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Società medico-scientifiche italiane e conflitto di interessi

É stato da poco pubblicato, sul BMJ Open, uno studio che indaga le interazioni tra le società medico-scientifiche italiane e l’industria farmaceutica e di dispositivi medico-chirurgici.(1) Si tratta di un lungo lavoro di ricerca, condotto da studenti in medicina, specializzandi e specialisti in Igiene e Medicina Preventiva, che hanno dato vita ad un Gruppo di Lavoro sul Conflitto di Interessi all’interno della Consulta dei Medici in Formazione Specialistica della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (S.It.I). Le autrici e gli autori dello studio hanno sentito il bisogno di riflettere sulla frequente sponsorizzazione da parte delle industrie degli eventi formativi organizzati dalle società medico-scientifiche.

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Farmaci: gli omaggi delle aziende ai medici incentivano le ricette

Nessun pasto è gratis. In altre parole, attenti alle offerte che sembrano disinteressate, specie quando c’è di mezzo la spesa – e la salute – pubblica. Lo rivela un’indagine pubblicata sulla rivista Jama, che conferma un vecchio sospetto: relazione tra i pranzi offerti ai medici dalle case farmaceutiche e la prescrizione di costose specialità di marca al posto dei più economici generici.

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Medici, inviti a cena e conflitti di interesse

La scorsa settimana un informatore farmaceutico, dopo avermi presentato i prodotti della sua azienda, mi ha chiesto se avessi piacere a partecipare a una cena in un ristorante della mia città; aveva fatto la stessa richiesta ad altri miei colleghi (che avevano già accettato), per cui mi esortava ad accogliere l’invito per trascorrere una serata piacevole in compagnia.

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Agenas: sito per la dichiarazione pubblica di conflitto di interessi

È stato realizzato da Agenas e da oggi è attivo sul sito istituzionale dell’Agenas, il sistema informatico pna-sanita.agenas.it per la compilazione online della dichiarazione pubblica di interessi per i professionisti di area sanitaria e amministrativa che hanno, a vario titolo, responsabilità nella gestione delle risorse e nei processi decisionali in materia di farmaci, dispositivi, tecnologie nonché ricerca, sperimentazione e sponsorizzazione.

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Pubmed e i conflitti di interesse

I conflitti di interesse condizionano pesantemente la ricerca: sono sotto gli occhi di tutti ma restano invisibili. Un gruppo di ricercatori (tra cui una NoGrazie, ndr) ha avuto una bella idea: rendere immediatamente espliciti su Pubmed i conflitti di interesse degli autori di ogni articolo. Del resto, quello della National Library of Medicine (NLM) è un servizio pubblico finanziato con le tasse dei cittadini e le istituzioni statunitensi sarebbero per certi aspetti “obbligate” a tenere in considerazione le esigenze di trasparenza espresse dagli utenti.

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I pagamenti influenzano i medici, abbiamo le prove

Più soldi un medico riceve dalle aziende farmaceutiche più farmaci brand prescrive, anche un solo pasto offerto può fare la differenza. Così recita il sottotitolo di un recentissimo documento di ProPublica.(1) L’analisi è stata resa disponibile in dettaglio nel marzo del 2016.(2) Si tratta di uno studio comparativo dei dati relativi ai pagamenti in denaro o altro (pasti) e l’attività prescrittiva dei medici beneficiari.

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I rapporti “invisibili” tra infermieri professionali e industria

Il problema del conflitto di interessi (conflict of interest, da ora COI) è un tema di cui si parla sempre più spesso. In alcuni paesi la legislazione ha già tentato di affrontarlo: negli USA, ad esempio, esiste il Sunshine Act, una norma che prevede la dichiarazione obbligatoria e la pubblicazione di qualsiasi forma di finanziamento ai medici sopra i 10 $, quindi non solo pagamenti in denaro, ma anche regali, viaggi, iscrizioni a corsi di formazione, pagamenti per relazioni, ecc. Nonostante si discuta sui limiti di questa norma, essa rappresenta senz’altro un primo elemento verso una totale trasparenza, il primo passo per affrontare il COI.

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I ricercatori non sempre riportano i risultati dei trials

I risultati degli studi clinici dovrebbero essere pubblicati rapidamente, per essere utili ai medici. Ma solo il 36% degli studi clinici effettuati presso importanti centri medici accademici degli Stati Uniti hanno i loro risultati riportati entro due anni dal loro completamento, scrive Daniel Cressey il 22 Febbraio 2016,(1) commentando un articolo uscito sul BMJ.(2)

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L’EMA è ancora troppo vicina all’industria farmaceutica

Ancora una volta, come quindici anni fa, Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, interviene sul BMJ per stigmatizzare le storture ancora presenti nell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). (1) Per far meglio comprendere il suo pensiero allega una tabella dove si osservano in sinossi le modifiche attuate dopo che l’EMA stessa è stata spostata dalla Direzione Generale Imprese (DG Enterprise, anno 2000) alla Direzione Generale Sanità e Consumatori (DG SANCO, anno 2015).

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L’attivismo politico di Big Food in Australia

Quando si tratta di influenzare le politiche internazionali e nazionali, Big Food, Big Drink e Big Sugar non sono da meno di Big Pharma.(1) Succede anche in Italia: chi tra i NoGrazie non ricorda l’acqua della salute?(2) Più recentemente, un gruppo di ricercatori australiani ha cercato di capire come funzionano le cose nel loro paese.

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Una pillola amara

Ricevo quasi ogni giorno “Pillole dal mondo AIFA”, mail informativa dell’Agenzia del farmaco. In genere la cestino dopo un’occhiata rapida al titolo, ma qualche giorno fa sono balzato dalla sedia. Secondo il parere di esperti dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), gli inibitori delle neuraminidasi (oseltamvir e zanamavir) sono utili nell’influenza anche se il “dibattito ricorrente” ha fatto sorgere dubbi nella comunità sanitaria sulla loro efficacia e sicurezza contribuendo a ridurne l’uso, con il risultato che potrebbero non essere stati raggiunti obiettivi di salute pubblica.(1)

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TTIP, TPP, salute e sanità

Del TTIP, il trattato transatlantico sul libero commercio attualmente in discussione tra UE e USA, si discute poco. Eppure quasi tre milioni di persone nei paesi della UE hanno firmato una petizione mirante a bloccare le trattative (https://stop-ttip-italia.net/). Anche tra i NoGrazie non c’è mai stato un dibattito. C’è voluto un provocatorio e semiserio intervento di Crozza per farci uscire dal letargo (http://www.la7.it/crozza/video/arriva-il-ttip-niente-dazi-niente-limiti-al-commercio-regole-uguali-per-tutti-13-05-2016-184034). Vale la pena allora leggere per lo meno l’abstract di un articolo che discute i possibili effetti del TPP, un trattato simile al TTIP tra USA a una decina di paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico. Contrariamente al TTIP, il TPP è già stato firmato dai paesi in questione (anche se non è ancora in vigore perché deve essere prima ratificato dai rispettivi parlamenti), per cui se ne conosce il testo definitivo. È sulla base di questo testo che gli autori dell’articolo hanno ipotizzato gli effetti che liberalizzare ancora di più il mercato, eliminando le regole attuali, potrebbe avere su salute e sanità.(1)

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Doctor G

Tutto quello che avresti voluto sapere di statistica ed epidemiologia ma non hai mai osato imparare? Potrebbe essere il sottotitolo di “Doctor G.”. Rischio relativo e assoluto, led time bias, sovradiagnosi, attendibilità di uno screening, sensibilità e specificità di un test, mortalità e sopravvivenza? puoi leggere e imparare facilmente seguendo un fumetto illustrato, scritto a 4 mani da due medici, Luca Iaboli (NoGrazie)e Luana Caselli, con la matita di Grazia Lobaccaro e la sceneggiatura di Marco Mardoglio.

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