Big Tobacco e sapore dei cibi e delle bevande per bambini

E a proposito di bevande zuccherate, cosa c’entra l’industria del tabacco con quella delle bevande e dei cibi per bambini? Nulla, direbbe qualsiasi persona di buon senso. Sbagliato: c’entra, eccome. Già nel 2019, un articolo pubblicato dal BMJ mostrava come Big Tobacco usasse le sue conoscenze su sostanze aromatizzanti e coloranti, oltre che sul marketing, per aiutare Big Drink a sviluppare e a commercializzare bevande più attraenti per bambini. [1] Fin dagli anni ’60 del secolo scorso, Reynolds e Philip Morris, le due maggiori ditte USA del tabacco, avevano iniziato ad acquisire piccole e medie aziende di bevande per bambini (Hawaiian Punch, Kool-Aid, Capri Sun, Tang). Dopo aver sperimentato l’uso di coloranti e aromatizzanti con queste aziende, le hanno vendute a colossi come Mondelez, Kraft-Heinz e Coca-Cola, ma hanno continuato a collaborare per rendere le bevande sempre più attraenti.

Quello del BMJ era un racconto, condito da numerosi esempi concreti. Ora la rivista Addiction, che si occupa di dipendenza e assuefazione, pubblica un articolo nel quale il tema è approfondito con un approccio sia qualitativo sia quantitativo. [2] Gli autori, infatti, hanno consultato la documentazione riguardante 105 cibi prodotti da ditte appartenenti a Big Tobacco e 587 cibi prodotti da ditte non appartenenti a Big Tobacco. I documenti, con relativi database, erano di proprietà delle ditte, ma di pubblico dominio, o archiviati presso il Ministero dell’Agricoltura degli USA. I cibi sono stati classificati in termini di gusto (o gradevolezza al palato) in base al contenuto di sale, zuccheri e grassi. I cibi prodotti tra il 1988 e il 2001 da ditte appartenenti a Big Tobacco avevano 29% e 80% più probabilità, rispetto ai cibi prodotti da ditte non appartenenti a Big Tobacco, di essere classificati come iper-gradevoli in base al loro contenuto di sale e grassi (29%) e di sale e zuccheri (80%), rispettivamente. Nel 2018, l’iper-gradevolezza dei cibi analizzati era vieppiù aumentata, ma indipendentemente dal fatto di essere o meno prodotti da ditte appartenenti a Big Tobacco. Questo cambiamento dimostra che l’idea di commerciare cibi iper-gradevoli al palato si era ormai diffusa a tutta l’industria, e non solo a quella legata a Big Tobacco. Eravamo cioè già entrati nell’era del junk food, dei cibi ultra processati, caratterizzati proprio dall’aggiunta industriale di sostanze che li rendono più appetibili ai bambini e che creano una dipendenza, un’assuefazione, che li accompagna per tutta la vita. E che si tratti di dipendenza e assuefazione, non solo da sostanze coloranti e aromatizzanti, ma anche da sale, zuccheri e grassi, è sostenuto dagli autori di un altro articolo.[3] Citando revisioni sistematiche che stimano la prevalenza di dipendenza da cibo al 14% negli adulti e al 12% nei bambini, ma che può arrivare al 40% nei soggetti obesi e al 50% in quelli affetti da disordini alimentari, gli autori puntano il dito contro gli alimenti ultra processati. La loro composizione, grazie anche all’uso di ingredienti che non si trovano nelle nostre cucine, li rende molto gradevoli al palato, gradevolezza che è appagante e gratificante, e che porta dapprima al consumo compulsivo e poi alla dipendenza. Tutto ciò corrisponde ai criteri che si usano comunemente per classificare l’abuso e la dipendenza da sostanze. Le conseguenze cliniche sono comparabili e ovviamente dannose. Da qui un appello per prevenire questa forma di dipendenza mediante: tasse su tutti gli alimenti ultra processati, bevande zuccherate comprese; sistemi di etichettatura che mettano in guardia i consumatori sui danni cui vanno incontro; riformulazioni obbligatorie degli ingredienti; controllo e regolazione del marketing; politiche che incentivino diete salutari. Tutte queste strategie di controllo dovrebbero dare la priorità alla protezione dei bambini, che non a caso sono il target privilegiato dell’industria di bevande e cibi ultra processati.

A cura di Adriano Cattaneo

1. Nguyen KH, Glantz SA, Palmer CN, Schmidt LA. Tobacco industry involvement in children’s sugary drinks market. BMJ 2019;364:l736

2. FazzinoTL, Jun D, Chollet-Hinton L, Bjorlie K. US tobacco companies selectively disseminated hyper-palatable foods into the US food system: empirical evidence and current implications. Addiction 2023;1-10 3. Gearhardt A et al. Social, clinical, and policy implications of ultraprocessed food addiction. BMJ 2023;383:e075354

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