Health Technology Assessment e conflitti di interesse negati

In questi giorni, a ragione, si discute molto di quanto successe qualche anno fa quando, con la paura del virus H1N1, si costituirono enormi riserve di antivirali che oggi si scoprono essere perfettamente inutili. Ma con il senno di poi, purtroppo, non si cambia la realtà. Invece bisogna cercare di imitare quel che sta succedendo negli USA. Il Sunshine Act sta costringendo le aziende farmaceutiche a rivelare chi è al loro servizio e quanto vengono pagati i key opinion leaders che inquinano la ricerca, i corsi ECM, l’insegnamento universitario e le riviste scientifiche (oltre alla stampa di divulgazione). ProPublica si occupa di divulgare questi conflitti di interesse.

Ma in Italia che cosa accade? Nonostante la legge attuale obblighi i ricercatori a dichiarare i conflitti di interesse ai loro superiori gerarchici (sia universitari sia ospedalieri), le dichiarazioni non sono rese pubbliche nei Curricula Vitae (come imposto nelle migliori università e nei migliori ospedali USA) e quindi non cambia un bel niente. Per giunta, per stare con i piedi in due staffe, i conflitti di interesse vengono negati. Qui un esempio: l’estensore di un Health Technology Assessment dell’Agenas http://spizzichiemozzichidisalute.wordpress.com/2014/04/12/il-conflitto-dinteressi-negato-nella-valutazione-tecnologica-hta-dellagenas/. Si può sfruttare la situazione per ottenere maggiore trasparenza?

Amelia Beltramini

 

A proposito di H1N1, consigliamo la lettura di questo articolo della nostra Gianna Milano (http://www.lettera43.it/economia/industria/il-tamiflu-non-serve-a-nulla_43675128448.htm#.U2azsnJefmE.email) sul Tamiflu che non serve più.

Mentre sul tema del conflitto d’interessi consigliamo la lettura di questo articolo di alcuni studenti del SISM, http://www.saluteinternazionale.info/2014/05/allenarsi-da-studenti-contro-il-conflitto-di-interessi-in-medicina/, pubblicato sul blog di Salute Internazionale.