Per quanto tempo i vaccini antiCovid-19 prevengono l’infezione:tanto, poco, o…?

La legge italiana 76/2021 aveva previsto l’obbligo vaccinale con i vaccini antiCovid autorizzati “in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, … per gli esercenti le professioni sanitarie … obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezioneda SARS-CoV-2”.

La successiva legge 3/2022 ha stabilito che “… gli esercenti le professioni sanitarie …, per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita, comprensiva, dal 15 dicembre 2021, della somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario, nel rispetto delle indicazioni e dei termini previsti con circolare del Ministero della salute…”. Gli obblighi sono stati estesi anche ad altre categorie professionali, e il D.L. 1/2022 ha ampliato ulteriormente l’obbligo a tutti i soggetti ≥50 anni, sempre “per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2”.

Tuttavia, abbiamo ormai prove adeguate che questi vaccini non prevengono l’infezione, e ciò toglie fondamento giuridico all’obbligo.

L’equivoco è stato inizialmente alimentato da studi effettuati dopo pochi mesi di follow-up, durante la cosiddetta “luna di miele” con i vaccini, quando la protezione anche dall’infezione è al suo massimo. In seguito è emersa una progressiva perdita di efficacia verso l’infezione, pur restando meglio preservata una buona efficacia protettiva nei confronti della malattia grave.

Negli ultimi mesi, però, si sono moltiplicate pubblicazioni che mostrano che la perdita di efficacia verso l’infezione non sembra arrestarsi nel tempo, sino a diventare negativa.

Ciò è stato documentato, quando dominava la variante Delta, prima in Qatar,[1] poi in Svezia,[2] poi dall’UK Security Agency a partire dalla settimana 36 del 2021,[3] che ha mostrato un eccesso di casi positivi tra i vaccinati con due dosi, confrontati in gruppi di 100.000 con altrettanti non vaccinati in classi decennali di età corrispondenti (in quella prima occasione lo sbilanciamento è partito dalle classi decennali dai 40-49 ai 70-79 anni, pur registrandosi in quella data ancora un eccesso complessivo di casi positivi tra i non vaccinati, se si includevano anche le altre classi d’età).

Una recente pubblicazione dell’ISS,[4] con follow-up fino ai primi di novembre 2021, ha documentato in Italia un progressivo declino della protezione dall’infezione, che nei ≥80 anni a 6 mesi dalla 2a dose perdeva la significatività statistica, per scendere tra 8 e 9 mesi al 30% circa sotto il livello dei non vaccinati. Un simile declino si è verificato per i 60-79enni, che a 8-9 mesi dal ciclo di base scendevano al 20%~ sotto ai non vaccinati. La situazione dei soggetti ad alto rischio (con comorbosità, o immunodepressi, o residenti in case di riposo/lungodegenze) è risultata ancor più allarmante: a 8-9 mesi la protezione scendeva di un significativo 50%~ sotto ai non vaccinati. Ciò spiega la fretta posta alla popolazione per l’accesso al richiamo, in grado di risollevare il livello di protezione. Tuttavia la durata dell’effetto della 3a dose non sembra garantita, anche perché il Ministro della Salute ha parlato nell’intervista a un grande quotidiano di “4a dose per tutti dopo l’estate”.

La perdita di protezione è risultata accelerata con la dominanza della variante Omicron. Ciò si è visto in Danimarca,[5] con una protezione da ciclo vaccinale di base solo moderata (55%) tra 0 e 1 mese, irrilevante (9%, non significativa) tra 2 e 3 mesi, significativamente negativa (-76,5%) tra 3 e 5 mesi, benché anche in quel paese la 3a dose ripristinasse i livelli protettivi osservati nel 1°mese.

Un fenomeno analogo è stato registrato in Ontario (Canada), in cui una prima versione[6] di un articolo in Preprint ha mostrato una protezione minima e non significativa dall’infezione già nel 1° mese, scesa poi rapidamente sotto il livello dei non vaccinati, per diventare significativamente negativa già a ~5 e 7 mesi. Un aggiornamento,[7]  sempre in Preprint, ha corretto tali dati, divenuti 36% a ~1 mese, 12% a ~3 mesi e l’1% (non significativo) dai 6 mesi (con risalita grazie alla 3a dose). Ciò è stato frutto sia dell’immissione dei dati di altre 2 settimane, che hanno reso la popolazione in studio più rappresentativa della popolazione generale dell’Ontario, ma anche di un diverso criterio di inclusione: non più tutte le infezioni/casi positivi, ma solo quelle sintomatiche. Non essendo fornito un dato confrontabile con quello del testo precedente, non è dato di sapere se la suscettibilità alle infezioni in genere risultasse nell’aggiornamento ancora peggiore rispetto a quella dei non vaccinati.

Infine, la serie settimanale dei report dell’UK Security Agency lascia poco spazio al dubbio di un progressivo aumento della suscettibilità all’infezione nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Infatti, con una progressione costante, già nella settimana 43/2021[8] si è verificato il sorpasso assoluto, con l’intera colonna dei vaccinati con due dosi con un eccesso di infezioni del 2,5% rispetto all’intera colonna dei non vaccinati.

Lo sbilanciamento è proseguito via via, finché nella settimana 2/2022[9] l’intera colonna dei vaccinati aveva il 91% in più di casi positivi rispetto alla colonna dei non vaccinati. Nella settimana 4/2022[10] l’UK Agency restringeva il confronto solo ai vaccinati con almeno 3 dosi (vs non vaccinati), ma ciò non bastava a invertire il trend: i casi positivi nei vaccinati sono rimasti il +32% vs i non vaccinati. Il trend ha continuato a crescere nelle tre settimane successive con la seguente progressione relativa: +35%, +48%,[11] +70%.[12]

Tra le ipotesi in campo per spiegare questi dati, pare ormai difficile sostenere quella iniziale di un “allentamento delle precauzioni per falso senso di sicurezza nei vaccinati”, mentre prende piede quella di un deterioramento del sistema immunitario (altri hanno parlato di anergia o paralisi immunitaria), come conseguenza di eccessive sollecitazioni ravvicinate o di dosaggi elevati e troppo poco distanziati nel tempo. In ogni caso, in attesa di fare chiarezza sulle suddette preoccupazioni sanitarie emergenti, il principio di precauzione dovrebbe dar luogo a una moratoria nella propaganda istituzionale per una vaccinazione universale, con l’abbandono degli obblighi vaccinali (e cessazione delle sanzioni per gli inadempienti), sia per l’assenza del presupposto giuridico della “prevenzione dell’infezione”, sia per i dubbi sulla migliore soluzione strategica per la tutela della comunità e su possibili danni individuali al sistema immunitario. Infatti la prima e la seconda delle condizioni costituzionali per legittimare un obbligo sanitario di legge sono che questo serva alla tutela della salute “degli altri” e che non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per sole conseguenze temporanee e di scarsa entità.

A cura di Alberto Donzelli

Chi desiderasse approfondire i cinque punti, tra cui quello accennato nel contributo di cui sopra, su cui la Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) ha chiesto a Ministro della Salute e CTS un confronto scientifico urgente, può trovare ampia documentazione utile a un dibattito scientifico sul sito della CMSi www.cmsindipendente.it  

 

  1. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34614327/ (Appendix, Table S11)
  2. https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3949410 (Figure 2)
  3. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1016465/Vaccine_surveillance_report_-_week_36.pdf (Table 4)
  4. https://www.bmj.com/content/376/bmj-2021-069052 (Fig 3)
  5. https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.20.21267966v2 (Figure)
  6. https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.30.21268565v1 (Figure 1)
  7. doi: https://doi.org/10.1101/2021.12.30.21268565 (Figure 2)
  8. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1029606/Vaccine-surveillance-report-week-43.pdf (Table 5)
  9. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1047814/Vaccine-surveillance-report-week-2-2022.pdf (Table 12)
  10. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1050721/Vaccine-surveillance-report-week-4.pdf (Table 13)
  11. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1054071/vaccine-surveillance-report-week-6.pdf (Table 13)
  12. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1055620/Vaccine_surveillance_report_-_week_7.pdf (Table 13)

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