Ignorato il rapporto sulla corruzione nel settore farmaceutico

Il Dr Roy Poses, professore associato di medicina alla Brown University (Rhode Island, USA) e presidente di FIRM (Fondazione per l’Integrità e la Responsabilità in Medicina), ha scritto un commento sul fatto che i media negli Stati Uniti (e in Italia?) abbiano passato sotto silenzio un importante rapporto di Transparency International (TI) sull’enorme corruzione nel settore farmaceutico.(1) Tra le riviste mediche, solo il BMJ ha dato notizia del rapporto.(2). Riportiamo qui sotto i passi più importanti dello scritto del Dr Poses.(3)

 

TI aveva pubblicato un primo rapporto sul tema nel 2006, dimostrando come e quanto la corruzione nel settore farmaceutico fosse diffusa, sia nei paesi ricchi sia in quelli poveri, con gravi danni per i pazienti e la società, soprattutto tra i gruppi a minor reddito. Quel rapporto non aveva avuto la meritata attenzione da parte dei media. Anche i risultati di un’inchiesta di TI del 2013, che mostrava come il 43% dei cittadini USA pensasse che la corruzione fosse un problema importante, passarono inosservati. Ora, nel giugno del 2016, TI ha pubblicato un secondo rapporto sul tema.(1) Nell’executive summary del rapporto si legge: “Nel settore salute, i farmaci spiccano come un sotto-settore particolarmente incline alla corruzione. Ci sono abbondanti esempi a livello globale che mostrano come la corruzione nel settore farmaceutico ponga a rischio i possibili effetti positivi per la salute.” Il rapporto classifica come esempi di corruzione attività che a volte consideriamo normali, oppure spiacevoli errori, o comportamenti immorali. Eccone degli esempi.

 

Manipolazione della ricerca clinica

 

Le ditte lo fanno per aumentare la probabilità che i risultati favoriscano le vendite e gli obiettivi di marketing. Le pubblicazioni sono sistematicamente alterate esagerando i benefici, o inventandone quando sono inesistenti, e minimizzando gli effetti avversi. Come risultato, ci saranno prescrizioni inappropriate, dato che i medici, in maggioranza, si basano su questa letteratura per prendere decisioni cliniche. Il libro di Ben Goldacre, Bad Pharma, abbonda di esempi di questo tipo.

 

Soppressione della ricerca clinica

 

Lo stesso libro di Ben Goldacre, e la successiva campagna AllTrials, forniscono ampie e inconfutabili prove di comportamenti di questo tipo da parte di Big Pharma. TI raccomanda registri obbligatori per tutte le ricerche cliniche, trasparenti e accessibili a medici e ricercatori, e severe punizioni per i trasgressori. Il rapporto nota che, con rare eccezioni (tra queste l’EMA, l’agenzia europea per i farmaci), le agenzie regolatorie non richiedono alle ditte tutti i dati grezzi delle loro ricerche, rendendo così impossibile valutare la completezza e l’accuratezza dei risultati. Bisognerebbe che i dati grezzi fossero catalogati come di dominio pubblico, e non come proprietà privata.

 

Manipolazione della diffusione di ricerche cliniche

 

Anche di questo vi sono numerosi esempi nel libro di Ben Goldacre. Si va dal ghost writing ai congressi sponsorizzati, dalle presentazioni elaborate dalle ditte, ma diffuse da consulenti apparentemente indipendenti, ai corsi ECM finanziati dall’industria, dai comunicati stampa costruiti ad hoc e diffusi da media inconsapevoli o compiacenti ai reprints di riviste più o meno pregiate, ma a volte anche false e lanciate a puri scopi di marketing.

 

Marketing ingannevole

 

Si potrebbe addirittura affermare che tutto il marketing sia ingannevole, nel senso che, essendo in buona sostanza mirato ad aumentare le vendite, deve quasi automaticamente esagerare i pregi e nascondere i difetti del prodotto per attirare un numero sempre maggiore di clienti. Ma a volte i claims sono talmente esagerati da poter essere sanzionati. E altre volte, se il marketing non permette di raggiungere gli obiettivi, le ditte non esitano a ricorrere a mazzette e tangenti. Il rapporto di TI contiene numerosi esempi, da tutti i paesi. Quando l’inganno è stato scoperto e sottoposto a forti ammende, anche le newsletter di NoGrazie ne hanno parlato. E ogni tanto è incriminato anche qualche medico italiano (tra poco ci sarà l’udienza preliminare per pediatri toscani e rappresentanti dell’industria, accusati di aver ricevuto benefici di varia natura in cambio di consigli alle mamme sulle formule da usare per i propri neonati).

 

Il Dr Poses conclude così: “Se vogliamo veramente riformare l’assistenza sanitaria, nel poco tempo che ci resta prima che la bolla sanitaria scoppi, dobbiamo attivarci con forza contro la corruzione. Le nostre azioni disturberanno seriamente coloro che all’interno dei sistemi sanitari sono diventati ricchi sulla base di questi cattivi comportamenti, per cui, per metterle in atto, avremo bisogno di molto coraggio. Ma non potremo mettere in pratica alcuna attività se prima non riconosceremo che il problema esiste e ne discuteremo. Il primo passo contro la corruzione sanitaria consiste nell’essere in grado di pronunciare o scrivere le parole: corruzione sanitaria.”

Libera traduzione di Adriano Cattaneo

1. http://www.transparency.org.uk/publications/corruption-in-the-pharmaceutical-sector/

2. Torjesen I. Group calls for more to be done to tackle corruption in the pharmaceutical industry. BMJ 2016;353:i3099 http://www.bmj.com/content/353/bmj.i3099

3. http://www.nakedcapitalism.com/2016/06/tranparency-international-reports-on-massive-corruption-in-the-pharmaceutical-sector-media-hardly-notices.html