi chiamare così invece che “cittadini” …) sulla promozione dei farmaci in Europa.

Leggi l’articolo su La Repubblica

Il rapporto dei Consumers International mette in luce gli aspetti preoccupanti della promozione dei farmaci  che – afferma il rapporto – sta mettendo in serio pericolo la sanità pubblica, occultando le strategie di vendita per le quali l’industria sta spendono miliardi di dollari in tutto il mondo, assai più di quanto spenda per la ricerca. Dallo scandalo Vioxx (vedi news precedenti) al rapporto con i medici, viene messa in discussione l’etica dei comportamenti e la responsabilità sociale. Ne esce un’immagine assai poco rassicurante. Così come appare molto poco rassicurante lo scarso rilievo dato alla notizia dai mezzi di comunicazione, per lo meno in Italia.

L’intero rapporto e il “profilo” di 20 case farmaceutiche sono visibili online sul sito dei Consumers International

Leggi il rapporto e i profili delle case farmaceutiche

– un Manuale Merck per informare le famiglie, di cosa?

Non è uno scherzo. La Merck Sharpe and Dohme ha prodotto un manuale per informare le famiglie riguardo a malattie e farmaci. La traduzione italiana dell’edizione americana sta circolando nel nostro Paese e alcune  Autorità sanitarie hanno “celebrato” il fatto come un evento positivo. Noi crediamo invece che vi siano motivi per cui preoccuparsi. Se è discutibile in generale attribuire a una Compagnia che produce farmaci una qualsiasi funzione di informazione rivolta direttamente ai cittadini (non a caso la legge europea è molto cautelativa in tal senso), appare stridente e offensivo attribuire un simile ruolo proprio a questa azienda [1]. La Merck si trova infatti coinvolta in uno scandalo senza precedenti con l’accusa di aver sottaciuto gravi effetti collaterali collegati a un farmaco di sua produzione, il Vioxx. La Food and Drug Administration (FDA, Agenzia statunitense per il controllo dei farmaci e degli alimenti) stima che il Vioxx abbia causato la morte di 55.000 persone. Con quale serenità affidare alla Merck l’informazione dei cittadini? E la preoccupazione aumenta sapendo che proprio il direttore della Merck (Henry Gadsen), dichiarò pubblicamente anni orsono, che il loro “sogno” era produrre farmaci per le persone sane [2] …. A quanto pare il sogno di sta avverando. Vince Parry – pubblicitario di New York – ha dichiarato pubblicamente che sta specializzandosi nella forma più sofisticata di vendita di medicinali: collabora con società farmaceutiche per contribuire a creare nuove malattie [2].

I Nograzie hanno segnalato le loro preoccupazioni alle Autorità sanitarie che stanno promuovendo l’uso del Manuale Merck per informare le famiglie.

[1] La Merck è stata annoverata tra le 10 peggiori multinazionali

Leggi la notizia e le motivazioni

[2] da “Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti” Gli autori sono Ray Moynihan  giornalista scientifico che scrive anche sul British Medical Journal, Lancet e New England Journal of Medicine, e Alan Cassels ricercatore canadese che si occupa di politiche farmaceutiche. 

Leggi la scheda del libro

Maggio 2006

– l’informazione scientifica indipendente è uno dei punti “chiave” del Piano Vaccini della Regione Piemonte

Tra i 10 punti chiave del Piano di Promozione delle Vaccinazioni della Regione Piemonte, è compresa l’indipendenza dell’informazione scientifica.

Tutto ciò che il Piano Nazionale Vaccini non è stato capace di dire (vedi news del mese di marzo 2005), è contenuto nel pregevole documento della Regione Piemonte sulle vaccinazioni. Non solo per il rigore  metodologico e l’esplicitazione trasparente delle motivazioni dell’introduzione di ogni tipo di vaccinazione, ma anche per l’attenzione al problema cruciale, anche in questo ambito, dell’indipendenza dell’informazione.

Il 10° punto chiave del documento dice infatti testualmente:

Informazione scientifica e promozione commerciale

Negli ultimi anni la pressione commerciale per promuovere l’uso di nuovi vaccini è enormemente

cresciuta. Successivamente alla redazione del presente piano saranno introdotte nuove soluzioni

organizzative per favorire l’informazione scientifica indipendente sugli effetti dei vaccini e per

regolamentare la partecipazione degli operatori e delle aziende sanitarie alle iniziative

promozionali finanziate o influenzate dai produttori di vaccini.

Grazie alla Regione Piemonte per questo documento esemplare. Sarebbe interessante capire per quale motivo il PIano Nazionale Vaccini è invece tanto problematico e poco chiaro.

Leggi il Piano Vaccini del Piemonte

– i Nograzie invitati agli “incontri in biblioteca” dell’Ospedale S. Bortolo di Vicenza

I Nograzie sono stati invitati ad uno dei periodici “incontri in biblioteca” presso l’Ospedale S. Bortolo di Vicenza, affidati usualmente a relatori di grande prestigio (Silvio Garattini, Marco Bobbio, Nicola Magrini ed altri ancora). Una buona compagnia quindi e un riconoscimento di “valore” al nostro gruppo e al nostro lavoro. All’incontro del 18 maggio, organizzato da Daniele Busetto e Giovanni Peronato, hanno partecipato medici (anche del territorio), infermieri, farmacisti e cittadini (rappresentanti del Tribunale del malato). Una piacevole discussione è seguita alla relazione della coordinatrice dei Nograzie, che ha illustrato le motivazioni della nascita del gruppo, la complessità e il contesto internazionale dei conflitti di interesse tra salute e industria del farmaco, e i progetti che il gruppo sta portando avanti. Un’occasione preziosa per informare e creare una maggiore consapevolezza.

La locandina dell’incontro

 

Aprile 2006

– un medico dell’aeronautica militare inglese condannato per essersi rifiutato di tornare per la terza volta in Iraq

Malcolm Kendall-Smith, medico dell’aeronautica militare britannica si è rifiutato di tornare in Iraq perchè “le forze militari degli Stati Uniti compiono sistematicamente crimini di guerra” tanto da determinare  “un’equivalenza morale tra Stati Uniti e Germania nazista”. La notizia, riportata su BMJ del 22 aprile, è per tutti noi medici (e cittadini) una testimonianza coraggiosa e coerente. I conflitti con il nostro  interesse primario (difendere la salute delle persone) non sono solo economici. Grazie a Malcolm Kendall-Smith!

Leggi la notizia su BMJ

 

– Malattie inventate ad arte per trasformare i sani in malati 

Un convegno a Newcastle in Australia dall’11 al 13 aprile, ha sollevato e discusso il grave problema della creazione artificiale di malattie al solo scopo di vendere farmaci. Su PLoS (Public Library of Science) di aprile, 11 articoli online approfondiscono diversi aspetti di questo grave problema. Dal ruolo dei media, alla consapevolezza degli studenti di medicina e farmacia, ma anche il ruolo regolatorio dei governi e tanti esempi di malattie inventate ad arte.

Leggi su Plos il programma del convegno e gli studi presentati

– i Nograzie incontrano gli studenti di Medicina di Bologna

il 4 aprile, al corso elettivo di Salute Globale diretto da Angelo Stefanini, rivolto agli studenti di Medicina di Bologna, i Nograzie sono stati invitati a tenere una lezione intitolata “Come la salute può essere minacciata da interessi industriali e professionali”. Gli argomenti trattati hanno riscosso molto interesse tra i numerosi studenti presenti. Molte domande e un arrivederci ..

Vedi il programma del corso di Salute Globale

Marzo 2006

– 6 giovani uomini presentano sintomi gravissimi durante la sperimentazione di un farmaco

I sintomi gravissimi presentati da 6 giovani uomini sani durante la sperimentazione di un farmaco in Inghilterra, ha sollevato interrogativi inquietanti su diversi aspetti: i volontari erano stati informati in modo esaustivo? Perché il farmaco è stato somministrato contemporaneamente a tutti e 6 invece di iniziare con uno solo e verificare gli effetti? Le caratteristiche del farmaco davano sufficiente sicurezza?

L’Institute of Science in Society (I-SIS) parla di collasso della scienza e dell’etica.

Leggi il comunicato stampa dell’I-SIS 

Febbraio 2006

– Farmaci contraffatti: un traffico da miliardi di dollari che uccide migliaia di persone ogni anno

“In Asia e in Africa il 50 per cento dei farmaci è contraffatto. Migliaia di persone muoiono ogni anno. E’ un traffico che fa guadagnare miliardi di dollari al racket. Ma le case farmaceutiche lo tengono nascosto per non perdere quote di mercato”.  Così sottotila l’Internazionale di fine gennaio, l’articolo dal titolo suggestivo Pillole amare di Robert Cockburn, ripreso da The American Prospect degli Stati Uniti.  

Il problema del commercio illecito di farmaci inefficaci o addirittura tossici, pare molto più consistente nei paesi poveri, ma è presente anche nei paesi ad elevato benessere economico come il nostro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha dato ampio rilievo ed ha organizzato a Roma dal 16 al 18 febbraio una conferenza internazionale sul tema.

Il fatto era noto da anni ma ha trovato solo ora maggiore visibilità.

L’informazione sul sito dell’OMS

La conferenza a Roma

Per approfondire:

sul Bollettino d’informazione sui farmaci del Ministero

(pag.241-244 “Biancaneve e la mela contraffatta”)

su Plos (Public library of science)

Gennaio 2006

– insieme si può!

Bloccata la privatizzazione dell’acqua in 136 comuni della Regione Campania.

Cominciare a privatizzare l’acqua, dovunque, è un  rischio gravissimo per la salute di tutti. La prossima lotta mondiale sarà per l’acqua. Ora i poveri muoiono di fame, in futuro moriranno anche di sete.

La vittoria di Napoli è stata merito della mobilitazione di tanti cittadini che si sono impegnati per mesi nei comitati civici insieme ad Alex Zanotelli. Ce l’hanno fatta!

Dunque si può, dal basso e in modo assolutamente pacifico, provocare cambiamenti, far riflettere i politici e far cambiare le loro decisioni perchè siano più giuste e intelligenti. Questo vale anche per noi e per i nostri obiettivi. Dal basso, insieme, si può!

Dice Zanotelli sul manifesto del 31 gennaio: “La strada che abbiamo indicato è quella di fare rete, lavorare in sinergia a partire dai bisogni reali, senza cercare o accettare protezioni politiche”.

“…. un precedente difficile da ignorare, un esempio non solo per la Campania ma per l’Italia. …. Oggi si può cominciare a sperare e si comincia proprio da Napoli.”

– maxitruffa al sistema sanitario, chiesta interdizione per 8 big dei farmaci

Così la Repubblica di oggi riporta notizia dello scandalo. Oltre a 8 tra le maggiori aziende farmaceutiche, sono coinvolti informatori, medici di base, farmacisti.

Pare che l'”affare”, avvenuto tra il 2002 e il 2004, sia costato 20 milioni di euro al Servizio Sanitario. I particolari della truffa, architettata ad arte, sono deprimenti e umilianti. Non sarà l’interdizione dall’attività d’impresa per le Aziende farmaceutiche coinvolte a dare la soluzione. Anzi questo potrebbe essere un danno. E’ urgente piuttosto definire norme chiare e trasparenti che regolino i rapporti tra medici e industria del farmaco. O aspetteremo il prossimo scandalo per lamentarci ancora e non cambiare mai niente?

Leggi la notizia su Repubblica

– 27 gennaio, il giorno della memoria

Per non dimenticare un genocidio del passato e non accettare i genocidi del presente, una poesia di Primo Levi, testimone famoso, portavoce di milioni di ebrei come lui.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case;
voi che trovate tornando la sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce la pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì e per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno:

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole:
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli:
o vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri cari torcano il viso da voi.

Primo Levi

– su Jama una proposta per superare i conflitti di interesse tra medici e industria del farmaco

Un gruppo di eminenti medici facenti capo ad università e società scientifiche statunitensi (Harvard Medical School, Columbia University, Association of American Medical Colleges tra le altre) propone regole più stringenti per prevenire il conflitto di interessi dei medici, stretti tra l’imperativo di fare il bene del paziente e le pressioni delle case farmaceutiche per massimizzare le vendite. Sebbene le industrie, le società scientifiche e il governo federale non siano privi di norme di auto-regolamentazione, la ricerca dimostra che queste non bastano a proteggere l’interesse dei pazienti. Il gruppo propone provvedimenti per eliminare o modificare pratiche comuni come i “regalini”, il finanziamento dell’ECM e dei viaggi per congressi, il “ghostwriting”, i contratti di consulenza o i ricerca e così via. Viene proposto inoltre che siano gli istituti  medici accademici a fare da guida per eliminare i conflitti di interessi nei rapporti tra medici e industria.(sintesi a cura di Luigi Lai dell’articolo di Brennan TA et al. ” Health industry practices that create conflict of interest: a policy proposal for Academic Medical Centers” JAMA 2006; 295:429-433)

Leggi l’abstract

La proposta è interessante ma viene da chiedersi se gli istituti accademici siano dovunque (e tutti?) così indipendenti da potersi proporre come guida per eliminare i conflitti di interesse …

2005

dicembre 2005

novembre 2005

ottobre 2005

settembre 2005

agosto 2005

luglio 2005

giugno 2005

maggio 2005

aprile 2005

marzo 2005

febbraio 2005

gennaio 2005

Dicembre 2004

– il prossimo film di Michael Moore parlerà dei conflitti di interesse tra salute e Industria del Farmaco

Il titolo provvisorio del film è “Sicko” e si occuperà dell’industria della salute in USA, comprese le compagnie assicurative, la Food and Drug Administration (FDA) e le industrie farmaceutiche.

L’annuncio in anteprima di alcuni argomenti scottanti, sta già creando reazioni di allerta da parte di alcune  compagnie del farmaco.

Dovrebbe uscire nella prima metà del 2006. Un film da non perdere ….

– anche Valdecoxib ..

in un articolo comparso su New England il 23 dicembre, Ray e Griffin allertano sul possibile danno cardiovascolare del Valdecoxib nei pazienti ad alto rischio.

leggi l’articolo su New England (full text free)

– anche con il Celecoxib aumenta il rischio di eventi cardiovascolari?

Informata dalla stessa Pfizer, l’EMEA (Agenzia Europea del Farmaco) ha rilasciato un comunicato stampa per avvertire del riscontro dell’aumento di eventi cardiovascolari in chi assumeva il Celecoxib  rispetto a chi assumeva placebo. Il National Cancer Institute degli USA, che conduceva lo studio, lo ha interrotto immediatamente. L’aumento del rischio sembra essere dose dipendente. Un altro studio, sponsorizzato dalla Pfizer, non conferma il rischio. L’EMEA si riserva di valutare entrambi gli studi appena  disponibili. Il Celecoxib appartiene alla famiglia dei COX-2 inibitori, come il Rofecoxib ritirato recentemente dal mercato dalla Merck (vedi le news di novembre).

L’Agenzia Europea informa che sta conducendo una revisione di tutti i COX-2 rispetto al rischio cardiovascolare e nel frattempo consiglia di informare i pazienti che assumono detti farmaci.

Informiamoli!

Leggi la nota dell’EMEA del 17 dicembre

– ancora troppi conflitti di interesse a Bruxelles

Garattini solleva il problema della sicurezza dei farmaci anche in Europa.

Servono regole diverse perché il marketing non vinca sulla medicina

leggi l’articolo di Garattini sul sole 24 ore

– il “caso Lipobay” ripreso su JAMA per riflettere ancora sul conflitto di interessi

Chi non ricorda il ritiro dal mercato mondiale della cerivastatina (Baycol e Lipobay) da parte della Bayer nell’agosto del 2001? Una serie di cinque articoli e un editoriale usciti sul JAMA del 1 dicembre 2004 riprende quell’episodio per trarne alcune considerazioni sulla sorveglianza post-marketing delle reazioni avverse e la possibilità di un pericoloso conflitto d’interessi…. (Adriano Cattaneo)

leggi il commento e la sintesi degli articoli di Adriano Cattaneo

gli articoli su JAMA:

Rabdomiolisi in pazienti trattati con statine e fibrati (Graham)

Potenziale conflitto di interessi e valutazione delle reazioni avverse ai farmaci (Psaty)

Potenziale conflitto di interesse nella valutazione delle reazioni avverse ai farmaci (Strom)

Risposta della Bayer (Piorkowski)

Replica dell’Autore alla risposta della Bayer (Psaty)

Sorveglianza post-marketing: perdita di vigilanza perdita di fiducia (Fontanarosa) Editoriale

– l’FDA non è in grado di proteggere gli Stati Uniti da un altro Vioxx

così si esprime David Graham Direttore associato dell’FDA dopo aver definito la vicenda Vioxx la più grande catastrofe per la sicurezza dei farmaci nella storia degli USA e del mondo. Si stima infatti che gli americani che hanno avuto infarto o ictus per aver assunto il Vioxx. siano da 88.000 a 139.000.

Aggiunge che i rapporti tra l’FDA e le case farmaceutiche sono troppo “intimi” e ritiene necessaria un’autorità regolatoria indipendente per difendere il pubblico.

Leggi l’abstract su BMJ del 27 novembre u.s.

– nel Regno Unito i pazienti che hanno assunto il Vioxx chiedono la compensazione

Per ora 90 pazienti hanno richiesto il risarcimento dei danni, ma si stima che siano più di 400.000 coloro che hanno assunto il farmaco.

Leggi l’abstract su BMJ del 4 dicembre u.s.

 

– anche in Italia partono le cause collettive contro il farmaco Vioxx

Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori) mette a disposizione sul suo sito http://www.codacons.it/ il modulo per chiedere il risarcimento direttamente negli USA

– Cresce lo scandalo Vioxx: Merck e FDA in crisi

Su Lancet del 4 dicembre la preoccupazione della comunità scientifica:

– una metanalisi  di Peter Juni et al mostra come il rischio cardiovascolare fosse evidente fin dal 2000

– il commento di Richard Horton solleva la necessità di una riforma organizzativa fondamentale per garantire il controllo della sicurezza dei farmaci. Analizza i rapporti tra Industria e FDA, concludendo che per il Vioxx, sia Merck che FDA hanno agito cinicamente, in modo miope e per i propri interessi.

Leggi il commento di Richard Horton

Novembre 2004

– i medici e le industrie del farmaco sono bloccati in un circolo vizioso

nelle news di BMJ del 30 ottobre si riporta la discussione sul tema del rapporto tra medici e industria del farmaco. Il gruppo internazionale Healthy Skepticism con sede in Australia, propone alcune regole:

– In un mondo ideale la promozione dei farmaci dovrebbe essere vietata. Se questo non è possibile, deve essere limitata al massimo per garantire i migliori risultati per la salute

– Idealmente i medici dovrebbero rifiutare regali e ogni altro tipo di incentivo dall’industria del farmaco. Un’alternativa potrebbe essere che tutti i regali ai medici fossero soggetti a tassazione

– I medici dovrebbero essere aiutati a diventare dei migliori “decision makers”

 

– anche sull’Unità si parla di noi

un articolo di Silvia Bencivelli sull’Unità del 15 novembre :”E i medici dicono <nograzie> ai regali delle case farmaceutiche”.

– Lo screening mentale di Bush incontra una forte opposizione in Illinois

La pediatra Karen Effrem e lo psichiatra Stefan Kruszewski, denunciano i gravi rischi a cui sarebbero sottoposti i bambini e gli adulti in seguito allo screening. Per la possibilità di interventi psichiatrici indesiderati e terapie con farmaci di efficacia da dimostrare e con alto rischio di reazioni avverse. La Effrem ritiene che sarà necessario monitorare lo screening in Illinois e Kruszewski denuncia il pericolo di etichettare un maggior numero di persone come malate di mente, provocando una maggiore stigmatizzazione e, forse, più morti.

– la nuova vignetta di Mauro sulla ricerca

A proposito di ricerca indipendente …

– La vignetta di Mauro sull’election day

Ottobre 2004

– il manifesto di Mauro

Mauro Pecchioli ha confezionato questo manifesto che ha appeso nel suo ambulatorio.

Ha messo le sue doti di vignettista al servizio della sua antica “battaglia” per la prescrizione dei principi attivi.

– Un tribunale USA giudica la Bayer colpevole per medicinale pericoloso

vedi l’articolo sul sito di Unimondo (Internet per i diritti umani e lo sviluppo sostenibile)

– più di 150 delegati di 20 dei 25 Stati dell’Unione Europea si incontrano a Londra per denunciare la frode delle Industrie del Farmaco nei confronti dei sistemi sanitari europei

I delegati denunciano i comportamenti gravemente scorretti dell’Industria. “In ogni stato le frodi farmaceutiche sono un grave problema” dichiara il delegato olandese. “Non abbiamo accesso a dati rilevanti”  aggiunge il delegato tedesco. Si cita anche lo scandalo Glaxo italiano.

leggi l’articolo su BMJ

– Le associazioni di consumatori criticano l’influenza delle Industrie del Farmaco

leggi l’articolo su BMJ

– Rofecoxib, Merck e FDA su New England del 21 ottobre (free full text)

due note sulla vicenda del Rofecoxib (COX-2) che spiegano i retroscena e pongono interrogativi sul controllo della sicurezza dei farmaci e sulle mancate azioni dell’FDA per approfondire dubbi consistenti già dal 2001

l’articolo di Eric J. Topol   e quello di Garret A. FitzGerald

– sull’Unità del 7 ottobre si parla di noi

nel commento all’ultima puntata della trasmissione ER, si fa riferimento ai no free lunch e a noi

leggi l’articolo sull’Unità online 

Settembre 2004

– su Tuttoscienze allegato a La Stampa del 15/9 si parla di conflitti di interesse

un articolo di Piero Bianucci

 

– l’incontro di Roma 

il programma

tra poco saranno disponibili la sintesi dell’incontro e i progetti futuri

intanto si possono vedere le diapositive di Adriano Cattaneo su “mercato e salute” con un breve commento

– i regali ai medici

I regali dispensati con tanta generosità ai medici dalle industrie del farmaco, sono innocui? Non si direbbe leggendo quanto dicono Dana e Loewenstein sul JAMA che riportano la loro analisi alla luce delle scienze sociali. Siamo più influenzabili di quello che crediamo.

Leggi la sintesi di Adriano Cattaneo

Agosto 2004

– Su Quaderni acp si parla di noi

leggi la lettera pubblicata (insieme alla lettera è stato pubblicato l’elenco dei nostri nomi)

– Antidepressivi ai bambini, L’FDA farà una revisione degli studi

leggi l’articolo su BMJ

leggi la nota dell’FDA

– Esce allo scoperto il rapporto segreto USA sugli antidepressivi nei bambini

leggi l’articolo su BMJ

Luglio 2004

– BMJ pubblica i commenti al piano di Bush riguardo allo screening mentale della 

  popolazione americana

il commento di Woody Caan, UK

il commento di John R Broomfield, USA

il commento di Archie W Julien, Australia

la sintesi dei commenti fatta dalla redazione di BMJ

– Gli scandali hanno minato la fiducia degli americani nelle Industrie del Farmaco

Solo il 13% degli americani le crede oneste e attendibili

leggi l’articolo su BMJ

Giugno 2004

– Su Ricerca & Pratica si parla di noi

leggi l’articolo su Ricerca & Pratica