EMA: i vaccini anti-Covid-19 non prevengono la trasmissione

Nella lettera n. 88 del gennaio 2021, commentando i risultati dei primi trial randomizzati dei vaccini mRNA di Pfizer e Moderna, scrivevamo che “questi studi non permettono di stabilire se la vaccinazione contribuirà a interrompere la trasmissione”. Sono passati più di due anni e ancora non sono state pubblicate prove sul tema, tanto che nelle nostre lettere abbiamo sempre dubitato delle misure che rendevano obbligatoria la vaccinazione per proteggere gli altri. Nella lettera n.100 del febbraio 2022 scrivevamo che vi erano “ormai prove adeguate che questi vaccini non prevengono l’infezione”, togliendo fondamento giuridico all’obbligo vaccinale.

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Agire sui determinanti commerciali di salute e riconcettualizzarli

Abbiamo dedicato tutta la lettera di maggio 2023 ai determinanti commerciali di salute (DCS), riassumendo e commentando gli articoli della serie del Lancet dedicata al tema. Non siamo stati gli unici; anche altre riviste hanno ripreso il tema, per insistere sulla necessita di agire anche localmente, oppure per sottolineare aspetti non presi completamente in considerazione nei tre articoli della serie del Lancet.

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La Colombia tassa i cibi spazzatura

Dal 1° novembre 2023 è entrata in vigore in Colombia un’imposta sugli alimenti ultra-processati, conosciuti anche come cibi spazzatura o junk food. Ne dà notizia il Lancet, che loda il governo di questo paese per essere stato uno dei primi al mondo ad introdurre questa misura di salute pubblica, preceduto solo da Danimarca, Ungheria e Messico.[1]

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Pagamenti dell’industria e prescrizioni di farmaci contro il cancro di basso valore

È noto, e spesso sottovalutato, che pagamenti di vario tipo da parte delle ditte farmaceutiche ai medici possono condizionare questi ultimi verso un tipo di prescrizione rispetto a un altro. Uno studio appena pubblicato sul BMJ esplora l’associazione tra pagamenti di vari tipi ricevuti da oncologi statunitensi e prescrizioni di trattamenti non-raccomandati dalle linee-guida e di scarso valore.[1]

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La professione medica inconfessata in Germania

Presentiamo ai nostri lettori un ampio riassunto di un articolo di Elke Bodderas pubblicato online dal quotidiano tedesco Die Welt l’11 dicembre 2023. Per chi volesse leggere l’originale in tedesco, questo è il link: https://www.welt.de/politik/deutschland/plus248868324/Nebeneinkuenfte-Deutschlands-verschwiegene-Aerzteschaft.html

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Cina: valutazioni farmaco-economiche distorte da finanziamenti privati

Tutto il mondo è paese. La Cina, per le sue dimensioni e per il suo modello di crescita è il più grande mercato al mondo. E volete che Big Pharma si lasciasse scappare l’occasione di essere presente e di guadagnarci? Gli autori di questo articolo hanno studiato il sistema cinese di rimborso del prezzo dei farmaci.[1]

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Sta riprendendo la spinta a un uso irrazionale di mascherine, in circostanze non supportate da prove

La Lettera n. 112/aprile 2023 [1] del Gruppo NoGrazie aveva già affrontato il tema dell’uso delle mascherine in comunità, dopo la pubblicazione di un aggiornamento della revisione Cochrane sul tema.[2] La Lettera aveva analizzato e confutato in base alle prove disponibili sette punti di critica mossi alla Revisione Cochrane, e aggiunto i risultati di alcuni studi che documentavano possibili danni conseguenti all’uso di mascherine. Questi riguardavano sia il disincentivo all’attività fisica, mostrato nello studio randomizzato controllato di maggior validità sul tema,[3] ma anche l’associazione con maggior mortalità in popolazioni con un uso obbligatorio vs facoltativo, come nelle Contee del Kansas,[4] o comunque in relazione diretta all’adesione a livello di popolazione all’uso di maschere nei paesi Europei, durante un semestre di pandemia con uso di vaccini ancora assente o contenuto.[5]

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“Free lunch index”, un nuovo indice per valutare gli accademici. Una proposta non del tutto seria.

Gli autori dell’articolo propongono un nuovo indice per la valutazione della ricerca medica accademica: f-index (“free-lunch index” o “indice dei pasti gratuiti”), calcolato sommando gli emolumenti delle aziende ai sanitari. [1] L’f-index fornisce una misura semplice e diretta dell’investimento della ditta, che può avvenire attraverso un piacevole pasto in un ristorante stellato o il soggiorno in un resort per una vacanza rilassante.

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Com’è difficile istituire una tassa sulle bevande zuccherate

Il titolo si riferisce chiaramente al nostro paese, dove di istituire una sugar tax si parla da 4-5 anni, con continui rinvii a ogni cambio di governo e a ogni approvazione di legge finanziaria. Eppure si sa che funziona. Non è ancora chiaro se contribuisca a ridurre l’incidenza di obesità e altre malattie non trasmissibili, probabilmente perché è ancora troppo presto per misurare questi esiti, ma è sicuramente efficace nel ridurre gli acquisti e i consumi di bevande zuccherate.[1] Tanto che l’OMS ne raccomanda l’introduzione in tutti i paesi e ha addirittura pubblicato un manuale su come farlo.[2] Se però questa tassa è stata istituita solo in poco più di 20 paesi, oltre a innumerevoli stati e città USA, vuol dire che vi è una resistenza diffusa. È quindi utile analizzare gli ostacoli identificati in alcuni paesi, per capire come affrontarli se si presentano anche in Italia.

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Big Tobacco e sapore dei cibi e delle bevande per bambini

E a proposito di bevande zuccherate, cosa c’entra l’industria del tabacco con quella delle bevande e dei cibi per bambini? Nulla, direbbe qualsiasi persona di buon senso. Sbagliato: c’entra, eccome. Già nel 2019, un articolo pubblicato dal BMJ mostrava come Big Tobacco usasse le sue conoscenze su sostanze aromatizzanti e coloranti, oltre che sul marketing, per aiutare Big Drink a sviluppare e a commercializzare bevande più attraenti per bambini. [1] Fin dagli anni ’60 del secolo scorso, Reynolds e Philip Morris, le due maggiori ditte USA del tabacco, avevano iniziato ad acquisire piccole e medie aziende di bevande per bambini (Hawaiian Punch, Kool-Aid, Capri Sun, Tang). Dopo aver sperimentato l’uso di coloranti e aromatizzanti con queste aziende, le hanno vendute a colossi come Mondelez, Kraft-Heinz e Coca-Cola, ma hanno continuato a collaborare per rendere le bevande sempre più attraenti.

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Le mani sulla scuola

Non più tardi del mese scorso, nella Lettera 117, raccontavamo dell’iniziativa di Pfizer per le scuole, e del suo progetto contro la “disinformazione”, “per portare strumenti per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”. Notavamo come sarebbe quindi una delle maggiori multinazionali del settore farmaceutico e con a carico un numero impressionante di cause legali, a formare le nuove generazioni italiane sulla corretta informazione scientifica.

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