HTA e conflitti di interesse negati

In questi giorni, a ragione, si discute molto di quanto successe qualche anno fa quando con la paura del virus H1N1 si fece stockpiling di antivirali che oggi si scoprono perfettamente inutili. Ma con il senno di poi purtroppo non si cambia la realtà. Invece bisogna cercare di imitare quel che sta succedendo negli Usa. Il Sunshine act sta costringendo le aziende farmaceutiche a rivelare chi è al loro servizio e quanto vengono pagati i key opinion leader che inquinano la ricerca, i corsi Ecm, l’insegnamento universitario e le riviste scientifiche (oltre alla stampa di divulgazione) e ProPublica si occupa di divulgare questi conflitti di interesse.

Ma in Italia che cosa accade? Nonostante la legge attuale obblighi i ricercatori a dichiarare i conflitti di interesse ai loro superiori gerarchici (sia universitari sia ospedalieri), le dichiarazioni non sono rese pubbliche nei CV (come imposto nelle migliori università e nei migliori ospedali Usa) e quindi non cambia un bel niente. Per giunta, per stare con i piedi in due staffe, i conflitti di interesse vengono negati. Qui un esempio: l’estensore di un Hta dell’Agenas http://spizzichiemozzichidisalute.wordpress.com/2014/04/12/il-conflitto-dinteressi-negato-nella-valutazione-tecnologica-hta-dellagenas/

Si può sfruttare la situazione per ottenere maggiore trasparenza?

Amelia Beltramini