Il mea culpa di Fiona Godlee, caporedattore del BMJ

Ben Goldacre, l’autore di Bad Pharma (tradotto in italiano come Effetti collaterali) si chiede come facciano molte organizzazioni sanitarie ad adottare Linee Guida in collaborazione con l’industria del farmaco. In questo errore è caduto niente meno che il BMJ, ed ecco come spiega l’accaduto Fiona Godlee. Il BMJ aveva chiesto all’Associazione Britannica Produttori di Farmaci (ABPI) la sponsorizzazione per due meeting, uno sull’accesso ai dati degli RCT e un secondo sul ruolo dell’industria nell’ECM.

Entrambi i meeting si sono svolti con successo. il BMJ non aveva mai firmato per diventare membro del gruppo ESHLSG* ed anzi aveva pubblicato un editoriale critico sull’iniziativa. In ogni caso, prosegue la Godlee, mi era stato suggerito che il BMJ firmasse le linee guida relative alla trasparenza negli RCT che sarebbero state presentate ad uno dei due meeting. Mi sembravano generiche, ma ero contenta che l’industria fosse interessata all’argomento e ho firmato; il non farlo avrebbe creato imbarazzo allo sponsor dell’iniziativa. Ecco l’errore! come preconizzava Goldacre, il documento conteneva asserzioni inesatte ed imprecise che possono indurre a false rassicurazioni del tipo “tutto va bene”. Non è invece così; mi sono accorta che la posizione del BMJ sull’accesso ai dati degli RCT è diversa da quella dell’industria (e delle linee guida presentate). Ecco come l’industria ti può ‘catturare’ se ti distrai anche un solo momento. Così, continua la Godlee, ho pensato di chiarire meglio la posizione del nostro giornale modificando in modo più stringente le nostre linee guida: “Il BMJ accetta sponsor a discrezione del caporedattore. Lo sponsor sarà scelto solamente in base alla condivisione della nostra mission e dei nostri valori fondativi…” L’iniziativa del gruppo ESHLSG poneva un quesito complesso, su come medicina e industria possano interagire, ma la lezione che ne è scaturita è un’altra. Abbiamo imparato che il bisogno di trasparenza e indipendenza sono irrinunciabili, altrimenti la medicina stessa non può raggiungere quelle evidenze che sono alla base della fiducia di medici e cittadini.
* Il BMJ aveva dato spazio editoriale all’iniziativa promossa dal gruppo ESHLSG (Ethical Standards in Health and Life Sciences Group) supportato da 19 sigle (organizzazioni sanitarie e aziende farmaceutiche). Un tentativo di redigere e approvare linee guida per un partenariato fra medici e industria farmaceutica. Sempre il BMJ ospitava in seguito una marea di critiche, sia di singoli medici che di personaggi di spicco come Ben Goldacre.

Godlee F. The BMJ’s stance on collaboration with industry. BMJ 2013;347:f6467