Codice etico all’Istituto Superiore di Sanità

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si è finalmente dotato di un codice di etica.(1) Si tratta di una prima volta e di una diretta conseguenza dell’adozione di un nuovo statuto. Il Codice è rivolto ai suoi ricercatori e a tutto il personale. É stato messo a punto e adottato dal Comitato Etico dell’Ente, coordinato da Carlo Petrini, vicepresidente del Comitato stesso e responsabile dell’Unità di Bioetica, che ha redatto il Codice.

Il Codice non dà indicazioni immediatamente operative, ma promuove comportamenti che si ispirano a un patrimonio di valori consolidati e ampiamente condivisi, attinti dai più autorevoli documenti sull’etica della ricerca biomedica in linea con i codici che si sono dati i più grandi istituti di ricerca internazionali. Ce ne occupiamo perché il nuovo Codice presta grande attenzione al conflitto d’interessi, al centro dell’attenzione anche per NoGrazie.

Il nuovo Codice parte dal presupposto che attraverso lo svolgimento delle funzioni di  ricerca, controllo, consulenza, regolazione e formazione sia inevitabile che i dipendenti dell’ISS abbiano relazioni e collaborazioni con istituzioni, private e pubbliche, da cui potrebbero nascere conflitti di interessi. Al fine di garantire l’integrità del giudizio professionale e di preservare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’operato del personale dell’ISS, il Codice suggerisce i criteri di base per vigilare e fronteggiare eventuali conflitti e invita, in particolare, alla dichiarazione degli stessi. A questo proposito, propone un modello di “Dichiarazione pubblica di conflitti di interessi da parte dei ricercatori dell’Istituto”, Non è stata ancora messa a punto, tuttavia, una procedura con cui valutare e gestire le autodichiarazioni che saranno richieste ai ricercatori. Per il momento si richiede solo un’assolta trasparenza e si delineano alcuni criteri generali per individuare e gestire i conflitti di interessi.

Too little too late, direbbero gli inglesi. Non si capisce perché non ci abbiano pensato prima, e soprattutto non si capisce perché non sia possibile, in un ente pubblico, prevenire i conflitti d’interesse, invece che darli per scontati per poi non essere in grado di gestirli; come la letteratura internazionale che da decenni si occupa del tema e la nostra esperienza ci insegnano.

A cura di Fabio Suzzi e Adriano Cattaneo

1. http://www.iss.it/binary/coet/cont/CODICE_DI_ETICA.pdf