Il dizionario Treccani ci autorizza da quest’anno a usare il femminile “medica” per indicare una donna che esercita la medicina. [1] Un passo in avanti nella parità di genere che negli USA non è stato ancora fatto, per lo meno per quanto riguarda i pagamenti da parte dell’industria, secondo gli autori di un articolo pubblicato questo mese. [2] Che le mediche USA guadagnino meno dei loro colleghi maschi è risaputo; probabilmente si tratta di una discriminazione presente in molti paesi. Per verificare che tale differenza esistesse anche per i pagamenti dell’industria, gli autori dello studio hanno analizzato i dati forniti dal Sunshine Act USA tra il 2013 e il 2019. Hanno selezionato le 15 ditte con la maggiore quantità di pagamenti e, per ognuna di queste, i 5 medici e le 5 mediche che capeggiavano la lista.
Su un totale di 1050 pagamenti, 1017 (96,9%) riguardavano i maschi e 33 (3,1%) le femmine. Queste ultime ricevevano in media 41.320 dollari (deviazione standard 88.695), mentre la media per i maschi arrivava a 1.226.377 dollari (deviazione standard 3.377.957). La mediana per le mediche era di 20.622 dollari, con range interquartili tra 61 e 1.664.344 dollari. Per i medici la mediana era di 129.387 dollari, il range interquartili tra 2.771 e 37.182.318 dollari. Le differenze sono statisticamente significative, ça va sans dire. La discriminazione permaneva anche dopo un’analisi multivariata che includeva specializzazione (vedi la figura), ranking accademico e alcuni indicatori riguardanti le pubblicazioni scientifiche. Infine, tra il 2013 e il 2019, il gap tra mediche e medici era aumentato da 54.343 a 166.778 dollari.
I risultati si commentano da soli. Resta solo la curiosità di sapere se una simile discriminazione si verifica anche in Italia, in barba ai progressi del dizionario Treccani.
A cura di Adriano Cattaneo
2. Sullivan BG, Al-Khouja F, Herre M et al. Assessment of medical industry compensation to US physicians by gender. JAMA Surg Published online September 28, 2022; doi:10.1001/jamasurg.2022.4301