Sunshine Act in azione

Per la prima volta vengono pubblicati ufficialmente i dati sui soldi pagati a medici e a ospedali negli Stati Uniti dall’industria farmaceutica e di dispositivi medici. Le somme pagate negli ultimi 5 mesi del 2013 raggiungono i 3,5 miliardi di dollari (circa 2,8 miliardi di euro), secondo il primo rapporto dei CMS (Centers for Medicare and Medicaid Services), incaricati di mettere in atto il cosiddetto Sunshine Act sulla trasparenza dei finanziamenti industriali previsto nella riforma sanitaria di Obama. Andavano segnalate tutte le elargizioni e i pagamenti a medici e a istituzioni di valore superiore ai 10 dollari, compresi i compensi per consulenze e conferenze, le spese relative a viaggi, pasti e intrattenimento, e anche i pagamenti da destinare, su richiesta dei medici, a enti caritatevoli.

Più di 540.000 medici e di 1.300 ospedali hanno ricevuto denaro, ma non è stato possibile nel 40% dei casi risalire ai nominativi dei destinatari per problemi di software e di accuratezza dei dati raccolti. La spesa sostenuta dall’industria, pari a circa 23 milioni al giorno, sostanzialmente costante dal 2007 (secondo dati ufficiosi) ha storicamente riguardato l’83% dei medici, sotto forma di regali, e il 28% come pagamento per consulenza o per ricerca.

Se i pazienti si rendessero conto dei potenziali conflitti di interessi dei loro medici, potrebbero chiedersi se le prescrizioni di farmaci e dispositivi siano influenzate dalle ditte che li hanno pagati. Tutti i medici potrebbero poi imparare se gli esperti che promuovono linee guida cliniche siano stati finanziati dalle industrie che ne traggono vantaggio. In effetti, tra i medici che avevano dichiarato, ancora prima del Sunshine Act, di avere ricevuto compensi dall’industria, il 40% aveva partecipato alla costruzione di linee guida.

Possono anche essere giustificate le preoccupazioni delle compagnie di assicurazione che rimborsano le spese mediche negli USA sull’impiego eccessivo di farmaci molto costosi indotto dai pagamenti che i prescrittori ricevono dall’industria; le assicurazioni osservano che, mentre i vari responsabili dei servizi sanitari si sforzano di contenere i costi, l’industria studia strategie per mantenerli alti.

Alcune categorie di medici temono che la pubblicazione di questi dati possa risultare in una pubblica riprovazione di quei professionisti che, ad esempio, hanno accettato il pagamento di viaggi tutto compreso in località esotiche. In realtà i ricercatori che si occupano del tema dei finanziamenti ai medici dubitano che ai pazienti interessi molto se i loro medici vengano pagati dall’industria. Se alcuni potrebbero avere perplessità sui viaggi gratuiti, altri potrebbero pensare che chi riceve pagamenti da svariate ditte per consulenze sia in realtà un professionista molto competente.

 

Riassunto e traduzione di Fabio Suzzi da una notizia di Reuters (http://click.jwatch.org/cts/click?q=227%3B68069665%3Bn3xAq2opdKODqJiFFmBxER67PbDgZ%2FAhjU9Iyoexgjc%3D). Chi volesse saperne di più, può leggere qui http://www.propublica.org/article/what-weve-learned-from-four-years-of-diving-into-dollars-for-docs